venerdì 29 gennaio 2016

Ti consiglio un libro #14 - Un libro da leggere in un giorno

Ciao a tutti! Finalmente è venerdì! Con il venerdì arriva il weekend ma anche una nuova puntata della rubrica Ti consiglio un libro, pubblicata circa due volte al mese e nata dalla collaborazione con Laura de La Biblioteca di Eliza, Salvia di Desperate Bookswife e Laura de La Libridinosa. Oggi consigliamo Un libro da leggere in un giorno.



IL MIO CONSIGLIO 

Autore: Rosario Centorrino
Casa editrice: Edizioni Smasher
Pagine: 136
Prezzo:  Cartaceo 10.00 euro - Ebook 3.90 euro

Appena ho pensato alla richiesta di Ti consiglio un libro di oggi ho pensato a questo libro. Poco meno di 150 pagine che si leggono in un soffio; una lettura calamitante, che ha saputo farmi immergere completamente in quell'amicizia che tanto meravigliosamente viene descritta. La storia raccontata è infatti quella di tre ragazzi, Alessandra, Bea e Marco e della loro grande amicizia.
Ho letto avidamente, per tutto il libro, divorando pagina dopo pagina ed affezionandomi a quei tre personaggi così semplici e per questo così reali. Era mezzanotte quando sfogliando l'ultima pagina ho pianto, pianto nel buio della notte, pianto come una bambina, e spegnendo la luce per mettermi a dormire ho sofferto ed ho riflettuto, in compagnia di un vuoto dentro che non mi ha permesso di addormentarmi per tutta l'ora successiva. Ma badate bene, questo non è un libro tragico, tutt'altro; è positivo, aperto al mondo ed alle sue stranezze, un libro che insegna quanto l'amicizia, quella vera, possa essere il cuore pulsante della nostra esistenza.
"Come una tartaruga ferita, vorrei raccoglierti e curarti.
Vorrei darti quella sicurezza e autonomia per permetterti di tornare a nuotare libera nei tuoi sogni di mare spumeggiante, in distese infinite di sorrisi nascosti, di fantasie celate da nuvole passeggere. Un po' di calore per un cuore che si nasconde dietro cespugli di silenzio..."

Siete curiosi di scoprire i consigli di Laura, Salvia e Laura? Correte!!!!

giovedì 28 gennaio 2016

Recensione #105 - Il matrimonio di mio fratello di Enrico Brizzi

Buongiorno lettori, buon giovedì!
Oggi torno con una recensione, quella del libro Il matrimonio di mio fratello di Enrico Brizzi edito da Mondadori - che ringrazio per la copia -, 497 pagine.


Trama: Teo ha trentanove anni, un lavoro sicuro, una macchina aziendale e una ragazza diversa ogni weekend. Sta bene, per il momento la vita gli piace abbastanza. Non come suo fratello Max, più grande di tre anni, che è sempre stato radicale in ogni cosa: nella ribellione ai genitori come nella passione per l'alpinismo che lo ha condotto a imprese estreme, nel costruire una famiglia e fare figli, come è giusto, passati i trenta e anche nel divorziare rovinosamente subito dopo i quaranta... Si sono sempre amati, questi due fratelli, e al tempo stesso non hanno potuto evitare di compiere scelte opposte, quasi speculari, sotto gli occhi spalancati e impotenti della sorella e dei genitori, che nella Bologna dei gloriosi anni Settanta e dei dorati Ottanta erano certi di aver offerto loro tutto ciò che serve per essere felici. Teo sta rientrando in città per immergersi in uno dei suoi weekend di delizie da single quando i genitori lo chiamano: Max è scomparso, insieme ai suoi bambini. Così Teo resta alla guida e punta verso le Dolomiti per andare a cercarlo. E, lanciato lungo l'autostrada tra angoscia e speranza, ci racconta tutta la loro vita: dalle gesta di papà Giorgio – dirigente della ditta di motociclette Vortex – e di mamma Adriana – un po' femminista e un po' signora italiana vecchio stile – all'epica di un'infanzia felice, dagli anni del liceo all'improvviso momento delle scelte, che per i ragazzi di questa generazione significa trovarsi di fronte un mondo completamente diverso da quello dei padri. Con profondo divertimento e un po' di commozione, Enrico Brizzi torna al suo più puro talento narrativo dando vita a una grande epopea, che è insieme la rievocazione di un'Italia che non c'è più ma che conosciamo tanto bene e la storia intima di due fratelli diversissimi: chi dei due si è illuso? Chi ha scelto la strada migliore? Il legame che da sempre li unisce sopravviverà agli anni della maturità? Ma soprattutto: che fine hanno fatto Max, i suoi bambini, e tutti i sogni con cui siamo cresciuti?

Un libro questo che rappresenta il racconto di una vita - quella di una famiglia italiana come tante - ma anche il racconto di una generazione, quella dei quarantenni - o quasi - di oggi in cui, ahimè, mi ritrovo molto.
Il libro comincia entrando subito nel pieno della storia: Teo, bolognese, secondogenito di una famiglia benestante, è di ritorno da un viaggio di lavoro come tanti quando i genitori gli telefonano allarmati. Suo fratello Max, primo dei tre figli, la testa calda della famiglia, è scomparso con i suoi due figli provocando angoscia nella ex moglie e nei genitori ormai anziani.
È così che Teo comincia il viaggio che ci accompagnerà per tutto il romanzo.
Un viaggio in macchina che ci porterà dalle coste dell'adriatico, alle cime delle dolomiti, dove il fratello ormai abita da tempo. Un viaggio necessario per verificare che Max non abbia fatto sciocchezze. Un viaggio che diventa un excursus di una vita. Un viaggio in cui ripensa ai tempi trascorsi insieme alla sua famiglia; dall'infanzia - periodo in cui il rapporto con il fratello si è sempre basato su una sorte di sottomissione/competizione - alla nascita della sorella, all'adolescenza. Ripercorriamo con Teo i primi amori, le scelte scolastiche e lavorative in un'Italia, in quel periodo, sinonimo di evoluzione e rinnovamento.
Ed il lettore, pian piano, con lo scorrere delle pagine, diventa parte di quella famiglia come tante, dei litigi, dei doveri, della fatica di essere figlio ma anche di quella di essere un padre ed una madre.
Un ruolo importante nel libro - forse troppo per quanto mi riguarda - è stato dato alla passione di Max per la montagna, per l'alpinismo estremo, per le imprese impossibili che il ragazzo negli anni cerca di portare a termine. Importante la difficoltà di far accettare ai genitori una scelta di vita - fare della montagna un lavoro - che non includa la parola università e lavoro stabile.
Conosco il mondo degli scalatori e degli alpinisti; un mondo fatto di fatica, impegno, pericolo e anche incoscienza. Ho amato molto alcune parti legate a quel mondo, altre invece le ho trovate un po' troppo specifiche e dettagliate quasi a far perdere un po' il senso dell'insieme.
Detto questo ho trovato in Brizzi una penna molto brillante, capace di raccontare più di trent'anni di vita senza mai perdere il filo del discorso, armonizzando in modo perfetto i racconti della vita passata con il suo viaggio del presente.
Un lavoro impegnativo e ben riuscito che consiglio soprattutto per la capacità che l'autore ha avuto di saper analizzare i meccanismi della famiglia, i rapporti spesso complicati tra genitori e figli, ma anche tra fratelli e tra gli stessi coniugi. Una riflessione sul matrimonio, sulle dinamiche di coppia che cambiano nel tempo, sulla visione di un'Italia che è quella dei nostri tempi, con dei genitori nati negli anni del dopoguerra e con noi, figli dell'evoluzione cui gli anni '80 e '90 hanno assistito.
Conoscete questo libro? Cosa ne pensate?

