mercoledì 29 maggio 2013

Sulla sedia sbagliata

Buongiorno miei cari amici lettori, oggi voglio raccontarvi quello che ho provato leggendo un libro che desideravo da qualche mese e che finalmente mi sono decisa a comprare e divorare!
Sto parlando di "Sulla sedia sbagliata", edito da Morellini, il libro d'esordio della scrittrice Sara Rattaro, oggi in libreria con il suo terzo romanzo "Non volare via" di cui vi ho parlato qui. Ho conosciuto questa autrice leggendo il suo secondo libro "Un uso qualunque di te" che mi era stato prestato da un'amica e di cui vi ho raccontato le mie impressioni qui.
Ho già acquistato anche la sua ultima fatica ma prima ho voluto dedicarmi alla lettura del libro che l'ha fatta esordire tra gli scrittori nel 2010; ero sicura che non sarei rimasta delusa visto il turbinio di emozioni che già ho provato leggendo il suo secondo romanzo.

La trama del libro è questa:
Andrea è accusato di aver ucciso Barbara, la fidanzata, in preda a un raptus e sotto l’effetto di stupefacenti. Valeria ha saputo dal giornale che il ragazzo che ama è accusato di aver strangolato la madre. Una donna ha visto uscire di casa la figlia e non sa che sarà per l’ultima volta, mentre Zoe sogna l’”uomo dal naso perfetto” e attende il trapianto… Vicende che si intrecciano e sovrappongono, vittime e carnefici che si scambiano i travestimenti nel teatrino dell’assurdo della vita. Una struttura originale e una scrittura toccante e coinvolgente disegnano storie talmente vicine alle nostre che sembrano appartenerci, componendo un vivace mosaico in cui ogni tessera si incastra armoniosamente.

Ho cominciato la lettura ed ho subito trovato il prologo entusiasmante perchè con poche parole è stata data una descrizione dell'inferno che non può che essere condivisa e che vi avevo già anticipato qui.
Non c'è che dire Sara Rattaro sa far parlare le emozioni, sa creare personaggi capaci di entrarci dentro con le loro caratteristiche, i loro sentimenti ma soprattutto con le loro imperfezioni, perchè in ognuno di quei personaggi si può sempre ritrovare qualcosa di noi o di chi ci sta attorno ogni giorno. In questo libro, come anche nel libro successivo, le emozioni sembrano urlare da ogni riga, da ogni parola, da ogni concetto; deve essere una dote innata che Sara ha e che le permette ogni volta di rapire la mente e il cuore di chi legge; perchè questo è quello che è successo a me, la prima volta con "Un uso qualunque di te" ed ora con "Sulla sedia sbagliata".
E' un libro che ho letto tutto d'un fiato, e non perchè sono solo 157 pagine - anche un libro breve a volte può risultare pesante e poco leggibile - ma perchè ha avuto il potere di assorbirmi completamente, mi ha fatto riflettere, mi ha fatto emozionare, mi ha fatto rattristare, insomma ha agito a 360 gradi su di me.
La narrazione ci trascina all'interno di quattro storie tragiche, raccontate parallelamente ma che si intrecciano tra loro alla perfezione, in ognuna della quali viene data voce alla vittima o al carnefice, permettendoci di venire invasi dall sensazioni, a volte anche forti e dure, di chi un crimine lo ha commesso senza il minimo pentimento o di chi quel crimine lo subisce, a volte non capendone il motivo e a volte essendo parte del motivo stesso.
E così ci si trova davanti ad Andrea, che uccide Barbara quasi per ripicca, guardandola negli occhi e aspettando che il suo sorriso di scherno si tramuti in paura; e lo conosciamo attraverso la voce di Francesca, sua madre, un'affermato chirurgo che ha avuto forse troppo poco tempo nella vita per rendersi conto che suo figlio non fosse la persona che lei credeva. Ci si trova davanti al suo smarrimento - quando con chiarezza le raccontano dell'omicidio che il figlio ha appena commesso - ai suoi interrogativi circa il suo ruolo di madre - quando si ritrova in quella stanza grigia che per 10 anni, un giorno a settimana la accoglie per le consuete visite in carcere - e, cosa non meno importante, al suo amore infinto - quando vede Andrea in quel tribunale, poco più che ragazzino, che racconta la sua versione dei fatti davanti ad una madre altrettanto distrutta, che non è la sua, ma quella della sua vittima.
Poi c'è la storia di Valeria, che viene risucchiata nel tunnel dell'anoressia nel momento in cui scopre attraverso i giornali che Paolo, il suo amore, forse non è la persona che credeva perchè oltre ad essere malato di epilessia - cosa a lei ignota fino a quel momento - è appena stato arrestato per aver strangolato la madre. In questo caso l'autrice dà voce ad entrambi, vittima e carnefice, ognuno con la sua storia da raccontare, ognuno con la necessità di liberarsi dai propri fantasmi.
Poi c'è la storia di una mamma, annientata dalla disperazione per la morte in un incidente stradale di sua figlia; una mamma incapace di accettare la situazione, così distrutta da sentire ancora la sua "bambina" accanto a se anche dopo la sua morte; una mamma con una generosità tale da permettere l'espianto degli organi affinchè tutto non sia stato vano.
Ed infine c'è Zoe, una ragazza diabetica e con il bisogno urgente di un pancreas; una ragazza che non crede più possa arrivare il suo momento dopo che per diverse volte si è vista sfumare davanti agli occhi la possibilità di ricevere un organo nuovo e di cominciare così una nuova vita.
Ma man mano che le pagine scorrono viene naturale porsi una semplice domanda: chi è la vera vittima? chi è il vero carnefice? In ogni situazione della vita la risposta non è così scontata, neanche nella tragedia più brutale si può dirlo con chiarezza, perchè a volte, alcune situazioni della vita possono sconvolgere l'anima riducendo la lucidità di chi le vive.
In questo libro non c'è niente di non detto, l'autrice tratta argomenti forti facendo la scelta di non girare intorno alle parole, descrivendo anche i dettagli più brutali - come la sensazione di pace e liberazione di un figlio che dopo aver appena strangolato la madre, se la trova tra le braccia e ne accarezza i capelli - ma lo fa con una delicatezza tale che è di pura maestria, riuscendo a creare uno sconvolgimento interiore a chi legge che è veramente difficile riuscire a descrivere a parole. Ci sono parti che sembrano così reali e che danno così tanto il senso della tragedia da avermi creato, mentre le leggevo, un nodo allo stomaco, tanto da portarmi a roleggerle diverse volte per la profondità che racchiudono e per la perfezione della narrazione. Un unico appunto mi sento di fare a Sara: è troppo cortooooooo!!!! 
Quando sono arrivata alla fine sono stata pervasa da un senso di vuoto, avrei voluto avere altro tempo per conoscere più a fondo l'evolversi della storia e della vita di quei personaggi.

