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lunedì 25 febbraio 2013

19 minuti - Jodi Picoult


"Cosa spinge un adolescente a fare una strage tra i suoi compagni di scuola?" Questa è la frase che si legge sulla copertina del libro di cui ho deciso di parlare oggi, un libro che ho letto un paio di mesi fa e che ho letteralmente divorato, facendomi ritrovare a leggere fino a tarda notte, come non mi succedeva da anni. Il libro a cui mi riferisco è 19 minuti di Jodi Picoult e si occupa di un tema purtroppo molto attuale in America, quello delle armi facili e delle stragi nelle scuole per mano di adolescenti. 
19 minuti sono quelli che servono a Peter per compiere una strage nella sua scuola, uccidendo molti di quelli che per anni lo hanno deriso e importunato. La polizia riesce ad arrestarlo con ancora l'arma in mano. E' facile emettere la condanna dopo pochi capitoli: Peter è il cattivo! E' convinto di essere dalla parte della ragione e questo lo rende ancora più antipatico, più sbruffone e quindi facilmente condannabile. Invece, man mano che la storia viene raccontata, Peter assume un'umanità che anche io all'inizio faticavo ad accettare, e che spiazza il lettore. Perché nonostante il gesto del ragazzo sia assolutamente impossibile da giustificare, la sua figura viene rivalutata dalla bravura nella narrazione e dai colpi di scena. Oltre al mostro, al centro degli avvenimenti ci sono Josie, migliore amica di Peter ai tempi dell'asilo e allontanatasi da lui col passare degli anni; c'è la mamma di Josie, giudice, incaricata del processo che si ritrova a fare i conti con il suo ruolo di mamma e quello di tutore della legge; c'è la mamma di Peter che nonostante tutto cerca di tenere in vita i suoi ricordi di madre verso il figlio; c'è il padre di Peter, che non riesce ad affrontare l'accaduto arrivando a staccarsi dal figlio e dalla moglie e c'è un detective molto particolare che si lascia trasportare dall'accaduto entrando a far parte della vita dei sopravvissuti. 
La Picoult descrive i fatti mettendo in luce, capitolo dopo capitolo, le emozioni di Peter, le angherie subite e perpetrate ai suoi danni fin dall'asilo, le emozioni che la madre prova e quelle che un padre non riesce più a provare. Lo scopo non è trovare un colpevole, perché il colpevole ci viene sbattuto in faccia da subito, quello che il libro cerca di scovare è quello che si prova quando un figlio all'apparenza normale diventa in pochi minuti un mostro, le motivazioni che spingono un ragazzo a compiere un gesto atroce e inconcepibile come quello descritto nel romanzo, ma soprattutto gli stati d'animo delle persone intorno cui la storia si svolge. E mentre la vicenda sembra palese, tutto viene rimesso in gioco da un processo, dai ricordi dei sopravvissuti e dal ricordo che i superstiti hanno dei ragazzi uccisi.
Una storia ben scritta e avvincente che mi fa venire voglia di leggere altri romanzi della Picoult. 
Sicuramente mi sento di consigliarlo perché è una storia ricca di intrecci e colpi di scena, che tratta una storia difficile in modo molto avvincente e per niente banale.

mercoledì 20 febbraio 2013

Shantaram

Ieri, dopo poco più di un mese di lettura, sono giunta al termine dell'ultimo, meraviglioso romanzo che ho letto: Shantaram di Gregory David Roberts Mi sento come se fossi tornata da un lungo viaggio e avessi lasciato in quel posto un pezzettino di me, sapete quella sensazione di limbo vacanziero che non vi permette di rientrare completamente nella vostra vita quotidiana? Ecco, è proprio questo quello che provo, ed è proprio per questo che adoro leggere.

