lunedì 19 settembre 2016

Recensione #148 - In un milione di piccoli pezzi di James Frey

Buongiorno carissimi, è di nuovo lunedì...
Per prima cosa mi scuso per la mia assenza della scorsa settimana, sono praticamente sparita ma ancora devo abituarmi ai nuovi ritmi sportivi e scolastici di mio figlio che mi portano via ben due sui tre pomeriggi liberi che avevo quindi capirete che non è semplice trovare l'equilibrio. Ci proverò, e spero pian piano di tornare attiva qui sul blog come prima, fino a quel momento spero che voi avrete voglia di portare pazienza. Detto questo torno con una recensione arretrata. Un libro forte:  In un milione di piccoli pezzi di James Frey edito da Tea, pag. 459

Sinossi: Un uomo di 23 anni si risveglia a bordo di un aereo in uno stato al confine tra la vita e la morte, in seguito a una sequenza di abusi di alcol e droghe. La famiglia, sbalordita e disperata, lo accoglie all'aeroporto di Chicago per trasferirlo in una clinica di riabilitazione del Minnesota. Qui, dopo una prima visita, un medico gli garantisce che morirà nel giro di pochi giorni se ricomincia a bere. Qui, Frey passerà due mesi spaventosi per disintossicarsi e confrontarsi con la furia interiore che da anni lo spinge a distruggersi. E soprattutto si troverà a dover fare una scelta: accettare di non vedere mai i suoi 24 anni oppure raccogliere i rottami della propria vita e agire. Il libro riporta la testimonianza di dura e sconvolgente di James Frey.

Libro molto discusso questo. Ipotetica autobiografia dell'autore, dico ipotetica perchè proprio su questo punto pare ci siano molti dubbi ma, mi chiedo, conta così tanto?
Non conoscevo questo libro e non conoscevo James Frey finchè Francesco Zingoni, amico nonchè autore del meraviglioso romanzo Forte come l'onda è il mio amore - recensione qui - mi ha caldamente consigliato di leggerlo avvisandomi che sarebbe stato tosto.
Tosto lo è sul serio questo libro, un pugno allo stomaco. Tema principale è la disintossicazione dall'alcool e dal crack del protagonista. James è un tossicodipendente e lo è dall'età di dieci anni. La storia è narrata quando di anni ne ha ventitrè e, dopo essersi svegliato senza ricordi, senza denti, con un buco nella faccia, gli occhi lividi e pieno di segni si ritrova su un aereo, destinazione una clinica di disintossicazione.
Da un certo punto di vista questo romanzo può essere considerato un viaggio, quello nei punti punti più profondi e torbidi di una mente malata; un viaggio nella vita di un uomo che nei primi ventitrè anni ha conosciuto solo angoli bui in cui spartirsi un po' di crack con gli elementi meno raccomandabili possibili; un viaggio nell'oblio della disperazione e della trasgressione più totale. Ma, al contrario, è anche un viaggio attraverso la rinascita, la consapevolezza, la necessità di fare per una volta la cosa giusta (sempre e comunque nel modo meno consono ma in ogni caso provandoci, e provandoci sul serio).
Non posso sapere se l'autore abbia veramente vissuto quello che racconta ma, in un caso o nell'altro, non posso che ritenerlo un grandissimo narratore, capace di trasmettere ogni singola emozione che descrive, capace di far provare al lettore sulla propria pelle quella mancanza, necessità, dipendenza, che per tutte le quasi cinquecento pagine accompagnano la narrazione.
Una narrazione in prima persona, ricca di descrizioni e di particolari, una narrazione che in più punti ha saputo farmi venire i brividi, facendomi immaginare in modo vivido alcune scene tostissime come se le avessi vissute insieme al protagonista.
Un libro forte, brutale, crudo, che entra nei dettagli della vita degli alcolisti, dei dipendenti da droghe, degli spacciatori, senza lasciare niente all'immaginazione, ma descrivendone ogni atteggiamento ed ogni abitudine; e lo stesso fa con l'astinenza, descrivendo la reazione del fisico alla mancanza, facendocela vivere sulla pelle, raccontandone i gesti più brutali che una crisi è capace di fare compiere. 
I moltissimi personaggi sono tutti descritti dettagliatamente e di ognuno ci viene raccontato il pre e il post clinica. Non avevo mai provato ad immaginare una situazione del genere attraverso gli occhi di chi l'ha vissuta - o dice di averla vissuta - e questo libro mi ha dato la possibilità di giudicare meno cercando di capire maggiormente le ragioni ed i sentimenti. L'autore non ce lo racconta mai con vittimismo, non cerca di addossare agli altri le colpe della sua vita marcia anzi, analizza il tutto con molta sincerità e questo credo sia un valore aggiunto. È grazie a questo atteggiamento che il lettore può andare oltre al giudizio e può concentrarsi sulla rinascita di un uomo che impara di nuovo - o forse per la prima volta - ad abbracciare, ad amare, a farsi amare; un uomo che cerca di reimpostare la sua vita attraverso un nuovo rapporto con i genitori; un uomo che sinceramente e con impegno si giudica e cerca di resistere alle tentazioni:  quella di scappare da un luogo in cui non crede, quella di lasciarsi andare a quella furia che da sempre condiziona la sua esistenza.
Di certo un libro non facile emotivamente, non un libro per tutti, ma un libro splendido per chi è capace di non farsi impressionare.

 VOTO: 



6 commenti:

  1. Dany aspettavo la tua recensione di questo libro perché mi era piaciuto molto e nonostante fosse stato molto doloroso da leggere l'ho trovato bellissimo ed esattamente come te non mi importa che sia tutto vero o tutto inventato perché decisamente ti colpisce!
    Fede

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Fede! Come spesso accade tu ed io abbiamo impressioni molto simili per le letture! Felice che anche questa volta sia così. ;)
      Un bacio

      Elimina
  2. Mi incuriosiva da quando l'ho visto tra le tue entrate un po' di tempo fa, e adesso ho la conferma che ne vale la pena! Non ti preoccupare per le assenze sul blog, noi siamo qui e ti aspettiamo, la vita è più importante :-)

    RispondiElimina
  3. Grande!! non vedendo arrivare recensioni, credevo l'avessi abbandonato, magari mandandomi mentalmente a quel paese :-) Anche se in apparenza sembra non c'entrare nulla, a me aveva ricordato molto Shantaram, che so che hai molto amato. E questo era il motivo del consiglio. In più ha uno stile di scrittura incredibile. Dopo averlo letto, io per un po' scrivevo per sbaglio le Parole con le Lettere Maiuscole. Un abbraccio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fraaaaaa grazie! Mi è piaciuto tantissimo lo stile, ansiolitico proprio! Sono indietrissimo con le recensioni, il mio piccolo uomo ha iniziato le elementari e ci stiamo ancora assestando! ;)
      Un abbraccio anche a te, sperando di trovare presto un'occasione per vedersi!

      Elimina