martedì 29 gennaio 2013

Bianca come il latte rossa come il sangue

In questo post parlerò di un libro che mi è stato regalato da un'amica, un romanzo che non ho scelto ma che avevo più volte adocchiato in libreria e che avrei comunque comprato.
Il libro in questione è quello di Alessandro D'Avenia - Bianca come il latte rossa come il sangue. 

La storia è raccontata in prima persona da Leo, un ragazzo sedicenne alla ricerca del suo essere ma convinto delle proprie, poche, certezze. E' lui stesso a descriversi nel secondo capitolo dicendo: "Una volta ho visto un documentario sui leoni, dalla boscaglia usciva un maschio dalla criniera enorme e una voce calda diceva:"il re della foresta ha la sua corona". Così sono i miei capelli: liberi e maestosi. Quanto è comodo tenerli come fanno i leoni." E più avanti continua dicendo: "Tutti mi capiscono solo dai capelli. Cioè, almeno gli altri di scuola, quelli della ciurma, gli altri Pirati: Spugna, Stanga, Ciuffo. Papà ci ha rinunciato da un pezzo. La mamma non fa altro che criticarli. La nonna quando mi vede per poco non muore di infarto (ma se hai novant'anni è il minimo)."
Bé sembra quasi di immaginarlo quel ragazzino in sella al suo cinquantino, con le cuffie nelle orecchie e questa criniera di capelli che sborda dal casco; lo immagino e mi strappa un sorriso, forse perché ho un nipote tredicenne che, proprio come Leo, non vuole tagliare la sua criniera e nessuno lo capisce, me compresa! 
Il fulcro del libro è rappresentato dall'amore adolescenziale che Leo prova per Beatrice - e per il rosso dei suoi capelli - un amore nascosto che sta per essere svelato proprio quando a Beatrice viene diagnosticata una malattia terribile, portando Leo a scontrarsi con una realtà che sa essere a volte terribile.
La lettura è scorrevole e la suddivisione in capitoli molto brevi aiuta sicuramente a divorare il libro ma...e c'è un ma!
Se fossi un'adolescente probabilmente mi sarei innamorata di Leo, della sua ingenuità, del suo modo di pensare e forse anche della sua chioma folta; se fossi un'adolescente probabilmente avrei amato questo libro in tutta la sua integrità, senza mezze misure perché ricordo bene quello che colpisce a quell'età; se avessi un figlio adolescente gli consiglierei questo libro perché sono convinta che per i ragazzi possa essere una grande fonte di insegnamento. 
Purtroppo però ho 34 anni e mio figlio ha solo 2 anni e mezzo.
Nonostante la storia sia molto carina e fluida credo che la sua articolazione e il tipo di scrittura siano poco adatte ad un adulto. Il tutto è raccontato da un adolescente e forse è questo il bello ma a volte a me è risultato banale nelle affermazioni e nei comportamenti. 
Ho sempre creduto che la bellezza di un libro non sia una cosa da poter valutare a priori, ho sempre avuto la convinzione che l'età giusta o il momento giusto per leggere un certo tipo di libri ne condizionino irrimediabilmente l'opinione che ce ne facciamo. Questo e uno di quei romanzi, letto nel mio caso nell'età sbagliata, che ricorderò come un libro carino ma che probabilmente - letto anni fa - avrei potuto apprezzare di più, mettendolo addirittura tra i miei libri preferiti.
Magari lo scrittore - che ha solo un anno più di me, insegna al liceo ed è al suo primo romanzo - voleva davvero dare questa piega adolescenziale al romanzo, e se è così il suo esperimento è totalmente riuscito. Se invece sperava di poterlo far diventare un best seller anche per un'altra fascia di pubblico avrebbe forse dovuto abbandonare ogni tanto i panni di Leo e far emergere le voci di altri personaggi.
Nonostante tutto è un libro che mi è piaciuto - anche se lasciandomi un po' l'amaro in bocca - e che consiglio soprattutto ai ragazzi.

domenica 27 gennaio 2013

27/01/2013 - Giorno della memoria

Ho voluto cominciare questo post con un'immagine, la copia della prima pagina del Corriere della Sera di Venerdì 11 Novembre 1938 giorno in cui il futuro dell'umanità cambiò per sempre, giorno in cui furono approvate le leggi per la difesa della razza.
Da quel giorno milioni di persone furono private della propria libertà e di ogni singolo diritto. 
Oggi 27/01/2013 è il giorno della memoria, per non dimenticare che ci fu un tempo, purtroppo per niente lontano, in cui ai bambini fu privata la possibilità di giocare, correre, ridere, sognare e in cui ai genitori della maggior parte di quei bambini fu privato di vederli crescere, diventare adulti, avere una famiglia e fare dei figli; ci fu un giorno in cui per molte, moltissime persone niente fu più come prima.
Come posso fare finta di nulla in un giorno particolare? Come posso girarmi dall'altra parte e parlare d'altro? 
Non posso e credo non mi biasimerete.

