lunedì 30 gennaio 2017

Recensione #167 - Lo stupore di una notte di luce di Clara Sanchez

Buongiorno carissimi lettori! In questo grigio lunedì sono qui per lasciarvi una nuova recensione, quella del libro Lo stupore di una notte di luce di Clara Sanchez edito da Garzanti – che ringrazio per la copia – pag 398 - seguito del famosissimo Il profumo delle foglie di limone che ho recensito qui.

Sinossi: È una notte stranamente luminosa. Una notte in cui il buio non può più nascondere nulla. Lo sa bene Sandra mentre guarda suo figlio che dorme accanto a lei. Ha fatto il possibile per proteggerlo. Ma nessuno è mai davvero al sicuro. Soprattutto ora che nella borsa dell'asilo ha trovato un biglietto. Poche parole che possono venire solo dal suo passato: "Dov'è Juliàn?". All'improvviso il castello che Sandra ha costruito crolla pezzo dopo pezzo: il bambino è in pericolo. Sandra deve tornare dove tutto è iniziato. Dove ha scoperto che la verità può essere peggio di un incubo. Dove ha incontrato due vecchietti che l'hanno accolta come una figlia, ma che in realtà erano due nazisti con le mani sporche di sangue innocente, che inseguivano ancora i loro ideali crudeli e spietati. È stato Juliàn ad aiutarla a capire chi erano veramente. Lui che, sopravvissuto a Mauthausen, ha cercato di scovare quei criminali ancora in libertà. Lui ora è l'unico che può conoscere chi ha scritto quel biglietto e perché. Juliàn sa che la sua lotta non è finita, che i nazisti non si sono mai arresi. Si nascondono dietro nuovi segreti e tradimenti. Dietro minacce sempre più pericolose. E quando il figlio di Sandra viene rapito, l'uomo sente che bisogna fare qualcosa e in fretta. Perché in gioco c'è la vita di un bambino. Ma non solo. C'è una sete di giustizia che non può ancora essere messa a tacere.

Julian e Sandra sono tornati. La Sanchez ci ha regalato, dopo sette anni, il seguito del suo best seller Il profumo delle foglie di limone. Ero molto curiosa di capire fino a che punto l’autrice riuscisse a ripetere il grande successo ottenuto dal libro precedente, che io avevo amato molto ad una prima lettura e che ho amato nuovamente rileggendolo poche settimane fa.
La storia riprende esattamente dove l’avevamo lasciata. Julian risiede a I Tre Ulivi e continua a tenere d’occhio i pochi nazisti rimasti a Dianium dopo il suo intervento; Sandra è tornata a Madrid, ha avuto il suo bambino – che ha chiamato Julian – ha un rapporto civile con Santi – il padre di suo figlio – e Lucy – la sua nuova fidanzata - e pensa ancora ad Alberto, di cui non ha più avuto notizie. Tutto sembra essersi sistemato e sembra scorrere senza grandi scossoni nella routine della vita di tutti i giorni. Il sembra è d’obbligo visto che un giorno Sandra trova un biglietto nello zaino di suo figlio in cui qualcuno le chiede dove sia finito Julian, quell’anziano signore il cui unico scopo nella vita è quello di stanare i nazisti che si nascondono in luoghi comuni, vivendo come persone per bene. Nello stesso periodo riconosce Martin – uno dei nazisti che l’avevano tenuta prigioniera - nei paraggi dell’asilo del figlio e lei ci mette un attimo a fare due più due.
Sandra e Julian non hanno più avuto contatti da quando l'uomo ha aiutato Sandra a mettersi in salvo su quel pullman che l’ha riportata alla vita, ma la ragazza capisce che anche questa volta non può far finta di niente e deve riuscire ad avvisare l’uomo del pericolo che corre. La casetta a Dianium di proprietà della sorella è ancora libera e lei decide di tornarci con tanto di figlio e del suo ex compagno, con la scusa di qualche giorno di vacanza ma in realtà con la speranza di rintracciare Julian e soprattutto Alberto; ovviamente senza minimamente pensare alle conseguenze di quella scelta.
La ragazza ripercorre quindi i suoi passi, tornando nel luogo in cui aveva rischiato la vita, non rendendosi conto che la partita è ancora aperta ed il pericolo non è assolutamente scampato.
La Sanchez riesce senza difficoltà a riportarci indietro al libro precedente, ripartendo esattamente dal punto in cui tutto era terminato e ricreando le atmosfere che già avevamo vissuto con Il profumo delle foglie di limone.
Anche in questo nuovo lavoro la narrazione è a due voci, e sono proprio Julian e Sandra a raccontarci in prima persona gli avvenimenti e i propri pensieri: con Julian assistiamo al lento ed inesorabile invecchiamento di alcuni dei nazisti più pericolosi della storia, e sempre con lui cerchiamo di decifrare i messaggi che Salva, il suo vecchio amico ormai morto, ha disseminato sul suo percorso; con Sandra viviamo invece un rapporto complicato, fatto di due persone che hanno messo al mondo un figlio ma che non condividono la vita e neanche le aspettative per il futuro.
Solo verso la fine del libro l’autrice ci regala un terzo punto di vista, quello di Lucy - la nuova compagna di
Santi – personaggio femminile cui improvvisamente viene dato un ruolo importante nella vicenda. Questa scelta mi ha lasciato un po’ perplessa, perché in realtà da lettrice avrei preferito che ad emergere fosse il pensiero di Santi che in questo libro non è più un personaggio solo nominato come avveniva nel romanzo precedente, ma ha invece un ruolo da protagonista.
Diversi sono i vecchi personaggi che ritroviamo in questa nuova avventura: Frida, la pericolosissima adepta nazista; il Macellaio di Mauthausen, con cui Julian intesse un gioco pericoloso; Martin, che viaggiava sempre in coppia con Alberto; e infine le presenze latenti, solo come ombre ma sempre inquietanti, di Alice e Otto, i capi dell’organizzazione.
Ci sono inoltre nuove presenze che arricchiscono la storia: Pilar, la direttrice de I Tre Ulivi; Geralda e James, i due ospiti della residenza che più si avvicinano a Julian diventandone amici e, come dicevo prima, Santi.
Lo stile resta quello che conoscevamo, dettagliato nelle descrizioni, capace di inserire nei punti salienti dei colpi di scena e ricco di quell’atmosfera che avevamo imparato a conoscere. Quello che però mi è sembrato in questo nuovo lavoro è che la storia sia più lenta e un pochino meno convincente della precedente; l’avvenimento che dovrà poi diventare il centro focale della trama avviene ben oltre la metà del romanzo – parliamo di più di duecento pagine – e per quanto io sia amante delle storie lente, cui si arriva con calma e dettagliatamente, in questo caso mi è sembrato veramente troppo visto che poi la parte finale è invece un po’ affrettata, con una soluzione cui forse poteva essere dedicata un po’ più di calma.
Il romanzo nel suo insieme mi è comunque sembrato una degna prosecuzione della vicenda e mi sento di consigliarlo a chi ha amato Il profumo delle foglie di limone.  
Lo avete letto? Vi è piciuto?

