sabato 30 dicembre 2017

Top Ten 2017



Buongiorno lettori, ci siamo, il 2017 è agli sgoccioli, tra pochissime ore verranno stappate bottiglie e bottiglie di spumante per brindare a un altro nuovo anno - che spero non si riveli di m***a come al solito - ed io, come succede da cinque anni a questa parte, sono qui per condividere con voi la mia personalissima top ten.
Il 2017 è stato un anno difficile, che per fortuna sta per essere accantonato. Tanti sono stati i pensieri, le difficoltà e i momenti difficili da superare... pochissime le gioie. Come ogni anno spero che il peggio sia ormai passato e che non ci possa essere cosa ancora peggiore ma ogni volta mi devo ricredere, perchè al peggio non c'è mai limite.
Anche dal punto di vista delle letture non è stato un anno particolarmente fruttuoso. La challenge seriale in cui io e Baba ci siamo messe in gioco con dei gdl di intere saghe hanno rallentato moltissimo il ritmo di lettura, anche se sono stati un'occasione piacevolissima per dedicarsi a libri che, altrimenti, sarebbero probabilmente stati accantonati nelle nostre librerie per mesi se non anni.
Ad inizio anno avevo puntato alto su goodreads provando a impostare 80 libri da leggere come sfida verso me stessa, sfida che ho palesemente perso non arrivando neanche ai 70 libri letti lo scorso anno. Ma non dispero, le letture sono state comunque tante e fortunatamente molte di queste si sono rivelate meravigliose quindi preferisco aver trovato la qualità a scapito della quantità! Diciamo che però come pagine lette sono comunque arrivata ad un ottimo risultato quasi pareggiando quelle dell'anno scorso: nel 2016 avevo letto 70 libri con 23733 pagine mentre nel 2017 ho raggiunto 65 libri con 22691 pagine - elenco completo qui. Capite che pur non avendo eguagliato i libri dello scorso anno e non essendo riuscita a portare a termine la sfida su goodreads posso assolutamente riternermi soddisfatta, visto che oltretutto ci sono stati moltissimi libri belli e pochissimi libri brutti. Che io abbia imparato a fare una selezione a pelle dei libri nelle mie corde?

Anche il blog purtroppo è andato a rilento ma lavorando, occupandomi dello sport di mio figlio due volte a settimana - con viaggio di 40 km a tratta per portarcelo - il catechismo, i compiti - tanti per essere in seconda elementare... vi dico solo che già fa i temi - la casa, la famiglia mi sento già soddisfatta di quanto riesco a fare. Ringrazio come sempre voi, i miei lettori sempre presenti, che nonostante i miei momenti di alti e bassi avete continuato a crescere e a seguirmi con interesse sia qui che sui social.
Direi che anche in questa occasione sono riuscita ad essere logorroica quindi vi lascio alla classifica che quest'anno si è rivelata particolarmente difficile visto che - non mi sembra vero - avevo ben 10 libri con 5 voti e metterli in ordine di preferenza è stato difficilissimo!!! Ovviamente è tutto relativo... in ogni caso sappiate che tutti e dieci i libri sono da punteggio massimo quindi ognuno di essi secondo me andrebbe letto!

1° POSTO: 

MAI DIMENTICARE di Michel Bussi

Pensate un po', lo scorso anno c'era sempre lui al primo posto, con il suo splendido Tempo assassino, quest'anno ce lo rimetto con Mai dimenticare. Un autore che ho conosciuto da poco ma che è entrato di diritto tra i miei preferiti assoluti, soprattutto tenendo conto che scrive noir/gialli. Ogni volta che mi trovo per le mani una sua opera arrivo ad un certo punto e devo tornare indietro a rileggere, perché credo di aver saltato qualcosa, di non aver compreso qualche passaggio, di aver letto talmente avidamente da essermi distratta. E invece no... Invece ogni volta ho letto con attenzione ed è proprio la bravura dell'autore ad aver architettato che io tornassi indietro a rileggere perché lui lo sa che lo faremo, e lo scrive anche, in barba al nostro sentirci detective, in barba al nostro essere sicuri che questa volta lo scopriremo, che questa volta sveleremo i suoi piani.
Se non lo conoscete e amate il genere vi consiglio di leggerlo... dopo non potrete più farne a meno!
Recensione qui.

Trama: «Incontrate una bella ragazza sul ciglio di una scogliera? Non tendetele la mano! Potrebbero credere che l’avete spinta».

È quello che succede a Jamal Salaoui, trentenne sportivo con una protesi di carbonio al posto della gamba sinistra, che ciò nonostante si allena ogni giorno correndo su e giù per le bianche scogliere di Yport, grazioso paesino affacciato sulla Manica dal lato francese, con l’obiettivo di essere il primo atleta portatore di handicap a partecipare all’Ultra-Trail del Monte Bianco, la più dura corsa campestre del mondo.
Il suicidio della ragazza interrompe i suoi progetti. La incontra, bellissima e disperata, in cima alla scogliera, cerca di salvarla, ma lei si butta lo stesso, e quando Jamal scende alla spiaggia, centoventi metri più in basso, viene accusato di essere stato lui a ucciderla.
Qual è la verità? Chi è l’assassino? Lo sapremo dopo una girandola di colpi di scena come solo Michel Bussi, maestro dell’alchimia e della manipolazione, dell’emozione e della suspense, sa orchestrare.


2° POSTO:

CI VEDIAMO UN GIORNO DI QUESTI di Federica Bosco

Primo libro per me di questa autrice di cui avevo sempre sentito parlare ma a cui non mi ero mai approcciata. Stupendo, profondo, emozionante, divertente ma anche un pugno allo stomaco. Insomma, in una sola parola: completo!
Federica Bosco ci ricorda che amicizia è un'altra cosa: è esserci soprattutto nei momenti difficili - perchè, diciamocelo, esserci per farsi due risate nei momenti felici sono capaci tutti - è esserci per l'altro nonostante tutto, anche quando la ragione direbbe il contrario, anche quando il resto del mondo non capirebbe. Amicizia è avere il coraggio di affrontare con un'altra persona le cose che noi non faremmo mai, ed è farlo senza giudicare, dando una spalla per piangere, dicendo che andrà tutto bene anche quando sappiamo che è un tremendo, assurdo casino.
Leggetelo ma preparate in fianco a voi un pacchetto di fazzoletti.
Recensione qui.

Trama: A volte per far nascere un’amicizia senza fine basta un biscotto condiviso nel cortile della scuola. Così è stato per Ludovica e Caterina che da quel giorno sono come sorelle, anche se non potrebbero essere più diverse.
Caterina è un vulcano di energia, non conosce la paura. Ludovica, invece, nella sua vita non lascia nessuno spazio per il rischio. Anno dopo anno, mentre Caterina trascina Ludovica alle feste, lei cerca di introdurre un po’ di responsabilità nei giorni caotici dell’amica. È un equilibrio rimasto intatto dall’infanzia alla maturità, attraverso l’adolescenza. Anche quando Caterina è rimasta incinta: quel bambino lo hanno allevato insieme.
Per Ludovica è il figlio che non ha avuto per paura di rompere il muro di certezze dietro cui si è trincerata.
Eppure non esiste un muro così alto da proteggerci dalla vita, che a volte fortifica, a volte travolgeall’improvviso. Dopo un’esistenza passata a sorprendere l’amica, ora è Caterina ad avere bisogno che
Ludovica faccia una cosa inattesa e un po’ folle.