Non ho difficoltà a dire che è sicuramente uno dei libri più belli che io abbia mai letto, che più mi resteranno nel cuore e che difficilmente dimenticherò; per la storia in se, per come è scritta e per i suoi splendidi personaggi.
Come definire questo librone di quasi 1200 pagine in poche parole? Credo sia impossibile. Ma sicuramente non bisogna farsi spaventare da quella che a prima vista appare come una mole importante.
Questo libro si può classificare come un romanzo, una biografia, un diario di viaggio, che parla di vita vera, di povertà, di avventura, di guerra, di amore, di saggezza, di dolore; è tante cose messe insieme, che creano secondo me una storia avvincente, completa, mai monotona e piena di personaggi da amare.
Tutto prende spunto dalla vita vera dello scrittore che, dopo essere stato condannato a 19 anni di carcere per rapina a mano armata, riesce a fuggire dal carcere di massima sicurezza australiano nel quale è rinchiuso e sotto falso nome si reca in India, dove vive per parecchi anni cercando di restituire un senso alla sua esistenza. In India incontra persone, vive tra i poveri di uno slum, lavora per la mafia di Bombay, viene arrestato, prende parte ad alcuni film di Bollywood, partecipa alla guerra in Afghanistan e in Pakistan, insomma, non si fa mancare proprio nulla.
Non so quale parte della storia raccontata nel libro rappresenti davvero la vita di Roberts, sicuramente - da sua stessa ammissione - i personaggi sono inventati ma si riferiscono a persone realmente incontrate durante la sua latitanza, e sicuramente alcuni avvenimenti sono stati un po' accentuati - quali in particolare non potremo mai saperlo - quello però che conta è che ogni pagina di questo libro mi ha rapito senza mai stancarmi, facendomi immaginare nei dettagli gli odori, i colori, le persone, i paesaggi. Ci sono stati momenti in cui ho davvero pensato di non aver mai letto niente che fosse scritto in modo così perfetto, con una profondità tale da lasciare a volte senza fiato. A tratti ho davvero pensato che non potesse essere tutto vero, ma poi mi sono detta che in realtà non importa, alcune parti della storia sono state raccontate con una cura così intensa dei particolari che mi è quasi sembrato di essere lì con Lin, il protagonista. E poi ci sono le persone: credo sia impossibile non amare il piccolo grande Prabaker, con il suo sorriso che "abbracciava tutto il mondo"; c'è Karla, una straniera che come Lin è in fuga da una vita difficile e come lui è affascinata da quella terra che ormai è diventata la sua casa; c'è Didier, un marsigliese amante dell'Italia che affoga i suoi ricordi nell'alcool per dimenticare i suoi trascorsi irrisolti; ci sono gli abitanti dello slum a fianco dei quali Lin vive e dai quali impara la ricchezza d'animo e la dignità; ci sono i compagni di cella indiani e le guardie; ci sono i mafiosi a cui Lin si lega per trovare sicurezza, e ci sono infine gli abitanti di Bombay, una città dalle mille sfaccettature. 
Leggendo questo libro si viene catapultati in una realtà dura che a volte si fatica anche a credere. 
E' una storia che mi ha affascinato e di cui ho trascritto molte parti che hanno toccato nel profondo il mio cuore e la mia anima!
Di seguito ne troverete alcune, ho scelto quelle che non svelano particolari della storia per non togliervi il gusto della scoperta.

"Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell'amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l'essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granché, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita." Pag. 9

"A volte amiamo anche se ci rimane solo un filo di speranza. A volte piangiamo senza lacrime, ma con tutto il nostro essere. In fondo è tutto qui: l'amore e i suoi obblighi, il dolore e la sua verità. Non ci è concesso altro. Possiamo solo cercare di resistere fino all'alba di un nuovo giorno." Pag.431

"Presto o tardi il destino ci fa incontrare tutte le persone che possono farci capire ciò che non dovremmo mai diventare. Primo o poi incontriamo l'ubriacone, il perdigiorno, il traditore, la mente crudele, il cuore pieno d'odio. Ma naturalmente il destino trucca i dadi, perché di solito amiamo o proviamo pietà per le persone di quel genere. E' difficile disprezzare chi t'ispira pietà, o evitare chi ami." Pag. 590

"Il ricordo trafisse il mio cuore insensibile. Si dice che è impossibile tornare sui propri passi, e ovviamente è abbastanza vero. Tuttavia è vero anche il contrario. Bisogna tornare sui propri passi, ed è un'esperienza inevitabile, anche se ci si sforza di resistere con tutte le proprie forze." Pag. 718

"Il mio cuore a volte sembrava un cimitero pieno di lapidi senza nome. E ogni notte, quando rimanevo solo nel mio appartamento, quel senso di lutto e di abbandono mi toglieva il respiro. Avevo pacchi di denaro sul tavolo, e passaporti freschi di stampa grazie ai quali avrei potuto raggiungere qualsiasi luogo al mondo. Ma non sapevo dove andare: non esisteva un luogo dove potessi fuggire allo strazio per la mancanza di tutti coloro che avevo perso per sempre." Pag. 727

"All'inizio, quando amiamo veramente una persona, la nostra più grande paura è che smetta di amarci. Ciò che invece dovrebbe davvero terrorizzarci è che non smetteremo di amarla, anche quando sarà scomparsa per sempre." Pag. 788