Come pensavo questo romanzo è stato all'altezza delle mie aspettative quindi non posso far altro che consigliarlo a chi in un libro cerca emozioni allo stato puro.
Ora non vedo l'ora di leggere "Non volare via" che fa già parte dei miei possedimenti letterari!!!!

domenica 26 maggio 2013

Il mio nome è rosso

Ciao a tutti, come state? Io assorbita in tutto e per tutto da mille impegni e pensieri quotidiani che purtroppo in questo periodo mi hanno lasciato poco tempo da dedicare a me stessa, alla lettura e al blog. Se in più mi scelgo letture non proprio leggere, allora la questione si complica ulteriormente. Nelle prossime settimane, lo prometto a me stessa, mi dedicherò a generi più leggibili anche in situazioni di tempo molto resegato, così magari riuscirò a non trascinarmi un libro troppo a lungo.

Ho appena concluso la lettura di un libro molto particolare, in cui mi sono imbattuta poco tempo fa in una delle mie frequenti incursioni in libreria.
Si tratta de "Il mio nome è rosso", una delle opere del famoso scrittore turco Ohran Pamuk.
Dopo essermi fatta ammaliare dalla copertina - che ritrae una figura femminile orientale che ci regala un assaggio dell'atmosfera che si respirerà all'interno del romanzo - sono stata incuriosita dalla trama che prometteva intrecci tra delitti e vicende amorose nel mondo dei miniaturisti del Sultano ad Istanbul.
Un libro non recente, pubblicato per la prima volta nel 1998 ed ambientato nel 1591.
L'ho acquistato perchè avevo voglia di cambiare un po' genere, mi intrigava la trama e la sua ambientazione storica.

Ecco la trama del libro:
Istanbul, 1591. In una città scossa da antiche inquietudini e nuovissime tentazioni, tra i miniaturisti del Sultano si nasconde un feroce assassino. Per smascherarlo, Nero è disposto a tutto, anche a rischiare la vita. Perché se fallisce, per lui non ci sarà futuro con la bella Seküre, non ci sarà l'amore che ha sognato per dodici anni.
Libro corale, ricco di passione e di suspense, questo straordinario romanzo di Orhan Pamuk restituisce la ricchezza e la malinconia di un mondo al tramonto. Nel contrasto tra i due vecchi miniaturisti, Zio Effendi e Maestro Osman, Pamuk riassume una discussione che continua ancora oggi nel mondo islamico, diviso tra modernità e tradizione.


Nonostante non sapessi cosa aspettarmi e avessi paura che la parte storica, se troppo presente nel libro, avrebbe potuto annoiarmi, ho cominciato questo libro con molto entusiasmo e devo dire che già dalla prima pagina sono stata rapita dalla scrittura dell'autore, che mi ha coinvolto per i primi capitoli.