3° POSTO:

CONFESSIONI AUDACI DI UN BALLERINO DI LISCIO di Paola Cereda

Quanto ho amato Frank... e quanto ho amato il Sorriso dancing club e tutti i personaggi che ruotavano attorno alla balera!
L'autrice riesce, attraverso gli occhi di Frank, a dare una caratterizzazione accurata a tutti i personaggi che calcheranno la pista da ballo e non solo. Ne svelerà al lettore i segreti, i pregi, i difetti e soprattutto gli odori; quegli odori che caratterizzano ognuno di noi e che restano impressi nella nostra mente per sempre.
Quante volte ritrovando un odore particolare siamo stati portati a ricordare una nonna, una zia, un amore che era ma che non è più? Questo fa Frank, ripercorre gli odori della sua vita e, attraverso questi, le persone più o meno importanti che la hanno caratterizzata. E forse grazie a questi odori troverà la sua strada.
Recensione qui.

Trama: Il Sorriso dancing club, la balera più famosa del Polesine, compie cinquant'anni. Il suo proprietario, Frank Saponara, organizza una grande festa di compleanno alla quale partecipa l'intera comunità di Bottecchio sul Po. Frank è un ballerino di liscio che ha avuto tante donne quante sono le mazurche che ha ballato, ma quelle che hanno segnato la sua carriera sentimentale sono tre: Ivana, il suo primo amore, Kristelle, una star del porno, e Barbara, musicista e cantante. La sera del compleanno del Sorriso le tre donne si ritrovano sulla stessa pista mentre, poco distante, nella golena di Ca' Silente, Vladimiro Emerenzin, amico di Saponara e poeta di paese, muore in strane circostanze. Tra le sue dita, un biglietto della festa alla quale non ha partecipato e una parola scritta a matita. Frank è chiamato a dare un senso a quell'ultimo messaggio e scopre che la vita è come il liscio: si balla in due e bisogna andare a tempo.
4° POSTO:

BELLISSIMO di Massimo Cuomo

Un libro letto per caso che mi è entrato dentro sin dalle prime righe.
Un romanzo dolcissimo che scaturisce dalla penna di un autore italianissimo ma che nulla ha da invidiare a quegli autori sudamericani che i lettori tanto amano (mi viene in mente Amado per esempio!) perché, come quegli autori, sa ricreare l’atmosfera di un paese lontano che, grazie a lui, diventa vicinissimo. L’ambientazione, il Messico, precisamente Mèrida, viene resa da Cuomo in modo talmente nitido da farne percepire quasi anche gli odori, i colori e gli abitanti a chi, come me, in Messico non c’è mai stato, tanto da avere l’impressione - per tutta la lettura – di essere alle prese con un romanzo di un autore Messicano tradotto. Perché il Messico, qui, non viene solo raccontato, ma viene vissuto sulla pelle, tra la polvere delle strade, tra le botteghe dei venditori di amache, nei cortili delle case, nelle emozioni della gente.
Un libro originale, capace di far riflettere ma soprattutto capace di emozionare!
Recensione qui.

Trama: Miguel è bellissimo, di una bellezza rara e miracolosa che sin dalla nascita scatena un culto appassionato in tutta la popolazione della città. Il fratello maggiore Santiago assiste ammirato e intimorito alle prodigiose reazioni che la bellezza dell'altro suscita nel padre e nella madre, nei passanti, nelle vicine di casa che affollano il cortile, nelle pretendenti smaniose che lo incalzano ovunque. Ama il fratello più piccolo ma finisce per diventarne l'ombra. Così come Miguel cattura sempre la luce dei riflettori, a Santiago tocca invece il buio degli angoli nascosti. Gli sguardi delle donne sono tutti per il fratello, la sua bellezza mantiene in secondo piano ogni aspetto dell'esistenza del primogenito. La vita tuttavia non fa sconti a nessuno e anche Miguel dovrà, attraverso un faticoso apprendistato, cercare la via per un rapporto maturo con gli altri. Il romanzo è ambientato in Messico, uno scenario che illumina la storia dei colori del realismo magico. Tutti gli eventi sembrano risplendere di una luce mitica e leggendaria. Il conflitto tra i fratelli, il ruolo dei genitori, le storie d'amore, la violenza, i viaggi sono raccontati attraverso un'introspezione psicologica profonda e realistica, ma assumono al tempo stesso un'aura di leggenda. La storia si snoda fra dispiaceri, fughe, rimorsi, ritrovamenti, abbandoni e illuminazioni, mentre seguiamo le vicende dei due fratelli, dei genitori, delle donne amate, degli abitanti del posto, tutti in modo diverso travolti e segnati per sempre da questo straordinario incontro con la Bellezza.

5° POSTO:

UNA LETTERA LUNGA UNA VITA di Loredana Limone

Libro adatto solo a chi sa prendere il cuore in mano e vivere di emozioni. Perchè questo libro è un inno all'amore e alla vita, e solo chi sa andare oltre le parole può apprezzarne il messaggio ed il significato.
Un libro che parla di mancanze, di vuoti, di sofferenza ma anche di gioia pura, di vita vera, di sentimenti che forse sarebbe giusto vivere, di anime legate, di attimi rubati e lo fa con una maestranza tale di parole che le parole diventano emozioni, le descrizioni diventano immagini, i sentimenti diventano lacerazioni al cuore. E lo fa senza mai esagerare, senza mai rendere il tutto troppo costruito, come se le parole ricercate utilizzate fossero l'unico modo per poter descrivere tali, profondi, veri e sentiti sentimenti.
Un ottimo lavoro quello di Loredana che, con il coraggio di discostarsi totalmente da Borgo Propizio, lascia ai lettori una parte nuova di se, quella in cui ci mette tutto il cuore e tutte le sue emozioni che, lo dice alla fine, sono le sue e sono vere!
Da leggere se ancora credete nei sentimenti.
Recensione qui.

Trama: Tina vive con serenità i suoi ultimi anni di vita lontana dall'Italia e dalle sue radici. Un giorno in apparenza come gli altri, una telefonata sconvolge la sua tranquilla esistenza. Da quell'eco di una voce lontana dall'accento inconfondibile, un uomo sembra riportarla al suo passato e a suoi ricordi. L'Italia, Napoli, la sua terra, gli odori e i sapori che aveva amato da bambina e adesso credeva di aver dimenticato, riaffiorano tutti insieme all'improvviso travolgendola come un fiume in piena. Tina così decide di scrivere una lettera a quell'uomo riemerso dal suo passato ma non si tratta delle solite righe di convenevoli, ma di una lettera d'amore lunga tutta una vita.

6° POSTO:

ASSASSINIO SULL'ORIENT EXPRESS di Agatha Christie
La regina del giallo, cui io mi sono approcciata solo quest'anno, non poteva avere soprannome migliore.
Un libro, questo, scritto nel 1934 in cui non c’è nulla che potrebbe essere definito vecchio e questa credo sia la grande caratteristica dell’autrice: anticipatrice dei tempi ma ancora attuale sia come stile che come storia dopo quasi un secolo.
Lo stile è semplice e pulito ma capace di far emergere ogni singola caratteristica – fisica e comportamentale – dei tantissimi personaggi che arricchiscono la storia.
Un libro da leggere, almeno una volta nella vita perchè il giallo è questo! 
Recensione qui.

