sabato 12 marzo 2016

Recensione #113 - La tristezza ha il sonno leggero di Lorenzo Marone

Buongiorno lettori, buon sabato! Normalmente non pubblico durante il week end ma per oggi ho voluto programmare la recensione di un libro che ho letto voracemente in due giorni e che ho amato moltissimo. Dovevo parlarvene al più presto!
Si tratta di La tristezza ha il sonno leggero di Lorenzo Marone, edito da Longanesi - che ringrazio per la copia - 384 pagine.

Trama: Erri Gargiulo ha due padri, una madre e mezzo e svariati fratelli. È uno di quei figli cresciuti un po’ qua e un po’ là, in bilico tra due famiglie e ancora in cerca di se stesso. Sulla soglia dei quarant’anni è un uomo fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi, così trattenuto che nella sua vita, attraversata in punta di piedi, Erri non esprime mai le sue emozioni ma le ricaccia nel¬lo stomaco, somatizzando tutto.
Finché un giorno la moglie Matilde, con cui ha cer¬cato per anni di avere un bambino, lo lascia.
Da quel momento Erri non avrà più scuse per rimandare l’appuntamento con il suo destino.
Circondato da un carosello di personaggi mai banali, Erri deciderà di affrontare, una per una, le piccole e grandi sfide a cui si è sempre sottratto. Imparerà così che per essere felici dobbiamo essere pronti a liberarci del nostro passato, capire che noi non siamo quello che abbiamo vissuto e che, se non vogliamo vivere una vita che non ci appartiene, a volte è indispensabile ribel¬larci. Anche a chi ci ama.
Sarà pronto, ora, a prendere la decisio¬ne più difficile della sua esistenza?

Ho cominciato a leggere questo libro con aspettative enormi ma anche con una paura folle. Cesare, protagonista del libro d’esordio di Lorenzo Marone – recensione qui – mi aveva conquistato poco più di un anno fa con i suoi modi burberi e per niente accondiscendenti. Bravura? Fortuna? In un libro d’esordio non si riesce mai a capirlo fino in fondo. Questa era la prova del nove.
È con queste titubanze che ho fatto la conoscenza di Erri, quarantenne, primogenito di tre diverse famiglie, scomposte e ricomposte in un susseguirsi di errori, rotture, ricongiungimenti.
Erri è figlio, lacerato dal divorzio di due genitori così diversi che negli anni hanno saputo rifarsi una vita con nuovi compagni e con nuova prole, una vita di cui Erri sembra essere solo un testimone di contorno. Un padre assente amante dei libri e totalmente inadatto al ruolo genitoriale, una madre più capace di fare il generale che di dare una carezza a quel bambino, ormai adulto, cresciuto senza certezze.
Difficile per un uomo con un’infanzia simile reagire all’abbandono anche della moglie, alla perdita delle certezze domestiche, lavorative, emozionali. Una storia che si ripete, all’infinito. Qualcuno che tradisce, fa le valigie e se ne va… un teatrino con il copione già scritto. Ma forse quel copione può essere riscritto, prendendo per una volta la situazione come un’opportunità per scrivere una commedia totalmente differente da quelle già recitate.
Ed è proprio questo che mi ha ricordato questo libro, una commedia alla Totò e Peppino in una Napoli che fa da contorno – ma anche da protagonista – dove il primo attore è uno – Erri - ma sono anche tanti, tenuti insieme da una sceneggiatura perfetta, in cui l’autore spazia dal presente al passato senza mai perdere il filo del discorso, senza mai lasciare che il lettore si distragga. Il sipario si apre già alla prima pagina, con una faro puntato su questa grande famiglia allargata, tanto strana, difficile, imperfetta, bugiarda, piena di casini ma pur sempre famiglia. Quelle famiglie tanto poco mulino bianco che, io l’ho sempre detto, per me non esistono; quelle famiglie sgangherate che riescono, pur con i loro giganteschi casini e difetti, ad andare avanti, giorno per giorno.
Ma chi sono i componenti di questa commedia?
Erri Gargiulo: protagonista e voce narrante.
Matilde: moglie di Erri, alla ricerca di un figlio ad ogni costo.
Raffaele e Renata: i genitori di sangue di Erri.
Rosalinda: la nuova moglie spagnola di Raffaele, bellissima e con un occhio attento a quel figlioccio così solitario.
Mario: capostipite della famiglia Ferrara; nuovo marito di Renata, colui che per Erri più di tutto ha rappresentato la figura paterna, colui che oltre a sopportare la madre ha sempre un consiglio pronto per lui. Colui che non ha mai fatto distinzioni tra figli di sangue e figli acquisiti.
Flor: la nuova sorella Gargiulo, figlia di Raffaele e Rosalinda; una pazza scatenata che tanto rispecchia la solarità e lo spirito libero di quella madre giovane e spagnola, e che così poco ha di quel padre silenzioso e chiuso; una figura questa che mi ha conquistata e che mi ha spesso fatto ridere di gusto.
Valerio: figlio primogenito di Renata e Mario, ma fratello minore per Erri, la testa calda della famiglia, donnaiolo senza sosta e poco incline alle regole.
Giovanni – per tutti Giovannino: figlio minore di Renata e Mario, quello che ha seguito le orme paterne, il preferito di mamma, quello che la famiglia del Mulino Bianco sembra essersela costruita.
Clara: moglie perfetta del figlio perfetto.
Arianna: figlia nata dal precedente matrimonio di Mario, un’altra macchietta del romanzo, colei che al primo sguardo ha saputo conquistare il cuore di Erri – ed anche il mio, devo ammetterlo - ribelle, autonoma, schietta, divertente. Rappresenta per il protagonista una sorella, un’amica, la donna ideale. Compagna di giochi, avventure, confidenze, carezze.
E poi ci sono quelle comparse, presenti ed importanti ma mai veramente attori come il famigerato Ghezzi “palle mosce”, Clarinda, il dott. Inzeolla, zio Vittorio; tutti personaggi presenti ma assenti con un ruolo fondamentale per lo scorrere della vicenda.
L’autore ha saputo rappresentare nei dettagli ogni attore, descrivendolo sia fisicamente che caratterialmente, creandogli un passato e delle aspettative per il futuro, intrecciandone le azioni con il resto della famiglia ma sempre lasciandone al primo posto l’autonomia, la particolarità.
Di sicuro un Lorenzo Marone cresciuto questo, che mi è sembrato più a suo agio forse perché questa volta come si dice “giocava in casa” con protagonisti più vicini a quella che è la sua vera vita, in una Napoli che, emerge in modo preponderante, lui ama e ovviamente conosce.
Leggendo questo libro ho provato un’infinità di emozioni differenti, dovute al taglio sì riflessivo che Lorenzo ha dato alla storia ma anche a quegli sprazzi divertenti, siparietti simbolo della nostra Italia, delle nostre famiglie numerose, di quel sud da cui quasi tutti, alla vicina o alla lontana ormai proveniamo.
Un ruolo predominante è dato alla donna in questo romanzo donna come moglie, madre, amica, sorella; quelle donne che, ognuna a modo suo, cercano di emergere nel mondo e che ci riescono perfettamente in questo libro.
Quindi che dire se non leggetelo, consigliatelo, cercate all’interno di questo romanzo il personaggio più affine a voi ed amatelo, senza riserve, anche se – ne sono sicura – non riuscirete ad avere una figura preferita perché in ognuno di quegli attori c’è un pezzettino di noi, ognuno di essi rapresenta quello che vorremmo o non vorremmo essere, quello che ricerchiamo ogni giorno nella vita di tutti i giorni: noi ed il contrario di noi!

