Pagine

mercoledì 26 giugno 2013

La colpa

Ciao a tutti, per prima cosa mi scuso per la mia frequente assenza dell'ultimo periodo, ma sono entrata in un vortice di lavoro che fino ad agosto mi assorbirà in modo folle. Per fortuna il ralax si avvicina...poco più di un mese e si potrà respirare un po' di tranquillità...anche se i pensieri continueranno! Ma parliamo di cose belle...
Oggi vorrei parlarvi di un libro che ho acquistato in uno dei miei raid in libreria di qualche mese fa. Un libro che non conoscevo, da cui mi sono fatta ammaliare per la trama e per il prezzo decisamente conveniente - solo 5.90 euro!!!
Sto parlando de La colpa di Lorenza Ghinelli edito da Newton Compton Editori, finalista per il Premio Strega nel 2012 e dal quale mi aspettavo grandi cose.
Quella che segue è una recensione un po' particolare perchè non è stata scritta tutta nello stesso momento, infatti per la prima volta da quando ho questo blog ho sentito la necessità di fermarmi e scrivere durante la lettura; non ho potuto farne a meno, perchè avevo paura di non riuscire successivamente ad esprimere in pieno i sentimenti che stavo provando.

Ma andiamo con ordine e partiamo dalla trama:
"Estefan nasconde un segreto inconfessabile, un macabro ricordo d'infanzia che lo perseguita. Forse si è macchiato di un crimine atroce, oppure è vittima di una memoria bugiarda, che distorce la realtà. Ma nella realtà, qual è la colpa per cui sua madre e suo padre hanno smesso di amarlo? Anche Martino, il suo migliore amico, custodisce un terribile segreto, una verità sconvolgente che nessuno deve conoscere. Il male che condividono li ha resi complici. Il male che condividono li ha uniti in un legame indissolubile. Non si confidano, chiusi in un silenzio che saranno costretti a infrangere solo quando il passato minaccerà di tornare. Finché un giorno la strada di Estefan si incrocia con quella di Greta, una bambina di appena nove anni che ha perso entrambi i genitori. Cresciuta in campagna, circondata da una decadente periferia industriale, vive come prigioniera nella casa del nonno. Il loro incontro, figlio dell'ennesimo episodio violento, sarà il primo passo verso la redenzione. "La colpa" è un romanzo graffante e diretto che parla del dolore dell'infanzia ignorato dal mondo adulto e della possibilità di riscattarsi, nonostante tutto."

Due amici: Estefan e Martino. Due destini terribili, entrambi segnati da avvenimenti sconvolgenti che all'età di 8 anni si fatica a capire...e anche dopo credo.
Non è stato facile entrare in pieno nella lettura, mi sono trovata un po' perplessa di fronte a questi capitoli costituiti da frasi secche, cortissime, che mi davano la sensazione di confusione. In un primo momento mi sembrava solo di essere davanti alla storia un po' confunsa di un ragazzino ai limiti della follia e del suo amico pronto per il riformatorio.
Ho fatto davvero fatica a capire all'inizio, ma poi tutto è stato chiaro: gli avvenimenti che hanno devastato le vite dei due amici vengono svelati ed ecco la spiegazione di quello scrivere così particolare, perchè alla fine è proprio quel modo di scrivere che rende l'idea e riempie d'ansia.
Non sono una persona facilmente impressionabile ma, vi dirò la verità, il modo in cui il tutto è raccontato mi ha tubato, perchè rende l'idea fin troppo bene, e non è facile neppure immaginare quello in cui ci si trova coinvolti leggendo questo libro.
Non sono arrivata neanche a pagina 80 ed ho cominciato a scrivere queste sensazioni perchè avevo paura che aspettando la fine della lettura sarebbe stato difficile descrivere tutto questo, perchè quando si legge di bambini violentati e di bambini mancati alla vita diventa - almeno per me - tutto più difficile.
Da madre credo siano le due più grandi paure, qualcosa che si spera di non dover mai affrontare, perchè credo sia inumano, troppo devastante per chiunque. E leggerne comunque mi tocca, e leggerne in modo così duro, diretto e forte lo fa ancora di più, tanto da indurmi a fermarmi e cominciare a scrivere questo post.
Non so come andrà questa recensione, ora come ora non posso dire se sarò "costretta" ancora a fermarmi e scrivere durante la lettura, sicuramente se l'istinto di farlo sarà così forte allora per la prima volta avrete una recensione in divenire...che non è detto sia un male....vedremo.
Torno a leggere perchè non sono neanche ad un terzo del libro ed ora che ho cominciato a capire non voglio fermarmi anche se mi fa male!
Vi lascio un paio di punti che mi ha fatto riflettere e poi torno alla lettura!

