lunedì 29 agosto 2016

Recensione #144 - Cosa resta di noi di Giampaolo Simi

Buongiorno carissimi, come state? Già al lavoro o ancora in vacanza? Per me ancora qualche giorno di ferie e poi si ricomincerà con la solita vita. Torno oggi con la prima recensione dopo la pausa estiva. Vi lascio il mio pensiero su Cosa resta di noi di Giampaolo Simi edito da Sellerio editore Palermo, pag. 312

Sinossi: Un noir che disturba e sorprende, una tensione che sale piano come la marea. La storia di un amore che lentamente si trasforma in veleno, di un vuoto intimo che trasfigura una ragazza meravigliosa. In questo senso "Cosa resta di noi" fa pensare ai romanzi di Patricia Highsmith. Guia, la protagonista, chiama "morte vista al contrario" la sua impossibilità di avere un figlio: "una vita che non solo non inizia ma non riesce nemmeno ad essere concepita". Eppure è una ragazza nata per essere felice, di antica famiglia, scrittrice indirizzata al successo, sposata con un uomo che ama ed è pazzo di lei. Ma è in questa unione di felici che si infiltra il "lutto al contrario" del figlio mancato, come una crepa che si allarga e non si può fermare. Edo, il marito, il Narratore, segue le scene da questo matrimonio che si sta suicidando, nel letargo dorato degli inverni in Versilia, mentre Guia riversa in un prossimo romanzo tutta la sua disperazione e scrive di un tempo diverso da quello che stanno vivendo. Intorno le quiete banalità di coloro che "hanno tempo, soldi ed energie in surplus". Ma ad un tratto lo scenario cambia. Nella vita di Edo appare un'altra donna che però, pochi giorni dopo, svanisce nel nulla inspiegabilmente. La sua scomparsa diventa il caso del momento, segna l'irrompere di una realtà cieca e distruttiva nella crisi che Edo e Guia stanno cercando di affrontare.