VOTO: 


martedì 26 gennaio 2016

Recensione #104 - La fabbrica delle meraviglie di Sharon Cameron

Buonasera lettori, come state? Io attanagliata da questa mattina da un mal di testa che ha deciso di volermi così bene da non riuscire a stare un attimo senza di me... È solo martedì ed io già sogno il week end.
Oggi torno con una recensione, quella del libro La fabbrica delle meraviglie di Sharon Cameron edito da Mondadori, 308 pagine, primo capitolo della serie The dark unwinding di cui si sperà uscirà a breve il secondo anche qui in Italia.

Trama: In una notte di nebbia Katharine arriva in una misteriosa tenuta vittoriana con l'incarico di controllare che l'eccentrico zio George non stia dilapidando il patrimonio di famiglia. Convinta di incontrare un uomo sull'orlo della follia scopre invece che lo zio è un geniale inventore e sostenta una vivace comunità di persone straordinarie come lui, salvate dai bassifondi di Londra. Aiutato dal giovane e affascinante Lane, George realizza creazioni fantasmagoriche: pesci meccanici, bambole che suonano il pianoforte e orologi dai mille ingranaggi. Ma Katharine comprende ben presto che una trama di interessi oscuri minaccia il suo mondo pieno di meraviglie e, forse, il destino di tutta l'Inghilterra. Età di lettura: da 12 anni.

Quando decisi di prendere questo libro lo feci praticamente solo per la cover. Lo so, lo so, l'abito non fa il monaco ma questo è un mio difetto; spesso non riesco a trattenermi dall'acquistare solo per le immagini che i grafici mi propinano. In questo caso, fortunatamente, la lettura si è comunque rivelata piacevole (a volte capita, ma non avete idea di che cantonate paurose mi è capitato di prendere per colpa delle copertine! ahahah)
Questo libro è catalogato come fantasy per ragazzi e sicuramente leggendolo ci si rende conto che probabilemente lo stile di scrittura è un po' più semplice rispetto a quello che magari l'autrice avrebbe utilizzato se il suo pubblico principale fosse stato quello adulto. Nonostante questo la lettura si è rivelata positiva, un libro dallo stile non particolarmente ricercato ma ben costruito ed approfondito anche dal punto di vista storico. Un fantasy sì, ma che si fa leggere benissimo anche da chi, come me, di questo genere legge veramente poco. La storia in sè è senza particolari pretese e, in alcuni particolari ripercorre la falsariga dei grandi classici. Una ragazza diciassettenne, Katharine, che vive con la zia a seguito della perdita di entrambi i genitori; una zia ovviamente acida ed arrivista che pensa solamente al patrimonio che il suo unico figlio bamboccio erediterà dalla famiglia del suo povero marito deceduto, quando anche l'ultimo dei suoi cognati sarà morto o dichiarato incapace di intendere e volere. Siamo a Londra, nel 1852 e Katharine ha appena iniziato il suo viaggio che la porterà alla tenuta dello zio Tully per attestare appunto, così come richiesto dalla zia Alice, che lo zio, unica fonte di sostentamento per loro, è in realtà pazzo e non più capace di gestire il patrimonio di famiglia. Solo allora il piccolo Robert sarà nominato erede del patrimonio e la zia Alice tutrice di quell'erede fino al compimento della sua maggiore età. Katharine che, senza una rendita, pesa totalmente sulle finanze della "cara" zia, non può far altro che assecondare ogni sua più strana richiesta.
Quando arriva a Stranwyne Keep la realtà cui la ragazza si trova davanti è sicuramente quella di uno zio un po' fuori di testa - un po' tanto diciamocelo - ma nonostante tutto genio. Quella che Katharine immaginava come una casa di campagna modesta si rivela essere una tenuta imponente con al suo interno due borghi - Borgo di Sopra e Borgo di Sotto - entrambi costruiti dal nulla da quello zio inventore che vive nel suo mondo magico fatto di ingranaggi, abitudini e numeri. Due paesi in pratica, autosostentati dalle centrali di gas, dalle fabbriche di mattoni, dai laboratori in cui hanno trovato posto più di novecento persone tra adulti e bambini, salvati dagli orfanotrofi della zona. Di certo un lavoro esemplare, ma come riuscire a far accettare alla zia un simile dispendio?
Quello che subito spicca leggendo questo libro è l'ambientazione, descritta così minuziosamente da permettere al lettore di immaginare le gallerie sotterranee, le stanze della villa vittoriana in cui Katharine viene subito ospitata, gli spazi aperti all'interno dei borghi. Un luogo magico - ed anche a tratti inquietante - che vive con regole proprie, totalmente slegato da quelle che sono le etichette e le rigide regole della Londra di quei tempi.
La narrazione parte in modo piuttosto lento, un lento avvicinamento alla parte centrale della storia. Una lentezza che combacia con l'evoluzione del personaggio Katharine che, osservando con i propri occhi l'organizzazione dei borghi, riesce pian piano a sciogliersi, perdendo quella diffidenza iniziale che la accompagna all'inizio del romanzo. Questa lentezza, che non risulta essere assolutamente un difetto, ci permette di capire tutti i meccanismi di quella tenuta, conoscendone pian piano gli abitanti, l'organizzazione dei borghi, le gerarchie tra le persone e gli atteggiamenti di ognuno di loro. È proprio Katharine, in prima persona, a narrarci la storia ed è dai suoi occhi - prima totalmente scettici e poi, pian piano, ammirati - che scopriemo ogni singolo segreto ed ogni piccola abitudine di quel posto straordinario.
Sicuramente la personalità dello zio Tully spicca dall'inizio. Non sono in realtà così tante le sue apparizioni rispetto agli altri personaggi anzi, per tutto il libro la sua presenza appare fugace, un protagonista volutamente lasciato al margine; certo, lo conosciamo da subito per i suoi atteggiamenti particolari, per le sue manie e per la sua stravaganza, ma sono solo sprazzi rispetto all'intero libro. Quello che ci permette di averne un quadro completo sono i pensieri di Katharine, i suoi avvicinamenti allo zio, la sua capacità di capirlo al volo. Se all'inizio la ragazza ha come idea quella di ripartire il giorno successivo per tornare a quella che da sempre considera la sua casa, successivamente si dà un mese di tempo per capire la situazione e per conoscere qualcosa di sè e della sua famiglia di cui non era assolutamente a conoscenza.
Tantissimi i personaggi secondari che assumono un ruolo importante all'interno della storia; di ognuno avremo un'idea precisa anche se nessuno di loro smetterà di stupirci per tutta la durata della lettura.
Dalla seconda metà il libro prende vita e si anima con un nuovo ritmo e numerosi colpi di scena che portano al giusto completamento una lettura sicuramente piacevole e ben inserita nel contesto storico scelto dall'autrice. Ora non mi resta che aspettare il secondo capitolo di questa avventura perchè nonostante questo volume sia autoconclusivo, e quindi assolutamente leggibile singolarmente, ho voglia di sapere cosa succederà a Katharine ed al suo strampalato zio in futuro!
Lo avete letto? Vi ispira?

VOTO: 

lunedì 25 gennaio 2016

Curiosità tra le righe #5 - Le uova di pettirosso

Rubrica inventata da me in cui, a cadenza casuale, condividerò con voi le curiosità che scoverò tra le righe dei libri. 
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Buongiorno carissimi! Oggi, dopo parecchio tempo, torno con una curiosità trovata tra uno dei miei meravigliosi libri!


L'argomento cui si fa riferimento sono Le uova di pettirosso.
Ho trovato questa curiosità grazie alla mia ignoranza. Poco dopo aver iniziato a leggere le prime righe del libro La fabbrica delle meraviglie di Sharon Cameron edito da Mondadori, ho trovato una descrizione che faceva proprio riferimento all'argomento di cui vi parlerò oggi.