Per quanto riguarda la prima citazione avrei voluto aggiungere qualche riga ma il racconto si fa un po' pesante e non vorrei urtare la sensibilità di chi magari si ritrovasse a sbirciare il mio blog e inconsapevolmente leggesse queste righe, quindi mi limiterò a trascrivere una parte che comunque credo sia esaustiva di quello che un bambino di 8 anni appena violentato possa provare: 

"Perchè mentre lo zio lo rammendava e lo spolverava come un bambolotto di pezza scucito, Martino fluttuava. Assente. Lontano anni luce da tutto e da se stesso. E ora sua madre gli ha chiesto se si è divertito. E pensa che sua madre dev'essere scema perchè Martino si sente l'infamia negli occhi e sa che in quel momento la sta guardando con gli occhi grande, occhi che urlano un aiuto inconsapevole, che implorano abbracci e contenimento, vendetta e giustizia. O almeno uno straccio di spiegazione che dia un senso a quel casino"

E poi, come dicevo, c'è la storia parallela, quella di un bambino mancato alla vita lasciando nell'esistenza della sua famiglia un vuoto incolmabile ma soprattutto una rottura indelebile degli equilibri:
"Il bianco è il colore più inappropriato per una bara. E quello del genitore il ruolo più inappropriato per seppellirla.[...] SIDS. Avevano detto. E all'ospedale quel giorno avevano confermato. Sudden Infanth Death Syndrome. Sindrome della morte improvvisa infantile. Morte bianca. 
Sapere i nomi delle cose non cambia.
Il dolore è fuori e dentro il nome.
E' dappertutto.
Non c'è soluzione. Non c'è assoluzione."


Dopo il turbamento che mi hanno lasciato le prime 80 pagine ho ricominciato a leggere questo libro con un altro atteggiamento, molto più coinvolta, arrivando ad assaporare fino in fondo lo stile che la scrittrice ha cercato di dare al romanzo. Ho apprezzato ogni frase, ogni atteggiamento ed ogni azione di quei ragazzi sgangherati. E chissà perchè, nel libro come nella vita, sgangherato chiama sgangherato e le storie difficili si intrecciano senza tregua. Ma forse perchè solo uno sgangherato può capirne un altro fino in fondo ed aiutarlo magari a superare ogni turbamento; proprio come succede ad Estefan e Martino che a suon di botte arrivano a confidarsi i loro passati difficili e a dimostrarsi tutto il loro affetto; ma anche come succede successivamente tra Estefan e Greta, un'altra bambina dal passato difficile e da un presente che diventerà traumatico.
E ci si accorge che dietro questi ragazzi sgangherati si nasconde un sensibilità speciale, la stessa sensibilità che oltre ad averli portati all'oblio, li porta ad avere un legame indissolubile, un'amicizia vera che mettono al primo posto nella loro difficile vita.
E' complicato per me tirare le somme di questa lettura. Sicuramente in alcuni momenti la nerrazione è dura, forte, ma in altri emerge una grande sensibilità.
Difficile consigliare il libro a cuor leggero, credo si debba essere pronti, non è facile superare la difficoltà in cui ci imbatte leggendo alcuni passaggi. E, badate bene, io non sono generalmente impressionabile ma forse, qualcuno un po' più sensibile di me potrebbe trovare questo libro decisamente crudo. E' anche vero che per quanto sia difficile pensarci ed ammetterlo gli avvenimenti che riempiono la trama avvengono purtroppo molto più spesso di quello che si vorrebbe, ed è anche vero che si pensa sempre che a noi in prima persona certe cose non possano accadere. Ma purtroppo la vita è strana, a volte ti da ed altre, forse più spesso, ti toglie. Ti può togliere l'infanzia facendoti incontrare persone sbagliate, e può toglierti la vita troppo presto a causa di una fatalità e questo rimane per tutti noi inconcepibile; e quando uno scrittore si appresta a parlare di certe cose nel suo romanzo può scegliere di farlo capire girandoci intorno oppure può scegliere di essere diretto e credo che la Ghinelli abbia volutamente scelto questa seconda opzione.
Quello che mi ha lasciata un po' perplessa è stato il finale che mi aspettavo un po' più articolato e meno frettoloso.
Comunque devo dire che il libro nel complesso mi è piaciuto e mi ha lasciato la curiosità di leggere anche "Il divoratore", l'opera prima della stessa autrice.
Qualcuno di voi ha letto questo libro? Mi piacerebbe confrontare le mie impressioni.

giovedì 20 giugno 2013

La casa di pan di zenzero

Buon pomeriggio a tutti!!! COme state? Qui si muore dal caldo...ma una buona via di mezzo tra il gelo e il bollore africano è chiedere troppo?
Comunque, lasciamo perdere le mie divagazioni e parliamo di libri!
Ricordate i miei ultimi acquisti? Bè, non ho saputo resistere alla tentazione di leggere proprio uno di quei libri; non posso farci niente, i miei libri in attesa di lettura vengono sempre soppiantati e rimessi in coda a causa degli acquisti più recenti ma prometto che cercherò al più presto di far diminuire la mia meravigliosa ed invitante pigna di libri da leggere (hihihihihi lo dico sempre e non lo faccio mai perchè sarei persa senza una pila di libri che mi attendono ahahahhaha).

Il  libro a cui questa volta non ho saputo resistere è "La casa di pan di zenzero" di Carin Gerhardsen, edito da Dalai editore; un libro che mi ha letteralmente spiazzato! E non sarà facile parlarne senza fare spoiler, ma ci proverò visto che non voglio assolutamente togliervi il gusto della lettura.