Chi come me è nato alla fine degli anni '70 ha sicuramente sentito parlare molto spesso dai propri nonni di quei tempi, dei campi di concentramento nazisti, dei momenti di fame e disperazione che l'umanità ha attraversato in quegli anni. Io ricordo di racconti di mio nonno prigioniero di guerra in campi di concentramento, ora pentita di non aver, ai tempi, voluto approfondire le sue parole facendogli domande; ma ero adolescente e quei racconti  mi sembravano non interessanti perché erano cose che studiavo a scuola, non mi rendevo conto che i suoi erano attimi vissuti, in cui avrei potuto trovare approfondimenti di emozioni e vita vera che i libri di testo non possono spiegare.
Ora che sono adulta capisco l'occasione che mi sono persa e quindi, pensando un po' al mio caro nonno, mi immergo in questo post utilizzando l'unica maniera che conosco: parlando di un libro, il libro a cui penso quando si parla di questo periodo agghiacciante della storia, un libro che io consiglierei a tutti, soprattutto i bambini: il Diario di Anna Frank.
Ho cominciato a frequentare le scuole elementari negli anni '80, quando l'insegnante era una sola, passava l'intera mattina insieme ai suoi alunni e insegnava ogni materia, dalla matematica alla geografia, dall'italiano all'educazione fisica; per noi era come una seconda mamma perché il tempo che avevamo per stare insieme a lei era paritario a quello che effettivamente trascorrevamo con le nostre vere mamme. La mia si chiamava Mina, era un personaggio particolare, molto severo e un po' folle che grazie alla grande quantità di tempo che aveva a disposizione poteva sperimentare con noi delle forme di insegnamento molto particolari. E' per questo che aveva istituito il quadernone blu, dedicato ad una materia speciale: il diario di Anna Frank. Tra le ore che dedicavamo a tutto il resto ce n'erano alcune che passavamo unicamente a leggere, commentare e illustrare il diario di Anna Frank. Credo che questo sia il primo vero libro che ho letto, un libro che ho nel cuore, che mi è entrato dentro come una seconda pelle e che mi ha fatto già allora impaurire, emozionare, sognare e riflettere; perché leggevo da bambina una storia raccontata da una bambina come me che aveva vissuto in un mondo che io faticavo anche solo ad immaginare. Questa mattina ho cercato in cantina quel quaderno perché volevo rivivere un po' quei momenti ed ho trovato al suo interno disegni, riflessioni, poesie ma la cosa che emerge è che quando descrivevo Anna nei miei scritti, continuavo a ripetere che lei nonostante la sua prigionia, nonostante vivesse nascosta per non farsi scoprire dalle SS, era felice perché consapevole di essere nonostante tutto in vita; questo mi colpiva leggendo il diario. Quando mio figlio avrà una decina d'anni gli mostrerò questo quaderno e se ne avrà voglia la curiosità leggerò con lui questo libro, un libro da leggere per non dimenticare, perché solo non dimenticando e facendo conoscere ai giovani tutto questo si può cercare di evitare che si ripeti.

mercoledì 23 gennaio 2013

Consiglio ad un'amica

Oggi, vagando per commissioni varie insieme al mio piccolino, ho colto l'occasione per trascorrere un paio d'ore con un'amica. Oltre a bere un cappuccino insieme, l'ho ovviamente obbligata ad entrare in libreria! Non posso passarci davanti senza almeno entrare a sbirciare un po'.
Lei non è una fissata per i libri come me, anzi diciamo che per sua ammissione legge troppo poco, ma forse è vero il detto che dice "chi va cono lo zoppo impara a zoppicare" e, mentre io sono riuscita ad uscire dalla libreria senza neanche un libro per le mani - cosa assai strana che mi ha in un certo senso sconvolta - lei, spinta dal mio entusiasmo, ha comprato un libro da leggere e mi ha chiesto di darle una mano a scegliere.
Girovagando tra gli scaffali e cercando di contenere il mio lato compulsivo - che avrebbe comprato qualsiasi cosa - ho notato i libri di un autore che ho letto molto tempo fa e che le ho consigliato, in quanto credo siano ideali per chi non legge molto e vuole cominciare per gradi con qualcosa di carino ma non impegnativo.
Lo scrittore a cui mi riferisco è Alexander McCall Smith, un autore di cui ho letto tempo fa alcuni libri tratti delle sue due raccolte di gialli, che poi di giallo hanno poco; sono più stralci di vita raccontati con leggerezza,  senza troppe pretese, abbinati a vicende su cui è necessario indagare.