Ecco il passaggio che ho sottolineato:
Sole caldo e cielo color uovo di pettirosso non erano le condizioni ideali per mandare uno zio in manicomio.
Bene, immaginatevi la scena: io e mio marito seduti sul divano in una solita serata domestica. Io leggo, lui sfoglia cataloghi di camper, nostro figlio russa sul divano già crollato dal sonno. Io leggo questo pezzo a mio marito e gli chiedo: "di che colore sono le uova di pettirosso? Beige pallido/bianchiccie come le altre?"  Lui mi risponde: "E che ne so!"
Ok cerco notizie!

È nata così l'idea di questo post!

E voi, ditemi la verità, ora, così, su due piedi, sapreste dirmi il colore delle uova di un pettirosso? Però quello americano eh... che è imparentato ma solo lontanamente con quello europeo (questa cosa dovevo dirla così mi sento meno ignrante!). Il suo nome scientifico è turdus migratorius, noto come tordo americano; è l’uccello simbolo degli stati del Connecticut, Michigan e Wisconsin. È tra i primi a cantare all’alba ed è attivo soprattutto durante il giorno, mentre di notte si riunisce in grandi stormi a dormire sugli alberi. È considerato un simbolo
della primavera ed è infatti una delle prime specie di uccelli a deporre le uova nel corso della stagione riproduttiva. Ebbene lui, proprio lui, fa delle uova meravigliose di cui ora non potrete più scordarvi!
Il color Uovo di pettirosso, è una tonalità di blu nata sul finire dell'Ottocento prendendo appunto spunto da questo uccello americano.

© Wayne Lynch/All Canada Photos/Corbis
Che mica è un blu qualunque... la sua gradazione più chiara è nientepopodimenoche, udite udite, rullo di tamburi, squillano le trombe, il blu Tiffany (ora ecco, se non conoscete il color uova di pettirosso va bene ma il blu Tiffany dovete conoscerlo per forza eh!!!).
La prima volta in cui si decise di usare il color Tiffany, fu per la copertina del Tiffany Blue Book, l’annuale raccolta delle più belle creazioni realizzate. Charles Lewis Tiffany scelse appunto il colore delle uova del pettirosso e da allora quella tonalità divenne il vero brand dell’azienda. Il pantone di riferimento, riporta il codice 1837, anno di apertura del primo negozio a New York.
Pensateci... un uovo di pettirosso ha saputo ispirare e rendere famoso un marchio così importante, conosciuto in tutto il mondo; un uovo il cui colore adesso è coperto da copyright. 

Fonti:
http://www.focus.it/cultura/curiosita/gli-uccelli-dalle-uova-azzurre-26032013
https://it.wikipedia.org/wiki/Uovo_di_pettirosso
https://withaspoonfulofsugar.wordpress.com/tag/tiffany/
http://www.tekneco.it/ambiente/il-tordo-americano-e-la-mascotte-di-ecomondo/

Ecco, diciamo che dopo questo approfondimento, che difficilmente dimenticherò, ho potuto continuare a leggere il mio libro! Che ne dite di questa curiosità? Ne eravate a conoscenza?

venerdì 22 gennaio 2016

Chi ben comincia #105 - Pietra è il mio nome di Lorenzo Beccati

Buongiorno lettori e buon venerdì! Torna dopo la pausa natalizia la rubrica Chi ben comincia, ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri.
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Dopo il mio raid in libreria dello scorso sabato ho cercato notizie in rete su un acquisto in particolare: Pietra è il mio nome di Lorenzo Beccati edito da Tea catalogo Nord. Dopo aver trovato pareri assolutamente opposti tra loro mi sono ancora di più incuriosita quindi ho penasto che questa rubrica fosse il modo migliore per iniziare a farmi un'idea su questo libro.
 
REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti


Genova, 2 marzo 1601,
venerdì di carnevale
 
Come da occhi di demoni, le fiamme escono dalle due finestre più in alto del palazzo dei conti de Negri in vico Lepre. Vorticando, colonne di fumo raggiungono il tetto e salgono nel cielo di una notte senza nuvole.
Per strada, nessuno si accorge di nulla. I genovesi sono impegnati a festeggiare « il carnevale dei folli », tirandosi arance e limoni e inseguendosi lungo i carruggi. Un gruppo di musici suona all’angolo di una strada e un bambino corre dietro ai passanti per chiedere un obolo.
« Una moneta per la musica e una per gli angeli! »
Alcuni giovani ballano e fanno giravolte, ubriachi d’allegria. Da un carro in movimento, delle bambine, vestite da ancelle, lanciano sui passanti petali di rosa e ridono, come se fosse una marachella.
Solo una figura scura, un’ombra di ragazza alta e magra, addossata al muro della casa di fronte all’edificio che brucia, tiene gli occhi chiari da gatta triste sulle lingue di fuoco che, strisciando, hanno invaso la parte alta del palazzo. Sembra che il suo sguardo alimenti le fiamme. Ha un volto affilato che mostra appena i suoi ventidue anni. Indossa una veste nera che non disegna le forme del corpo e uno scialle che copre le spalle ossute e leggermente curve. Una cintura le cinge la vita sottile, ma senza stringere. I capelli corvini sono raccolti con impegno sulla parte bassa della nuca. Ha labbra carnose e una fossetta le nasce al centro di una sola guancia ogni volta che sorride. Non capita spesso. Le dita sono affusolate e l’indice è lungo quanto il medio. E di una bellezza non convenzionale e non usa belletti per esaltarla. Il suo nome e Pietra, ma tutti la conoscono come « la Tunisina ». 
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Devo dire che questo incipit mi intriga parecchio! Il periodo storico, la scelta di Genova come ambientazione ed i giorni del carnevale come momento di inizio della storia mi creano un'aspettativa non inderefferente. Anche l'entrata in scena di Pietra con la sua descrizione accurata e misteriosa crea quella suspance giusta che mi piace nei libri. Inizio promosso per quanto mi riguarda, ora sono proprio curiosa di vedere se il resto saprà essere all'altezza. Credo che leggerò presto questo libro!
E voi? Cosa ne pensate?

giovedì 21 gennaio 2016

Recensione #103 - La verità di Amelia di Kimberly McCreight

Buon lunedì carissimi! Come è andato il weekend? Siete già super attivi o, come me, fate fatica ad ingranare? Per rallegrare questo inizio settimana ho pensato di passare di qui a parlarvi, ovviamente, di libri!
Torno con una recensione, quella del libro La verità di Amelia di Kimberly McCreight edito da Tea catalogo Nord, 400 pagine.
Trama: Non è da lei. Mentre si fa largo tra i passanti, Kate Baron ripensa incredula alla telefonata che l’ha costretta a lasciare una riunione decisiva per la sua carriera: dopo essere stata scoperta a copiare, sua figlia Amelia è stata sospesa con effetto immediato dal preside della Grace Hall, uno degli istituti privati più esclusivi di New York. Non è da lei, continua a ripetersi Kate, finché non si trova davanti a una scena sconvolgente. L’ingresso della scuola è bloccato da un cordone di agenti di polizia, vigili del fuoco e paramedici. E la causa è proprio sua figlia. Per la vergogna, Amelia si è suicidata, lanciandosi dal tetto dell’edificio. Col suo mondo ormai in pezzi, Kate si chiude in un bozzolo di dolore e sensi di colpa, ma alcuni giorni dopo la tragedia riceve un inquietante SMS anonimo: «Amelia non si è buttata». Cosa significa? Possibile che la verità sia diversa da quella sostenuta dalle autorità scolastiche? Possibile che ci sia un’altra verità? Kate deve saperlo. Deve raccogliere le forze e scandagliare la vita della figlia, una vita segnata da ombre e segreti di cui lei neppure sospettava l’esistenza. E, a poco a poco, una domanda inizia a tormentarla. Chi era veramente Amelia? Solo trovando la risposta, Kate potrà rendere giustizia alla figlia. Solo così riuscirà a porterà alla luce la verità di Amelia.