 VOTO: 






venerdì 27 gennaio 2017

Letture con Marina #6

Buon venerdì lettori. Oggi torna Marina con le sue letture. Lascio quindi a lei la parola e vi auguro una meravigliosa giornata!


Autore: Carlos Del Amor
Traduzione: Patrizia Spinato
Titolo: L'anno senza Estate/El año sin verano
Casa editrice: Casa Editrice Nord
Pagine: 266
Genere: romanzo giallo
Anno Pubblicazione: 2016

Sinossi:  Secondo i meteorologi, l'estate sarà fredda e piovosa. E una Madrid silenziosa e soprattutto fresca è ciò che serve a un giornalista per concentrarsi sulla stesura del suo romanzo. Peccato, però, che i meteorologi si siano sbagliati e ad agosto la città diventi un deserto d’asfalto infuocato. Il giornalista è stremato dal caldo e completamente privo di idee. Ma tutto cambia quando, per caso, trova il mazzo di chiavi della portinaia del suo condominio, anche lei partita per le vacanze. La tentazione è troppo forte e il giornalista lo usa per entrare negli appartamenti dei vicini. Comincia così uno strano vagabondaggio alla scoperta dei mondi celati dietro le porte chiuse: dall'attico spoglio dell'attore fallito, che mente alla famiglia dicendo di essere diventato un divo, alla casa della signora Margarita, piena dei ricordi che l'Alzheimer le ha portato via. Ma sono i segreti di Simón, l'inquilino del quinto piano, ad attrarre maggiormente l'attenzione del giornalista. Perché da trent'anni, ogni 20 settembre, Simón fa pubblicare sul giornale una lettera per Ana, la moglie morta troppo presto… e non per cause naturali. Ana è caduta dal balcone. È stato un incidente? O forse qualcuno l'ha spinta? Per il giornalista, capire che cosa sia accaduto ad Ana diventa quasi una missione. Come se ricostruire quella vecchia storia fosse l'unico modo per ritrovare l'ispirazione perduta. Inizia così a riannodare i fili di quel matrimonio celebrato nell'amore e minato dalla gelosia; di quella donna fragile e misteriosa; di quell'uomo devoto fino all'ossessione. Per poi rendersi conto che, spesso, la realtà è più sorprendente di un romanzo…
Piccolo diversivo, per affrontare l’incombente fine settimana con quel tanto di curiosità e mistero, ma senza ansia … :)

RECENSIONE:

Sarebbe troppo semplice chiedervi: ma voi, l’avreste fatto? Il vostro condominio è vuoto… per un caso della sorte vi ritrovate ad avere le chiavi di tutti gli appartamenti… nessuno lo saprà mai… A meno che il proprietario non rientri prima dalle vacanze e non vi becchi inopinatamente ad uscire proprio dal suo appartamento. Ma non c’è nessuno, sono tutti in vacanza. Ci siete solo voi e gli appartamenti vuoti. Vi verrebbe mai in mente di aspettare la sera e di andare a curiosare in giro?


Beh, questo è quanto succede al nostro protagonista in un’estate, quella del 2013, che non dovrebbe nemmeno partire, dato che meteorologicamente dovrebbe essere molto fredda. Non pago dell’appena avvenuta morte del padre e dalla nascita del suo primogenito – dato che il secondo libro che deve scrivere non decolla, nonostante l’idea di fondo ci sia… - si fa prendere da questo prurito pericoloso. E non solo di sera entra nei diversi appartamenti, ma addirittura ci si addormenta all’interno!

E grazie a questo giornalista scrittore, anche noi penetriamo nei diversi appartamenti e iniziamo a conoscere i vicini, ciascuno con le proprie storie felici, tristi, dolorose, misteriose. L’appartamento che più incuriosisce il nostro giornalista è quello di Simon ed Ana. Marito e moglie devoti ed innamorati, fino all’improvvisa morte di lei, catalogata alla fine come suicidio, dato che il commissario Garrido non era riuscito a provare si trattasse di omicidio. Ed è proprio la storia dei giovani Simon ed Ana che diventerà il punto focale attorno a cui gireranno le vite degli altri condomini, in un susseguirsi di incredibili incroci di destino.

Le vicende del condominio si svolgono nel 1983, mentre l’estate in cui il giornalista ne verrà a conoscenza sarà nell’anno 2013. Anno in cui non tutti i protagonisti della vicenda abitano ancora lì. Ad incrociare questi destini, anche una stupenda Madrid, con i suoi giardini ed il personale del Comune che li cura, le magnifiche fontane e i “sentiers du desir”, i cosìdetti sentieri della disobbedienza, che vi invito a scoprire cosa sono, insieme ai protagonisti del romanzo. Come detto, gli incroci dei destini – dalla rocambolesca nascita di Simon, i suoi genitori, l’incontro al Museo del Prado con Ana – e tutto quel che ne segue, sono una stupenda melodia, al suono del Canone di Pachelbel, che scoprirete di conoscere anche voi una volta che l’avrete ascoltato. Simon, che ogni anno, a partire dalla morte di Ana, dedica alla sua amata una pagina di giornale, ogni anno alla ricorrenza, nonostante siano trascorsi oramai dieci, venti, trent’anni… “Quanto diventa sufficiente? Quanto tempo ci vuole perché sia abbastanza? Esiste una regola che determina la durata della nostalgia?” Così romanticamente demodè e tragico, che la commozione sboccia come un fiore di campo, spontanea quanto inopportuna.

Il giovane autore, giornalista televisivo, usa uno stile asciutto, con zampate di intrigante splendore e di commozione celestiale, nonostante il giallo di sottofondo, tanto che ad un certo punto – e siamo poco oltre l’inizio del romanzo – non ci interessa più lo scarno stile giornalistico usato, perché completamente immersi nelle storie dei vari proprietari degli appartamenti. Un’idea di base forse non originale, ma sviluppata su diversi temi e generi, che ne fanno un libro che si legge con rapito e sollecito entusiasmo.