"Per alcuni le lacrime sono  peggio delle botte. Certi uomini soffrono più per i singhiozzi che per i calci e le bastonate. Le lacrime nascono nel cuore, ma alcuni di noi negano la sua esistenza così spesso e così a lungo che quando il cuore riesce a parlarci è come se fosse trafitto non da una ma da cento pene strazianti. Sappiamo che piangere è una cosa buona e naturale. Sappiamo che non è un segno di debolezza, ma di forza. Eppure il pianto strappa una dopo l'altra le nostre radici aggrovigliate nelle profondità del sottosuolo, e alla fine ci schiantiamo come un albero divelto dal terreno." Pag. 802

"Il mantello del passato è fatto con il tessuto delle emozioni della nostra vita e cucito con i fili enigmatici del tempo. In genere non possiamo fare altro che avvolgercelo attorno alle spalle per trarne conforto, o trascinarcelo dietro mentre ci sforziamo di proseguire il nostro cammino. Ma tutto ha una causa e un senso. Ogni vita, ogni amore, ogni azione, ogni emozione e pensiero hanno una ragione e un significato. E a volte riusciamo a vederli. A volte vediamo il passato con tale chiarezza, e le parti che lo compongono ci appaiono con tale limpidezza che ogni cucitura del tempo rivela il suo scopo, il messaggio che contiene. Nella vita di ognuno di noi - poco importa che sia vissuta nell'abbondanza o nella miseria - nulla porta  più conoscenza del fallimento, e più chiarezza del dolore. E nella minuscola, prestigiosa saggezza che otteniamo, quei nemici temuti e odiati- dolore e fallimento - hanno diritto e ragione di esistere." Pag. 1095

Che dire, Roberts come scrittore sa il fatto suo. Sicuramente gli avvenimenti della vita lo hanno aiutato porgendogli su un piatto d'argento la storia perfetta, probabilmente il destino ha voluto dargli una seconda possibilità, di sicuro lui l'ha saputa cogliere al volo creando questo capolavoro.
Ringrazio le due amiche che me lo hanno consigliato con così tanto fervore da farmi decidere di inseririrlo nella mia lista dei desideri per i regali natalizi, e ringrazio il mio Babbo Natale personale per aver colto tra i miei desideri il più sperato!
Ora lo riporrò in primo piano su uno degli scaffali della mia libreria e chissà, magari in futuro lo rileggerò.
Adesso è tempo di un nuovo libro, un nuovo viaggio che spero possa essere altrettanto profondo e ricco di stimoli.

lunedì 18 febbraio 2013

18/02/2013 - Un mese da blogger

Sembra ieri ma è già passato un mese dal mio primo post!
376 visualizzazioni in un mese, wowwwwww!!! E tutto questo grazie a voi, quindi una cosa mi viene da dire dal più profondo del cuore:

GRAZIE!!!

Ringrazio tutti quelli che in questo mese hanno sbirciato nel mio mondo anche solo per una volta, e ringrazio quelli che vorranno iniziare o continuare a farlo.
Io mi sto divertendo a condividere qui i miei pensieri quindi andrò avanti, sperando di fare cosa gradita, e cercando di essere costante nella scrittura nonostante i tanti impegni.
Vi do appuntamento al prossimo post.
Buona lettura a tutti!!!
Dany