Libro d'esordio per Kimberly McCreight che, laureata in legge, dopo aver lavorato per diversi anni negli studi più importanti di New York ha deciso di lasciare la professione per dedicarsi esclusivamente alla scrittura.
Sicuramente questo aspetto della vita dell'autrice emerge in modo evidente nella figura di Kate, una delle protagoniste di questa storia. Kate, madre di Amelia, si divide tra il lavoro come avvocato presso un facoltoso studio di New York e il "lavoro" di mamma single. Una vita divisa tra appuntamenti importanti, tailleur alla moda, orari disumani, sgomitate per emergere ed una figlia adolescente bisognosa di attenzioni. Una vita qualunque fino a quel fatidico giorno: una telefonata da scuola che avverte della sospensione di Amelia, la richiesta da parte del preside di andare a prenderla, la corsa per arrivare nel più breve tempo possibile, il traffico, il ritardo. L'arrivo a scuola coincide con un tumulto creato da auto della polizia, un'ambulanza, un corpo adagiato a terra coperto da un lenzuolo.
Amelia è morta. Caduta rovinosamente dal tetto della facoltosa scuola che frequentava. Suicidio? Omicidio? Incidente?
Da subito la questione non è chiara. La polizia chiude il caso come sucidio, in modo veloce ed affrettato, ma la madre di Kate fatica a rassegnarsi a non avere certezze sugli ultimi istanti della vita della figlia. Qualcosa non le torna già dal motivo dell'espulsione; Amelia, da sempre ragazza con la testa sulle spalle e studentessa modello, non copierebbe mai un compito in classe, tantomeno di inglese, tantomeno dedicato alla sua autrice preferita Virginia Woolf.
Con un ritmo incalzante creato dall'alternarsi delle voci narranti il lettore si ritroverà al fianco di Kate nelle fasi salienti delle ricerche. Ma una madre può essere pronta a scoprire ogni più profondo segreto della figlia? Può essere pronta a venire a conoscenza delle minacce cui la figlia giornalmente era sottoposta? Può essere pronta a fare i conti con le proprie mancanze di madre single e donna in carriera? Perchè è a questo che Kate andrà incontro se vorrà sapere la verità: dovrà leggere ogni singolo sms della figlia, cercare in ogni sua singola mail, scavare a fondo nella vita di una ragazza apparentemente tranquilla ed essere pronta ad ogni scoperta, anche le più dolorose.
La scelta fatta dall'autrice è quella, cui accennavo poco fa, di una narrazione doppia. I capitoli si alternano tra Kate ed Amelia. Quelli dedicati a Kate raccontano in terza persona il presente - solo in alcuni veniamo catapultati nel suo passato - mentre quelli dedicati ad Amelia sono invece in prima persona, ed è proprio Amelia a raccontare al presente ed in prima persona le sue giornate fino all'ultimo istante. Scelta particolare questa che permette al lettore di diventare protagonista della vita della ragazzina arrivando a conoscere a fondo ogni suo singolo pensiero ed ogni sua azione. Sarà Amelia che racconterà quindi del rapporto con la madre, di quello con la sua amica del cuore Sylvia, del rapporto virtuale con il suo amico Ben, dell'amore fortissimo per Dylan, delle minacce, delle prove da superare, del bullismo che sarà obbligata a subire e, infine, sarà proprio Amelia a raccontarci la verità sulla sua morte.
L'autrice è molto brava a non far mai perdere al lettore l'attenzione grazie ad un ritmo sostenuto ed anche grazie alla scelta di alleggerire spesso gli spazi tra un capitolo e l'altro con sralci di mail, scambi di sms, stati facebook e post di un blog irriverente i cui post fanno spesso tremare gli alunni della scuola raccontandone le abitudini più nascoste. Tanti i misteri che pian piano emergono su quell'istituto per ragazzi di famiglie benestanti, tanti anche quelli che sembrano affollare le vite di ogni singolo personaggio della storia.
Un lavoro veramente buono per un'autrice al suo primo lavoro.
Unico neo di tutta la questione, che non dipende dall'autrice ma dalla traduzione, sono i tantissimi errori nelle coniugazioni dei verbi: i congiuntivi non sono estinti quindi mi chiedo, perchè non utilizzarli? Ecco, in questo senso mi aspetto che le case editrici si mettano di impegno per garantire al lettore la lettura di un italiano corretto, visto anche il costo che viene investito dallo stesso per comprare un libro.
Detto questo vi chiedo se conoscete questo libro, se lo avete letto e che cosa ne pensate! ;)

VOTO: 

mercoledì 20 gennaio 2016

Shopping letterario #36


Ciao amici!!! Vi ricordate la meravigliosa card da 25 euro che il mio maritino mi ha regalato per Natale? Beh, lo scorso sabato aggiungendo i venti euro giàdisponibili sulla tessera punti mi sono data alla pazza gioia in un megastore Mondadori. Ho approfittato degli innumerevoli sconti presenti in questo periodo in libreria ed ho esaudito più di un desiderio arretrato!!! ;)
Ecco i miei acquisti!

  • La vergine azzurra di Tracy Chevalier edito da BEAT, 303 pagine. Adoro questa autrice e sto cercando di recuperare tutti i suoi libri!!! Non appena ho visto questo nella stessa edizione dei libri che già posseggo non ho avuto dubbi.
Trama: XVI secolo, Francia: Isabelle du Moulin è una splendida ragazza dai capelli color rame, chiamata da tutti nel villaggio con lo stesso nome della statuetta della Vergine che il duca de l'Aigle ha portato un giorno in paese: la Rossa. Dall'arrivo di Monsieur Marcel, coi suoi sermoni contro la Vergine, quel nome è diventato un tormento. Non è più un affettuoso nomignolo ma il nome di una strega, il sinonimo stesso di una malvagia creatura in un villaggio accecato dal fanatismo della Riforma. Quando resta incinta del giovane Tournier, a Isabelle non resta altro che abbracciare, dopo le persecuzioni seguite al Massacro di San Bartolomeo, fino in fondo la sorte dei Tournier: l'emigrazione nel villaggio svizzero di Moutier e un destino sconvolgente e inaspettato...

  • Pietra è il mio nome di Beccati Lorenzo edito da TEA, 312 pagine. Un libro comprato per caso, attratta dalla cover e dal fatto che fosse classificato come thriller. Dopo l'acquisto ho cercato un po' di giudizi e sono totalmente opposti, dalle stelle alle stalle, quindi adesso sono ancora più curiosa! 
Trama: Genova, 1601. La chiamano la Tunisina. La disprezzano. La temono. Eppure è a lei che i genovesi si rivolgono quando hanno bisogno d'aiuto. Pietra sostiene di essere una rabdomante. In realtà è solo una donna consapevole che il mondo non le perdonerebbe mai il suo straordinario intuito e il suo eccezionale acume. Talenti grazie ai quali riesce a trovare non solo sorgenti d'acqua, ma anche bambini scomparsi e gioielli rubati. E, quando vengono compiuti delitti all'apparenza inspiegabili, persino le autorità cittadine si avvalgono dei suoi servigi. In questo caso, però, Pietra è stata chiamata dal Bargello per un motivo diverso: accanto al corpo di una donna, picchiata a morte, è stata trovata una bacchetta da rabdomante, circostanza che fa di lei la principale indiziata dell'omicidio. Per dimostrare la propria innocenza, Pietra sarà costretta a indagare per conto proprio e, ben presto, si renderà conto che quella giovane è come un fantasma emerso dalle ombre del suo passato, che riporta in superficie vecchi rancori e rimpianti mai sopiti. E adesso è venuto il momento di affrontarli, prima che l'assassino torni per lei... 