Un ringraziamento a Roberta de La Libreria di Tessa, che ne ha parlato, incuriosendoci.

Un invito anche per Voi, a salire sulla mongolfiera con Letitia e Vincenzo Lunardi ed assaporare il viaggio al di fuori del Museo del Prado, per ricordare una volta ancora l’amore puro di Simon ed Ana.


giovedì 26 gennaio 2017

If I Say... #6 - Cane


Buongiorno, oggi torniamo con la rubrica If I say, la rubrica in collaborazione con Baba Desperate Bookswife.
Nello scorso post avete dovuto scegliere tra cane e tè. Ha vinto: CANE.

Ma veramente ho scelto io questa parola? Io che non leggo libri con animali praticamente mai? E non leggendone non è neanche facile che mi restino in mente. Chissà cosa mi è passato per la mente in quel momento!!!!
Comunque... Pensando a cane mi sono venuti in mente questi che in realtà ho letto ma che il cane lo hanno solo nel titolo o in copertina! ;)

Poco tempo fa ho letto un libro che rincorrevo dalla sua uscita ma non avevo avuto modo di incastrarlo nelle letture. Prima della fine dell'anno ce l'ho fatta ed ho letto e recensito Almeno il cane è un tipo a posto di Lorenza Ghinelli edito da Rizzoli. Adoro la Ghinelli ed il suo modo di scrivere quindi probabilmente avrei letto questo libro, qualunque fosse  stato il titolo e qualunque argomento avesse trattato. Ma in questo caso c'era anche un titolo divertente che mi ha colpito dalla prima volta in cui l'ho incrociato in libreria. Oltre il titolo è anche un bellissimo libro quindi dategli una possibilità. Recensione qui.



Il prossimo libro che abbino in realtà me lo ha ricordato proprio Baba quando abbiamo chiacchierato di questa rubrica. Si tratta si La casa dei cani fantasma di Allan Stratton edito da Mondadori. Come non essere rapiti da questa cover? Ed anche il titolo non lascia per niente indifferenti!
Un thriller per ragazzi che ho molto apprezzato e che mi ha inquietato moltissimo anche proprio per i cani presenti al suo interno!
Recensione qui


Ed ora passiamo al cagnolone ritratto nella cover del libro Finchè non sei arrivato tu... di Kristan Higgins edito da Halequin Mondadori; ma quanto è bello???? Un cane che in realtà non è per niente protagonista del libro ma credo sia unicamemente utilizzato per quel tristissimo sottotitolo che fa anche avere un'idea totalmente fuorviante del libro.
Se vi va, è comunque una lettura divertente che ho recensito qui.


Ecco tutto. Ma secondo voi, dopo la parola cane, io e Baba abbiamo capito la lezione??? Se guardate le parole tra cui dovete scegliere per la prossima puntata vi renderete conto che assolutamente no, non abbiamo imparato perchè scriviamo le prime parole che ci vengono in mente e non pensiamo mai che a quelle parole dovremo abbinare dei libri. Ahahahahah povere noi!
Ora non vi resta che votare e poi correre da  Baba  per vedere lei cosa associa a cane.
Se vi va, diteci anche le vostre associazioni!

martedì 24 gennaio 2017

Leggendo Serialmente - Gruppo di lettura #1 - Il gioco dell'angelo: quarta tappa


Ciao a tutti!! Siamo già giunti alla quarta tappa di questo GDL seriale. Oggi cominciamo a commentare il secondo volume della quadrilogia Il cimitero dei libri dimenticati di Carlos Ruiz Zafon edito da Mondadori: Il gioco dell'angelo. Prima di entrare nel vivo delle pagine lette fino ad oggi vi lascio i link relativi alle tappe precedenti ed il calendario relativo alla lettura di questo nuovo volume

L'OMBRA DEL VENTO

03 gennaio 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 0 a pag. 196 (i primi 25 capitoli) - Link qui
10 gennaio 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 197 a pag. 310 (vi dovrete fermare al capitolo che inizia riportando queste date: 1933-1954). Link qui
17 gennaio 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 311 ( Parte intitolata: Nuria Monfort: Memorie di spettri 1933 - 1954) a pag. 471, ovvero fino al termine del romanzo. Link qui

IL GIOCO DELL'ANGELO
Ci comportiamo come se la quadrilogia fosse raccolta in un unico volume, quindi abbiamo appena terminato il volume uno ma senza ulteriori presentazioni iniziamo a leggere il secondo.
24 gennaio 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 11 a pag. 138, ovvero tutto l'Atto Primo.
31 gennaio 2017 - Desperate Bookswife: commenteremo insieme il Secondo Atto, da pag. 141 a pag 336.
7 febbraio 2017 - Un libro per amico: parleremo del Terzo Atto + l'Epilogo, ovvero da pag. 339 a pag. 466.

ATTENZIONE SPOILER!!!! 