Il libro comincia così: " Adesso io sono un morto, un cadavere in fondo a un pozzo. Ho esalato l'ultimo respiro ormai da tempo, il mio cuore si è fermato, ma, a parte quel vigliacco del mio assassino, nessuno sa cosa mi sia successo. Lui, il disgraziato schifoso, per essere sicuro di avermi ucciso ha ascoltato il mio respiro, ha tastato il mio polso mi ha dato un calcio nel fianco, mi ha portato al pozzo e mi a preso in braccio per buttarmici dentro. La testa me l'aveva già spaccata a colpi di pietra, e cadendo nel pozzo è andata in pezzi, la mia faccia, la fronte e le guance, è rimasta schiacciata, è scomparsa, le ossa si sono spezzate, la bocca si è riempita di sangue."
Chi parla nel primo capitolo è proprio il morto. Racconta il suo assassinio dal proprio punto di vista, permettendo a chi legge di entrare nel pieno della vicenda. Sembra quasi di essere catapultati in fianco a lui, in fondo al pozzo, e di osservare la sua faccia spaccata ed irriconoscibile.
La particolarità di questo libro sta nel tipo di narrazione, infatti Pamuk rende protagonista ogni singolo personaggio facendogli narrare gli avvenimenti e creando così un insieme di punti di vista variegati che rendono la lettura molto piacevole. Ogni capitolo è narrato da un personaggio diverso - che si ripete nel corso del romanzo - ed è preceduto da un titolo che ci svela chi parlerà; in questo modo risulta anche molto semplice rimanere al passo con la narrazione nonostante questi innumerevoli personaggi che intervengono strada facendo. Inoltre ogni personaggio si rivolge spesso al lettore, dando al romanzo un senso quasi teatrale, come se ogni capitolo rappresentasse una scena su un palcoscenico, con una scenografia diversa, e come se alla fine di ognuno di questi si tirasse il sipario e si entrasse in un mondo nuovo.
Sicuramente non si tratta di un libro semplice, a me ha richiesto molta concentrazione, soprattutto in alcuni punti, dove il racconto si inoltra - a volte in modo un po' troppo particolareggiato per i miei gusti - nell'ambiente dei miniaturisti, ripetendo in modo ossessivo le loro regole e le loro convinzioni.
La storia principale secondo me è molto intrigante, ma non è trattata come un vero e proprio giallo, anzi si ritrova spesso a ad essere quasi un contorno di tutta la vicenda.
Raffinato Effendi, il morto, viene assassinato da un suo compagno di lavoro di cui non ci viene svelato il nome ma a cui viene spesso data la parola nel corso del romanzo. Sta al lettore tenere a mente i possibili indizi in modo da arrivare a scoprire insieme a Nero - il vero protagonista della storia - chi è il traditore che è riuscito a commettere quel brutale omicidio.
A fare da sfondo alla parte misteriosa della storia, c'è la vicenda amorosa tra Nero e Sekure; lui da sempre innamorato della bella cugina e allontanato da Istanbul in passato proprio per averle dichiarato il suo amore e lei, moglie e mamma, in attesa di un marito partito per la guerra che non rientra da più di quattro anni e quindi probabilmente morto in battaglia.
Solo riuscendo ad individuare l'assassino, che ha sconvolto i labili equilibri del gruppo dei miniaturisti, Nero avrà forse la possibilità di vivere senza riserve l'amore da sempre sognato.
E infine c'è la questione islamica, che assume nel romanzo un ruolo particolarmente importante con la contrapposizione tra gli ideli di bellezza e di rappresentazione risalenti agli antichi maestri orientali, e quelli invece dei maestri europei ritenuti da molti peccatori.

Ecco alcuni passaggi - oltre a quello iniziale del primo capitolo che vi ho già indicato -che più mi hanno colpito nel romanzo:

"Ci abbracciammo. E mi piacque talmente che non mi sentii più in colpa. Era una sensazione più dolce del miele, mi persi. Lo abbracciai più forte. Gli permisi di baciarmi, lo baciai anch'io. E mentre ci baciavamo, sembrava che il mondo intero fosse immerso in una dolce oscurità. Avrei voluto che tutti si abbracciassero come noi. Mi sembrava di ricordare che amare fosse qualcosa di simile."

"Sento che vi domandate: cosa vuol dire essere un colore? Il colore è il tocco dell'occhio, la musica dei sordi, un grido nel buio. Dato che sono decine di migliaia di anni che ascolto, di libro in libro, di oggetto in oggetto, quel che dicono le anime, come il ronzio del vento, lasciatemi dire che il mio tocco somiglia a quello degli angeli. Parte di me richiama i vostri occhi, è la mia parte pesante. L'altra parte vola in aria con i vostri sguardi, è la mia parte leggera. Sono cosí contento di essere rosso! Mi brucia dentro, sono forte, so di attirare l'attenzione, so anche che non riuscite a resistermi"

"Ma l'amore dev'essere una cosa che non va capita con la razionalità di chi come me fa continuamente funzionare il cervello per difendersi, ma con l'irrazionalità"

Nel complesso consiglio il libro, anche se bisogna avere la forza di superare qualche punto che può risultare un po' ostico per chi non è particolarmente amante dei romanzi troppo storici, come la sottoscritta. Forse la difficoltà di capire fino in fondo il punto di vista Orientale, sia nei contenuti che negli atteggiamenti, ha reso dal mio punto di vista le cose ancora più difficili. Le ultime 150 pagine sono state, in alcuni passaggi, abbastanza impegnative perchè la descrizione delle miniature arriva ad un dettaglio eccessivo, che porta quasi ad allontanare l'attenzione dall'argomento principale che dovrebbe essere quello di trovare un assassino. Credo che le 440 pagine di questo libro avrebbero potuto tranquillamente essere ridotte di almeno un centinaio senza che si perdesse per questo il senso del racconto, anzi, probabilmente sarebbe stato un valore aggiunto. Fortunatamente ho sempre trovato la scrittura dell'autore molto fluida, capace quindi - superati i piccoli scogli che in un libro del genere si possono anche accettare - di farmi riassorbire dalla storia non appena l'argomento trattato tornava ad abbandonare i troppi dettagli storici e artistici.

Chi di voi ha letto qualcosa dello scrittore in questione? Come lo avete trovato?
Sarei felice di trovare nei commenti un segno del vostro passaggio in questo mio piccolo mondo!

lunedì 20 maggio 2013

Shopping letterario #1

Ciao a tutti!! Buon inizio settimana, credo che tutti, chi più chi meno, ne abbiano bisogno.
Per superare lo scoglio del lunedì vorrei parlare di qualcosa che ogni volta mi rende felice: i miei acquisti del week end! Ovviamente acquisti di libri.
Complice un buono del 10% che mi avevano dato il mese scorso da Giunti - che in realtà è stata solo la buona scusa per fare un salto in libreria - ho girovagato un po' tra gli scaffali.