La prima serie dal nome  Precious Ramotswe- Ladies' Detective Agency N.1 ha come protagonista una detective molto particolare, la signora Precious Ramotswe, che apre a Gaborone - capitale del Botswana - la prima ed unica agenzia investigativa presente nel paese guidata da una donna. Le indagini di questa detective molto speciale sono sempre accompagnate da profumatissime tazze di tè rosso, che lei offre a tutti i clienti che varcano la soglia della sua agenzia, diventando per loro anche una confidente e a volte un'amica.
La leggerezza della narrazione, la semplicità delle storie raccontate e la presenza di diversi personaggi che si ritrovano all'interno dei differenti romanzi pubblicati, fanno secondo me di questi libri un progetto molto azzeccato. Girovagando su internet ho scoperto che tempo fa ne è anche nata una serie televisiva anglo - statunitense che è approdata in Italia nel 2009 ma solo su un canale satellitare. 
Ricordo che il mio primo incontro con la meravigliosa signora Ramotswe è avvenuto quando anni fa, girovagando nel reparto libri di un grande ipermercato, sono stata folgorata dalle copertine molto colorate e dall'aspetto africano di questi romanzi, che erano collocati all'interno di quei cestoni dove si trovano i volumi in super offerta. Ne ho comprati subito diversi e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Ecco le immagini delle splendide copertine di alcuni di questi romanzi.




La seconda serie dal nome Isabel Dalhousie - il club dei filosofi dilettanti è invece ambientata ad Edimburgo. Ha come protagonista Isabel Dalhousie, la fondatrice del club dei filosofi dilettanti che oltre a dilettarsi di filosofia, si diletta anche a fare l'investigatrice. 
Lo stile richiama quello della collana precedente anche se forse l'ambientazione non africana rende il tutto un po' meno interessante, ma questi sono punti di vista.
Anche in questa serie alcuni personaggi vengono ripresi nei differenti romanzi creando un filo conduttore tra le vicende.
Anche in questo caso sono state utilizzate delle copertine colorate, che colpiscono l'occhio per le loro illustrazioni. Una scelta secondo me molto azzeccata.
Eccone alcune.





sabato 19 gennaio 2013

Un pacco di libri

Ieri è arrivato il mio pacco, un pacco con all'interno 5 meravigliosi nuovi libri che andranno ad aggiungersi alla mia libreria reale e anche a quella virtuale. 
Un'amica a conoscenza della mia passione, sapendo di fare cosa gradita, mi ha regalato per Natale un buono per acquistare dei libri online. Ho aspettato il momento migliore per decidermi a fare l'ordine, cioè quello in cui il sito faceva il 30% di sconto su tantissimi; in questi casi il mio motto è "minima spesa e massima resa"!
Certo scorrere tra le pagine di un sito non è come essere in libreria e poter vedere e toccare con mano per fare una scelta, ma nella vita bisogna anche essere in grado di osare e scegliere secondo l'istinto, cosa che io faccio abbastanza spesso, soprattutto in questo ambito, ma credetemi, anche nella decisioni di tutti i giorni. 
Fortunatamente, anche quando mi reco in libreria, quello che più mi vincola nell'acquisto di un nuovo libro è la copertina, che deve necessariamente richiamare la mia attenzione; difficilmente compro un libro se la copertina non mi trasmette nulla, quindi in questo senso l'acquisto online è per me abbastanza semplice. L'aspetto difficile invece è cercare di immaginarsi visivamente il volume che si avrà per le mani - sempre che non si sia alla ricerca di libri già conosciuti o visti in libreria - quindi dopo aver identificato le copertine di mio gusto, aver letto la trama dei libri ed alcune recensioni, sono andata a cercare il numero delle pagine in modo da cercare di immaginarmeli tra le mani.

Non è stato per niente semplice, ma alla fine la mia scelta è ricaduta su 5 volumi di genere completamente diverso di cui non conoscevo quasi nulla. 

Cronache della famiglia Wapshot mi ha intrigato perché è descritto nella quarta di copertina come "uno dei massimi romanzi americani del Novecento. Una grande storia familiare, comica e tragica, ambientata in un paese sognato così bene da sembrare vero." 
Bé o è una grande bufala oppure deve essere davvero un capolavoro!!