Trama: L'Orient-Express, il famoso treno che congiunge Parigi con Istanbul, è costretto ad una sosta forzata, bloccato dalla neve. A bordo qualcuno ne approfitta per compiere un efferato delitto, ma, sfortunatamente per l'assassino, tra i passeggeri c'è anche il famoso investigatore belga Hercule Poirot, al quale verranno affidate le indagini. Poirot, in effetti, risolverà il caso, non prima, però, di essersi imbattuto in una sensazionale sorpresa.
7° POSTO:

L'AMORE ADDOSSO di Sara Rattaro

Adoro Sara, già lo sapete, e ogni volta ho la conferma del fatto che poche come lei sanno farmi venire i brividi ad ogni storia.
Quello che ogni volta mi stupisce e mi affascina è la capacità che lei ha di trasformare le emozioni in parole, di scriverle nero su bianco in modo talmente potente da darmi la sensazione di sentirmele scorrere addosso, quasi fossero realmente le mie.
Una capacità estrema di raccontare gli opposti: pregi e difetti, giusto e sbagliato, vittima e carnefice, rendendoli intercambiabili, facendogli assumere un significato diverso – positivo o negativo a seconda della situazione –, lasciando il lettore talmente confuso da non capire più da che parte sia la ragione, quale sia la verità. Proprio perché forse, nella vita, un’unica verità non esiste. 

Recensione qui.

Trama: Una giovane donna attende con ansia fuori da una stanza d'ospedale. È stata lei ad accompagnare lì d'urgenza l'uomo che ora è ricoverato in gravi condizioni. È stata lei a soccorrerlo in spiaggia, mentre passava per caso, dice. Non dice - non può farlo - che invece erano insieme, che sono amanti. Lo stesso giorno, in un'altra ala dell'ospedale, una donna è in attesa di notizie sul marito, vittima di un incidente d'auto. Non era con lui al momento dell'impatto; non era rintracciabile mentre la famiglia, da ore, cercava di mettersi in contatto con lei. E adesso, quando la informano che in macchina con il marito cera una sconosciuta, non sembra affatto stupita. La prima donna è Giulia. La seconda è ancora Giulia. E il destino, con la sua ironia, ha scelto proprio quel giorno per fare entrare in collisione le due metà della sua vita: da una parte, quella in cui è, o sembra, una moglie fortunata e una figlia devota; dall'altra, quella in cui vive di nascosto una passione assoluta e sfugge al perbenismo di sua madre - alle ipocrisie, ai non detti, a una verità inconfessabile. Una verità che perseguita Giulia come una spina sotto pelle; un segreto che fa di lei quell'essere così tormentato e unico, luminoso e buio; un vuoto d'amore che si porta addosso come una presenza ingombrante, un caos che può soltanto esplodere. Perché l'amore è una voce che non puoi zittire e una forza che non puoi arrestare. L'unica spinta che può riportarti a ciò che sei veramente.

8° POSTO:

L'ANGELO DI MARCHMONT HALL di Lucinda Riley
Quando, a inizio 2017, ho preso in mano questo libro mai mi sarei aspettata che mi conquistasse in questa maniera. Un'autrice che io classificavo come rosa e che per questo non era mai finita in cima alle mie possibili letture. Poi l'ho acquistato per incastrarlo in una challenge ed ho cominciato a leggerlo.
È un libro rosa? Secondo me no! È vero, alla base di tutto ci sono più amori: quello di un uomo per una donna, quello di una madre per una figlia, quello di una figlia per un mondo che la fa sentire al centro dell'universo, quello di una nipote per una zia acquisita, quello di un fratellino per la sorella, quello di un padre per un figlio perduto, ma prima di ogni altra cosa credo che questo sia un libro più complesso, un meraviglioso e complesso romanzo familiare ricco di intrighi, misteri, capace di percorrere più generazioni e raccontarcene ogni dettaglio con una capacità disarmante e coinvolgente.
Un libro completo anche nell'ambientazione dei luoghi e dei tempi.
Insomma, questo libro regala una lettura piena, non banale, ricca di tutto quello che una storia dovrebbe raccontare e, caratteristica non secondaria, raccontata in modo sublime!
Recensione qui.

Trama: Sono passati trent’anni dall’ultima volta che Greta è stata a Marchmont Hall, la magnifica tenuta di famiglia sulle colline del Galles. E adesso, mentre varca i cancelli al fianco di David Marchmont, nipote del suo defunto marito, non può fare a meno di chiedersi se il luogo in cui ha vissuto per tanti anni sarà in grado di dischiudere qualche squarcio sul suo passato. Dopo un terribile incidente d’auto, infatti, Greta non ricorda più nulla e rifiuta di abbandonare il suo appartamento londinese troppo a lungo, tenendo a distanza tutti quelli che hanno fatto parte della sua vita.
Tutti tranne David, l’unico amico di cui si fida e per il quale prova qualcosa che va al di là della semplice gratitudine. È stato proprio lui a raccontarle com’era la sua vita prima di quel giorno e a convincerla a trascorrere il Natale a Marchmont Hall. Ma durante una passeggiata nel bosco, ai piedi di un abete, Greta scorge una lapide e spazza via la neve che ricopre l’iscrizione. Certo non immagina che quel nome inciso sulla pietra la travolgerà con un’ondata di ricordi: le serate come ballerina di cabaret nella Londra del ’45, il sogno di sposare un ufficiale americano, l’amicizia con David, giovane comico di buona famiglia che la accoglierà a Marchmont Hall per strapparla alla miseria.

9° POSTO:


NON DITELO ALLO SCRITTORE di Alice Basso

Terzo volume che l'autrice dedica a Vani Sarca.
Normalmente quando un autore crea una "serie" con protagonista lo stesso personaggio capita i volumi successivi al primi perdano smalto, diventino un po' ripetitivi. In questo caso assolutamente no.
Alice ha saputo riprendere le fila dove le avevamo lasciate, portandosi dietro dai libri precedenti dei gran personaggi che mi sarebbe dispiaciuto perdere – tipo Irma o Ivano – ma ha saputo anche dare un’aria nuova a questo terzo romanzo, grazie a dei capitoli che con un gran salto temporale ci fanno, qua e là, conoscere una Vani adolescente alle prese con una società non adatta ad una diciassettenne colta e con cervello.
Vani non perde il suo smalto, anzi, secondo me lo rinfresca, dando un tocco di colore in più e lasciandoci ancor più con la voglia di scoprire cosa succederà nei prossimi capitoli!
Recensione qui.