Ho preso in mano questo libro con un po’ di timore. Per me è la seconda volta e ho vaghissimi – quasi nulli direi – ricordi sulla storia ma ho chiaramente in testa che ai tempi mi convinse meno del primo volume tanto da farmi decidere di fermarmi e non andare avanti in quella che allora era una trilogia. Ora colgo l’attimo e grazie all’idea del gruppo di lettura ci riprovo, almeno completerò finalmente la serie!
Devo dire che Zafon mi ha fatto brillare gli occhi con un incipit secondo me spettacolare:
Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che , se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo a fine giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell'istante, perchè a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo.
Anche questa volta si parla di libri, di uno scrittore - più o meno dannato - e anche in questo caso le storie si intrecciano, i cassettini si aprono, i personaggi si incontrano in una danza immaginaria di cui Zafon è il coreografo.
Questo nuovo volume non è il seguito del libro precedente - come ci si aspetterebbe dal secondo libro di una serie - infatti si colloca temporalmente nel 1917, ben una trentina di anni prima le vicende di Daniel e Fermin.
David Martin ha 17 anni e nella vita vorrebbe fare lo scrittore. Al momento della nostra conoscenza, lui lavora come apprendista in un giornale praticamente in rovina, La Voz de la Industria ma nel tempo libero scrive racconti gialli.
La sua prima occasione gli viene offerta da don Basilio Moragas, il vicedirettore, che, su consiglio di Pedro Vidal – la firma più prestigiosa del giornale, da sempre sostenitore di David -, gli affida un racconto per la controcopertina dell’edizione domenicale promettendogli, in caso di risposta positiva del pubblico, che gli avrebbe pubblicato altre storie.
David fa centro con I misteri di Barcellona e i suoi protagonisti: Chloé Premanyer – famme fatale – e il suo amante e braccio destro Baltasar Morel.
Tutto sembra iniziare ad andare per il meglio. I racconti al pubblico piacciono molto tanto che David ottiene una scrivania al giornale e un pubblicazione alla settimana, oltre ad occuparsi dei normali articoli di cronaca nera. Tutto, dicevamo, va per il meglio, finchè David non riceve una lettera in redazione con un invito da un ammiratore - A.C. - che lo invita a mezzanotte all’Ensueno, un bordello in cui in passato i ragazzi delle famiglie bene, venivano iniziati all’arte della seduzione (chiamiamola così ahahahaha!). Quando si reca all’appuntamento si ritrova chiuso in una stanza con una donna che è la copia perfetta della sua protagonista, una donna che lo seduce e si lascia sedurre per tutta la notte. Al suo risveglio un biglietto da visita, con impresso un angelo, di un certo Andreas Corelli, editore di Parigi… E chi sarà mai?
Inutile dire che un ragazzino alle prime armi, uscito da lì, non riesca a pendare ad altro che a quella
donna meravigliosa tanto da recarsi da lei il giorno successivo ma – secondo mistero – l’Ensueno è chiuso, impolverato e mezzo diroccato; impossibile che sia successo in una notte infatti David scopre dal barista di fronte che il locale è chiuso da quindici anni, dal giorno in cui bruciò a causa di un devastante incendio in cui morirono un cliente, quattro ragazze dell’organico e una bambina.
La storia a questo punto inizia a farsi intricata. Zafon lascia a David il compito di raccontarci della sua infanzia, dell’amore per i libri, delle botte che prendeva dal padre perché consumava corrente leggendo, della madre che lo lasciò solo con il padre non appena questo tornò dalla guerra, dell’amore di David verso una libreria, la sola che frequentava da bambino: la libreria Sempere e Figli in calle Santa Ana. Ecco il primo legame con L’ombra del vento.
In questo punto sono rimasta per un po’ di tempo disorientata infatti non mi collimavano le date; David deve essere un bambino intorno al 1910 mentre il Sempere e figlio che conoscevo io erano uno già adulto e l’altro solo un bambino negli anni quaranta. Pensavo quindi di essemi rincitrullita o - peggio - che si fosse rincitrullito l'autore; poi qualcuna di voi mi ha fatto notare che probabilmente i due potessero essere il nonno e il padre di Daniel. Ancora non lo si scopre quindi attendo il momento in cui sarà chiaro!
La vita di David va avanti, al giornale scrive racconti per un anno circa fino a quando viene improvvisamente licenziato a causa di alcune lamentele. Ma il suo amico Pedro Vidal ha già la soluzione, ci sono degli editori che vogliono David e un suo romanzo. 
Fu così che, pochi mesi prima di compiere vent'anni, ricevetti e accettai un'offerta per scrivere romanzi un tanto a pagina con lo pseudonimo di Ignatius B. Samson. [...] La serie, che decisi di battezzare La città dei maledetti, sarebbe apparsa in una pubblicazione mensile in edizione rilegata con copertina a colori. In cambio avrei ricevuto più soldi di quanti avessi mai pensato si potessero guadagnare facendo qualcosa degno di rispetto.
Il contratto è firmato, la paga è quella che il ragazzo mai aveva immaginato nella vita, il suo sogno sta per avverarsi. David lascia la desolata stanza in affitto alla pensione e decide di prendere in affitto la casa che ha sempre sognato, quella che chiama “la casa della torre in Calle Flassaders” e che da sempre osserva facendo avanti e indietro dal giornale alla pensione. Anche in questo caso il mistero la fa da padrone. La casa è abbandonata da tempo e spaventosa ma David ne è rapito ed è certo che in quel luogo – soprattutto nello studio nella torre – la sua inventiva potrà esprimersi al meglio!
Decisi che la mia sarebbe stata un'esistenza di libri e di silenzio.
In questa casa David entra in un vortice che lo porta a scrivere di notte e dormire di giorno, senza mai uscire, senza mai fermarsi, assorbito dalla scrittura tanto da non rendersi conto dei suoi continui mal di testa che si accentuano in modo impressionante con  il passare del tempo.
Beve caffè, fuma sigarette e prende codeina sempre più frequemente tanto che il lettore si ritrova ad assistere ad un crollo fisico e mentale importante, tanto da rasentare la follia.
È proprio per colpa di quei mal di testa e anche di quella follia che David viene investito da un tram. È dopo questo avvenimento che parte un capitolo un po' fantasy,  e si ritrova in un vicolo - che per quanto mi riguarda è immaginario - ed incontra Corelli per la prima volta. L'uomo - che sembra più un'ombra che un uomo - gli propone di lavorare per lui, per un anno in esclusiva, pagandolo in anticipo centomila franchi. Ovviamente David rifiuta perchè  è ancora legato agli altri editori. Dopo questo capitolo, il ragazzo decide finalmente di recarsi da un medico e qui l'amara scoperta che mi lascia a bocca aperta: David ha un'escrescenza nel lobo sinistro del cervello, probabilmente un carcinoma che gli lascia pochi mesi di vita. Finalmente da questo momento David reagisce, brucia l'ennesimo capitolo de La città dei maledetti e lo comunica agli editori che gli permettono di scrivere un romanzo con la promessa di pubblicarlo a suo nome. Il ragazzo si dedica totalmente a quel progetto, non sapendo se il suo tumore gli permetterà mai di finirlo e in contemporanea si dedica a riscrivere il libro di Vidal, aiutando Cristina di cui è follemente innamorato, a rendere felice il loro benefattore. 
I due libri vedono la luce ma se quello di Vidal - La casa delle ceneri - viene osannato e pubblicato in tantissime copie, quello di David - I passi del cielo - viene snobbato e criticato a tal punto che il ragazzo decide di chiedere a Sempere come fare a salvarne una copia. Torniamo così al Cimitero dei libri dimenticati dove ritroviamo un Isaac di mezza età  che fa strada al nostro protagonista e gli elenca le regole. David lascia il suo libro e - come da regolamento - ne prende un altro Lux Aeterna di D.M., il cui titolo è anche quello della prossima parte del libro! Lasciato il cimitero, dopo essere tornato a casa, David trova un altro biglietto di Corelli che gli comunica che è in città e vorrebbe incontrarlo venerdì 13 luglio, lo stesso giorno in cui Vidal e Cristina si sposeranno al monastero di Predalbes. Dopo aver maledetto i due sposi, David è quasi sul punto di spararsi con la vecchia pistola
del padre. In realtà il capitolo finisce non facendo capire al lettore se si sia sparato davvero o se invece si fermi in tempo. Fatto sta che il capitolo successivo si reca all'appuntamento con Corelli dove l'uomo torna all'attacco con la proposta di lavorare per lui, ma questa volta è più preciso, David dovrà creare per lui una nuova religione. Il ragazzo gli parla del tumore, gli dice che anche volendo non potrebbe aiutarlo perchè probabilmente non arriverebbe a concludere il lavoro. Dopo aver parlato con Corelli David è stanco quindi si ferma lì a dormire. Proprio durante la notte sembra che magicamente il ragazzo guarisca e il tumore sparisca (mah per me potrebbe essere tutto successo nell'aldilà). David si sveglia per una volta senza mal di testa e senza fischi alle orecchie, cosa che non succedeva da tantissimo tempo. Finisce così questa parte che ci lascia con tantissimi interrogativi:
  • David è morto e Corelli fa solamente parte dei suoi sogni?
  • Lux Aeterna che ruolo avrà nel seguito?
  • Perchè Cristina sposa Vidal nonostante abbia passato una notte d'amore con David?
  • Cosa succederà a Vidal e Cristina dopo che David li ha maledetti al matrimonio?
  • Sempere padre e figlio sono nonno e padre di Daniel del libro precedente?
  • Chi è Andreas Corelli? È veramente un uomo o è solo un frutto della fantasia contorta dal tumore di David?
  • Vidal è veramente un benefattore per David o sta agendo con una doppia faccia?
  • Gli unici collegamenti con il libro precedente saranno la libreria dei Semepere e Il cimitero dei libri dimenticati o ne troveremo altre?
Insomma moltissima carne ancora da mettere al fuoco e una grande confusione tra ciò che è sogno e ciò che invece è realtà. Quello che mi ha colpito nuovamente di questo autore è di come in poche pagine sia capace di creare libri nel libro senza mai far perdere l'attenzione al lettore, lasciarlo continuamente a bocca aperta. Anche in questo libro Zafon va subito al sodo, e immerge immediatamente il lettore nell’atmosfera cupa della storia data dalle ambientazioni: il giornale, la stanza in cui David Martin abita, i libri che il protagonista scrive, la donna misteriosa che lo ha sedotto nel locale in realtà abbandonato, la casa con la torre, la casa di Corelli in fianco ad un Parc Guell abbandonato, i vicoli bui di Barcellona. Tutto questo ha giocato un ruolo positivo sul mio primo pensiero riguardo a questa parte del libro, perché ero portata a voler sapere, a voler capire! Chissà come si evolverà il tutto... 
Ora lascio la parola a voi, ai vostri commenti e alle vostre opinioni!
Vi ricordo che la prossima tappa sarà il 31 gennaio sul blog Desperate Bookswife.
Prima di salutarvi vi lascio l'intero calendario delle prossime tappe relative anche ai libri successivi.