  • In un milione di piccoli pezzi di James Frey edito da TEA, 459 pagine. Non ho mai letto nulla di questo autore ma il consiglio appassionato di questo libro da parte dello scrittore Francesco Zingoni - che stimo e di cui mi fido - mi ha fatto correre ad acquistarlo!
Trama: Un uomo di 23 anni si risveglia a bordo di un aereo in uno stato al confine tra la vita e la morte, in seguito a una sequenza di abusi di alcol e droghe. La famiglia, sbalordita e disperata, lo accoglie all'aeroporto di Chicago per trasferirlo in una clinica di riabilitazione del Minnesota. Qui, dopo una prima visita, un medico gli garantisce che morirà nel giro di pochi giorni se ricomincia a bere. Qui, Frey passerà due mesi spaventosi per disintossicarsi e confrontarsi con la furia interiore che da anni lo spinge a distruggersi. E soprattutto si troverà a dover fare una scelta: accettare di non vedere mai i suoi 24 anni oppure raccogliere i rottami della propria vita e agire. Il libro riporta la testimonianza di dura e sconvolgente di James Frey. 

  • Buongiorno a Los Angeles di James Frey edito da TEA, 555 pagine. Questo libro era insieme al precedente, loro due soli, e mi è dispiaciuto lasciarlo orfano del suo compagno! Mi è sembrato un segno del destino! ;)
Trama:  Los Angeles. Immane distesa di auto e individui, serbatoio infinito di illusioni e sogni infranti, immagine esplosa di una società, miraggio che si accende ogni giorno come un'insegna al neon, Los Angeles lancia il suo richiamo a tutte le anime perdute, perché vengano a consumare le loro storie nel suo abbraccio capiente. Come Amberton, il grande attore viziato, la cui passione segreta per ciò che non può avere potrebbe distruggergli la carriera; oppure Joe, il vecchio homeless alcolista e filosofo di Venice Beach, che per salvare una drogata rischia di morire nel gabinetto pubblico dove si è installato; o la coppia di giovani scappati da un buco di provincia dell'Ohio con duemila dollari e troppe cicatrici; o ancora Esperanza, che è americana perché sua madre l'ha partorita quindici metri dopo aver oltrepassato il confine messicano, e che per un solo momento di umiliazione rischia di perdere tutto. Frey li segue, ce li fa vedere da vicino e intanto allarga la nostra visuale ad altri personaggi e alla città, a perdita d'occhio, fino a che improvvisamente ci rendiamo conto di essere davanti a un Paese intero, a una cultura, a un momento storico.
  • Te lo dico sottovoce di Lucrezia Scali edito da Newton & Compton, 288 pagine. Conosco Lucrezia da 3 anni, il suo blog "Il libro che pulsa" è stato uno dei primi che ho seguito, ancor prima di diventare io stessa una blogger. Ho assistito all'evolversi del suo romanzo, alla ricerca di un editore prima, la pubblicazione self poi e la pubblicazione Newton adesso. Ho recensito il suo libro in versione self qui e desideravo tantissimo il cartaceo. Ora mi manca solo la dedica di Lucrezia!
Trama: Mia ha trent’anni, un passato che preferisce non ricordare e una famiglia da cui cerca di tenersi alla larga. Meglio stare lontano dalle frecciatine della sorella e da una madre invadente che le organizza appuntamenti al buio… Di notte sogna il principe azzurro, ma la mattina si sveglia accanto a Bubu, un meticcio con le orecchie cadenti e il pelo morbido. La sua passione sono gli animali e infatti, oltre a gestire una delle cliniche veterinarie più conosciute di Torino, Mia sta per realizzare un progetto a cui tiene moltissimo: restituire il sorriso ai bambini in ospedale attraverso la pet therapy. Il grande amore romantico, però, non sembra proprio voler arrivare nella sua vita. O almeno, così pensa Mia, prima di conoscere Alberto, un medico affascinante, e Diego, un ragazzo sfuggente che si è appena trasferito a Torino dalla Puglia. Cupido sta finalmente per scagliare la sua freccia: riuscirà a colpire la persona giusta per il cuore di Mia?

E con questo è tutto! Altri tesori che si aggiungono ai tanti ancora da leggere! Ma i libri non scadono no? ;)

martedì 19 gennaio 2016

Recensione #102 - L'ombra della montagna di Gregory David Roberts

Buongiorno amici, come state? Io ancora elettrizzata per la nuova veste del blog!!!
A parte questo cerco di scrivere le recensioni arretrate, in modo da iniziare a mandare i link per le varie sfide di lettura cui mi sono iscritta!
Vi lascio quindi con il mio pensiero sul libro L'ombra della montagna di Gregory David Roberts edito da Neri Pozza - che ringrazio per la copia- 1088 pagine, seguito di Shantaram, recensione qui

Trama: Non c’è forse nel mondo lettore di Shantaram, il romanzo d’esordio di Gregory David Roberts, che non abbia partecipato con l’intensità emotiva, che soltanto i grandi libri sono soliti suscitare, alle sorti di Lin, il giovane studioso dell’università di Melbourne che, diventato uno dei «most wanted men» australiani, condannato a 19 anni di carcere per rapina a mano armata, catturato e scappato da un carcere di massima sicurezza, si rifugia a Bombay, dove viene chiamato Shantaram, «uomo della pace di Dio», allestisce un ospedale per i mendicanti e gli indigenti, recita nei film di Bollywood, stringe relazioni pericolose con la mafia indiana, ama perdutamente una donna sfuggente. Salutato al suo apparire come un vero e proprio «capolavoro letterario», capace di conquistare milioni di lettori nel mondo, Shantaram ha ora un seguito che si annuncia come uno degli eventi più importanti della presente stagione letteraria: L’ombra della montagna. Bombay è al centro di una sanguinaria guerra tra le nuove generazioni di mafiosi che si contendono il controllo dei traffici illegali della metropoli. Lin non ha più accanto a sé Kaderbhai, il boss che lo aveva preso sotto la sua ala come un figlio. Si accompagna con la giovane americana Lisa, ma Karla, andata in sposa a un magnate dei media, non cessa di lasciare ferite profonde nel suo cuore. Lin sente che tutto, per lui, è irrimediabilmente perduto, il suo vecchio mondo, il suo grande amore. Che cosa fare, allora, per ritrovare sé stesso? Lin conosce già la risposta: deve smettere di vivere all’ombra della montagna. Smettere di tornare lungo il sentiero da cui è venuto, e decidersi a scalare la montagna degli ostacoli e degli impedimenti che oscurano la sua vita. Solo una volta raggiunta la vetta, Shantaram potrà osservare l’orizzonte in totale liberta e capire chi è diventato, e che cosa gli riserva il futuro.