Trama: A Vani basta notare un tic, una lieve flessione della voce, uno strano modo di camminare per sapere cosa c'è nella testa delle persone. Una empatia innata che lei mal sopporta, visto il suo odio per qualunque essere vivente le stia intorno, e che però è fondamentale nel suo mestiere. Perché Vani è una ghostwriter. Presta le sue parole ad autori che in realtà non hanno scritto i loro libri. Si mette nei loro panni. Un lavoro complicato di cui non può parlare con nessuno. Solo il suo capo sa bene qual è ruolo di Vani nella casa editrice. E sa bene che il compito che le ha affidato è più di una sfida: deve scovare un suo simile, un altro ghostwriter che si cela dietro uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana. Solo Vani può farlo uscire dall'ombra. Ma per renderlo un comunicatore perfetto, lei che ama solo la compagnia dei suoi libri e veste sempre di nero, ha bisogno del fascino ammaliatore di Riccardo. Lo stesso scrittore che le ha spezzato il cuore, che ora è pronto a tutto per riconquistarla. Vani deve stare attenta a non lasciarsi incantare dai suoi gesti. Eppure ha ben altro a cui pensare. Il commissario Berganza, con cui collabora, è sicuro che lei sia l'unica a poter scoprire come un boss della malavita agli arresti domiciliari riesca comunque a guidare i suoi traffici. Come è sicuro che sia arrivato il momento di mettere tutte le carte in tavola con Vani. Con nessun'altra donna riuscirà mai a parlare di Chandler, Agatha Christie e Simenon come con lei. E quando la vita del commissario è in pericolo, Vani rischia tutto per salvarlo. Senza sapere come mai l'abbia fatto. Forse perché, come ha imparato leggendo La lettera scarlatta e Cyrano de Bergerac, ogni uomo aspira a qualcosa di più grande, che rompa ogni schema della razionalità e della logica. Vani è ormai uno dei personaggi più amati dai lettori italiani.

10° POSTO:

L'OMBRA DEL VENTO di Carlos Ruiz Zafon

Se ad una rilettura ad un libro - perdipiù con un mistero da risolvere - viene dato punteggio pieno, allora non può non trovarsi qui, in mezzo ai migliori dell'anno. Un libro che ho riletto grazie al gruppo di lettura della quadrilogia per la challenge e che ha saputo conquistarmi come la prima volta anzi, forse anche di più.
Un libro che mi ha fatto emozionare come la prima volta, che come la prima volta ha saputo stupirmi e farmi sognare. Un libro che consiglio senza riserve e che rimarrà – per quanto mi riguarda – nei libri che più amerò nella mia “carriera” di lettrice.

Una storia, il cui intreccio è originale e ben costruito, ambientata in una Barcellona cupa e misteriosa in cui nulla è come sembra.
Moltissimi i personaggi comprimari le cui storie si intrecceranno con quella principale, moltissimi animi inquieti che accompagneranno lo scorrere delle pagine e che verranno svelati pian piano, come tirati fuori da minuscoli cassettini, come burattini mossi dai fili invisibili del tempo. E quando ci sembrerà di aver capito tutto Zafon saprà tirare fuori da quei cassetti qualcosa di inaspettato, capace di farci rimanere attoniti davanti a tanta capacità.
Recensione qui.

Trama: A Barcellona una mattina d'estate del 1945 il proprietario di un negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all'oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo. E qui Daniel entra in possesso di un libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita. Perché dal passato iniziano a emergere storie di passioni illecite, di amori impossibili, di amicizie e lealtà assolute, di follia omicida, e un macabro segreto custodito in una villa abbandonata. Una storia in cui Daniel ritrova a poco a poco inquietanti paralleli con la propria vita. Mystery, romanzo storico e tragedia amorosa, L'ombra del vento fa rivivere la grande tradizione del feuilleton ottocentesco con una sensibilità squisitamente contemporanea. Clamoroso caso editoriale, è il libro che ha imposto Zafón sulla scena internazionale, e da allora non ha smesso di stregare milioni di lettori in tutto il mondo.

Avrei potuto terminare qui la mia classifica ma, come sapete, quest'anno per me e per molte di voi, è stato l'anno delle serie quindi ho pensato che fosse necessario stabilire quale potesse essere la Serie dell'anno, ovviamente secondo i miei gusti.

The winner is...

LA SAGA DEI CAZALET


Ecco qui, gli anni passano ma ogni volta è sempre difficile riuscire a fare una classifica, perchè 10 posti sono pochissimi e anche quest'anno rimangono fuori dalla classifica libri che ho comunque amato molto. Ho dovuto fare delle scelte - mi perdoneranno gli autori dei tantissimi e bellissimi libri che per un soffio non sono riusciti a entrare in questa classifica - ma, se vi va, fatevi un giro qui perchè troverete molti altri libri degni di nota!
E voi? Vi piace fare la classifica annuale delle letture? Se sì ditemi quali sono stati i vostri libri preferiti del 2017!
Vi ricordo che domani verrà pubblicato il primo post per la Visual Challenge, la nuovissima challenge 2018 in collaborazione con Desperate Bookswife. Non siete ancora iscritti??? Ahiahiahiahiahiahi ecco il link per rimediare: cliccate qui.


mercoledì 27 dicembre 2017

Recensione #219 - Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Spulveda

Ciao a tutti! Come state? Passato bene il Natale? Avete finito di mangiare? Io mi sto riprendendo dalla tre giorni mangereccia... credo di essere ingrassata qualche chilo, come ogni Natale. Ma se non si sgarra sotto le feste non c'è gusto!
Ma basta parlare di cibo, oggi sono qui per parlarvi di un libro che ho letto prima delle feste o meglio, che mi ha letto mio figlio, come fosse un audiolibro!!! Eh già perchè mio figlio è in seconda elementare e la maestra gli ha dato come compito da leggere ma ha lasciato libera la scelta dei libri quindi, siccome ho sempre pensato che per appassionarsi alla lettura è anche necessario leggere libri belli ho pensato di cominciare da questo: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepulveda, edito da Guanda 132 pagine.

Sinossi: I gabbiani sorvolano la foce dell'Elba, nel mare del Nord. "Banco di aringhe a sinistra" stride il gabbiano di vedetta e Kengah si tuffa. Ma quando riemerge, il mare è una distesa di petrolio. A stento spicca il volo, raggiunge la terra ferma, ma poi stremata precipita su un balcone di Amburgo. C'è un micio nero di nome Zorba su quel balcone, un grosso gatto cui la gabbiana morente affida l'uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto dal gatto solenni promesse: che lo coverà amorevolmente, che non si mangerà il piccolo e che, soprattutto, gli insegnerà a volare. E se per mantenere le prime due promesse sarà sufficiente l'amore materno di Zorba, per la terza ci vorrà una grande idea e l'aiuto di tutti.