mercoledì 13 febbraio 2013

Alla fine resta l'amore

Alla fine resta l'amorePenserete di essere davanti al solito post su S. Valentino che è alle porte e invece no, non bisogna farsi ingannare. Si legge il titolo e si crede di essere di fronte ad un romanzo dove l'amore trionfa, si legge la trama e si resta di stucco. Ho scovato questo libro in rete e mi riprometto di procurarmelo e leggerlo a breve, perché anche se la trama un po' mi sconvolge so che certe cose accadono, ed accadono purtroppo più spesso di quello che si crede.
E' il libro diario di una mamma, il diario di una storia vera.
Una mamma che scopre gli abusi sulla sua bambina di 7 anni.
Una mamma che per non attirare su di se il circo mediatico che una storia del genere può richiamare, utilizza lo pseudonimo di Claudia Mehler per firmare questo libro.
Tutto comincia quando Claudia si reca inaspettatamente a scuola, fuori orario, per prendere la figlia. 
E' l'ora della ricreazione. La figlia raccoglie tutte le sue cose e corre dalla madre, ma prima di raggiungerla ha un ripensamento, ripercorre una parte dei suoi passi e si ferma a dare un bacio ad un bidello.
E' da questo piccolo gesto, visto in un momento nato probabilmente per un volere del destino, che la madre scopre le violenze sessuali sulla figlia, perpetrate in orario scolastico da una figura che non ha difficoltà ad essere a contatto con i bambini in quanto il suo ruolo lo facilita.
E' la storia di una scuola che non vede o che, molto più probabilmente, fa finta di non vedere che nell'orario scolastico una bambina viene spesso portata fuori dall'istituto ed accompagnata poco distante da lì, a casa del bidello. 
Quello a cui assiste la mamma  è solo un piccolo episodio fortuito che permette poi di collegare altri minuscoli segnali che, alla luce di questo, assumono un significato del tutto differente.
Bè, da mamma mi chiedo cosa si provi, e da mamma mi auguro di non provarlo mai. 
Quando si lascia un figlio riponendo fiducia nella scuola, negli insegnanti ed anche nei bidelli - perché i bambini dovrebbero proteggerli e non distruggerli - mai, e dico mai, ci si aspetta che accada una cosa del genere, eppure, scorrendo un po' la cronaca ci si accorge che questi fatti accadono, eccome.
Sarebbe facile ignorare tutto questo, ma da mamma non me la sento, perché nonostante sembra impossibile che una cosa del genere possa accadere a noi purtroppo può invece succedere a tutti, quindi, forse, leggere libri come questo può far capire come prevenire, come prestare attenzione ai messaggi dei nostri figli, come accorgersi dalle prime avvisaglie che qualcosa non va.
Ripeto, leggerò sicuramente questo libro e poi magari vi dirò come l'ho trovato, anche se sono certa che sarà una lettura difficile.
Qualcuno di voi lo conosce e lo ha letto?

venerdì 8 febbraio 2013

Il guardiano invisibile - nuovo caso letterario

Eccomi qui, reduce da un'influenza paurosa che ancora non mi ha abbandonata ma che almeno, oggi, mi permette di connettere il cervello per scrivere.
A volte passo giorni interi girovagando sul web per cercare notizie interessanti da poter condividere qui con voi senza trovare nulla di particolare, mentre a volte - come in questi giorni - le notizie mi inseguono e questa per me è proprio una fortuna!
Il 6 febbraio, annebbiata dalla mia temperatura corporea arrivata ad oltre 39 gradi mi è arrivata via sms una notizia che diceva: "Da oggi in libreria "Il guardiano invisibile" di Dolores Redondo: caso letterario in Spagna con  5 ristampe in un mese"
Fortunatamente sono stata abbastanza lucida da tenere quel messaggio, così oggi ho indagato per avere qualche notizia in più su questo libro ed ho trovato parecchie informazioni.

Si tratta di un libro edito da Feltrinelli la cui trama ufficiale è questa : In un bosco accanto al fiume Baztan, all'estremo nord della Spagna, sul confine tra i Paesi Baschi e la Navarra, viene ritrovato il cadavere di un'adolescente: nudo, mutilato e poi ricomposto secondo uno strano rituale. Sul ciglio della strada, le scarpe, una accanto all'altra, come se qualcuno le avesse messe lì apposta per attirare l'attenzione dei passanti e della polizia. Sul corpo, le tracce di un dolce tipico della regione e alcuni peli che non sono umani. Si tratta dell'attacco di un animale selvatico o di un assassino che cerca di confondere le sue tracce? Amaia Salazar, capo della squadra Omicidi della Policía Foral de Navarra, deve occuparsi del caso. Nata e cresciuta a Elizondo, lo stesso paese della vittima, la detective torna nei luoghi dell'infanzia, dove l'attendono le indagini e i problemi familiari che sperava di essersi lasciata per sempre alle spalle. Con l'aiuto dei suoi collaboratori, Amaia scopre delle analogie con un secondo omicidio, avvenuto un mese prima. Si tratta di un'altra ragazzina, strangolata con la stessa corda. L'assassino deve essere qualcuno di cui le vittime si fidavano e probabilmente lo strano rituale che esegue su di loro (pulirle dal trucco, denudarle e depilare le loro parti intime) è una sorta di purificazione, per restituire alle giovani donne il loro candore verginale. Ma nella zona c'è chi ha idee molto diverse. Per strada, sottovoce, la gente del posto già sussurra teorie e antiche leggende...
Il prezzo comprandolo online è di € 11.90, ottimo per essere una nuova uscita, e questo potrebbe già essere un punto a suo favore.
A quanto pare è il primo capitolo di una trilogia, la stampa spagnola elogia lo stile della scrittrice e l'originalità e la forza della stessa nel trattare il genere del thriller criminale. Le varie testate paragonano la fortuna della Redondo a quella di Carlos Ruiz Zafon, autore di capolavori che hanno inizialmente raggiunto il grande pubblico attraverso il passaparola.
E' assodato che "Il guardiano invisibile" in Spagna abbia raggiunto le vette delle classifiche in pochissimo tempo  - cinque ristampe in un mese non è cosa da tutti - e che abbia avuto un boom di vendite in quindici paesi ancora prima della sua uscita sul mercato; anche i diritti cinematografici di questo romanzo sono già stati acquistati dal produttore della saga di Millennium.
Credo che, viste le recensioni, le aspettative dei lettori saranno enormi e questo potrebbe non essere una cosa positiva per questo romanzo, i lettori esigenti sanno essere molto critici.
Chi ama la lettura, e in particolare il genere thriller, non credo riuscirà a rimanere indifferente a questa nuova uscita, io nello specifico non credo di riuscirci. Vedremo se il risultato sarà all'altezza delle aspettative.
Voi che ne dite? Comprerete questo libro?