Avevo adocchiato questo libro a novembre, durante lo scorso bookcity che si è tenuto a Milano. Diversi autori Sellerio, tra cui un divertentissimo Malvaldi, prendevano parte ad un incontro dedicato al giallo e tra tutti uno ha stuzzicato la mia curiosità: proprio Giampaolo Simi con il suo Cosa resta di noi, ambientato in uno stabilimento balneare della Versilia.
Edo e Guia sono una coppia come tante, con un matrimonio felice e una vita lavorativa avviata e sicura. Solo un neo macchia la felicità di quella coppia: l'impossibilità di avere un figlio, quel figlio che, soprattutto per Guia è diventato un'ossessione, quel figlio che cercano di aiutare a venire al mondo con continue visite e inseminazioni nella stanza numero 6 dell'ospedale in cui sono in cura da troppo tempo.
È questo il vero protagonista assoluto del libro: un figlio che non esiste, che non esisterà mai; un figlio che si erano illusi di poter cullare come una qualsiasi coppia "normale". Un figlio cui Guia dedicherà un libro, dandogli sembianze, un nome, una vita.
Ma cos'è la normalità? Quanto la mancanza di un figlio può incrinare un rapporto familiare? Tutto ruota intorno a questo, sviscerando la sofferenza, le speranze, le angosce di un uomo e una donna che arrivano irrimediabilmente ad allontanarsi.
Il noir in realtà è solo un contorno a questa vicenda, un effetto dell'allontanamento fisico e mentale, un effetto dell'insoddisfazione di un uomo che non riesce più a fare sesso solo nei giorni stabiliti, a scadenza regolare in sintonia con l'ovulazione, con l'unico scopo di creare un figlio che, ormai si sa, non arriverà mai.
Non è una giustificazione ovviamente, ma questi sono i fatti. Guia ed Edo vivono per molto tempo divisi. Lei scrittrice che dedica ai suoi progetti lavorativi tutte le energie che le rimangono oltre al tanto agognato figlio; lui che con il lavoro allo stabilimento balneare - di cui i suoceri sono i proprietari ma di cui di fatto lui è l'unico gestore - resta per molti mesi invernali solo, alle prese con una ristrutturazione importante ed invischiato tra le beghe di due ex fidanzati ai ferri corti.
È così che conosciamo tutti i protagonisti della vicenda, è cosi che con Edo, che funge da voce narrante, ci apprestiamo a trascorrere il nostro primo inverno a Viareggio, guardiamo la stagione estiva assopirsi, guardiamo i turisti che pian piano lasciano quel bagno così tanto frequentato nella stagione più calda; è così che conosciamo Anna, venditrice di piastrelle, anima triste e sola, con una vita amorosa turbolenta, , anche lei alla ricerca di qualcosa. E mentre Anna ed Edo pian piano si avvicinano, diventano amici, iniziano a pensare una all'altro, iniziano a flirtare come ragazzini tutto assume un colore rosso, quello della passione improvvisa ma anche quello della gelosia.
Una sola volta non potrà fare danni, pensa Edo. Chi mai potrà scoprire quella sua scappatella dettata non dall'amore ma dalla necessità di fare sesso in maniera naturale, senza scadenze? In teoria nessuno, in pratica tutto cambia visto che la donna con cui fa sesso sparisce subito dopo. Siamo ben oltre il 60% del libro quando la trama prende questa piega noir e ci ritroviamo a cercare di capire cosa sia successo - anche se in realtà noi sappiamo praticamente già tutto -  una piega piacevole che comunque non assume un carattere predominante. Quello che per tutta la storia emerge è invece il tentativo di raccontare una coppia, in tutti i suoi risvolti più distruttivi, più disarmanti, più veri; tutto il resto per quanto mi riguarda è solo contorno che serve ad andare ancora più a fondo nei risvolti umani della faccenda.
È il primo libro di Simi che leggo e sono rimasta piacevolmente colpita dalla sua capacità narrativa e dalla grande padronanza con cui fa evolvere la trama. Anche nella caratterizzazione dei personaggi credo sia riuscito a svolgere un lavoro encomiabile, facendone emergere le caratteristiche più profonde, dandogli corpo tanto da renderli quasi reali. È come se per i quattro giorni in cui ho letto questo libro io mi fossi trasferita proprio lì, in quel tratto di mare assopito, tra le cabine in legno, assistendo - grazie ai ricordi di Edo - al nascere di un amore importante e subito dopo assistendo alla sua distruzione. Un libro che consiglio per la sua grande profondità, capace di trattare un tema come la fecondazione assistita senza mai perdere di vista il lettore, mantenendo comunque una trama articolata, ben costruita e molto scorrevole.
Credo che recupererò presto qualche altro libro di questo autore perchè posso dire che il mio istinto al bookcity non si era sbagliato.

 VOTO: 


8 commenti:

  1. Ciao bella! Tornata dalla Francia venerdì sera, al lavoro oggi! Questo libro da una parte mi ispira molto, dall'altra credo mi farà arrabbiare tantissimo per il tema trattato, ma voglio leggerlo! Baci e buon rientro!

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    1. Anche io a casa da venerdì ma per fortuna non rientro al lavoro oggi! Il tema è tosto ma lui è un grande narratore e non lo appesantisce!

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  2. Ciao Dany! Premetto che ultimamente mi sono innamorata del formato dei romanzi Sellerio, così come ultimamente ricerco questo tipo di romanzi. Sarà il periodo, non so, però prendo nota di questo titolo! :)

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  3. la ricerca di un figlio quando non arriva è un argomento che mi interessa sempre molto, un problema sempre più diffuso purtroppo. Come presupposto per un noir è anche un'idea singolare

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  4. Appena finito di leggere.. Non posso che concordare sul fatto che è un libro scritto molto bene. Dal ritmo sempre più serrato (tanto da trasmettermi per certi versi l'angoscia di Edo nell'evolversi della vicenda sulla scomparsa di Anna). Ho trovato molto belle le descrizioni relative al passaggio dall'estate all'inverno. Ed azzeccata la scelta di affrontare l'argomento della fecondazione assistita e nel rappresentare come la difficoltà di avere un figlio, spesso può incrinare anche le più belle storie d'amore (anche se dalla lettura del libro emerge che quell'amore non è stato poi così vero) . E la fine del libro lascia nel cuore un grande senso di tristezza, lo stesso che puoi provare quando contempli il mare d'inverno..

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    1. Ecco un altro commento sparito! Ti chiedo scusa di nuovo...
      Bellissima la tua analisi di questo libro, e bravissimo Simi a trasmettere tutto questo!

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