Prima di raccontarvi il mio pensiero su questo libro vorrei sottolineare quanto sia stato bello che a leggerlo fosse mio figlio ad alta voce ed io fossi lì ad ascoltarlo. Si sa, a sette anni leggere è sicuramente meno affascinante rispetto a passare il proprio tempo davanti alla TV o con le mani dentro una grande scatola di lego colorata ma, condividere questa cosa con i propri genitori credo sia la giusta tattica per far avvicinare i più piccoli alla lettura. Almeno, con mio figlio questo metodo sta funzionando. 
E così, in lettura condivisa, abbiamo fatto la conoscenza - in realtà per me non era la prima volta ma lessi questo libro ai tempi della sua primissima uscita - di Zorba - il grande, grosso, gatto nero cui una gabbiana in fin di vita affida il suo uovo - e di Fortunata - la piccola gabbianella che da quell'uovo nasce - che sono i protagonisti di questa meravigliosa favola.
Una favola che per un bambino è la possibilità di riflettere sull'amicizia, sull'importanza di mantenere le promesse fatte, sulla capacità di condividere la vita con chi è diverso da noi ma è anche una favola che permette agli adulti di capire quanto, in fondo, potrebbe essere semplice dare il buon esempio cosa che, credetemi, non sempre è facile!
Non ricordavo il lessico di questo libro ed avevo paura che potesse essere troppo complicato per un bambino di soli sette anni invece ho trovato una storia scritta in modo semplice - nonostante i numerosi termini che ho dovuto spiegare a mio figlio ma quello sarebbe accaduto con qualsiasi altra lettura - una storia capace di arrivare al lettore in modo diretto, senza la ricerca di grandi paroloni o di concetti complicati. È vero, non ci sono figure e questo ha speventato tantissimo mio figlio quando lo ha preso in mano per la prima volta ma poi, una volta entrato nella storia, è stato felice e curioso di andare avanti e scoprire come un gatto potesse insegnare ad un gabbiano a volare. 
È facile far entrare nel proprio cuore quel gatto tanto gentile - è il primo commento fatto da mio figlio non appena l'autore ci ha fatto fare la sua conoscenza - e quella gabbianella accudita e sfamata dai gatti del porto, che di quei gatti vuole imitare gli atteggiamenti e le abitudini. Un grande messaggio quello che l'autore con una storia molto semplice vuole fare arrivare a noi, e non lo cela dietro frasi complicate da capire, ma ce lo fa spiegare direttamente da Zorba, così che anche il lettore più piccino possa farlo suo e rifletterci. Zorba, rivolgendosi a Fortunata che continua ad imitare i gatti ad un certo punto le fa un discorso profondissimo:
Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perchè sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito dire che eri un gatto, perchè ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te sì. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall'uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene che tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perchè sarà l'affetto tra esseri completamente diversi.
Quando ha finito di leggere questo passaggio mio figlio è rimasto a bocca aperta e aveva gli occhi che brillavano quindi direi... messaggio ricevuto!
Insomma, un libro che sa parlare con il linguaggio dei bambini ma che è adattissimo anche per gli adulti che quei bambini devono educare. Perchè quale miglior esempio di quello di un libro per spiegare un concetto semplice come l'importanza della lealtà, dell'amicizia e della parola data? 
Un libro che consiglio a tutti, grandi e piccini, e che spero venga letto molto, soprattutto nelle scuole primarie perchè, diciamocelo, Geronimo Stilton è tanto simpatico, ma Sepulveda è proprio un'altra cosa!
E voi, lo avete letto?  Lo consigliereste?

VOTO: 

giovedì 21 dicembre 2017

Coming soon #30 - Fiori sopra l'inferno di Ilaria Tuti

Buongiorno carissimi, come va? Anche voi, come me, state aspettando con ansia che arrivi domani per avere finalmente un po' di vacanza? Oppure siete tra quelli che lavoreranno se non nelle feste comandate? 
Prima di entrare ufficialmente nel mood natalizio volevo condividere con voi la notizia di un nuovo esordio thriller che uscirà nelle librerie il 4 gennaio 2018 - giusto in tempo per poter spendere tutte le card libresche che avrete ricevuto come regalo natalizio - pubblicato da Longanesi, casa editrice che per questo genere è una garanzia, ricordo infatti che è la stessa casa editrice di Donato Carrisi, di Mirko Zilahy, di Tess Gerritsen, di James Patterson! Inutile dire che mi incuriosisce moltissimo e che mi piacerebbe riuscire a leggerlo prestissimo.
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Titolo: Fiori sopra l'inferno
Autore: Ilaria Tuti
Genere: Thriller

Pagine: 350
Costo: 16.90 € cartaceo - 8.99 e-book
Pubblicazione: 04 gennaio 2018 - Longanesi

Descrizione:
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».


Qualche notizia in più:
«C’era una leggenda che gravava su quel posto. Una di quelle che si appiccicano ai luoghi come un odore persistente. Si diceva che in autunno inoltrato, prima che le piogge si tramutassero in neve, il lago alpino esalasse respiri sinistri. Uscivano come vapore dall’acqua e risalivano la china insieme alla bruma del mattino, quando la gora rifletteva il cielo. Era il paradiso che si specchiava nell’inferno. Allora si potevano sentire sibili lunghi come ululati, che avvolgevano l’edificio del tardo Ottocento, sulla riva est. La Scuola. Lo chiamavano così, giù in paese, ma quelle mura avevano mutato destino e nome diverse volte nel tempo: residenza di caccia imperiale, comando nazista, preventorio antitubercolare infantile. Ora nei corridoi c’erano solo silenzio e pareti scrostate, stucchi sbiaditi ed echi di passi solitari...»


Fiori sopra l'inferno è un doppio esordio al femminile: una nuova voce del thriller italiano, Ilaria Tuti, e una protagonista originale e fuori dagli schemi, il commissario Teresa Battaglia. Conteso da numerosi editori europei ancora prima della sua pubblicazione, Fiori sopra l’inferno si è segnalato come un vero e proprio caso editoriale alla Fiera del Libro di Francoforte 2017: i diritti del libro, infatti, sono stati venduti in oltre venti paesi del mondo, tra cui Germania, Francia, Regno Unito e Spagna.
Ilaria Tuti sceglie come protagonista del suo romanzo d’esordio una donna comune, alle prese con le difficoltà quotidiane tipiche di un ambiente ostile e maschilista. Teresa Battaglia è un personaggio fuori da qualsiasi cliché di genere: commissario sessantenne atipico e antieroico, nasconde fragilità fisiche ed emotive con un atteggiamento riservato al limite dell'ostilità, ma capace di emozionare il lettore grazie alla sua grande umanità.
Lo sfondo su cui si muove Teresa Battaglia è l’immaginario Travenì, un piccolo paese delle Dolomiti, la cui tranquillità viene improvvisamente sconvolta da una serie di delitti efferati: una presenza sconvolge gli abitanti con aggressioni feroci e la foresta, complice, la nasconde. Ilaria Tuti tratteggia un paesaggio ostile, dalla bellezza primitiva, così intenso da imporsi a tutti gli effetti come uno dei protagonisti del romanzo e che nasce dal legame indissolubile dell’autrice con la propria terra, il Friuli.
ILARIA TUTI  vive a Gemona del Friuli, tra montagne silenziose quasi quanto lei. Ha studiato economia, ma da sempre è appassionata di fotografia e pittura. Ha lavorato come illustratrice per una piccola casa editrice. Fiori sopra l'inferno conferma la finezza narrativa già riconosciuta con i premi “Gran Giallo Città di Cattolica 2014”, “Carabinieri in Giallo 7” e “Delitti in Giallo”.
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Cosa mi incuriosisce di questo esordio? Sicuramente l'ambientazione friulana che mi riporta alle mie origini paterne - una regione che è un po' dentro di me - e poi questa protagonista che viene definita "fuori da qualsiasi cliché di genere": una sessantenne con fragilità fisiche ed emotive e non una giovane donna nel fiore dei suoi anni! Insomma, se tutto sarà accompagnato da una storia che funziona e dallo stile coinvolgente tipico dei thriller, allora anche questa volta la casa editrice avrà fatto centro! Staremo a vedere... io intanto mi segno la data e voi?


martedì 19 dicembre 2017

Recensione #218 - L'uomo del labirinto di Donato Carrisi

Buongiorno lettori! Periodo un po' frenetico in cui le recensioni e i post sul blog si susseguono senza tregua... Tutte le challenge cui ho partecipato quest'anno finiscono questa settimana ed io devo riuscire a portare a termine le recensioni dei libri con cui partecipo. Eccomi quindi con il mio pensiero su L'uomo del labirinto del grande Donato Carrisi, edito come di consueto da Longanesi - che ringrazio per la copia - 400 pagine. La scorsa settimana ho anche avuto l'onore di partecipare ad una cena con l'autore, se vi siete persi il mio resoconto lo trovate cliccando qui.