lunedì 23 gennaio 2017

Recensione #166 - Pietra è il mio nome di Lorenzo Beccati

Buogiorno readers e buon lunedì. Ho tantissime recensioni arretrate quindi bando alle ciancie vi lascio con quella del libro Pietra è il mio nome di Lorenzo Beccati edito da Tea, da catalogo NORD, pag. 312

Sinossi: Genova, 1601. La chiamano la Tunisina. La disprezzano. La temono. Ma è a lei che i genovesi si rivolgono se hanno bisogno d’aiuto. Perché quella donna sfuggente è una rabdomante: sa ritrovare gioielli rubati, persone scomparse; riesce a smascherare ladri, truffatori e assassini. Tutti credono sia la custode di un potere arcano; in realtà, il potere di Pietra sta nella sua mente acuta e nella dolorosa consapevolezza che il mondo degli uomini non ammetterebbe mai di essere inferiore a una semplice donna.
Questa volta, però, l’incarico che attende Pietra è diverso da qualsiasi altro. Mentre Genova è in preda alla frenesia del carnevale, viene ritrovato il cadavere di una giovane, massacrata a morte e, lì accanto, c’è una bacchetta da rabdomante che sembra indicare Pietra come autrice del delitto. Per dimostrare la propria innocenza, Pietra inizia quindi a indagare e, ben presto, si rende conto che quell’omicidio sta riportando in superficie antichi e terribili rancori. Adesso per Pietra è giunto il tempo di affrontarli, di risalire alla sorgente nascosta del male. Prima che l’assassino torni a colpire. Prima che l’assassino torni per lei…
Con una prosa elegante ed evocativa, Lorenzo Beccati ci trasporta tra i carruggi di una Genova inedita e sorprendente, tratteggiata attraverso gli occhi di Pietra, una donna fragile come la speranza e salda come una roccia, contro cui s’infrangono superstizioni e pregiudizi, intrighi e vendette.

 

Da tantissimo tempo avevo questo libro nella mia libreria, mischiato a letture già intraprese e ad altre ancora da iniziare. Complici le challenge cui mi sono iscritta per il 2017 - sono a quota 6 help meeeee - ho ripescato questo romanzo dalle mensole di casa e l'ho letto voracemente negli ultimi giorni del 2016, spaparanzata al sole di una nota località sciistica piemontese, mentre i miei uomini intraprendevano spericolate discese con il bob e con gli sci.
Pietra è il mio nome è un romanzo storico/thriller, ambientato nei carruggi di Genova agli inizi del 1600. Pietra è una rabdomante, che tutti temono, ma anche cercano nel momento del bisogno. Lei è molto intelligente, ma sa che per una donna dei suoi tempi è sempre meglio non mostrare quell'intelligenza e per questo spesso la nasconde dietro quella bacchetta cui tanti chiedono i servigi. Da subito la donna appare cupa e misteriosa ma probabilmente è solo la sua storia ad averla fatta diventare così. Tutti la chiamano la "tunisina" e questo a lei infastidisce; le stesse persone che la convocano per farle ritrovare oggetti, persone scomparse, animali la insultano senza riserve non appena non hanno più bisogno, per evitare di essere ricollegati a lei.
Lorenzo Beccati è molto bravo a ricostruire la Genova del 1600 con i suoi mestieri, le sue collaborazioni, i suoi palazzi ed è altrettanto bravo a creare un mistero capace di intrecciarsi perfettamente alla parte storica del romanzo. Parte integrante della storia sono infatti degli omicidi di donne uccise in  modo brutale, accanto cui viene rinvenuta una bacchetta da rabdomante. Gli omicidi sembrano ricondurre a Pietra e al suo passato e a molti fa comodo.
Per tutto lo scorrere delle pagine ho letto avidamente per scoprire chi fosse l'assassino e per capire il legame di quelle donne con Pietra e con la sua vita.
Sono riuscita a scoprire tutto un po' prima della fine e forse proprio per questo non ho dato un voto più altro a questo libro, nonostante tutto credo che comunque l'autore sia stato capace di creare un buon mistero con tutte le carte in regola.
I personaggi principali sono pochi e ben delineati. Pietra è la protagonista indiscussa della storia ma ci sono altri personaggi che hanno un ruolo importante e ben definito.
Quello che più ho apprezzato di questa lettura resta comunque l'ambientazione e l'atmosfera che si respira, quella capace di portare una storia indietro nel tempo e di farlo con la credibilità necessaria per un romanzo di questo tipo.
Una lettura di fine anno piacevole che consiglio agli amanti dei romanzi storici.