venerdì 1 febbraio 2013

Amabili Resti

Oggi un post su un libro particolare, Amabili resti di Alice Sebold, un libro su cui è stato fatto anche un film ma che io non ho mai visto.
Anche questo libro, come molti di quelli che leggo, mi è stato prestato da un'amica in un momento in cui ero assolutamente a corto di libri e di idee; i consigli delle amiche sono sempre preziosi, evidentemente mi conoscono proprio bene perché difficilmente sbagliano.
La trama potrebbe sembrare banale: una ragazzina di quasi 14 anni stuprata e uccisa da un serial killer. Una trama che fa pensare ad un classico giallo dove la narrazione si snoda per riuscire a scoprire chi sia l'assassino e dove sia nascosto il cadavere. E invece ecco il primo colpo di scena: noi, i lettori, il nome dell'assassino lo conosciamo già, come conosciamo da subito il modo in cui la ragazzina viene adescata, violentata e assassinata da quello che è un uomo di mezza età, insospettabile vicino di casa, che non fa trasparire al  mondo il suo vero essere. Quello che non conosciamo è il dopo, e non lo conosciamo neanche nella realtà. Cosa accade alla ragazzina dopo la sua morte? Quante volte ad ognuno di noi è capitato di pensare alle persone che non sono più con noi, sperando che possano vederci o sentirci? Bè direte voi, allora è il classico libro che parla di fantasmi che vivono in un universo parallelo. No, non proprio.
La storia è raccontata proprio da Susie, la ragazzina uccisa, che si ritrova in un luogo da cui riesce ad assistere alla vita che per gli altri va avanti. E' lei che ci racconta come avviene il suo ultimo giorno di vita ed è lei dal suo nuovo "mondo" che ci racconta quello che resta dopo la sua scomparsa. Il racconto mai esagerato, mai volgare, mai pesante narrato dalla voce di Susie, ci accompagna verso la scoperta di quella che all'inizio era una famiglia normale - che resta improvvisamente menomata - facendoci conoscere gli amici più cari della ragazza, il suo primo amore e anche le persone che la conoscevano appena, ma che si ritrovano al centro della vicenda. 
Tutto ciò che accade è raccontato facendo emergere le emozioni che i genitori, gli amici e i fratelli di Suzie provocano nella ragazzina che assiste alla ripresa della vita, quella vita che lei avrebbe potuto avere e su cui fantastica.
Solo noi sappiamo chi è l'omicida, non lo sanno i genitori di Suzie  - che vivono anzi a contatto giorno per giorno con il loro incubo più grande - non lo sa la polizia che indaga sul caso, non lo sanno gli amici, e non lo sanno i vicini. Siamo soli - noi e Suzie - e ci ritroviamo a sentire quello che lei sente, a vedere quello che lei vede, soffrendo inermi insieme a lei che non ha mezzi per poter aiutare la sua famiglia nell'elaborazione del lutto. Ogni familiare e amico vive la perdita isolandosi e solo la ragazza dal suo "mondo" conosce i sentimenti che ognuno di loro prova e la piega che sta prendendo la loro vita.
Coinvolgente è la definizione che darei di questo romanzo. 
Per la prima volta dopo un sacco di tempo mi sono ritrovata a piangere leggendo un libro, non dico qualche lacrima, dico proprio piangere. Ed è strano perché un po' devasta!!! Una devastazione di quelle belle però!
Vi consiglio assolutamente questo libro.