Sinossi: Dalle tenebre di una città senza nome riemerge all’improvviso Samantha, rapita tredicenne e tenuta prigioniera per quindici lunghissimi anni. Durante la segregazione è stata costretta ad affrontare ogni giorno giochi diversi, ideati dal suo rapitore, per ottenere ciò che le era indispensabile per sopravvivere: il suo carnefice si è in questo modo incuneato nei meandri della sua mente.
La sua liberazione scatena una duplice caccia al mostro. Da una parte quella condotta da Bruno Genko, l’investigatore privato assoldato quindici anni prima dai genitori della ragazza e che ha finalmente l’occasione di chiudere un caso mai risolto. Dall’altra quella del dottor Green, un profiler il cui tentativo di scavare nei ricordi di Samantha alla ricerca di indizi si trasforma ben presto in una vera e propria caccia nella mente della vittima. In un thriller che corre su due binari paralleli Donato Carrisi racconta al lettore la natura contagiosa del male e il mistero di quella che è al contempo la fragilità e la forza della mente umana.


Che Carrisi in quanto a thriller sia uno dei miei preferiti è ormai risaputo. Quando ho saputo che avrebbe pubblicato un nuovo lavoro non ho resistito ed ho voluto leggerlo subito, certa di ritrovare tra quelle pagine la consueta confortevolezza che, normalmente, l'autore mi riserva. E non mi sbagliavo.
Un thriller nel vero senso della parola questo. Una ragazzina scomparsa per quindici anni senza lasciare tracce di sè, riemerge dal nulla in modo molto misterioso facendo riaprire la caccia al mostro. Una caccia al mostro che permette al libro di prendere subito ritmo, mostrandoci una storia che corre su due binari paralleli: da una parte quello della polizia e di un investigatore privato - Bruno Genko - che cercano, ognuno a modo loro, di trovare il colpevole, dall'altra quello che si svolge nella mente di Sam che è ormai una donna. La sua mente è annebbiata, i suoi ricordi confusi. È proprio dalla sua voce, grazie alle sedute con un profiler, che scopriamo il gioco con cui il mostro l'ha tenuta impegnata negli anni, dandole e togliendole, in modo subdolo, beni di prima necessità capaci di tenerla in vita. Un gioco senza regole palesate, cui spettava alla ragazza scoprirne il meccanisco. È così che assistiamo alla graduale ripresa della memoria di Sam ed è così che assistiamo ai graduali passi fatti dalle indagini verso il mostro.
Da subito l'autore ci trascina nella sua ragnatela, tessuta ad arte disseminando qua e là indizi capaci di portarci ovunque lui voglia, facendoci credere di aver capito tutto, facendoci pensare:"Donato, questa volta ti ho fregato!", lasciandoci poi a bocca aperta rivelando le sue trappole perfette. 
Insieme ai personaggi il lettore si muove nella zona grigia, quella zona in cui il bene e il male si accavallano, si contorcono, si palesano con evidenza riuscendo a mostrare tutto e il contrario di tutto. Anche i cattivi fanno parte di quella zona, appartengono infatti a quelli che nel linguaggio comune vengono chiamati "gli invisibili"; non i bulli, non i bullizzati, ma quelli che nessuno nota, quelli che non sono degni di attenzione neanche per essere presi di mira. Sono proprio questi invisibili a tirare le fila della storia mostrandoci il loro mondo e spiegandoci il loro punto di vista.
Protagonista indiscusso della storia - oltre alla donna ricomparsa - è Bruno Genko, un investigatore privato che era stato assoldato ai tempi della sparizione di Samantha dai suoi genitori e che, con una situazione di salute molto particolare, ha ora la necessità di chiudere un cerchio, quello che dopo anni ha ancora aperto con il passato.
Nella storia Carrisi fa anche numerosi riferimenti ai suoi lavori precedenti, facendo sicuramente un regalo ai suoi lettori e creando un legame tra i suoi thriller passati e questo nuovo nato. Ma, se conoscete Donato, sapete che niente nei suoi libri è lasciato al caso, niente è buttato lì come mera informazione, niente è inserito senza una logica. E questi riferimenti una logica ce l'hanno eccome, e anche bella profonda. Qualcosa che ci permetterà, come sempre, di arrivare in fondo ad una sua storia con l'espressione stupita e la bocca  aperta perchè, se lo amate sapete anche questo: non c'è libro di questo autore che non si chiuda con un grandissimo e perfetto colpo di scena. A voi ora non resta che leggerlo e provare a scoprire quale ci abbia riservato questa volta!


VOTO: 


lunedì 18 dicembre 2017

Recensione #217 - Gli anni della leggerezza - Il tempo dell'attesa - Confusione - Allontanarsi - Primi quattro volumi de La saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard

Buongiorno lettori cari. Come state? Io arranco tra mille cose da fare ma mi consolo pensando che questo è l'ultimo lunedì prima delle vacanze natalizie, una lunga sosta per rigenerare le batterie e per attutire un po' la frenesia degli ultimi mesi. Oggi recensione un po' particolare. Visto che credo di avervi tediato non poco con la Saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard a causa del gruppo di lettura, ho pensato di fare una recensione collettiva dei primi quattro volumi ossia: Gli anni della leggerezza, Il tempo dell'attesa, Confusione ed Allontanarsi editi da Fazi editore. 2437 pagine che abbiamo letto e commentato sul blog con alcuni di voi irriducibili lettori!
Oggi qui, senza spoiler, vi lascio il mio pensiero.

GLI ANNI DELLA LEGGEREZZA - Volume 1

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Primo volume della saga. L'autrice ci accompagna per mano a fare la conoscenza della famiglia Cazalet presentandocene i personaggi: i Cazalet senior - il generale e la moglie - i loro figli - Edward, Hugh, Rupert e Rachel - le loro nuore ed i loro numerosi nipoti.
È estate. La vita scorre apparentemente tranquilla tra il Sussex e Londra. I mariti fanno la spola tra il lavoro e la casa di campagna, mentre le mogli con i figli trascorrono le vacanze tutti insieme ad Home Place, la casa nel Sussex. Tutto si evolve con la leggerezza tipica dei bambini, dei mesi estivi, delle vacanze, nonostante una guerra che - lo percepiscono anche i personaggi - incombe sulle loro vite.
Questo primo volume è forse il più lento tra i quattro che sono qui ad analizzare ma solo perchè, giustamente, l'autrice deve presentarci i personaggi - moltissimi e tutti caratterizzati perfettamente - e farci entrare nell'atmosfera familiare che respireremo per il resto della saga.
La necessità di introdurci nella famiglia rende necessariamente questo volume anche quello con meno avvenimenti, se non quelli legati alla vita di tutti i giorni e alle interazioni tra i personaggi, ma questo approccio porta il lettore ad arrivare alla fine delle oltre seicento pagine conoscendo perfettamente ogni singolo membro della famiglia, ogni sua singola abitudine ed ogni suo più profondo sentimento.
Uno stile che scorre in modo molto fluido - questo non è per niente scontato nelle saghe familiari - ed una voglia irrefrenabile che prende il lettore, a lettura terminata, di continuare a leggere per sapere cosa succederà a quelli che, ormai, sono quasi diventati una famiglia anche per chi legge.
Le ambientazioni sono curate, precise e perfettamente collocate nei luoghi e nel tempo storico in cui l'autrice ha deciso di collocare la storia.

