venerdì 5 maggio 2017

Letture con Marina #13

Buon pomeriggio carissimi, eccoci  giunti ad un nuovo appuntamento con la rubrica di Marina. Vi auguro un magnifico weekend e lascio a lei la parola.


E come promesso lo scorso Aprile, proseguiamo con un altro libro in lizza per il Premio Bancarella, il cui risultato conosceremo a Luglio di quest’anno…

Autore: Lorenzo Marone
Titolo: MAgari domani resto
Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 320
Genere: Narrativa
Anno Pubblicazione: 2017

Sinossi:  Chiamarsi Luce non è affatto semplice, specie se di carattere non sei sempre solare. Peggio ancora se di cognome fai Di Notte, uno dei tanti scherzi di quello scombinato di tuo padre, scappato di casa senza un perché. Se poi abiti a Napoli nei Quartieri Spagnoli e ogni giorno andare al lavoro in Vespa è un terno al lotto, se sei un avvocato con laurea a pieni voti ma in ufficio ti affidano solo scartoffie e se hai un rottame di famiglia, ci sta che ogni tanto ti "arraggi" un po'. Capelli corti alla maschiaccio, jeans e anfibi, Luce è una giovane onesta e combattiva, rimasta bloccata in una realtà composta da una madre bigotta e infelice, da un fratello fuggito al Nord, da un amore per un bastardo Peter Pan e da un lavoro insoddisfacente. Come conforto, solo le passeggiate con Alleria, il suo Cane Superiore, unico vero confidente, e le chiacchiere con l'anziano vicino don Vittorio, un musicista filosofo in sedia a rotelle. Finché, un giorno, a Luce viene assegnata una causa per l'affidamento di un minore. All'improvviso, nella sua vita entrano un bambino saggio e molto speciale, un artista di strada giramondo e una rondine che non ha nessuna intenzione di migrare. La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma è forse l'occasione per sciogliere nodi del passato e mettere ordine nella capatosta di Luce. Risolvendo un dubbio: andarsene, come hanno fatto il padre, il fratello e chiunque abbia seguito l'impulso di prendere il volo, o magari restare, trovando la felicità nel suo piccolo pezzettino di mondo?
RECENSIONE:


Ho un rapporto un po’ particolare con questo scrittore, nel senso che è uno dei pochi autori che seguo in FB e soprattutto ne ho sentito tanto parlare da alcune book bloggers. 
Purtroppo come sovente mi capita (ma sono la sola a cui accade?), alla rincorsa delle ultime uscite, leggo disordinatamente le opere di un autore. E questo sicuramente non aiuta a seguire la sua evoluzione, il suo pensiero. Ed a riprova, non ho letto le primissime opere di Lorenzo Marone, ma sono saltata subito al lavoro del 2016: “La Tristezza ha il sonno leggero”, che non mi è piaciuto particolarmente, mi ha lasciato la sensazione di irrisolto ma soprattutto mi ha dato la sensazione di un libro scritto sull’onda del successo del primo romanzo. Leggi dell’editoria, forse…? 
Per le ragioni sopra citate e l’impressione – da lontano – che l’uomo ancorchè l’autore siano genuinamente apprezzabili e visti i pareri più che positivi di altri lettori, mi ero ripromessa un’altra lettura di questo autore. E quale occasione migliore di questa nuova uscita?, che tra l’altro lo vede in lizza per il Premio Bancarella. A riprova della sua popolarità e quindi della bontà delle sue opere.

La prendo alla lontana, iniziando dalla copertina: molto bella nei colori e nel disegno, che sposa alla perfezione il poetico titolo del romanzo, accoppiata vincente con la vita delle rondini e che si lega a doppio filo alla rondine Primavera e soprattutto descrive in un volo libero la vita di Luce, la protagonista del libro. Vita non facile, oscurata sin dall’infanzia dalla precoce mancanza del padre, di una vita di bimba che non capisce e non si rende conto – come è giusto che sia – del perché non possa vivere le sue giornate insieme a mamma e nonna – e debba invece vivere queste due figure molto importanti in momenti strettamente contingentati e separati. 
Vive a Napoli la nostra protagonista, una città comprensibilmente amata da questa donna forte e coraggiosa, che usa le parole di Lorenzo Marone per cantare il suo amore per questa città lungo tutto il romanzo e ci fa attraversare i Quartieri Spagnoli ed il circondario sino a raggiungere il mare, fino quasi ad avere l’impressione di percorrere i vicoli insieme a lei ed al suo dirimpettaio, un uomo altrettanto eccezionale: don Vittorio (le rarissime volte in cui escono insieme). 
Incontriamo Luce quando ha trentacinque anni e nonostante il passato e le esperienze dolorose, inizia a sentire l’orologio biologico che scandisce il tempo e, complice una famiglia particolare il cui padre è un presunto camorrista, capirà che anche per lei è arrivato il momento di formare una famiglia perché i legami e gli affetti sono la cosa più importante per un essere umano. Vi lascio quindi a questo romanzo che, ne sono certa, piacerà anche a Voi, tanto quanto ha appassionato me, perché l’autore riesce ad incatenare l’attenzione dei lettori con delle pagine veramente ben scritte, intriganti, divertenti, commoventi e piacione – pur se nel contempo fa affiorare gli annosi problemi di questa bellissima città. Il tutto senza essere magari didascalico o presuntuosamente dotto e senza appesantire il romanzo, visto i temi che Marone incasella con magistrale perizia, giusto una pennellata qua e là. 
Unico neo di questo bel romanzo: il desiderio, ad un certo punto, che potesse essere più breve, sensazione data dal fatto che alcuni concetti vengono ripetutamente portati all’attenzione del lettore, soprattutto i ragionamenti di Luce ed il fatto di rimarcare ad ogni piè sospinto che lei è forte, incorruttibile, onesta, etc… Forse si poteva accorciare quest’abbondanza di reiterazioni – ma forse il romanzo ha un suo proprio vigore proprio per queste ripetizioni di buoni sentimenti e ottima caratura morale dei protagonisti principali.
Al momento abbiamo preso in esame i primi due romanzi finalisti al Premio Bancarella – ne mancano ancora quattro, anche se non credo che li leggerò proprio tutti – alcuni non mi incuriosiscono o non sono propriamente nelle mie corde di lettrice – ma chissà… Se dovessi scegliere tra questi primi due romanzi letti, al momento il mio voto andrebbe a: La Locanda dell’ultima Solitudine (Alessandro Barbaglia), un romanzo poetico e fuori dal tempo…

L'AUTORE:

Lorenzo Marone nasce a Napoli, dove tutt'ora vive con la moglie Flavia e un bassotto. Laureato in Giurisprudenza, esercita l'avvocatura per quasi dieci anni, mantenendo parallelamente un'attività di scrittore. Un giorno smette di fare l'avvocato, si trova un lavoro come impiegato in un'azienda privata e comincia a spedire i suoi racconti. Suoi sono i libri Daria (La gru, 2012), Novanta. Napoli in 90 storie vere ispirate alla Smorfia (Tullio Pironti, 2013), La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015), La Tristezza ha il Sonno Leggero (2016) e Magari domani resto (2017).


7 commenti:

  1. Ciao Marina!
    Mi pare di capire che Luce ti ha coinvolta più del povero Erri, anche se con qualche riserva.
    Bacio

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    1. Ciao Stefania!
      Si decisamente. Molto meglio.
      In biblio da Lea poi ho vsito anche Daria e appena mi libero un po', lo prenderò in prestito.
      Buon fine settimana!

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    2. Io ad Erri sono molto affezionata, soprattutto per i suoi difetti e la sua umanità.
      Magari avessi la cazzimma di Luce.
      un bacio da LEa

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    3. Ciao Lea,
      Eh magari, mi fionderei subito dentro alle pagg di un libro 😉
      Come detto, mi è piaciuto quest'ultimo, resta sempre il fatto che lo trovo troppo infarcito di ... bAci perugina!
      Anche se questo un po' meno e più velatamente del precedente.
      Quindi... proseguiamo!!
      Bacio, Marina

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    4. Ciao Lea,
      Eh magari, mi fionderei subito dentro alle pagg di un libro 😉
      Come detto, mi è piaciuto quest'ultimo, resta sempre il fatto che lo trovo troppo infarcito di ... bAci perugina!
      Anche se questo un po' meno e più velatamente del precedente.
      Quindi... proseguiamo!!
      Bacio, Marina

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  2. A me è piaciuto molto questo. Non ho ancora letto gli altri dell'autore.

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    1. Ciao Dolci,
      Anche a me questo è piaciuto molto di più rispetto al precedente.
      Vorrei però leggere anche il suo 1° successo, per farmi un'idea complessiva.
      È un autore italiano e quindi non c'è nemmeno di mezzo la traduzione, che alcune volte incide...
      Sono contenta ti sia piaciuto molto.
      A me è piaciuta molto anche la descrizione dei Quartieri Spagnoli.
      Forse la cosa che mi infastidisce di più sono le continue frasette da baci perugina...
      Ma forse questo è proprio il suo stile. Chissà...?
      Buon fine settimana!

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