Per prima cosa mi sono dedicata ad un acquisto che avevo già in mente. Si tratta del primo libro di Sara Rattaro, Sulla sedia sbagliata, edito da Morellini. Ho la curiosità di leggerlo già da quando ho finito Un uso qualunque di te di cui vi ho parlato qui. Mi ispira tantissimo ed ho rischiato di cominciarlo già mentre aspettavo che mio figlio facesse i giri sulle giostrine all'interno del centro commerciale in cui si trova la libreria - l'avrei fatto davvero se non fosse per mio marito che mi ha richiamato all'ordine, dice continuamente che sembro don Abbondio perchè sono sempre in giro con un libro in mano ahahahahahhaha. 
Bè mi sono trattenuta, anche perchè a casa avevo un libro da finire e difficilmente leggo più di un libro contemporaneamente, è una cosa che non mi piace perchè non mi fa concentrare. Nonostante tutto ho dato una sbirciatina ai ringraziamenti e alle primissime pagine del libro con il risultato di aumentare la voglia di finire al più presto quello che sto leggendo per tuffarmi in questo libro che sono sicura mi appassionerà tantissimo. 
Voglio condividere con voi il prologo al primo capitolo che mi ha subito conquistato:
"So benissimo come è fatto l'inferno. Non è come lo ha descritto Dante, non ha nulla a che vedere con tutto quello che abbiamo letto a scuola. L'inferno non ha nè gironi nè anelli, e non è neanche una discesa. E' solo una sensazione che ti pervade. Le gambe diventano immobili e il sangue gelido ti si ferma nelle vene. L'inferno è quello che provi quando ti giri verso il passeggino di tuo figlio e lo vedi inspiegabilmente vuoto; è aspettare al buio seduta sul letto il suo rientro, la prima volta che guida la tua auto da solo, giurando che se torna sano e salvo la lascerai aperta con le chiavi inserite sperando che te la rubino; è aspettare nella corsia di un ospedale che l'operazione sia riuscita e che il suo cuore batta ancora.
L'inferno è sentirti dire che tuo figlio è un assassino e desiderare con tutte le tue forze di sparire senza lasciare tracce di te, ma scoprire che non è possibile."
Come rimanere indifferenti ad un inizio così coinvolgente? Le aspettative sono davvero alte!
La trama del libro è questa:
Andrea è accusato di aver ucciso Barbara, la fidanzata, in preda a un raptus e sotto l’effetto di stupefacenti. Valeria ha saputo dal giornale che il ragazzo che ama è accusato di aver strangolato la madre. Una donna ha visto uscire di casa la figlia e non sa che sarà per l’ultima volta, mentre Zoe sogna l’”uomo dal naso perfetto” e attende il trapianto… Vicende che si intrecciano e sovrappongono, vittime e carnefici che si scambiano i travestimenti nel teatrino dell’assurdo della vita. Una struttura originale e una scrittura toccante e coinvolgente disegnano storie talmente vicine alle nostre che sembrano appartenerci, componendo un vivace mosaico in cui ogni tessera si incastra armoniosamente.

Il secondo libro che ho acquistato è La Colpa di Lorenza Ghinelli, edito da Newton Compton. E' un libro che non conoscevo nonostante sia stato tra i finalisti del Premio Strega dello scorso anno. Girando tra gli scaffali la cosa che me lo ha fatto notare sugli altri, devo essere sincera, è stato il prezzo, solo euro 5.90! Poi ho letto la trama e mi ha incuriosito talmente tanto che ho deciso che dovesse essere mio. 
Anche di questo ho sbirciato l'inizio e lo condivido con voi:
"Matite: rossa, gialla, verde, blu, viola. Matita nera. Greta afferra la prima e graffia sopra un Fabriano ruvido un arco insanguinato. Poi, in successione, usa le altre tracciando archi su archi, appiccicati, ammassati. Greta fissa l'arcobaleno sul foglio. 
E' il turno della matita nera, ora. Le manine premono la sua punta sul Fabriano spingendola avanti e indietro, sbriciolandola. Il nero mangia il bianco, linee spesse e grasse, sotto l'arcobaleno Greta si ferma, osserva. E nota che qualcosa manca, qualcosa di molto, molto importante. Qualcosa che solo la matita nera può mostrare. In basso a destra, sotto linee spesse e grasse, la matita nera traccia due cerchi, e sotto uno più grande. In quello più grande disegna due macchioline nere: occhi. Sotto gli occhi un triangolo nero: naso. Dal naso linee nere: baffi. Sotto il cerchio grande, Greta ne traccia uno più ampio definendo il corpo, e in fondo al corpo stilizza una coda. Nera. Il risultato è un topo nascosto nel buio, muto.
Ecco la trama:
Estefan nasconde un segreto inconfessabile, un macabro ricordo d'infanzia che lo perseguita. Forse si è macchiato di un crimine atroce, oppure è vittima di una memoria bugiarda, che distorce la realtà. Ma nella realtà, qual è la colpa per cui sua madre e suo padre hanno smesso di amarlo? Anche Martino, il suo migliore amico, custodisce un terribile segreto, una verità sconvolgente che nessuno deve conoscere. Il male che condividono li ha resi complici. Il male che condividono li ha uniti in un legame indissolubile. Non si confidano, chiusi in un silenzio che saranno costretti a infrangere solo quando il passato minaccerà di tornare. Finché un giorno la strada di Estefan si incrocia con quella di Greta, una bambina di appena nove anni che ha perso entrambi i genitori. Cresciuta in campagna, circondata da una decadente periferia industriale, vive come prigioniera nella casa del nonno. Il loro incontro, figlio dell'ennesimo episodio violento, sarà il primo passo verso la redenzione. "La colpa" è un romanzo graffante e diretto che parla del dolore dell'infanzia ignorato dal mondo adulto e della possibilità di riscattarsi, nonostante tutto.
Ha tutti i presupposti per essere un libro interessante e non vedo l'ora di poterlo leggere.

