venerdì 23 febbraio 2018

Letture con Marina #31

Buongiorno lettori e buon venerdì. Oggi torna la rubrica Letture con Marina. Pronti per una nuova recensione? Vi lascio a lei allora ma prima vi auguro un buon weekend.



Buongiorno e ben ritrovati, anche se quest’oggi lasceremo le tensioni interpersonali, razziali ed i romanzi ironici/ilari per intraprendere un viaggio che ci porterà a Denver, in Colorado, per una trama di suspence e thriller. Ma fortunatamente o volutamente, nonostante la storia narrata che dovrebbe incutere terrore, in realtà l’ansia resta sempre sotto controllo.
Titolo: Mezzanotte alla Libreria delle Grandi Idee (Midnight at the Bright Ideas Bookstore)
Autore: Mattew Sullivan
Traduzione:  Luca Bernardi
Casa editrice: Longanesi
Genere: Thriller
Pagine: 356
Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi: Lydia è una ragazza schiva e introversa. Ama nascondersi fra i suoi adorati libri e fra gli scaffali della Libreria delle Grandi Idee presso cui lavora, nel cuore di Denver, Colorado. Una libreria che, in particolare nelle ore di apertura serali, si popola di bizzarri bibliomani che fra i volumi passano lunghe ore. Una sera, poco dopo la chiusura, a Lydia tocca una sconcertante, terribile sorpresa. Uno degli abituali frequentatori, il giovane Joey, si è impiccato fra gli scaffali del piano superiore. Prestandogli i primi soccorsi, Lydia fa una scoperta che cambierà la sua esistenza: dalla tasca dei jeans di Joey spunta una foto. Una foto che ritrae lei da bambina. Perché Joey si è suicidato proprio in libreria? Per quale motivo teneva in tasca quella foto? E perché Lydia ha l'impressione che sia solo il primo di una serie di messaggi che Joey le ha lasciato prima di morire, affidandoli ai libri? Nel tentativo di scoprire la verità, Lydia rievoca immagini di una terribile notte della sua infanzia, dettagli sepolti da tempo nella memoria. E insieme ai ricordi riemergono presenze che pensava di aver lasciato ormai nel passato, come quella di suo padre. "Mezzanotte alla Libreria delle Grandi Idee" è un thriller ambientato nel mondo degli amanti dei libri, fra personaggi che alla passione per la lettura e per il sapere hanno votato la propria vita, fino alle conseguenze più estreme...

RECENSIONE:
Innanzitutto un ben ritrovato a Luca Bernardi, il traduttore, che avevo “incontrato” in occasione della recensione al suo romanzo “Medusa” (edito da Tunuè) e al quale avevo avuto l’occasione di rivolgere qualche domanda in merito al suo “intenso e folle” romanzo di esordio - e che qui scopriamo proprio in veste di traduttore.
Per quanto riguarda il romanzo in sè stesso, esordio dell’autore Matthew Sullivan, meno se ne racconta e meglio è, per non rischiare di fare inopinate rivelazioni che rovinerebbero la lettura ai futuri lettori. 
 
Dalla sinossi ci facciamo già una precisa idea di quello che andremo a leggere. Quindi invece che riprendere questa, preferisco soffermarmi su alcune parti del romanzo che mi hanno colpita. Innanzitutto il rapporto tra la protagonista – Lydia – ed il padre. Lei oramai è una giovane donna che è ritornata a Denver, dopo che un fatto sanguinoso ha distrutto per sempre la sua tranquilla serenità di bambina e l’ha allontanata dalla città. A seguito di quanto accadutole in una tragica ed efferata notte a casa della sua amica del cuore, la sua vita, ma piano piano anche il rapporto con il padre si deteriora, fino ad un’indifferenza dolorosa ma necessaria. Anche il padre, bibliotecario un po’ particolare, dopo quella notte svenderà la sua anima per sopravvivere alla notte bestiale, perdendo per sempre – a poco a poco - il suo unico bene, la figlia Lydia. Per inciso, anche l’ispettore Moberg che ha seguito al tempo il caso e che ha ben in mente chi poteva esser il Martellatore ed era stato consigliato dai capi di lasciar perdere, non è che una figura di secondo piano, che avrei preferito avesse un po’ più di spazio. E che dire di David, il ragazzo con cui Lydia da 5 anni convive, sulla base di una grande menzogna?, o meglio, sulla base di una sottaciuta sgradevole verità che entrambi, ognuno all’insaputa dell’altro, conoscono. Per non parlare di Joey, uno dei Topi della Libreria delle Grandi Idee (e anche qui ci sarebbe un capitolo da aprire per parlare di questi personaggi), protagonista assoluto insieme a Lydia, che con il suo suicidio iniziale inanella una serie di eventi – volutamente – che grazie alla caparbietà e alla ritrovata curiosità di Lydia, porteranno alla luce venti anni di silenzi, bugie, meschinità e vili sotterfugi di chi dalla vita non chiede che la sopravvivenza.  
Una vita per i libri, una vita nei libri, anche nella fase finale della propria vita. C’è un’unica scena in cui realmente c’è il pathos ed il brivido dell’ansia e del terrore ed è una notte in cui Lydia, nonostante sia in preda ai fumi dell’alcol, frequenta i bassifondi per cercare un altro Topo della Libreria, un certo Ciao-Ciao…