Ho desiderato questo libro ancor prima che uscisse nelle librerie, l'ho da subito bramato ma anche temuto. 
Possibile per Gregory David Roberts ripetere l'incredibile successo ottenuto ben 12 anni fa con Shantaram? Non ci avrei scommesso neanche un euro vista la difficoltà degli autori di scrivere seguiti decenti per i propri libri e invece mi devo assolutamente ricredere. Anche questo libro, come il precedente, è una bomba!
Ho quindi cominciato questo libro con elevatissime aspettative ed altrettanto elevato terrore.
Otto giorni mi ci sono voluti per leggere le circa 1100 pagine di questo libro. Ero all'estero, con il mio camper; un viaggio che mi ha portato a macinare insieme alla mia famiglia circa 1800 Km per raggiungere l'Austria, Monaco di Baviera, Norimberga, Fussen, e ancora il nostro meraviglioso Trentino Alto Adige. Non avevo la distrazione di internet - almeno per la parte estera del viaggio - perchè ero senza connessione e mi sentivo sola senza i millemila messaggi che giornalmente scambio con le mie pazze Lgs e con le mie oiù care amiche.
Lin, il protagonista di questo romanzo, ritrovato dopo tre anni dalla lettura del primo romanzo, è stato il mio compagno di viaggio, quando mio figlio e mio marito, seduti davanti ai posti di comando chiacchieravano tra loro ed io, seduta - svaccata sarebbe il termine adatto - comodamente dietro mi immergevo nella lettura per i Km che ci dividevano da una località all'altra.
Quindi nelle scorse vacanze di fine anno sono sì stata fiscamente in Austra, Germania e nella nostra bella Italia ma sono anche stata a Bombay - in India - ritrovando gli amici di sempre, chiacchierando al Leopold con Didier, Lisa, Lin, Kavita, Karla; ho incontrato per le strade George Gemelli e George Scorpione; ho assistito all'evolversi di una città assediata dalla guerra tra bande,
Ho ritrovato i vecchi amici e ne ho trovati di nuovi, altrettanto interessanti, ben delineati e che mi rimarranno nel cuore: penso a Diva - la ragazza più ricca di Bombay -, a Nevin, a Oleg, a "Runway" e a tutta quella moltitudine di personaggi alla ricerca di se stessi o di una nuova possibilità.
È vero, come nel libro precedente i protagonisti spesso si drogano, esagerano con tutti i vizi possibili ed immaginabili, appartengono a bande capaci di qualsiasi cosa, ma non credo che l'autore abbia voluto fare un elogio vita spericolata - come leggo spesso nelle motivazioni per cui a pochi Shantaram non è piaciuto - anzi... ho visto in questo libro una sorta di redenzione di tutti i protagonisti, la ricerca di una possibilità vera, facendo scelte difficili che non fossero unicamente il farsi trasportare dagli eventi e da facili occasioni.
Ho amato ancora una volta lo stile di Roberts, capace di farmi immergere nell'atmosfera di quella città e dei suoi slum, capace di farmi sentire i profumi - ed a volte anche la puzza - di ogni singolo vicolo.
Ogni personaggio, così come accadeva in Shantaram, ha una sua storia completa, di ognuno conosciamo il prima, la sua vita precedente, e questo gli fa acquisire un'identità singola; ma ognuno è anche un tassello perfetto che va a completare una storia perfetta, scorrevole, interessante, a tratti inquietante, divertente ma anche capace di toccare il lettore nel profondo.
Un avvenimento dopo l'altro, mai una pausa, mai un momento noioso fanno sì che la storia scorra e che quelle mille e passa pagine sembrino duecento.
Ho chiuso l'ultima pagina soddisfatta di come l'autore abbia saputo creare una storia per niente banale, non ripetitiva rispetto alla precedente e capace di chiudere quel cerchio rimasto aperto più di dieci anni fa con il suo libro d'esordio..
Ho chiuso l'ultima pagina con la stessa consapevolezza che provai leggendo Shantaram, la consapevolezza che ogni singolo personaggio mi mancherà ancora come fosse la prima volta.
Un libro che va letto ed assaporato assolutamente, ma solo dopo aver letto il libro precedente!!!

VOTO: 

lunedì 18 gennaio 2016

18/01/2013 - 18/01/2016: Tre anni di blog, tre anni di noi!

3 anni. Chi lo avrebbe mai detto? Io no sicuramente ma credo neanche voi! Con tutti i nuovi blog letterari che nascono ogni giorno, ogni volta che ne apre uno nuovo si scommette su quanto riuscirà a reggere... beh, per il momento reggo! Tre anni fa a quest'ora facevo il mio timido ingresso in un mondo sconosciuto, chiedendomi se sarei stata all'altezza. Mi sembra ieri, quando con emozione assistevo ai primi traguardi: il primo post pubblicato, il primo commento, il primo follower; ora i numeri sono molto cambiati e per questo non posso far altro che ringraziare voi, chiunque ora stia leggendo questo post, che sia un mio follower appassionato o un internauta capitato qui per puro caso o per sentito dire. Grazie perchè senza di voi tutto il mio impegno sarebbe vano.
Mi sembra ieri e invece sono 3 anni. Gli anni passano inesorabilmente in questo angolino e passano anche nella vita di tutti giorni. In tre anni sono cambiate moltissime cose: ho letto libri che mai avrei creduto di leggere, ho intrapreso numerosissime ed interessanti collaborazioni con case editrici, ho partecipato ad incontri, ho conosciuto autori, bogger, amici, persone che dal nulla sono diventate per me un punto di riferimento importante nella vita. 
Solo una cosa in tutto questo tempo non è mai cambiata: la grafica. Quindi ho pensato fosse proprio arrivato il momento di dare una svecchiata a questo mio angolo di paradiso. Ho fatto tutto da sola a parte qualche consulto e aiutino da parte delle mie adorate Lgs - soprattutto nella parte codici e affini - e sono super soddisfatta di quello che sono riuscita a creare dal nulla. Sarà strano entrare qui e non trovare la grafica che per tre anni ha visto crescere questo posto ma credo non ci sia occasione migliore che festeggiare questo giorno con questa nuova veste. Spero vi piaccia anche se magari all'inizio anche a voi sembrerà di essere in un posto nuovo; ma non temete, sono sempre io, per vostra fortuna o sfortuna ahahahahha.
Ogni anno mi piacerebbe fare qualcosa per premiare chi ogni giorno con la sua presenza fa sì che questo angolino virtuale respiri di vita perchè senza di voi tutto questo non sarebbe possibile! Anche quest'anno stavo pensando alla cosa quando mi è arrivato un libro non richiesto dalla Casa Editrice Piemme; un libro che non appartiene ai generi che normalmente amo leggere quindi mi è sembrata un'occasione perfetta per lasciare che arrivi nelle mani di qualcuno che potrà leggerlo ed apprezzarlo.
Ho quindi pensato di organizzare un Giveaway che prenderà il via oggi e si chiuderà il 31 gennaio.  


Ecco il libro:

Titolo: Anatomia di un cuore innamorato 
Autore: Sara Mengo Nata nel 1986 in provincia di Venezia, vive a Trieste dove studia Medicina e Chirurgia.
Dipendente dalle serie TV che hanno per protagonisti i camici bianchi – da ER a Chicago Hope, da Dr. House a Grey’s Anatomy – Sara sogna di fare il medico fin da bambina.
Inguaribilmente romantica, adora libri e film che raccontano storie d’amore, correre sul lungomare al tramonto e mettere i propri pensieri nero su bianco.
Dice di avere due sole insostituibili passioni: il fonendoscopio e la penna.
Casa editrice: Piemme
Pagine: 294
Prezzo:  18.50 €

Trama: Celeste ha ventisette anni e studia medicina. Peccato che tra lei e la laurea si frappongano ostacoli di non poco conto. Primo fra tutti il desiderio di innamorarsi. Sogna l’uomo perfetto e la storia capace di toglierle il fiato, ma è fatalmente vittima di innamoramenti improvvisi e passeggeri, spesso decisamente fuori luogo.
Un giorno il suo ideale di uomo sembra prendere le sembianze di Giorgio Ferranti: medico trentacinquenne, ora gentiluomo d’altri tempi, ora seduttore incallito, ora completamente indifferente ai sentimenti altrui; certamente affetto da una curiosa forma di bipolarismo.
La storia d’amore con Giorgio, la malsana infatuazione per la carismatica voce del docente di cardiologia, il primario cinquantenne Fabio Zaffiri, e l’amicizia con quattro compagni di studi, apparentemente “indegni di praticare la professione medica”, condurranno Celeste nel vivo di una brillante commedia romantica, tra lezioni, insolite ubriacature, fughe a Parigi, confondenti autopsie e ferree gerarchie cui sembra inutile anche solo pensare di ribellarsi.
Un’altalena costante tra cuore e ragione, fino ad arrivare al lieto fine (anche se, come sempre accade, tutto diverso da quello che si aspettava).
 
