mercoledì 3 giugno 2015

Recensione #65 - La ruga del cretino di Andrea vitali e Massimo Picozzi

Buongiorno amici miei e buonmercoledì!! Un mercoledì che ha un po' il sapore di un lunedì! Dopo quattro giorni a casa è durissima rientrare in ufficio...stamattina avrei lanciato la sveglia fuori dalla finestra!!
Per allietare questo strano inizio di settimana sempre ho deciso di lasciarvi una recensione, sperando di fare cosa gradita, quella del libro La ruga del cretino di Andrea Vitali e Massimo Picozzi edito da Garzanti, pag. 368.

Trama: La terza figlia di Serpe e Arcadio si chiama Birce, ed è nata storta. Ha una macchia sulla guancia sinistra e ogni tanto si perde via e dice e fa cose strane. Chi la vuole una così? Chi la prende anche solo come servetta di casa? E l'agosto del 1893 e per i due coniugi, lavoranti presso il rettorato del santuario di Lezzeno, poco sopra Bellano, è arrivata l'occasione giusta. Perché una devota, Giuditta Carvasana, venuta ad abitare da poco a villa Alba, è intenzionata a fare del bene, per esempio aiutare una giovane senza futuro. Per Birce non sarebbe cosa da poco, perché la vita non pare riservarle un destino felice. Come a quella povera fioraia di Torino massacrata per strada. Che a dire il vero, in quell'estate lontana, non è la prima vittima. I loro corpi sono a disposizione della sala anatomica dell'università torinese, dove il dottor Ottolenghi, assistente del noto alienista Cesare Lombroso, li analizza con cura, convinto che dalla medicina possa venire un aiuto alle indagini. Oltretutto, dalle tasche delle sventurate salta fuori un biglietto con incomprensibili segni matematici. Indicano un collegamento tra quelle morti? E nel mirino dell'omicida può essere finito lo stesso Lombroso, che già aveva ricevuto un analogo foglietto insidiosamente anonimo? Trovare la soluzione non è cosa per cui possa bastare il rigore della scienza. Forse, fantastica il Lombroso, lo spiritismo potrebbe dare un contributo. Per quanto a praticarlo siano persone fuori dall'ordinario.

Era da un bel po' di tempo che non leggevo un libro di Vitali; ne sforna così tanti in un anno che al mio ritmo per stargli dietro e leggerli tutti dovrei leggere praticamente solo i suoi e non posso farcela. Ho bisogno di variare. Le mie letture seguono il mio istinto, i miei stati d'animo e il mio essere volubile.
Dopo tanto tempo però ho deciso di tornare a prendere in mano un suo libro, spinta soprattutto dalla curiosità di questa nuova accoppiata letteraria con Massimo Picozzi. Vitali, lo scrittore medico e Picozzi, lo scrittore psichiatra/criminologo. Cosa poteva venir fuori da due penne così?
Sicuramente quello che ne è uscito è un bel lavoro, che unisce l'ironia e la capacità di Vitali di parlare di personaggi improponibili quanto reali con la capacità di Picozzi di aggiungere quel lato noir che lo contraddistingue.
Ed anche l'ambientazione viene favorita dall'unione dei due scrittori: i fatti si svolgono infatti tra Bellano e Torino alla fine del 1800; un mistero che tocca le due città.
E' in quest'ottica che ci immergiamo in una storia che ha il sapore tipico di quelle di Vitali ma che ci stupisce per il taglio investigativo che aggiunge intrigo, particolarità e mistero.
A Torino avvengono degli omicidi inspiegabili, accompagnati da foglietti con strani simboli  matematici. A dover venire a capo del mistero l'alienista Cesare Lombroso ed il suo assistente dottor Ottolenghi. E dove la scienza non arriva perchè non provare con lo spiritismo?
Serve quindi rintracciare la Palladino per provare a risolvere la questione; ma la Palladino - maga? medium? spiritista? sensitiva? pazza? - al momento è in Svizzera e nei paraggi del lago di Como per alcune "consulenze". Finito il tour di consulenze ha intenzione di fermarsi a Bellano per fare visita alla cara amica Giuditta Carvasana, da poco abitante del ridente paesello.
Il Lombroso non si perde d'animo: avvisato dal suo assistente del ritrovamento del secondo cadavere mentre è in viaggio tra Pavia e Milano per partecipare ad alcune conferenze, molla tutto e parte per Bellano. 
E' in questo modo che Torino e Bellano si intrecciano.
Anche i personaggi pur essendo i tipici "paesanotti" cui Vitali ci ha abituato acquistano in questo romanzo un un tratto più cupo e misterioso.
Oltre a quelli già citati spicca tra tutti la Birce, terza figlia di Serpe ed Arcadio, non brutta ma strana, che spesso, persa nei suoi pensieri, comincia a parlare una lingua incomprensibile. In più ha una strana voglia sulla faccia che in quei momenti si colora di un rosso acceso.
La capacità degli autori di caratterizzare i personaggi ed intrecciarli nella trama riesce a creare un ritmo perfetto che ci riporta proprio lì, in quei luoghi e in quegli anni, spettatori increduli davanti ad un giallo da manuale. Ecco, forse l'unica cosa che mi ha lasciata un po' con l'amaro in bocca è che il giallo sia un po' troppo da manuale, visto che la scoperta dell'assassino non stupisce, troppo banale e prevedibile rispetto ad una trama che aveva cercato di essere contorta. Il tutto buttato lì un po'troppo di fretta e lasciando aperte le porte ad un possibile seguito...bohhh.
Durante la lettura mi sono chiesta spesso come i due scrittori si siano divisi il lavoro; chi abbia scritto cosa. A parte le nozioni più da criminologia che credo siano da attribuire al contributo di Picozzi ho quasi avuto l'impressione che i capitoli torinesi fossero meno briosi, meno simili alla mano del Vitali che conosco mentre in quelli Bellanesi ho proprio ritrovato il suo stile classico. Chissà, questa rimarrà una mia curiosità.
E voi avete letto questo libro? Che ne dite dell'accoppiata di autori?

VOTO: 


8 commenti:

  1. non conosco nessuno dei due autori, ma tra la tua recensione e il titolo adesso sono proprio curiosissima

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  2. Devo leggerlo da tempo, l'ambientazione "antica" non mi convince del tutto, il curriculum degli autori si ;)

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    1. Se lo leggi pensando che non è un thriller potrebbe piacerti... è un romanzo di narrativa con un serial killer di contorno! ;)

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  3. in genere sono subito attratta dai libri di Vitali, con questo, non so perché, sto un po' temporeggiando...in ogni caso sono curiosa di scoprire questa venatura di giallo, quindi credo che lo leggerò :)

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    1. Ho fatto così anche io, me ne sono tenuta alla larga per un po'! ;)

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  4. Uno dei libri che vorrei leggere, è in coda, ma cambio idea troppo facilmente sulle letture, ne finisco già convinta di quale iniziare, ma nel momento in cui devo afferrarlo dalla libreria...resta li lasciando il posto ad un altro titolo!

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