Infine vi segnalo un libro che ho ricevuto dalla gentilissima signora Margherita della Sperling & Kupfer edizioni. Si tratta di La lista dei miei desideri di Lori Nelson Spielman, un libro nuovissimo che è uscito nelle librerie il 14 maggio. Sono stata fortunata, perchè nonostante non sia un libro che ho scelto, leggendo la trama sembra proprio un libro carino; mi incuriosisce molto ed ha anche una copertina che secondo me è bellissima!
E visto che ormai ci ho preso gusto a sbirciare tra le prime pagine ecco l'inizio anche di questo:
"Dal soggiorno sale un brusio di voci indistinte e invadenti. Con le mani che tremano mi chiudo la porta alle spalle. Ora il silenzio è totale. Faccio un respiro profondo. La stanza profuma di lei: Eau d'Hadrien, sapone al latte di capra. Salgo sul suo letto di ferro, che scricchiola. Un rumore rassicurante come il tintinnio delle campane in giardino, o la sua voce suadente che diceva di volermi bene. Quando dormiva qui con mio padre venivo da loro, di notte, con la scusa del mal di pancia o di mostri sotto al letto. Mia madre mi accoglieva ogni volta, tenendomi stretta e accarezzandomi i capelli. <<Fidati di me e ricordati sempre che la vita ricomincia ogni giorno>> mi sussurrava. E poi, come per magia, a mattina dopo mi svegliavo nella mia cameretta, inondata di raggi color ambra che filtravano dalle tende di pizzo."
La trama è questa:
A trentaquattro anni, Brett Bohlinger ha tutto quello che vuole: un lavoro invidiabile nell'azienda di famiglia, un loft molto trendy, un fidanzato irresistibile e una mamma affettuosissima che è anche la sua migliore amica. Perciò, quando l'adorata madre Elizabeth muore, Brett è devastata per aver perso il suo punto di riferimento. E il dolore si trasforma in rabbia nel momento in cui si ritrova anche con un pugno di mosche. Perché alla lettura del testamento, invece di nominarla nuova amministratrice della Bohlinger Cosmetici, Elizabeth le lascia soltanto una lettera. Ed è una lettera strana, che la esorta a riconsiderare la sua vita, partendo dalla «lista dei desideri» che aveva stilato da ragazzina, vent'anni prima. Solo se nell'arco di un anno realizzerà tutti gli obiettivi di allora - innamorarsi, salvare il mondo, essere felice, desideri semplici e assoluti al contempo - riceverà la sua eredità. Inizialmente riluttante, a Brett non resta che seguire le istruzioni materne: mese dopo mese, ogni volta che Brett spunta una voce della lista, riceve dal notaio una nuova lettera della mamma. Affettuosa, comprensiva, protettiva e piena di una fiducia senza riserve. Come una carezza che la spinge, fra una lacrima e un sorriso, a non mollare e ad aprirsi al domani. A scoprire l'affetto di una famiglia vera e a esplorare il terreno dei sentimenti più teneri. Perché la vita è fatta per essere vissuta, sempre. Un romanzo delicato, romantico e commovente sul senso dell'esistenza e sullo straordinario potere dell'amore che può spingerci a cambiare e a trovare, ogni giorno, la felicità.
La mia curiosità su come si possa evolvere questa storia è molta!



Eccoli in tutto il loro splendore!!!





Non appena riuscirò a leggere questi tre libri vi farò sapere come mi sono sembrati! Ovviamente questi si aggiungeranno ai volumi che si trovano già impilati sul mio mobile del soggiorno e non credo riuscirò mai ad esaurire; vederli lì mi da un senso di pace interiore - forse mio marito su questa affermazione non sarà molto d'accordo ahahhaha - ed è un po' come se fossero i miei gioielli. 
Continuo ad attingere da quella pigna ma siccome continuo anche a comprare libri o scambiarli con le amiche e ad appoggiarli lì, l'altezza non diminuisce mai, anzi, continua a crescere.
Voi cosa state leggendo di bello? Avete comprato qualche libro in questi giorni che vi incuriosisce e di cui avete voglia di parlare? Lo spazio per i commenti è sempre a vostra disposizione!

mercoledì 15 maggio 2013

XXVI Salone internazionale del libro di Torino

Buon pomeriggio! Come state? Io sono reduce da giorni lavorativi un po' impegnativi ma ho cercato di trovare qualche minuto da dedicare al blog per svagarmi un po' prima di ributtarmi nel lavoro!
Solo ora, facendo un collegamento con le date, mi sono resa conto che domani aprirà la XXVI edizione del salone internazionale del libro di Torino
Il mese di maggio mi sta volando ad una velocità esagerata e continuo a non rendermi conto che siamo già a metà mese, e le cose che devo fare prima di arrivare al 31 sono ancora tantissime! aiutooooo!
Non so se riuscirò a fare un salto al salone - purtroppo la vedo dura perchè ho un week end un po' da delirio causa altri impegni improrogabili, sigh - nonostante questo ho voluto dare un'occhiata al programma per farmi un'idea di quello che viene offerto quest'anno ai suoi visitatori.