VOTO:








IL TEMPO DELL'ATTESA - Volume 2

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Questo volume non poteva avere titolo diverso da questo. Le pagine scorrono nell'attesa sia per i protagonisti che per i lettori che si trovano questa storia tra le mani. Tutto questo volume si svolge ad Home Place, a causa della guerra che si fa sempre più vicina e lascia tutti nell'incertezza, soprattutto verso alcuni degli uomini della famiglia, che si suono arruolati. L'autrice ci fa, come sempre, una carrellata sulla maggior parte dei protagonisti, soffermandosi poi sulle tre ragazze - Louise, Clary e Polly - cui viene riservato un ruolo molto importante all'interno di questo volume e anche dei successivi. Le ragazze crescono ed i rapporti tra loro cambiano e si evolvono. Le loro vite devono necessariamente provare ad andare avanti nonostante la guerra ma tutto è più complicato, soprattutto per delle giovani come loro, che in una situazione normale avrebbero passato le loro giornate incontrando gente, partecipando a feste, facendo i conti con i primi amori. A Home Place tutto è fermo, la vita si svolge quasi in una bolla. I disagi della guerra arrivano ma rimangono attutiti creando un senso di disagio per le ragazze che vorrebbero vivere, nonostante tutto.
Questo libro, a differenza del precedente, è ricco di avvenimenti, alcuni anche molto importanti e capaci di lasciare il lettore a bocca aperta. I personaggi fanno i conti oltre che con la guerra anche con la vita che, nonostante tutto e anche se in maniera molto lenta, scorre, accompagnata dai razionamenti, dal coprifuoco, dai bombardamenti sempre più vicini e dall'incertezza sul futuro. Anche in questo caso le ambientazioni e la collocazione storica degli avvenimenti sono particolareggiati e ben descritti, tanto da far sentire il lettore partecipe di un periodo storico mai vissuto. A questo punto nessun personaggio ha più segreti per il lettore, che non potrà più fare a meno di tornare in famiglia al più presto per assistere all'evolversi delle vite di questi spettacolari protagonisti, ognuno con un'importanza unica, ognuno con una personalità ben definita e soprattutto ognuno essenziale per lo svolgimento della storia.
VOTO: 

CONFUSIONE - Volume 3

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Le ragazze della seconda generazione dei Cazalet sono ormai donne, e diventano ancora di più le protagoniste della saga, regalandoci grandi momenti legati alla loro vita, insieme, a Londra. La guerra è quasi finita anche se la vita continua ad essere difficile per loro che erano solo delle bambine all'inizio del conflitto e si ritrovano ora, alla fine della guerra, quasi donne, senza praticamente aver vissuto normalmente la vita nel mezzo. Anche per gli altri non sarà facile,ognuno dovrà fare i conti con il ritorno alla normalità, o quello che ne resta, perchè la guerra li ha cambiati, ha spostato gli equilibri, ha segnato la vita di molti loro, sia di quelli che il conflitto lo hanno vissuto attivamente che di quelli che hanno passato la loro esistenza ad attenderli. Chi più chi meno ha dovuto fare i conti con una perdita e ognuno ha ovviamente dovuto trovare il modo di affrontarne le conseguenze, lasciandoci spesso in apprensione verso il futuro. Un volume che mi ha fatto cambiare idea su molti dei componenti della famiglia, che mi ha fatto conoscere dei lati nuovi di ognuno di loro, emersi nella difficoltà di una guerra protrattasi per anni e che, per forza di cose, ha operato sulle loro vite in modo lento e spesso brutale. Ma la guerra è anche un modo per acquisire una nuova consapevolezza di se stessi e delle proprie necessità, portando i protagonisti a fare i conti con un nuovo inizio. Un inizio che non è così scontato come tutti credono, una situazione che non torna immediatamente alla normalità come tutti si aspetterebbero. Non per niente Confusione è il titolo di questo volume, una confusione che si percepisce in modo molto netto e che si respira sulla pelle di ogni personaggio e che sentiamo anche dentro di noi andando avanti nella lettura.
Un libro, questo, dove gli avvenimenti, tanti, si susseguono in modo molto veloce e spesso spiazzando il lettore; un libro che non lascia spazio alla noia e che ci fa sempre di più affezionare a questa saga. Un volume che ho trovato leggermente superiore ai due precedenti e che mi ha fatto pensare che senza ombra di dubbio il mio fosse un amore profondo per questa saga.

VOTO:








ALLONTANARSI - Volume 4

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Ho avuto paura prendendo in mano questo quarto volume... Il titolo del libro, Allontanarsi, non presagiva proprio nulla di buono visto che fino ad ora il titolo è sempre stato in linea con gli avvenimenti che vi si svolgevano all'interno. E infatti il mio timore non era per niente infondato. Niente è più come eravamo abituati a conoscerlo. La grande famiglia che per anni avevamo visto insieme a Home Place si disgrega, ognuno ritorna alla propria dimora di prima della guerra o ad una nuova dimora necessaria a causa dei cambiamenti dei nuclei familiari. Tutti quelli che nel primo volume eravamo abituati a pensare come bambini, ormai sono cresciuti, anche gli ultimi nati sono ormai degli studenti lontano da casa e le grandi dimore londinesi spesso non sono più adatte al numero ridotto di persone che dovranno viverci. Niente in questo volume è come ce lo ricordavamo. I personaggi non sono più quelli di una volta e spesso faticano anche a riconoscersi tra di loro. Se il lettore pensava di aver capito tutto, di conoscere i personaggi come fossero parte della propria famiglia, ora non è più così. Si resta spiazzati rendendosi conto di non sapere più cosa molti di loro pensano, quanto le vite che sono comunque trascorse sotto i nostri occhi li abbiano resi diversi. Alcuni dettagli che con la guerra erano rimasti nascosti ora si palesano e fanno riflettere molti dei nostri protagonisti, portandoli a fare delle scelte, spesso anche non semplici. La leggerezza della vita prima della guerra è ormai un lontano ricordo, ed ogni membro della famiglia vive un periodo di cambiamento ed adattamento. Le vicende continuano ad intracciarsi in modo fluido e ben articolato. Nessuno dei momenti del libro risultano superflui o fuori luogo. L'autrice ha sempre ben in mano la situazione, muovendo i personaggi con dei fili invisibili e non lasciando niente in sospeso, regalandoci l'evolversi della vita di ognuno di loro.
Ormai leggere dei Cazalet è per me come leggere un racconto di famiglia, come quando sfoglio gli album in bianco e nero del passato e mi rendo conto che su quelle immagini ci sono i miei cari, quelli che ora sono abituata a vedere con altri volti. Per me i Cazalet sono questo, membri della mia famiglia con cui non mi stanco mai di avere a che fare. Ohhh quanto mi piacerebbe parlare di arredamento con Polly, fare una bella chiacchierata con Archie, passare qualche ora in compagnia di Zoe e di Rupert. Partecipare ad una delle loro feste di matrimonio... Avrei qualcosa da dire ad ognuno di loro!!! Ma questa è solamente una magnifica storia nata dalla fantasia di una scrittrice quindi l'unico modo che ho per tenerli ancora un po' con me è leggere anche l'ultimo volume e scoprire cosa succederà ad ognuno di loro.
Poi, una volta finito, lo so già, vivrò un lutto, e farò fatica a stare senza di loro che ormai fanno un po' parte delle mie giornate.
Se normalmente con le saghe si ha l'impressione che con lo scorrere delle pagine e con l'avanzare dei volumi la storia perda di intensità qui è proprio l'opposto. L'autrice riesce a tenere alta l'attenzione scegliendo una narrazione intensa ma capace di appassionare. Decisamente un grande lavoro!