E Raj, l’amico di infanzia della ns Lydia, che era stato messo un po’ da parte dalla stessa bambina, quando all’orizzonte era apparsa quella che poi, per breve tempo, sarebbe diventata la sua migliore amica? Non si vedono per quasi vent’anni e poi, all’improvviso, grazie alla foto pubblicata da un quotidiano in seguito al suicidio di Joey, eccolo che appare dal nulla, tra l’altro scoprendo che abitano anche vicino l’uno all’altra. Un indimenticato amico d’infanzia o la porta verso il futuro? O la tessera per vivere nel passato ante Martellatore?

Interessante la trafila di carte, domande a cui rispondere, giri tortuosi per arrivare ad ottenere la carte che Lydia ed il suo amico Raj stanno cercando di ottenere dall’Ufficio di Stato Civile per arrivare al bandolo della matassa di questa loro vicenda così lontana eppure così vicina. Mi ha fatto ricordare l’Italia e i suoi uffici in Comune od altri Enti, quando ti fanno girare come una trottola perché i vari enti non sono in contatto fra di loro e ti mandano a dx e a manca per una carta. Un po’ come in un episodio di Asterix… Incredibile pensare che tutto il mondo è paese!

Interessante anche il “solito” riferimento a scrittori o locali frequentati da scrittori, motivo e speranza per i quali ho inizialmente preso in mano questo romanzo, più che per il thriller in sé..
 
Tra punti di vista diversi, tra momenti diversi (il presente ed il “venti anni fa”), il romanzo si snoda tra diversi personaggi, ciascuno con le sue buone ragioni, ciascuno mai completamente buono o cattivo (tralasciando il Martellatore, chiaramente… ma forse anche no?), tra chi decide di sopravvivere e chi si lascia andare alla deriva. Un’umanità dipinta a tinte mai veramente fosche, solo ingrigite, vite lontane dalla brillantezza della vita di tutti i giorni, quasi come la cartolina che l’ispettore Moberg invia a Lydia, per un girotondo in bianco e nero nel passato, senza speranza di redenzione.

Ed anche l’epilogo… chissà se è veramente un “vediamo che succede”, ora che mi sono liberata dai fantasmi del passato, oppure un ritornare ad un passato che non si era concretizzato, restando quindi sempre incatenati ad un cerchio della vita che non ci fa mai progredire, ma che ci trascina indietro, nel fango da cui abbiamo tentato di alzarci. Chissà…

E visto che abbiamo ritentato l’avventura del romanzo che in ultima analisi ci racconta dell’amore per i libri e le biblioteche, Vi segnalo un romanzo che uscirà in Italia il prossimo 6 Marzo: Una Vita da Libraio di Shaun Bythell, edito da Einaudi.

Un arrivederci a presto,
                             

8 commenti:

  1. Ciao Marina! Ho sentito parlare di questo libro per la prima volta sul blog di Lea e Stefania e voglio leggerlo da allora. Quando l'avrò fatto ripasserò sicuramente a rileggere le tue osservazioni, che hanno aumentato la mia curiosità! Buon fine settimana!

    RispondiElimina
  2. Ciao Nadia,
    ha un inizio poco brillante, ma basta proseguire di appena qualche pagina per essere presi dalla lettura.
    Come dicevo, niente ansia, ma in fondo non se ne avverte la mancanza.
    Buone letture e buon fine settimana, Ciao, Marina

    RispondiElimina
  3. Ciao Marina! Concordo sul fatto che all’inizio si fatica un po’ ad ingranare, ma poi si viene risucchiati nella storia; e anche sul fatto che l’ispettore avrebbe meritato più respiro. Raj invece l’ho trovato odioso.
    Baci, Stefi

    RispondiElimina
  4. Ciao Stefie,
    Poche parole x centrare il tutto...
    Effettivamente alcune figure, Davide, Moberg, Raj stesso, avrebbeRo meritato + spazio x capirle meglio.
    Ma sarebbe diventato un papiro 😊

    Ciao e buon fine settimana 🤗

    RispondiElimina
  5. Ciao Lea,
    un libro che parla di librerie e biblioteche particolari e che non mi ha deluso.
    Leggi, leggi pure 😉
    In attesa che a Marzo esca "Una vita da Libraio" di Shaun Bythell (Einaudi), che mi ha incuriosita sia per la trama che per l'autore (anche se leggendo il 1°capitolo in inglese, mi ha dato l'impressione di una scrittura tipo diario).
    Ciao e buona domenica, Marina

    RispondiElimina
  6. Ciao , molto interessante questo blog, io ti seguo se vuoi farlo anche tu su https://michelaencuisine.blogspot.it grazie

    RispondiElimina
  7. Buon pomeriggio Michela,
    Mmmm ho visto cose molto appetitose 😉
    Volentieri.
    Buona domEnia, Marina

    RispondiElimina