Ovviamente gli appuntamenti a cui si può prendere parte sono tantissimi e tutti molto interessanti per gli amanti della lettura, infatti da giovedì 16 maggio a lunedì 20 maggio il Lingotto si animerà di vita grazie a numerosissime attività dedicate sia ai grandi che ai più piccoli.
Molte iniziative sono già partite già dal 9 maggio grazie al salone OFF, e tantissime altre sono quelle che partiranno con la fiera vera e propria. L'elenco completo è possibile consultarlo qui!
Di seguito vi segnalerò le iniziative che più hanno stuzzicato la mia curiosità.

Carinissima mi sembra l'iniziativa Io e il mio libro - Salone OFF, ritratti con il proprio libro preferito, organizzato dallo Studio Fotografico Plasticwombat giovedì 16/05/2013 alle ore 9.30 in via Morgari 2/d, Torino - che verrà ripetuta ogni giorno alla stessa ora e anche in altri giorni e orari durante le date del salone - dove ci si potrà far ritrarre con il proprio libro del cuore e ammirare le foto in mostra degli altri lettori.

Sempre giovedì mattina ma alle ore 10.30 all'interno dell'area fiera ci sarà un laboratorio per bambini dai 6 ai 10 anni intitolato Tutt’altro - Bookstock Village organizzato dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi EnelCuore Onlus in cui giocando con i materiali i bambini costruiranno, sulla pagine di un vero libro, il loro personaggio e il suo opposto. Questo evento fa parte dei Laboratori a spasso con le dita che si terranno in diversi giorni ed orari che potete trovare qui. Quale esperienza migliore per i più piccoli!!!

Per i bambini tra i 6 e i 12 anni con il pallino della scrittura un evento interessante potrebbe essere Scrivi il tuo ebook che si terrà giovedì 16 alle ore 14.15. Con l'aiuto dei programmatori di PubCoder e di Tessitori di Sogni, la fucina di nuovi talenti di Atlantyca Entertainment, i bambini potranno inventare la propria storia e scriverla direttamente in digitale sui tablet imparando da autori famosi di libri per ragazzi. Anche questa iniziativa verrà ripetuta il giorno successivo alla stessa ora.

Ci sono poi numerosi incontri con scrittori di ogni genere che presenteranno i loro ultimi libri.
Tra questi vi segnalo Alberto Angela che parlerà del suo libro Amore e sesso nell'antica Roma giovedì 16 alle ore 16.00, Daria Bignardi  che venerdì 17 alle ore 20.30 illustrerà al pubblico il suo romanzo L'acustica perfetta e domenica 19 alle ore 11.00 ci sarà Sara Rattaro che parlerà di Non volare via, il suo terzo libro uscito, di cui - se ricordate - vi ho parlato in un post passato. Insomma se avete voglia di assistere alla presentazione di un libro troverete sicuramente quello che fa al caso vostro perchè le occasioni sono veramente molteplici.


Ci sono ben 77 pagine di iniziative sul sito internet tra cui potete scegliere e in cui potrete immergervi! Per assistere a tutto bisognerebbe vivere all'interno del Lingotto per tutti i giorni della manifestazione e comunque il tempo non basterebbe. 
Chi di voi riuscirà ad andarci? Avete già adocchiato qualche evento a cui vi piacerebbe partecipare?

lunedì 13 maggio 2013

Cose che nessuno sa

A gennaio - quando la mia avventura con questo blog è cominciata - ho dedicato uno di miei primi post al libro Bianca come il latte, rossa come il sangue.
Ora - dopo mesi dalla lettura di quel romanzo - non ho saputo resistere alla tentazione di leggere il secondo libro di Alessandro D'Avenia, dal titolo "Cose che nessuno sa". Ho avuto molti dubbi prima di cominciarlo, avevo paura di ritrovarmi nuovamente davanti ad una storia troppo adolescenziale per la mia età e invece ho avuto una bella sorpresa. Ho trovato in questo romanzo quello che leggendo il primo libro mi era mancato: personaggi adulti che ne arricchissero la trama.
Al centro della storia c'è Margherita, una quattordicenne alle prese con l'inizio del liceo e con il cambiamento profondo del suo corpo e del suo essere; l'unico punto di riferimento in questa fase delicata della sua vita è rappresentato della figura paterna cui la ragazza è particolarmente legata. Il mondo della quattordicenne viene irrimediabilmente stravolto quando, il giorno prima dell'inizio delle lezioni ascolta un messaggio nella segreteria telefonica, non un messaggio qualunque ma quello del padre che avvisa che non tornerà più a casa. Margherita si ritrova sola, con una madre con la quale non riesce a sfogare il suo stato d'animo, una madre che cerca in tutti i modi di stare vicino alla figlia anche se la sua situazione di donna abbandonata non la aiuta.
Due adulti occupano un ruolo importantissimo nella vicenda: la amata nonna Teresa - una donna siciliana che vive nel ricordo del suo caro marito defunto e dell'amore che li legava - e il professore del liceo che frequenta Margherita - un uomo che vive attraverso i libri che ama e che fatica a prendersi le sue responsabilità nella vita. E' proprio quest'ultimo, con la sua passione per il lavoro e per i libri, che con alcune frasi lette con passione dall'Odissea, incita inconsapevolmente Margherita ad andare alla ricerca del padre per convincerlo a ritornare a casa.
Compagni di avventura della ragazza in questa fase così delicata della sua vita sono Marta - la sua nuova amica capace di vivere ogni attimo con l'emozione unica di chi affronta tutto con entusiasmo - e Giulio - il ragazzo più bello ma anche più difficile della scuola, un ragazzo apparentemente ribelle che sta solo cercando il suo posto nel mondo.
Che dire, dopo una prima parte in cui ho faticato ad entrare nella storia, ne è seguita una che ho letto con molta passione. 
Di sicuro l'autore non ha voluto fare l'elogio al genere maschile, cominciando da un padre che riempie la figlia di promesse per poi sparire il giorno dopo senza dare spiegazioni e senza fare sapere dove si trova, per arrivare ad un professore, che vive la vita attraverso le frasi dei suoi libri ma che nella realtà non riesce a legarsi alla donna che dice di amare. Quest'ultima è una figura che - se devo dire la verità - non ho amato come invece è successo per "il sognatore" del libro precedente.
Fantastico è il fratellino Andrea che con la sua leggerezza - tipica dei bambini così piccoli - riesce ad alleggerire alcuni situazioni facendo anche scappare un sorriso al lettore, nonostante l'argomento trattato sia tutt'altro che gioioso.
Il tipo di scrittura di Alessandro D'Avenia si riconferma fluido e molto piacevole; credo che anche questa volta abbia fatto centro, anzi, sicuramente questo libro piacerà oltre che agli adolescenti - che credo lo ameranno visceralmente come il precedente - anche agli adulti, che - nonostante l'adolescenza l'abbiano superata da tempo - ora si ritrovano ad essere madri, padri, zii, ognuno alle prese con ragazzine come Margherita o con piccoli uomini come Giulio.
Sicuramente la passione che l'autore ha per il suo lavoro di professore emerge in ogni riga del romanzo, e sicuramente credo che ognuno di noi avrebbe fatto carte false per avere un insegnante così. Per quanto mi riguarda ormai non ho possibilità - i miei studi sono più che abbondantemente superati - ma mi auguro che mio figlio possa trovare nella vita professori come lui, innamorati del lavoro che svolgono, che possano inculcargli l'amore per quello che si fa e la necessità di inseguire i propri sogni.  In questi mesi, dopo aver letto il primo libro mi sono imbattuta nel blog di D'Avenia, prof 2.0 e l'ho seguito con passione, ammirando una dedizione in quello che fa con i suoi ragazzi che è quasi unica nel suo genere.
Quello che oltre ogni cosa mi lascia questo libro è una voglia irrefrenabile di rileggere l'Odissea, che già avevo amato ai tempi della scuola e che ora potrei sicuramente apprezzare maggiormente. 
Chissà se anche questo romanzo come il precedente diventerà un film, sicuramente credo che anche questo avrà successo soprattutto sui ragazzi, e male non fa!!!
Voi cosa ne pensate? Lo avete letto? Lo leggerete?

