venerdì 1 febbraio 2013

Amabili Resti

Oggi un post su un libro particolare, Amabili resti di Alice Sebold, un libro su cui è stato fatto anche un film ma che io non ho mai visto.
Anche questo libro, come molti di quelli che leggo, mi è stato prestato da un'amica in un momento in cui ero assolutamente a corto di libri e di idee; i consigli delle amiche sono sempre preziosi, evidentemente mi conoscono proprio bene perché difficilmente sbagliano.
La trama potrebbe sembrare banale: una ragazzina di quasi 14 anni stuprata e uccisa da un serial killer. Una trama che fa pensare ad un classico giallo dove la narrazione si snoda per riuscire a scoprire chi sia l'assassino e dove sia nascosto il cadavere. E invece ecco il primo colpo di scena: noi, i lettori, il nome dell'assassino lo conosciamo già, come conosciamo da subito il modo in cui la ragazzina viene adescata, violentata e assassinata da quello che è un uomo di mezza età, insospettabile vicino di casa, che non fa trasparire al  mondo il suo vero essere. Quello che non conosciamo è il dopo, e non lo conosciamo neanche nella realtà. Cosa accade alla ragazzina dopo la sua morte? Quante volte ad ognuno di noi è capitato di pensare alle persone che non sono più con noi, sperando che possano vederci o sentirci? Bè direte voi, allora è il classico libro che parla di fantasmi che vivono in un universo parallelo. No, non proprio.
La storia è raccontata proprio da Susie, la ragazzina uccisa, che si ritrova in un luogo da cui riesce ad assistere alla vita che per gli altri va avanti. E' lei che ci racconta come avviene il suo ultimo giorno di vita ed è lei dal suo nuovo "mondo" che ci racconta quello che resta dopo la sua scomparsa. Il racconto mai esagerato, mai volgare, mai pesante narrato dalla voce di Susie, ci accompagna verso la scoperta di quella che all'inizio era una famiglia normale - che resta improvvisamente menomata - facendoci conoscere gli amici più cari della ragazza, il suo primo amore e anche le persone che la conoscevano appena, ma che si ritrovano al centro della vicenda. 
Tutto ciò che accade è raccontato facendo emergere le emozioni che i genitori, gli amici e i fratelli di Suzie provocano nella ragazzina che assiste alla ripresa della vita, quella vita che lei avrebbe potuto avere e su cui fantastica.
Solo noi sappiamo chi è l'omicida, non lo sanno i genitori di Suzie  - che vivono anzi a contatto giorno per giorno con il loro incubo più grande - non lo sa la polizia che indaga sul caso, non lo sanno gli amici, e non lo sanno i vicini. Siamo soli - noi e Suzie - e ci ritroviamo a sentire quello che lei sente, a vedere quello che lei vede, soffrendo inermi insieme a lei che non ha mezzi per poter aiutare la sua famiglia nell'elaborazione del lutto. Ogni familiare e amico vive la perdita isolandosi e solo la ragazza dal suo "mondo" conosce i sentimenti che ognuno di loro prova e la piega che sta prendendo la loro vita.
Coinvolgente è la definizione che darei di questo romanzo. 
Per la prima volta dopo un sacco di tempo mi sono ritrovata a piangere leggendo un libro, non dico qualche lacrima, dico proprio piangere. Ed è strano perché un po' devasta!!! Una devastazione di quelle belle però!
Vi consiglio assolutamente questo libro.

1 commento:

  1. Sono perfettamente d'accordo.
    Un libro che coinvolge, da leggere assolutamente.
    Come ho scritto nella mia recensione ho adorato il padre della Piccola Susie, ho apprezzato e condiviso il suo modo di combattere per lei.
    Ho invece mal sopportato la mamma, Abigail, che fugge dalle sue responsabilità di moglie e madre, alla ricerca di un'indipendenza persa ormai da tempo.
    La sensazione che mi ha lasciato alla fine questo libro è stata rabbia e ingiustizia.
    L'assassino muore per sbaglio e resta impunito, e i resti della piccola Susie vengono sepolti sotto quintali di immondizia.
    Avrei voluto la vendetta, anzi la giustizia. Ma quella non sempre esiste... purtroppo :/

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