Avrei voluto organizzare qualcosa con effetti speciali ma il tempo dopo le vacanze di Natale è sempre ridotto e prima non sono riuscita a preparare nulla quindi ecco le semplici regole che dovrete seguire per poter partecipare.

REGOLE

  1.  Commentare questo post entro domenica 31 gennaio manifestando la vostra intenzione a partecipare al giveaway e lasciando la vostra mail per poter essere contattati in caso di vincita;
  2.  Essere follower del blog - per chi ancora non fosse pratico basta cliccare su unisciti a questo sito nel box lettori fissi che trovata nella barra laterale del box.
Ad ogni partecipante verrà assegnato un numero in base all'ordine dei commenti e una volta chiuso il giveaway provvederò ad estrarre a sorte tramite il sito random.com quindi è veramente facile partecipare. L'unica cosa che vi chiedo è di partecipare solamente se credete che questa lettura possa fare al caso vostro in modo da non far perdere l'occasione a chi è realmente interessato! 
Con questo è tutto. Spero di ritrovarvi ancora qui tra altri tre anni!!! ;) 

venerdì 15 gennaio 2016

Ti consiglio un libro #13 - Consiglio un libro ad ognuna delle Lgs

Buongiorno lettori e buon venerdì. Settimana di rientro e settimana di ripresa di tutti gli appuntamenti canonici qui sul blog. Torniamo quindi con la rubrica Ti consiglio un libro, nata dalla collaborazione con Laura de La Biblioteca di Eliza, Salvia di Desperate Bookswife e Laura de La Libridinosa. Oggi consigliamo Un libro ad ognuna delle Lgs.



IL MIO CONSIGLIO PER LAURA DEL BLOG LA BIBLIOTECA DI ELIZA
Autore: Lavinia Petti
Casa editrice: Longanesi
Pagine: 420
Prezzo:  14.90€

Non ho avuto dubbi per il consiglio da dare a Laura. Lei è quella che tra tutte ama il fantasy e i libri un po' magici quindi credo non si possa assolutamente perdere questa chicca. Una storia diversa, nuova, un po' pazza ma assolutamente convincente ed accattivante. Un protagonista unico ed un'ambientazione capace di far volare la fantasia!


 IL MIO CONSIGLIO PER LAURA DEL BLOG LA LIBRIDINOSA

Autore: Tracy Chevalier
Casa editrice: Neri Pozza
Pagine: 287
Prezzo:  16.50€ / 9.90€

Perchè consiglio questo libro alla Libridinosa? Perchè come me adora Tracy Chevalier; perchè ama le storie non scontate ed anche storiche e non si spaventa davanti una trama diversa dal solito. E poi gliel'ho regalato a Natale quindi dovrà pur leggerlo no? Ahahahahahah

 IL MIO CONSIGLIO PER SALVIA DEL BLOG DESPERATE BOOKSWIFE


Autore: Francesca Diotallevi
Casa editrice: Neri Pozza
Pagine: 287
Prezzo:  16.50€ / 9.90€

Il consiglio per Salvia è stato forse il più difficile, perchè io e lei abbiamo gusti abbastanza simili e molti libri che mi venivano in mente lei li ha già letti. Poi sono stata folgorata ed ecco il mio consiglio. Un libro ambientato a Torino e dintorni, un libro d'esordio che può tranquillamente fare impallidire molti dei romanzi tanto elogiati da campagne di marketing e fascette esagerate! Un libro che mette insieme mistero, intrighi, amore e che credo che alla mia sister virtuale potrebbe piacere!

Ed ora correte a scoprire i consigli di Laura, Salvia e Laura

giovedì 14 gennaio 2016

Chiacchiere, chiacchiere, bla bla bla... #13 - Regali natalizi

Buongiorno lettori, lo so, lo so, da Natale è passato molto tempo ormai, ma essendo ancora in fase "prima settimana da rientro post-vacanze" credo di essere ancora in tempo per condividere con voi con estrema gioia i miei tesorucci natalizi! Eccoli in tutto il loro splendore!


Tanti libri regalati dalle amiche e un card preziosa - che spenderò nei prossimi giorni visto gli innumerevoli sconti presenti in libreria - regalatami dal mio maritino (che in realtà è stato minacciato di non tornare a casa senza un libro o una card come regalo! ihihihihi).

Ora vi racconterò dei libri:
  • Ritorno a Riverton Manor di Kate Morton edito da Sonzogno, pag. 528.  L'ultimo libro della Morton che mancava alla mia collezione! Ora ho tutte le sue opere, devo solo avere il tempo per leggerle! Un regalo apprezzatissimo fatto da Laura La Libridinosa. Grazieeee!!! *_*
Trama:  Riverton Manor, Inghilterra 1924. È la festa di inaugurazione della sontuosa dimora degli Hartford, e il fragore di uno sparo si confonde con i botti dei fuochi d'artificio che illuminano il cielo. Il poeta Robert Hunter giace senza vita nei pressi del laghetto della tenuta, con la pistola ancora fumante in mano. È suicidio? Di sicuro è uno scandalo che scuote fin dalle fondamenta l'aristocratica casata, perché le uniche testimoni del fatto sono le sorelle Hannah ed Emmeline Hartford. Che da allora non si parleranno mai più. Inverno 1999. Sono passati più di settant'anni da quella notte, e la quasi centenaria Grace Bradley, nella casa di riposo in cui trascorre i suoi ultimi giorni, è convinta di essersi lasciata per sempre alle spalle i fantasmi del passato e i tristi ricordi. Ma una giovane regista americana, che vuole realizzare un film sulle sorelle Hartford e su quel misterioso suicidio, chiede la sua consulenza. Grace, infatti, oltre che testimone di tempi ormai remoti, è stata anche direttamente coinvolta nella vita della famiglia: cameriera personale di Hannah, fin da bambina aveva servito come domestica a Riverton Manor. Dapprima riluttante, accetta poi di collaborare e comincia a rievocare le vicende dei giovani Hartford, destinati a un'esistenza tanto fulgida quanto breve: il promettente David, partito giovanissimo per il fronte e mai più tornato; la sensuale e intelligente Hannah; la gaia e capricciosa Emmeline; e soprattutto l'enigmatico Robert Hunter, del quale entrambe le sorelle erano innamorate...