 
 VOTO: 






venerdì 20 gennaio 2017

Recensione #165 - L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafon

Buon pomeriggio lettori, come state? Io pronta per un weekend di relax e letture! Ho bisogno estremo di riposo. Ma non voglio annoiarvi quindi passiamo alle cose serie. Oggi sono qui per lasciarvi la recensione di un libro cui da poco ho dedicato un Gruppo di Lettura qui sul blog; si tratta de L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafon edito da Mondadori, pag. 444

Sinossi: A Barcellona una mattina d'estate del 1945 il proprietario di un negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all'oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo. E qui Daniel entra in possesso di un libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita. Perché dal passato iniziano a emergere storie di passioni illecite, di amori impossibili, di amicizie e lealtà assolute, di follia omicida, e un macabro segreto custodito in una villa abbandonata. Una storia in cui Daniel ritrova a poco a poco inquietanti paralleli con la propria vita. Mystery, romanzo storico e tragedia amorosa, L'ombra del vento fa rivivere la grande tradizione del feuilleton ottocentesco con una sensibilità squisitamente contemporanea. Clamoroso caso editoriale, è il libro che ha imposto Zafón sulla scena internazionale, e da allora non ha smesso di stregare milioni di lettori in tutto il mondo.
 

Ho riletto questo libro per la terza volta - questa cosa mi spaventava un sacco - grazie al gruppo di lettura organizzato in collaborazione con il blog Desperate Bookswife, se ve lo siete persi trovate il banner nella colonna destra.
Difficilmente rileggo libri già letti ma essendo uscito l’ultimo volume della quadrilogia Il cimitero dei libri dimenticati ed avendo letto solo i primi due della serie un decennio fa ho voluto rispolverare la memoria per gustarmi a pieno la lettura ed anche per riuscire a cogliere nell’insieme i particolari dei vari volumi ed i collegamenti tra gli stessi.
Come nelle volte precedenti sono stata immediatamente conquistata dallo stile di Zafon, dalle atmosfere che con i suoi libri sa ricreare e dalla storia ricca di mistero ma anche di avventura ed amore. Un romanzo che abbraccia moltissimi generi – tanto che io non saprei catalogarlo in modo netto – caratterizzato da una narrazione ricca di particolari.
La storia è quella di un bambino – Daniel Sempere – che all’età di dieci anni viene portato dal padre nel Cimitero dei libri dimenticati, un luogo dove vengono conservati i libri senza un padrone o i libri salvati dall’abbandono. Il padre dice a Daniel di scegliere un libro e gli fa promettere che dovrà averne cura, senza mai rivelare a nessuno l’esistenza di quel luogo magico. Nelle mani del bambino finisce L’ombra del vento di un certo Julian Carax. Il libro conquista Daniel tanto che lo legge avidamente, decidendo poi di scovare e leggere tutte le opere di quell’autore. Ma da subito si rende conto che non è così semplice, perché c’è un uomo, un certo Lain Coubert, che da anni cerca tutti i suoi libri per bruciarli.
Noi, insieme a Daniel, partiamo così per un viaggio in una Barcellona cupa e piovosa dove niente è come sembra e dove il pericolo sembra celarsi dietro ogni angolo. Compagno di viaggio del bambino è Fermin, un uomo all’apparenza un po’ pazzo che però racchiude un animo nobile e che si rivelerà per Daniel un aiuto prezioso. Moltissimi i personaggi comprimari le cui storie si intrecceranno con quella principale, moltissimi animi inquieti che accompagneranno lo scorrere delle pagine e che verranno svelati pian piano, come tirati fuori da minuscoli cassettini, come burattini mossi dai fili invisibili del tempo. E quando ci sembrerà di aver capito tutto Zafon saprà tirare fuori da quei cassetti qualcosa di inaspettato, capace di farci rimanere attoniti davanti a tanta capacità.
Ho adorato la magia che si respira durante la lettura, una magia fatta di libri introvabili, di librerie impolverate, di case avvolte dal mistero, di vicoli bui ed umidi, di amori impossibili e di morti inspiegabili. Le descrizioni di tutto questo sono nitide, particolareggiate, profonde ma mai pesanti e noiose; necessarie per portare il lettore a vivere quei tempi e quei luoghi come se fossero attuali. 


Ogni volta che Daniel prendeva il tram blu che lo portava alla collina del Tibidabo mi è sembrato di essere lì con lui, a cercare una casa dimenticata e ad incontrare un amore travolgente.
Anche con i personaggi Zafon ha fatto un gran lavoro; sono tutti estremamente caratterizzati, tutti affascinanti, tutti capaci di trovare un posto nella storia e anche nella mente del lettore, catalizzandone l’attenzione.
Tra tutti ho sicuramente amato i due principali – Daniel e Fermin – ma anche Jacinta, Miquel, Sempere padre. Ho anche provato sentimenti negativi per altri di loro: ovviamente primo tra tutti per l’ispettore Fumero ed i suoi scagnozzi, ma anche per Ricardo Aldaya, per Clara e,  tratti, per Nuria che non ho apprezzato fino in fondo.
Penelope – amore incondizionato di Julian nel passato – e Bea – amore di Daniel nel presente - sono state invece le due figure per cui forse ho più sofferto; due donne diverse ma, nello stesso tempo, molto simili, che pagano per non essersi piegate al volere delle proprie famiglie, che pagano per aver voluto amare senza riserve e per aver creduto di essere libere di farlo.
Un libro che mi ha fatto emozionare come la prima volta, che come la prima volta ha saputo stupirmi e farmi sognare. Un libro che consiglio senza riserve e che rimarrà – per quanto mi riguarda – nei libri che più amerò nella mia “carriera” di lettrice.
E voi, avete letto questo libro? Lo avete amato così come è capitato a me o non vi è piaciuto? E in questo caso vi va di raccontarmi come mai?