La zia marchesa non poteva non colpirmi, perché parla della mia amata Sicilia, una terra che amo e che ho nel sangue grazie alla origini di mia mamma. E' la storia, ambientata in una Sicilia dell'Ottocento, di una famiglia della ricca aristocrazia e di una donna prima relegata dalla madre a crescere tra le persone di servizio e poi ad essere nominata dal padre erede del patrimonio e del prestigio della famiglia.

Non lasciarmi è la storia di tre bambini che vivono in un collegio, uniti dall'amicizia e dallo stesso destino. Una storia così se non raccontata bene può essere di una banalità assurda ma ho voluto correre il rischio

Il delitto di Montmartre è invece un giallo, incentrato su un cadavere, un biglietto da visita di una libreria ritrovato addosso ad un indumento del cadavere e la libreria a cui il biglietto appartiene. Questo è sempre il genere che preferisco perché dover scoprire l'intrigo mi tiene in tensione per tutto il libro, ma è anche il genere da cui pretendo di più quando leggo.

Se tu mi vedessi ora è una storia d'amore, una lettura un po' leggera, per fare da intramezzo tra libri un po' più impegnati che sono già impilati sul mio comodino.

Comincerei a leggerli tutti ma dovrò attendere visto che al momento sono già immersa nella lettura di un libro meraviglioso a cui probabilmente regalerò presto un post a parte!

Non è detto che questi libri saranno come mi aspetto, potranno piacermi oppure risultare un scelta pessima ma è anche questo il bello della lettura; è un po' come quando si parte per un viaggio sospirato e tanto atteso, si passano mesi ad organizzare i preparativi, ad immaginare come sarà, alle emozioni che ci regalerà, e poi una volta giunti alla meta ci rendiamo conto che non ci piace, che il luogo tanto atteso non è neanche minimamente vicino alle nostre aspettative. Bé, nonostante tutto quel viaggio ci resterà dentro, e ci regalerà qualcosa che ci accompagnerà nella vita e che ci sarà da aiuto per i viaggi futuri. 
E' così che vedo ogni mio libro, come un viaggio meraviglioso da organizzare!
Ed è per questo che non butterei mai un libro, perché per me sarebbe come buttare le fotografie di un viaggio.

venerdì 18 gennaio 2013

Mi presento

Eccomi qui, al mio primo post, con questo bello spazio bianco a mia disposizione.
Finalmente mi sono decisa, dopo tante riflessioni e dopo tanti "domani apro un mio blog", quel domani è arrivato e sicuramente un po' di emozione c'è.
Amo leggere perché è uno dei pochi modi che conosco per evadere totalmente dalla routine quotidiana, per viaggiare in posti lontani anche senza soldi o tempo a disposizione. Sono una donna, moglie e mamma, ho un lavoro che ho desiderato da sempre ma che al momento non mi appaga come dovrebbe; ho una vita piena e super impegnata ma non vado mai a dormire la sera senza aver letto anche solo qualche pagina di un libro. Perché la lettura è la mia aria, la mia medicina, il mio svago.
Ho sempre pensato che leggere apra la mente, che in generale -e tutte le statistiche mi danno ragione - si legga troppo poco, che se ogni bambino invece di passare ore ed ore davanti alla tv passasse anche solo la metà del tempo leggendo diventerebbe un uomo migliore, e quando per imitarmi il mio piccolo di quasi tre anni viene a letto la sera con il suo libretto e, nel suo italiano ancora un po' confuso, mi dice "mamma leggio anche anch'io", bé....mi sento felice!
Non che il mio bambino non guardi la tv, anzi, ma quando si trova per le mani un libro o quando insieme a me entra in una libreria, già adesso che è così piccino vedo nei suoi occhi quella luce particolare che mi fa pensare che allora qualcosa di buono glielo sto insegnando!
Per quanto riguarda i generi leggo di tutto, mi piace spaziare e sperimentare ma ho un grande difetto, non posso per nessuna ragione lasciare un libro a metà, neanche il più brutto, a costo di trascinarlo per mesi tra le mie mani; che ci volete fare, sono fatta così!!!
In questo blog cercherò di condividere le mie idee sui libri che sto leggendo, sui libri in uscita e su tutto quello che credo possa piacere ad un lettore incallito. Spero che con il passare del tempo i commenti possano essere molti ma spero soprattutto che magari, chi si troverà in questo blog per caso anche non essendo un grande appassionato di libri, possa avere la curiosità di cominciare una lettura di cui abbiamo parlato qui, anche solo per il gusto di fare due chiacchiere con noi.
Per il momento questo blog risulterà un po' povero e me ne scuso, cercherò di migliorarlo con il tempo e con l'esperienza.
A questo punto non mi resta che augurare a tutti buona lettura!