  • Musica dalla spiaggia del paradiso di John Ajvide Lindqvist edito da Marsilio, pag. 426. Un nordico che non conoscevo, che mi è stato regalato dalla mia amica Elena, e la cui trama mi ispira da morire! Grazieeee!! *_*  
Trama:  Una mattina d'estate, un gruppo di ospiti di un campeggio non lontano da Stoccolma si risveglia in mezzo al nulla. Ogni cosa è stata cancellata, gli alberi, il lago, gli scogli e il chiosco, è tutto scomparso. Intorno ai villeggianti increduli - dieci persone, un cane e un gatto - c'è solo una landa desolata, ricoperta da un prato perfettamente rasato e sovrastata da un cielo blu e senza sole, così uniforme da apparire artificiale. Ogni contatto con la realtà è interrotto. Non rimane che il segnale di una misteriosa stazione radiofonica, che trasmette senza sosta le canzoni di Peter Himmelstrand, uno dei più noti cantautori svedesi di musica leggera. Musica pop a ripetizione, Abba in testa. Com'è possibile che queste persone siano finite lì con le loro roulotte? Sono state spostate oppure è la realtà a essere svanita? In questo luogo surreale, capace di scatenare le reazioni più violente e irrazionali, ogni adulto si troverà a fare i conti con gli spettri del passato. Sovvertendo gli schemi classici della "camera chiusa" della letteratura del terrore, Lindqvist non intrappola i suoi personaggi in uno spazio angusto e senza via d'uscita, ma li cala in un luogo sconfinato e senza ostacoli, da cui tuttavia è impossibile fuggire. Perché non esiste un altrove se non l'abisso altrettanto minaccioso della coscienza.
  • Torta al caramello in paradiso di Fannie Flagg edito da BUR, pag. 327. Questo libro - ricevuto da Laura del blog La biblioteca di Eliza - era nella mia wish list insieme a tutti i libri di questa autrice che ancora mi mancano. Adoro lo stile e le storie di questa donna e questo è un regalo assolutamente super gradito! Grazieeee! *_*
Trama:  La vita è proprio strana... Lo può ben dire l'ultraottantenne Elner Shimfissle, che un momento prima si inerpica sulla scala per raccogliere i fichi dall'albero e un momento dopo si ritrova a terra, priva di sensi dopo essere stata punta da uno sciame di vespe. I vicini la soccorrono subito e la portano in ospedale dove purtroppo i medici non possono far altro che constatarne il decesso. Alla notizia, parenti, amici e l'intera comunità della cittadina di Elmwood Springs sono colti da un'infinita tristezza e da un rimpianto inconsolabile: con i suoi saggi consigli e la sua purezza di cuore quella generosa e intrepida vecchietta era stata un punto di riferimento prezioso per tutti. Iniziano i preparativi per il funerale e da tutto il paese arrivano fiori e condoglianze. Ma nessuno ha fatto i conti con la defunta... Elner, stesa su una barella in camera mortuaria, apre gli occhi con l'impressione di sentirsi molto meglio e, benché stupita che nessuno si accorga più di lei, si alza, esce dalla porta, percorre il corridoio fino a un ascensore, vi sale e, dopo un viaggio che ha dell'incredibile, si ritrova in Paradiso a vivere un'avventura che non si sarebbe mai aspettata, incontrando persone che non avrebbe mai creduto di poter vedere, esaudendo il suo grande sogno: domandare tutto ciò che ha sempre voluto sapere riguardo alla Vita. Ma forse la sua ora non è ancora giunta, ed Elner potrebbe tornare indietro, nel mondo dei vivi, a rivelare qual è il segreto della felicità.


  • Doctor sleep di Stephen King edito da Sperling & Kupfer, pag. 516.  Ho riletto nel mese di agosto Shining - recensione qui - e non vedo l'ora di leggere questo che è il seguito. Devo ringraziare Salvia per il bellissimo regalo desiderato!!! Grazieeeee!!! *_*
Trama:  Perseguitato dalle visioni provocate dallo shining, la luccicanza, il dono maledetto con il quale è nato, e dai fantasmi dei vecchi ospiti dell'Overlook Hotel dove ha trascorso un terribile inverno da bambino, Dan ha continuato a vagabondare per decenni. Una disperata vita on the road per liberarsi da un'eredità paterna fatta di alcolismo, violenza e depressione. Oggi, finalmente, è riuscito a mettere radici in una piccola città del New Hampshire, dove ha trovato un gruppo di amici in grado di aiutarlo e un lavoro nell'ospizio in cui quel che resta della sua luccicanza regala agli anziani pazienti l'indispensabile conforto finale. Aiutato da un gatto capace di prevedere il futuro, Torrance diventa Doctor Sleep, il Dottor Sonno. Poi Dan incontra l'evanescente Abra Stone, il cui incredibile dono, la luccicanza più abbagliante di tutti i tempi, riporta in vita i demoni di Dan e lo spinge a ingaggiare una poderosa battaglia per salvare l'esistenza e l'anima della ragazzina. Sulle superstrade d'America, infatti, i membri del Vero Nodo viaggiano in cerca di cibo. Hanno un aspetto inoffensivo: non più giovani, indossano abiti dimessi e sono perennemente in viaggio sui loro camper scassati. Ma come intuisce Dan Torrance, e come imparerà presto a sue spese la piccola Abra, si tratta in realtà di esseri quasi immortali che si nutrono proprio del calore dello shining.

  • La stranezza che ho nella testa di Orhan Pamuk edito da Einaudi, pag. 584. Anche questo come il libro nordico mi è stato regalato dalla mia amica Elena. Un libro che non conoscevo anche se conosco il suo famosissimo autore. Lessi ormai tre anni fa una delle sue opere più conosciute Il mio nome è rosso - recensione qui - e mi piacque molto. Un libro che mi intriga molto ma che avrà bisogno di un tempo adeguato: di sicuro avrà bisogno di tutta la mia attenzione e non potrà essere letto nei ritagli di tempo.
Trama:  Un ragazzo ama una ragazza. Tutte le storie, anche quelle piú complicate, nascono da questa semplice, universale premessa. Mevlut l'ha incontrata una sola volta: i loro sguardi si sono incrociati di sfuggita al matrimonio di un parente a Istanbul. Eppure è bastato quell'attimo di perfezione e felicità a farlo innamorare. Süleyman, il cugino, gli ha detto che delle tre figlie di Abdurrahman, quella che ha visto Mevlut, quella di cui si è innamorato, è senz'altro Rayiha. Da allora non l'ha piú rivista ma, per tre anni, Mevlut le scrive le lettere piú appassionate che il suo cuore riesce a creare. Finché un giorno capisce che l'unico modo di coronare il suo sogno è scappare con Rayiha, di fatto rapendola dalla casa paterna in cui è rinchiusa. Cosí, una notte di tempesta, mentre Süleyman aspetta con un furgone in una strada poco lontana, Mevlut e la sua amata si riuniscono. Nulla potrà andare storto ora, nulla potrà piú dividerli, pensa lui. Poi un lampo illumina la scena e rivela il volto di Rayiha: quella non è la ragazza a cui Mevlut ha creduto di scrivere per tutto quel tempo, non è la ragazza di cui si è innamorato a prima vista tre anni prima! Chi ha ingannato Mevlut? E come si comporterà ora il nostro eroe? Questa è la sua storia, caro lettore: la storia di Mevlut Karataþ, venditore di boza (la bevanda, leggermente alcolica, tipica della Turchia), lavoratore indefesso, inguaribile ottimista (qualcuno direbbe ingenuo), sognatore, profondo conoscitore delle strade e dei vicoli di Istanbul. Perché questa è anche la storia di una città e del tempo che l'attraversa, una saga grandiosa e potente degli individui e delle famiglie che lottano, si alleano, si amano e si dividono per trovare il proprio posto nel mondo. Il premio Nobel Orhan Pamuk ha fatto della sua città, Istanbul, il personalissimo teatro in cui mettere in scena l'universale dei destini umani. Con La stranezza che ho nella testa ha saputo scrivere un romanzo rutilante in cui le storie piccole di uomini e donne comuni hanno la forza irresistibile della Storia di tutti.
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E con questo è tutto! Cosa ne pensate dei miei regalucci? Ce n'è qualcuno che vi ispira particolarmente? Di certo ce n'è per tutti i gusti ed io - amando spaziare tra i generi - non potrei essere più felice.