VOTO:

venerdì 15 dicembre 2017

Letture con Marina #27

Buongiorno lettori, come ogni quindici giorni siamo pronti per un nuovo appuntamento con la rubrica Letture con Marina.Vi auguro un meraviglioso weekend e vi lascio a lei.

 
Titolo: Il giudice delle donne
Autore: Maria Rosa Cutrufelli
Casa editrice: Frassinelli
Pagine: 248
Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2016

Sinossi: Teresa non è una bambina come le altre: nasconde un segreto e per questo ha scelto di chiudersi in un mutismo che la isola e, al tempo stesso, la protegge. Alessandra, al contrario, è una giovane maestra esuberante. Fa parte di quella folta schiera di donne che, all'inizio del Novecento, si spinse nei paesini più sperduti a insegnare l'alfabeto. Un lavoro da pioniere. Difficile, faticoso, solitario. Anche Alessandra è sola, per la prima volta nella sua vita. Ma le piace insegnare e sfida con coraggio i pregiudizi e le contraddizioni di una società divisa tra idee antiche e prospettive nuove. Nuovo è pure il mestiere di Adelmo, che cerca di farsi strada nel mondo appena nato del giornalismo moderno. Una sfida esaltante per un giovanotto ambizioso e di talento. E le occasioni non mancano in questa Italia ancora giovane, una nazione tutta da inventare. È il 1906, siamo nelle Marche, all'epoca una delle zone più povere della penisola. La maestra e la bambina sono nate qui. Una ad Ancona, l'altra a Montemarciano. Un piccolo paese sconosciuto, che di lì a poco conquisterà, insieme alla vicina Senigallia, le prime pagine dei quotidiani nazionali. Il nuovo secolo infatti porta sogni strani. Come il suffragio universale. Esteso alle donne, addirittura. Ed è per inseguire questo sogno che dieci maestre decidono di chiedere l'iscrizione alle liste elettorali. Sarà un giudice di Ancona, il presidente della Corte di Appello, a dover prendere la decisione. Lodovico Mortara, il giudice delle donne.

RECENSIONE:

Complici la bibliotecaria di Prata che conosce la mia passione per Virginia Woolf, la stupenda copertina che mi rimanda ad un ricordo di una foto della scrittrice al mare nel costume che si usava ad inizio secolo (forse con Roger Fry?, devo controllare), le suffragette inglesi e l’annosa questione riguardante proprio la Woolf su quest’argomento… ebbene, il tutto ha congiurato affinchè leggessi questo romanzo, ambientato però in Italia ed avente come storia centrale la lotta di una serie di maestre per ottenere il diritto al voto. Ambientato più precisamente a Montemarciano con puntate ad Ancona, con uno straordinario affresco del pensiero maschile e della classe politica – maschia - dei primi del ‘900, con rimandi allo Statuto Albertino (la carta fondamentale dello Stato allora in vigore) e deliziose ed interessanti descrizioni dell’Expo che si era tenuto nel 1906 a Milano, questo è proprio un romanzo che oltre alla gradevole lettura unisce soprattutto la possibilità di venire a conoscenza di un episodio importante e reale avvenuto anche nel ns Paese agli inizi del 1900. Grazie a questo romanzo ed al fenomenale mezzo informatico che abbiamo oramai a disposizione, mi sono imbattuta anche in un altro aspetto della vita della pedagogista Maria Montessori, prima donna laureata in medicina in Italia che, oltre a firmare le petizione per il diritto al voto delle donne, pubblica sulle pagine di un quotidiano un proclama alle donne italiane, che viene anche affisso a Roma, in cui esorta le donne a chiedere il voto politico e a quelle in possesso dei requisiti richiesti ad avanzare alla propria commissione provinciale domanda di iscrizione alla lista elettorale. Con uno sguardo al contempo appassionato e partecipe su un’Italia legata ancora a pregiudizi del secolo precedente (1.800), la scrittrice ci racconta in forma romanzata una vicenda reale che vide una decina di maestre, insieme ad un giudice sensibile e deontologicamente preparato ed integerrimo, aprirsi alla modernità e alle istanze degli esclusi, pur rispettando la legge dell’epoca. Qui gli esclusi “secolari” sono le donne che, accomunate “agli analfabeti, nonché ai pazzi, ai detenuti in espiazione di pena e agli imprenditori che hanno subito una procedura di fallimento…”, non hanno il diritto di voto. Con mia somma sorpresa poi, scopro che proprio nelle Marche nel 1906/1907 si era arrivati ad un passo dal voto alle donne: ancor prima che in Gran Bretagna, che dovrà attendere il 1918 per il riconoscimento al diritto di voto ad una parte della popolazione femminile inglese.

Da noi in Italia, una decina di maestre marchigiane riesce ad ottenere un primo successo per conquistare il diritto al voto proprio grazie al giudice ebreo Mortara, che successivamente divenne anche Ministro. Vale la pena sbirciare un po’ nella vita di quest’uomo, cui la Cutrufelli dedica alla fin fine il romanzo, definendolo il “giudice” delle donne. Purtroppo l’anelito di libertà fu di breve durata per queste pioniere del voto, perché nel 1907 la corte d’appello di Roma fa marcia indietro ed esclude di fatto le donne dal voto per altri trent’anni!

Le protagoniste che ci parlano dalle pagine di questo interessante romanzo sono Alessandra, diciannovenne giovane maestra alla sua prima esperienza di insegnante, “sora Luiscia” maestra e moglie del sindaco e Teresa, bambina che ospita nella sua casa, insieme al nonno, la giovane Alessandra e che nella sua giovanissima vita ha già dovuto assistere alla morte prematura della madre, a causa di un aborto clandestino.

Romanzo storico, potremmo anche definirlo – nel senso che ci racconta uno spaccato di vita di un secolo fa, citando persone realmente esistite e che la Cutrufelli fa rivivere in modo romanzato, laddove la storia e le fonti fanno difetto. Storie di amore in erba, che la piccola Teresa istintivamente riconosce, storie di donne che lottano e mettono la faccia per ciò in cui credono, piccoli atti di vigliaccheria e di eroismo quotidiano. Storie di donne che hanno iniziato a dividersi tra famiglia e lavoro. Storie di giornalismo, di malcostume, di politici corrotti, di nepotismo, di ingenui candori e sotterfugi, di prime gite in bicicletta. Storie di donne casalinghe e lavoratrici, quando per una donna lavorare fuori casa era una vergogna. Storie di un’Italia che la scrittrice disegna in modo garbato ma veritiero. Storie in cui si respira il desiderio del futuro che vorremmo.

Un romanzo che decisamente mi è piaciuto e che mi indica nuovamente la strada verso le letture di Virginia Woolf e del suo periodo storico.
Curiosità: L’Expo di Milano 2015 non è stata quindi una novità!

L'Esposizione Universale di Milano 1906, nota a tutti come la grande Expo del lavoro, nasce con l'intenzione di fare una grande mostra internazionale sui trasporti, per inaugurare il recente tratto ferroviario Parigi- Milano, in occasione però dell'inaugurazione dell'allora appena completato Parco del Traforo Alpino del Sempione.

A presto,