 
 VOTO: 






mercoledì 18 gennaio 2017

4 anni di blog - Sproloquio e giveaway

Buongiorno carissimi lettori, come potete vedere dal titolo del post il grande giorno è arrivato, un altro anno di blog si sta concludendo e, di conseguenza, un altro si apre con oggi!
Quindi sì, sono qui con uno di quei post un po’ mielosi, perché ogni anno festeggiato in questo mondo è una festa; mica come gli anni veri –ho cominciato che erano 34 ed ora sono 38 arghhhhhhhhhh – che si cercano sempre di tirare indietro ahahahahahahah.


Per prima cosa è giusto ringraziare voi: tu che praticamente dal primo giorno non manchi mai di passare di qui, lasciandomi un saluto, un commento, un’opinione; tu che non commenti mai ma che mi leggi magari solo per curiosità o proprio perché non puoi fare a meno dei miei post; tu che stai passando di qui per caso e magari tornerai – o anche no – prima o poi; tu che ti sto così tanto sulle balle che comunque vuoi leggere ciò che pubblico solamente per poterne parlare male, tu che ancora di qui non sei mai passato ma che magari ci capiterai in passato; tu che ci sei sempre stato e che per mille motivi ora non ci sei più come prima ma quando puoi passi di qui; insomma, ringrazio TUTTI dal primo all’ultimo perché questo blog senza tutti voi sarebbe il nulla, perché i miei post senza i vostri commenti non avrebbero senso e le mie iniziative senza la vostra partecipazione sarebbero inutili.
Tante cose sono cambiate in questi quattro anni: il blog è cresciuto molto ed io sono cresciuta insieme a lui come lettrice ma anche come persona. Grazie al blog ho letto libri che mai avrei pensato di scoprire, ho fatto la conoscenza di persone che altrimenti mai avrei conosciuto, ho avuto modo di incontrare autori, editori, lettori, amici veri e amici finti – ma anche questo fa parte del gioco -, ho potuto condividere con molte persone le mie opinioni e i miei interessi; insomma, ho vissuto un po’ di più.
Non è stato sempre facile, è vero, ma nonostante tutto mai e poi mai ho pensato di chiudere e lasciare perdere, perché questo spazio continua a rimanere il mio sfogo, il mio angolo di paradiso, quello dove posso rinchiudermi nei momenti difficili e lasciarmi andare! Quindi mi spiace per voi ma dovrete sopportarmi ancora per molto, moltissimo tempo!
E per ringraziarvi del tempo che impiegate qui e del tempo in cui ancora dovrete sopportarmi ho deciso di creare per voi un piccolo giochino con un ricco giveaway finale.

Ecco di cosa si tratta.

GIVEAWAY
Ho creato questa griglia di gioco:


Come potete vedere al centro in verticale è posizionato il nome del mio blog. Per quanto riguarda invece le righe orizzontali, sarete voi a doverle completare rispondendo ai quesiti corrispondenti. Sono quesiti molto semplici cui non avrete difficoltà a rispondere se mi seguite regolarmente, ma cui riuscirà a rispondere anche chi passa di qui per la prima volta semplicemente perdendo un po’ di tempo a spulciare il mio blog  infatti tutte le risposte sono riferite a libri, autori, o generi letterari di cui ho sicuramente parlato nei quattro anni appena trascorsi.

Ecco i quesiti:
  1. Libro d'esordio di Francesca Diotallevi
  2. Impossibile leggerlo senza rivivere la leggenda di Re Artù
  3. Una quadrilogia cui ultimamente sul blog  sto dedicando tantissimo spazio
  4. Libro con cui è diventato famoso Luca Bianchini
  5. Autrice che ho avuto l'onore di presentare al Bookcity 2016
  6. Due delle sue protagoniste si chiamano Luce e Viola, è genovese e scrive libri prendendo spunto da storie vere
  7. Libro che faceva parte della mia Top Ten del 2014
  8. Distopico scritto dall'autrice di Twilight
  9. Young adult scritto da un'autrice i cui chick lit sono best seller
  10. Romanzo ambientato in India che mi è rimasto nel cuore e di cui parlo sempre
  11. Libro di Jody Picoult che ho amato molto
  12. Libro pubblicato nel 2016 con un cappello in copertina e scritto da un'autrice sotto pseudonimo
  13. Uno dei generi che più amo
  14. Libro che per me resterà sempre: il fungone
  15. Un paesino, una latteria, due sorelle con nomi buffi e per sottofondo le canzoni del Gran Musicante
Le risposte vanno inviate all’indirizzo mail unlibroperamico.dany@gmail.com entro e non oltre il 31 gennaio 2017. Potete scrivere le risposte come testo o, se vi va e siete in grado, scriverle negli appositi spazi nell’immagine che potete scaricare qui dal blog! Nei giorni successivi saprete chi saranno i vincitori che saranno contattati via mail.
 
PREMI:
In palio ci sono questi tre cartacei:
  • La Collezionista di libri proibiti di Cinzia Giorgio edito da Newton Compton
  • Il settimo manoscritto di Fabrizio Santi edito da Newton Compton
  • Lo strano viaggio di un oggetto smarrito di Salvatore Basile edito da Garzanti
Il primo che mi invierà via mail le risposte corrette al gioco potrà scegliere un cartaceo tra i tre in palio.
Il secondo potrà scegliere tra i due rimanenti.
Il terzo si dovrà “accontentare” del libro restante.

Farà fede l’ora di arrivo della mail quindi anche un solo secondo può fare la differenza..
In caso di arrivo contemporaneo – ma la vedo praticamente impossibile – di più mail con la risposta esatta, il vincitore sarà estratto attraverso il sito Random.org

Tra tutti quelli che risponderanno correttamente entro il 31 gennaio, ma arriveranno in ritardo rispetto ai primi tre, verrà estratto un vincitore che riceverà in regalo un segnalibro.