VOTO: 


22 commenti:

  1. Ecco, in questi giorni ho letto molte recensioni a riguardo di questo romanzo. Ognuna analizza un diverso aspetto del romanzo, ognuna prende in riferimento quella che è l'ottica, la prospettiva del lettore che tiene tra le mani il libro. La tua recensione mi è piaciuta davvero tanto, io che amo il suono provocato dalle parole nere su bianco, e posso dirti che quel suono io l'ho percepito attraverso l'analisi puntuale e precisa che fai dei personaggi. Mi piace molto immaginare il romanzo come un palcoscenico calcato da attori, perché alla fine credo che ogni libro rappresenti ciò. Una bella lettura in questo sabato mattina piovoso, almeno da me! A presto ;)

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    1. Grazie! Sono felice di essere riuscita a trasmetterti quello che ho provato leggendo il romanzo. Mai come questa volta ho adorato ogni sfaccettatura nascosta tra le righe! Qui a Milano c'è un timido sole! ;)

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  2. Sai che concordiamo pienamente! :-D

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  3. Ciao! La tua è la prima recensione che leggo su questo romanzo, dopo averci girato attorno per una volta non con diffidenza, ma con curiosità. Mi sembra, ora, un romanzo profondo, in cui potersi ritrovare e probabilmente da rileggere. Sicuramente lo leggerò, ma vorrei un consiglio: mi conviene dare la precedenza a La tentazione di essere felici? Grazie, buon weekend :)

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    1. Ciao! Bella domanda la tua... Questi due libri sono così diversi che mi sento di consigliarti di iniziare da quello che a pelle ti ispira di più e poi, ne sono sicura, recupererai l'altro.

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  4. Posso sboronare, progenie? Posso dire che sono fiera di aver letto questa recensione in anteprima? Vabbè, l'ho detto! Quindi il mio pensiero lo conosci già: adoro questa tua recensione, scritta magistralmente e, soprattutto, scritta senza che io abbia dovuto minacciarti!
    Brava!!

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    1. Sai che minacciandomi avresti probabilmente ottenuto l'effetto contrario! ;)

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  5. Che bellissima recensione!!!! Ha reso perfettamente il libro e a leggerla ho rivissuto le emozioni che ha suscitato in me. Flor è stata la mia preferita, insieme a Mario. Questo è un libro da regalare e promuovere perché vale tantissimo.
    Complimenti da lea

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  6. Che bella recensione! Avevo già adocchiato questo libro e sono sempre più curiosa di leggerlo :)

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  7. Davvero bella e attenta ai particolari la tua recensione :) Questo libro sarà tra le prossime letture.. Ho grandi aspettative e sono molto fiduciosa ❤

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    1. Grazie! Quando un libro è così ricco di emozioni è facile parlarne! :)

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  8. Sisterrrrr recensione magnifica :-) Ho finito il libro questa notte. Indimenticabile

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    1. Grazie! Eh gia, Lorenzo è riuscito a fare un altro capolavoro!
      :*

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  9. e dopo tutto questo lo voglio leggere. Ma conviene iniziare dall'altro prima?

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    1. Secondo me è indifferente, tanto devi leggerli tutti e due! hihihihi

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  10. Devo dire che mi hai intrigato!!!! Appena potrò proverò :-)

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  11. Bella recensione.
    questo libro mi è piaciuto più del precendente, l ho trovato più vero, alcune pagine sono dei pugni nello stomaco talmente sono emozionanti. E poi è scritto veramente bene!
    Mi piace leggerti perchè i tuoi giudizi e le tue scelte sono in linea con i miei gusti di solito.
    Sara

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    1. Anche io ho preferito questo... forse è una storia più incline alla mia età! Grazie Sara, a me fa sempre piacere trovarti tra i commenti! :)

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