venerdì 10 maggio 2013

La festa della mamma si avvicina - idea regalo

Ciao a tutti, riflettevo sulla questione fasta della mamma. So che la si dovrebbe festeggiare tutto l'anno - e da mamma, vi assicuro, credo sia verissimo - però visto che il 12 è la data in cui si festeggerà, e visto che comunque è una bella cosa che ci sia un giorno per celebrare tutte le mamme speciali del mondo, pensavo che un bel regalo non può far altro che piacere.
Mai come in questo periodo della mia vita mi rendo conto di quanto veramente la mamma sia sempre la mamma - e ovviamente il papà sempre il papà - perchè loro per noi ci saranno sempre, qualsiasi cosa ci succeda li troveremo accanto a noi anche se a volte lo sottovalutiamo o lo diamo per scontato.
Quale regalo è quindi adatto per celebrare questa persona speciale?
Sarà banale, ma ovviamente per le mamme che leggono molto, mi verrebbe in automatico di consigliare l'acquisto di un buon libro, ma quale?
Potrei citare diversi titoli di libri che ho amato e che possono sembrarmi adatti, ma ogni libro ha la sua anima - proprio come le persone - e non è detto che l'alchimia possa scattare con tutti.
E' sempre difficile azzeccare il libro perfetto da regalare, perchè credo sia un oggetto molto personale e, se non si è più che sicuri di "rubare" un titolo da una ipotetica lista dei desideri, si rischia spesso di acquistare qualcosa che magari verrà abbandonato su un comodino senza mai essere veramente vissuto.
Quindi perchè non buttarsi su una gift card? Ogni libreria - sia fisica che online - ha ormai la sua, di ogni cifra, adatta quindi a tutte le tasche; e magari per impreziosire il vostro dono e renderlo più personale potreste aggiungere un bel segnalibro - sul quale possiate scrivere una frase adatta che venga dal cuore - che accompagni la vostra mamma in ogni suo "viaggio letterario" ricordandole quanto la amate. E' un'idea che mi è balenata nella testa e mi è sembrata carina, quindi ho avuto voglia di condividerla con voi.
Il mio piccolino ha solo 3 anni quindi non è ancora abbastanza grande per pensare da solo a queste cose ma, che dite, credete che il suo papà possa avere colto questo mio messaggio scritto neanche tanto tra le righe? ahahahahahahahahahahahah