REGOLE basilari per partecipare sono:
  • unirsi ai lettori fissi del blog (trovate il box in cui cliccare sulla barra sinistra)
  • iscriversi commentando questo post e lasciando la propria mail
  • condividere l’iniziativa su un social a vostra scelta (o sul vostro blog se ne avete uno) lasciare il link della condivisione nei commenti
Ora non vi resta che provare a vincere!!!
Vi auguro buon divertimento e spero che l’iniziativa vi piaccia, io mi sono divertita tantissimo ad organizzare il tutto.

lunedì 16 gennaio 2017

Recensione #164 - Il profumo delle foglie di limone di Clara Sanchez

Buongiorno readers e buon lunedì! Eccomi finalmente con la mia prima recensione del 2017 - anche se ho in arretrato anche parecchie recensioni del 2016 ma ci sarà tempo - quella di un libro letto anni fa e ripreso in mano in questi primissimi giorni del nuovo anno in prospettiva di leggerne il seguito. Si tratta de Il profumo delle foglie di limone di Clara Sanchez edito da Garzanti, pag. 364

Sinossi: Spagna, Costa Blanca. Il sole è ancora caldo nonostante sia già settembre inoltrato. Per le strade non c’è nessuno, e l’aria è pervasa dal profumo di limoni che arriva fino al mare. È qui che Sandra, trentenne in crisi, ha cercato rifugio: non ha un lavoro, è in rotta con i genitori, è incinta di un uomo che non è sicura di amare. Si sente sola, ed è alla disperata ricerca di una bussola per la sua vita. Fino al giorno in cui non incontra occhi comprensivi e gentili: si tratta di Fredrik e Karin Christensen, una coppia di amabili vecchietti. Sono come i nonni che non ha mai avuto. Momento dopo momento, le regalano una tenera amicizia, le presentano persone affascinanti, come Alberto, e la accolgono nella grande villa circondata da splendidi fiori. Un paradiso. Ma in realtà si tratta dell’inferno.Perché Fredrik e Karin sono criminali nazisti. Si sono distinti per la loro ferocia e ora covano il sogno di ricominciare. Lo sa bene Julián, scampato al campo di concentramento di Mauthausen, che da giorni segue i loro movimenti. Sa bene che le loro mani rugose si sono macchiate del sangue degli innocenti. Ma ora, forse, può smascherarli e Sandra è l’unica in grado di aiutarlo. Non è facile convincerla della verità. Eppure, dopo un primo momento di incredulità, la donna comincia a guardarli con occhi diversi e a leggere dietro quella fragile apparenza. Adesso Sandra l’ha capito: lei e il suo piccolo rischiano molto. Ma non importa. Perché tutti devono sapere. Perché è impossibile restituire la vita alle vittime, ma si può almeno fare in modo tutto ciò che è successo non cada nell’oblio. E che il male non rimanga impunito. Un romanzo che ha sorpreso e ha scosso le coscienze, rivelandosi un caso editoriale unico. Uscito in sordina in Spagna, ben presto ha scalato le classifiche vendendo migliaia di copie grazie al passaparola del pubblico. Poi è venuta la consacrazione della critica: la vittoria del Nadal, il premio letterario spagnolo più antico e prestigioso. Il profumo delle foglie di limone racconta una storia di amore e di coraggio, di memoria e di colpa, di speranza e forza, una storia che rimane impressa nell’animo per sempre.
 

Da sempre dico che mi capita rarissime volte di dedicarmi alla lettura di romanzi già letti ma evidentemente quest’anno sarà un’eccezione, infatti dopo L’ombra del vento riletto per il Gruppo di Lettura della quadrilogia di Zafon ho riletto questo che avevo amato ad un primo approccio.
Fortunatamente si è rivelata ancora una volta una lettura coinvolgente nonostante io sapessi a grande linee – visto gli anni passati dalla prima volta – come si sarebbe evoluta la storia.
La narrazione si suddivide tra i due protagonisti: Julian, ex deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, da sempre sulle tracce dei suoi carcerieri sopravvissuti, con lo scopo di attuare una propria vendetta e Sandra, una donna incinta, con tantissimi dubbi circa il suo futuro, che si rifugia nella casetta di proprietà della sorella per riflettere. I due si alternano nella narrazione, sempre in prima persona, narrandoci gli avvenimenti dal proprio punto di vista.
Le loro storie si intrecciano perché Sandra viene soccorsa una mattina in spiaggia da due vecchietti - Fredrik e Karin - all’apparenza innocui, diventando quasi parte della loro famiglia; mentre Julian è proprio sulle tracce di quei vecchietti - che in realtà sono dei sanguinari assassini nazisti – per fargliela pagare del male che gli hanno recato.
Il lettore si troverà così catapultato in una storia ricca di mistero - in cui i due diventeranno per forza di cose alleati – che gli farà anche ripercorrere la vita di Julian attraverso i suoi racconti legati ai ricordi tragici del passato.
L’autrice è molto brava ad intrecciare le vicende dei singoli personaggi ed è anche brava a far dialogare il presente, in cui la storia è ambientata, con il passato, le cui barbarie aleggiano sopra le teste dei protagonisti senza mai però prendere il sopravvento.
Questo non è uno dei classici libri sui campi di concentramento che da tempo spopolano nelle librerie; di quella parte di storia se ne parla, spesso anche in modo crudo, ma sempre come pretesto attorno cui far ruotare la storia.
Anche l’ambientazione è particolarmente interessante. Siamo in Costa Blanca, una cittadina chiamata Dianium e l’autrice gioca tantissimo sul contrasto tra questa cittadina di mare, con le sue ville ordinate e inoffensive e la vera natura degli abitanti che le abitano, dietro cui si nasconde una Confraternita nazista ancora convinta di poter essere immortale.
I momenti di suspance non mancano anche perché Julian e Sandra si ritrovano spesso a dover osare eccessivamente per raccogliere indizi sulle persone che stanno tenendo d’occhio; un gioco al massacro che rischia seriamente di metterli in pericolo di vita in diverse occasioni.
E se Sandra è assorbita dagli avvenimenti che la circondano, ha anche parallelamente la necessità di pensare a se stessa, a quel bambino che porta in grembo, al padre di quel bambino che continua a non vedere adatto ad una vita insieme a lei, ad una famiglia che spesso resta troppo defilata e non si preoccupa di quello che le accade, alla necessità di crescere.
Una storia che tocca tantissimi temi e lo fa senza risultare superficiale o, al contrario, eccessivamente pesante.
Un libro che per la seconda volta promuovo e di cui ora sono ancora più curiosa di leggere il seguito.
 
 VOTO: