venerdì 15 dicembre 2017

Letture con Marina #27

Buongiorno lettori, come ogni quindici giorni siamo pronti per un nuovo appuntamento con la rubrica Letture con Marina.Vi auguro un meraviglioso weekend e vi lascio a lei.

 
Titolo: Il giudice delle donne
Autore: Maria Rosa Cutrufelli
Casa editrice: Frassinelli
Pagine: 248
Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2016

Sinossi: Teresa non è una bambina come le altre: nasconde un segreto e per questo ha scelto di chiudersi in un mutismo che la isola e, al tempo stesso, la protegge. Alessandra, al contrario, è una giovane maestra esuberante. Fa parte di quella folta schiera di donne che, all'inizio del Novecento, si spinse nei paesini più sperduti a insegnare l'alfabeto. Un lavoro da pioniere. Difficile, faticoso, solitario. Anche Alessandra è sola, per la prima volta nella sua vita. Ma le piace insegnare e sfida con coraggio i pregiudizi e le contraddizioni di una società divisa tra idee antiche e prospettive nuove. Nuovo è pure il mestiere di Adelmo, che cerca di farsi strada nel mondo appena nato del giornalismo moderno. Una sfida esaltante per un giovanotto ambizioso e di talento. E le occasioni non mancano in questa Italia ancora giovane, una nazione tutta da inventare. È il 1906, siamo nelle Marche, all'epoca una delle zone più povere della penisola. La maestra e la bambina sono nate qui. Una ad Ancona, l'altra a Montemarciano. Un piccolo paese sconosciuto, che di lì a poco conquisterà, insieme alla vicina Senigallia, le prime pagine dei quotidiani nazionali. Il nuovo secolo infatti porta sogni strani. Come il suffragio universale. Esteso alle donne, addirittura. Ed è per inseguire questo sogno che dieci maestre decidono di chiedere l'iscrizione alle liste elettorali. Sarà un giudice di Ancona, il presidente della Corte di Appello, a dover prendere la decisione. Lodovico Mortara, il giudice delle donne.

RECENSIONE:

Complici la bibliotecaria di Prata che conosce la mia passione per Virginia Woolf, la stupenda copertina che mi rimanda ad un ricordo di una foto della scrittrice al mare nel costume che si usava ad inizio secolo (forse con Roger Fry?, devo controllare), le suffragette inglesi e l’annosa questione riguardante proprio la Woolf su quest’argomento… ebbene, il tutto ha congiurato affinchè leggessi questo romanzo, ambientato però in Italia ed avente come storia centrale la lotta di una serie di maestre per ottenere il diritto al voto. Ambientato più precisamente a Montemarciano con puntate ad Ancona, con uno straordinario affresco del pensiero maschile e della classe politica – maschia - dei primi del ‘900, con rimandi allo Statuto Albertino (la carta fondamentale dello Stato allora in vigore) e deliziose ed interessanti descrizioni dell’Expo che si era tenuto nel 1906 a Milano, questo è proprio un romanzo che oltre alla gradevole lettura unisce soprattutto la possibilità di venire a conoscenza di un episodio importante e reale avvenuto anche nel ns Paese agli inizi del 1900. Grazie a questo romanzo ed al fenomenale mezzo informatico che abbiamo oramai a disposizione, mi sono imbattuta anche in un altro aspetto della vita della pedagogista Maria Montessori, prima donna laureata in medicina in Italia che, oltre a firmare le petizione per il diritto al voto delle donne, pubblica sulle pagine di un quotidiano un proclama alle donne italiane, che viene anche affisso a Roma, in cui esorta le donne a chiedere il voto politico e a quelle in possesso dei requisiti richiesti ad avanzare alla propria commissione provinciale domanda di iscrizione alla lista elettorale. Con uno sguardo al contempo appassionato e partecipe su un’Italia legata ancora a pregiudizi del secolo precedente (1.800), la scrittrice ci racconta in forma romanzata una vicenda reale che vide una decina di maestre, insieme ad un giudice sensibile e deontologicamente preparato ed integerrimo, aprirsi alla modernità e alle istanze degli esclusi, pur rispettando la legge dell’epoca. Qui gli esclusi “secolari” sono le donne che, accomunate “agli analfabeti, nonché ai pazzi, ai detenuti in espiazione di pena e agli imprenditori che hanno subito una procedura di fallimento…”, non hanno il diritto di voto. Con mia somma sorpresa poi, scopro che proprio nelle Marche nel 1906/1907 si era arrivati ad un passo dal voto alle donne: ancor prima che in Gran Bretagna, che dovrà attendere il 1918 per il riconoscimento al diritto di voto ad una parte della popolazione femminile inglese.

Da noi in Italia, una decina di maestre marchigiane riesce ad ottenere un primo successo per conquistare il diritto al voto proprio grazie al giudice ebreo Mortara, che successivamente divenne anche Ministro. Vale la pena sbirciare un po’ nella vita di quest’uomo, cui la Cutrufelli dedica alla fin fine il romanzo, definendolo il “giudice” delle donne. Purtroppo l’anelito di libertà fu di breve durata per queste pioniere del voto, perché nel 1907 la corte d’appello di Roma fa marcia indietro ed esclude di fatto le donne dal voto per altri trent’anni!

Le protagoniste che ci parlano dalle pagine di questo interessante romanzo sono Alessandra, diciannovenne giovane maestra alla sua prima esperienza di insegnante, “sora Luiscia” maestra e moglie del sindaco e Teresa, bambina che ospita nella sua casa, insieme al nonno, la giovane Alessandra e che nella sua giovanissima vita ha già dovuto assistere alla morte prematura della madre, a causa di un aborto clandestino.

Romanzo storico, potremmo anche definirlo – nel senso che ci racconta uno spaccato di vita di un secolo fa, citando persone realmente esistite e che la Cutrufelli fa rivivere in modo romanzato, laddove la storia e le fonti fanno difetto. Storie di amore in erba, che la piccola Teresa istintivamente riconosce, storie di donne che lottano e mettono la faccia per ciò in cui credono, piccoli atti di vigliaccheria e di eroismo quotidiano. Storie di donne che hanno iniziato a dividersi tra famiglia e lavoro. Storie di giornalismo, di malcostume, di politici corrotti, di nepotismo, di ingenui candori e sotterfugi, di prime gite in bicicletta. Storie di donne casalinghe e lavoratrici, quando per una donna lavorare fuori casa era una vergogna. Storie di un’Italia che la scrittrice disegna in modo garbato ma veritiero. Storie in cui si respira il desiderio del futuro che vorremmo.

Un romanzo che decisamente mi è piaciuto e che mi indica nuovamente la strada verso le letture di Virginia Woolf e del suo periodo storico.
Curiosità: L’Expo di Milano 2015 non è stata quindi una novità!

L'Esposizione Universale di Milano 1906, nota a tutti come la grande Expo del lavoro, nasce con l'intenzione di fare una grande mostra internazionale sui trasporti, per inaugurare il recente tratto ferroviario Parigi- Milano, in occasione però dell'inaugurazione dell'allora appena completato Parco del Traforo Alpino del Sempione.

A presto,
                             

4 commenti:

  1. Ecco, a me piacciono proprio tanto i romanzi che mi insegnano qualcosa (mi sa che ormai lo sanno anche le pietre!). Questo non lo conoscevo, ma fa per me ed entra in lista di prepotenza! Grazie Marina, buon weekend!

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    1. Ciao Nadia,
      A parte la storia che si legge d'un fiato perchè piacevole, ci sono tante cose raccontate che incuriosiscono ed inducono alla ricerca.
      Come detto, uno scrittore può avventurarsi laddove uno storico deve fermarsi.
      Ma la commistione dei 2 generi e i tanti fatti storici, come ad esempio l'Expo del 1906, il giornalismo in embrione e la deontologia che si scontra con il malcostume, la mentalità nei riguardi delle prime donne lavoratrici in settori maschili, il discorso del voto femminile, la bicicletta come novità...
      Beh, ci sono proprio tanti argomenti che rendono questo libro più che meritevole di essere consigliato.
      Buon fine settimana Nadia!
      Ciao, Marina

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  2. Lo leggerò sicuramente anch' io. Grazie per la bella recensione.
    Lea

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    1. Ciao Lea,
      Grazie a te per il consiglio di questa lettura.
      E mentre lo leggevo, mi veniva in mente "la maestrina dalla penn rossa". Ed è stato piacevole come il rientro a casa dopo un lungo viaggio.
      Buon fine settimana, Marina

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