sabato 4 maggio 2013

Il guardiano invisibile

Ciao a tutti! Oggi è una giornata di sole meravigliosa ma essendo costretta a casa per una mega tonsillite del mio piccolino ho pensato che la cosa migliore da fare fosse raccontarvi qualcosa sull'ultimo libro letto - che ho finito proprio questa mattina - di cui vi avevo già parlato in un altro post quando se ne attendeva con trepidazione l'uscita: Il guardiano invisibile di Dolores Redondo.
Che dire di questo libro? Forse la grande attesa e le enormi aspettative che la campagna commerciale avevano creato in me hanno fatto sì che in realtà io non sia riuscita ad appassionarmi in modo completo al romanzo; peccato, perchè forse, se non mi fossi aspettata di leggere quello che avevano definito il nuovo caso letterario, avrei apprezzato maggiormente quello che alla fine risulta essere un libro con una trama piacevole. Ma andiamo con ordine.
Il genere del romanzo è il thriller, la trama è incentrata sull'assassinio di ragazzine adolescenti il cui cadavere viene ritrovato nudo e ricomposto secondo uno strano rituale che si ripete; con questi presupposti mi sarei aspettata che il romanzo mi tenesse sempre con il fiato sospeso, facendomi disperare nel momento in cui per cause di forza maggiore avessi dovuto smettere di leggere, invece non è andata così. A volte mi sono ritrovata a guardare quanto mancasse alla fine di un capitolo a causa della noia e credo che per un libro questa sia la cosa peggiore. Peccato, perchè la trama in realtà è molto carina e anche la vita della protagonista principale - la detective Amaia Salazar a cui viene affidato il caso - con il suo passato oscuro segnato da un'infanzia difficile ed il suo presente tormentato dai mostri del passato avrebbe sicuramente potuto creare molta più suspense negli avvenimenti, invece il tutto mi è sembrato sempre un po' trattenuto. Poi c'è la questione delle leggende che evocano le figure della mitologia locale, che nel romanzo trovo un po' buttate lì, senza che portino un qualcosa in più agli avvenimenti, anzi per quanto mi riguarda hanno solo appesantito la trama.
Se la fortuna che il libro ha avuto in Spagna può essere paragonata a quella di Carlos Ruiz Zafon, credo che non si possa dire altrettanto per quanto riguarda il tipo di scrittura in quanto se quella de Il guardiano invisibile può essere definita scorrevole e fluida non ha niente a che vedere con la carica di tensione che i libri di Zafon sanno creare nel lettore, ovviamente per quanto mi riguarda. La cosa che mi lascia oltretutto perplessa è il fatto che si parli di trilogia - il libro per come è stato scritto non credo possa avere un seguito, se non per l'utilizzo di Amaia come detective e del filone della mitologia su cui mi sono già espressa in precedenza. Forse capisco di più la possibilità della realizzazione di un film, in quanto la trama avrebbe potuto davvero essere avvincente se avessi trovato quella tensione in più che forse una pellicola cinematografica ben realizzata può dare.
Chi ho amato molto sono invece i personaggi, Amaia, una detective donna che cerca di farsi spazio all'interno di un gruppo di colleghi uomini che nonostante il suo ottimo metodo di lavoro, non le danno il giusto rispetto; la sorella Flora, dispotica e arrabbiata con il mondo proprio come lo era la madre; la sorella Ros, soggiogata dal marito di cui cerca ripetutamente di liberarsi e la zia Engrasi che rappresenta il centro focale della famiglia ed il legame con il passato. Anche i luoghi sono molto caratteristici, dai boschi della piccola cittadina Elizondo, alla pasticceria di famiglia di cui spesso sembra quasi di cogliere il profumo.
Qualcuno di voi lo ha letto? Mi piacerebbe sapere le vostre impressioni!!!

venerdì 3 maggio 2013

Un'idea regalo per i più piccoli

Due giorni fa è stato il compleanno del mio bambino, un ometto di 3 anni, quindi doppia festività in casa nostra oltre a quella nazionale del primo maggio.
Qualche tempo fa ho comprato e messo da parte un librettino trovato tra gli scaffali di un ipermercato, fantastico per chi come me ha un bimbo o una bimba che si illumina davanti ai libri - che dite avrà forse preso dalla sua mamma un po' fissata??? ahhahahahah.
Mi è sembrata un'idea carina per sostituire il bigliettino, che forse a questa età non avrebbe particolarmente apprezzato e che sarebbe presto finito a prendere polvere in un cassetto.
Il libretto di cui sto parlando fa parte della collana "Buon compleanno" della Giunti kids, che credo sia azzeccatissima per fare gli auguri in modo originale ai più piccoli!! Io ho comprato quello intitolato: "Tanti auguri! Ho 3 anni!" ma esistono anche per le altre età, sicuramente per bambini fino a sei anni.
Come avevo previsto quando ha aperto il suo pacchettino - che anticipava il regalo vero - il suo sguardo ha sprigionato una luce meravigliosa.
E' carinissimo perchè aprendolo, nelle prime due pagine, c'è lo spazio per attaccare una foto del bimbo, per scrivere il suo nome e la data del compleanno. All'interno di quello che ho comprato io, c'è la storia illustrata del pinguino Pepe, un pinguino di quasi tre anni che ogni giorno vuole travestirsi in un modo diverso e che il giorno del suo compleanno non sapendo scegliere da cosa travestirsi, sceglie di vestire i panni proprio di Pepe, un grandone di tre anni.
Ogni libro ha al suo interno il racconto con protagonista un animale differente per ogni età.
Infine, per concludere in bellezza, nelle ultime due pagine si possono scrivere peso, altezza, cose che piacciono al bambino e cose che non gli piacciono, e c'è uno spazio per attaccare una foto della festa di compleanno. Non vi dico con quanta attenzione mio figlio ci guardava mentre lo pesavamo e lo misuravamo, e con quanta altrettanta curiosità mi osservava mentre scrivevo i risultati sul suo libro speciale; non vi dico poi quando ha dovuto dirmi quello che ama e quello che non gli piace, era emozionato parlandomi del suo peluche preferito e della sua amichetta del cuore!
Insomma, il regalo ha ottenuto proprio l'effetto desiderato, quindi mi sento di consigliarlo caldamente per tutti i bambini che amano perdersi tra le pagine illustrate dei libri.

Ecco qualche immagine!