Ma cominciamo dall'inizio con la trama:

"E' un tardo lunedì pomeriggio di novembre a Stoccolma, la neve cade fitta e il buio già sta calando sulla città. Un uomo sale sulla metropolitana, si abbandona sul sedile. Osserva le facce grigie e tristi che lo circondano e si sente felice. Forse no, felice è troppo, ma senz'altro è soddisfatto: ha un buon lavoro, è sposato, è padre di tre figli. Una sola cosa lo inquieta: uno sguardo insistente riflesso nel finestrino. Quando alla sua fermata l'uomo scende, non si accorge che qualcuno lo sta seguendo...
Inizia così l'incubo in cui precipiterà Stoccolma per giorni, una serie di efferati omicidi apparentemente irrelati che terranno in scacco la polizia, incapace di venirne a capo, tra errori e false piste. L'indagine viene affidata a Conny Sjoberg, commissario della stazione di Hammarby, e alla sua squadra. Poco alla volta il poliziotto dovrà ricostruire e motivazioni che spingono l'assassino a uccidere. Sarà una lotta contro il tempo e contro le sue stesse paure. Ma forse la soluzione è contenuta nella risposta a un'unica domanda: quanto a lungo può attendere la vendetta?"

Tutto comincia in un asilo, quasi quarant'anni prima rispetto alla collocazione temporale dell'intera vicenda, un asilo in cui vige la legge del più forte ed i soprusi verso i bambini più tranquilli e riservati si sciupano.
Ma non qualche presa in giro come magari può capitare a tutti, quelli con cui dobbiamo subito fare i conti nel primo capitolo del libro sono dei veri e propri pestaggi: "Thomas, incapace di opporre resistenza, incapace di urlare, siede sull'asfalto bagnato e gelido. Immobile, silenzioso. Guarda i compagni rassegnato. Alcuni gli lanciano dei sassi: in testa, sul viso, sul corpo. Altri gli sbattono ripetutamente la testa contro il lampione, qualcuno lo frusta con una corda per saltare. Alcuni bambini ridono, altri si scambiano sussurri con un'espressione sprezzante e un po' maliziosa sulle loro faccine e altri ancora osservano soltanto, inespressivi."

Le domande che in modo chiaro emergono per tutto il romanzo sono: quanto può un sopruso del passato incidere sulla formazione di un adulto? Quanto può durare la sete di vendetta? Da come si svolgono le vicende la risposta sembrerebbe immediata: per sempre!
Questo libro è sì un giallo con un serial killer, un'indagine, delle vittime, ma non è un giallo come tutti gli altri, perchè in realtà l'impronta che è stata data al romanzo è molto psicologica; in ogni singola riga che ci si trova a leggere emerge la consapevolezza che gli eventi della vita, soprattutto nell'infanzia, possono condizionare la vita di un futuro adulto in modo indelebile. E non è esagerato pensare che chi nell'infanzia subisce ogni tipo di sopruso da parte di altri bambini - soprattutto se questo accade nell'indifferenza degli adulti - possa poi diventare un adulto problematico; certo, non è possibile stabilirlo con certezza ma in questo libro l'autrice ci spiega con molta chiarezza come una diversa personalità può avere, nelle stesse situazioni, reazioni totalmente differenti.

Quello che ci viene descritto nelle prime pagine è un quarantaquattrenne insignificante, senza una vita, senza degli affetti e senza un'opinione per le cose; un uomo abituato ad essere un perdente e una nullità perchè gli altri nella vita lo hanno portato a pensarlo. Quello stesso uomo di notte, nel buio , si ferma ad osservare le luci alle finestre delle abitazioni provando ad immaginare quel calore familiare e quella vita perfetta che lui non ha avuto. Thomas era uno dei bambini più deboli e come tale ora è un adulto senza certezze e con poca fiducia in se stesso; la situazione cambia solo quando per caso, sulla metropolitana, incontra Hans, il capobranco artefice dei suoi soprusi di bambino. Questo incontro gli fa prendere una decisione per la prima volta nella sua vita, la decisione di seguirlo, dando finalmente una scossa alla sua vita piatta e senza colore.
Hans ha una vita quasi perfetta: un lavoro appagante, una casa di proprietà, una famiglia numerosa; quello che Thomas non ha mai potuto avere.
Ma a volte, nella vita, le situazioni cambiano in modo immediato...Hans quella sera viene ucciso, così come vengono uccise nei giorni successivi altre persone.
Durante la lettura l'evolversi degli eventi sembrerebbe scontato, ma non fatevi trarre in inganno, la situazione è molto più complessa rispetto a quello che è possibile immaginare.

Questo è un libro che riesce a rapire il lettore dandogli una chiara descrizione psicologica di tutti i personaggi che compongono la trama, primo fra tutti l'assassino - a cui viene spesso data voce in modo che sia lui stesso a descrivere anche con troppa lucidità i suoi pensieri forti, crudi e folli - facendocene percepire così bene le intenzioni tanto da farcene anche comprendere le motivazioni anche se ovviamente non a giustificarle.
La scrittura è coinvolgente, i capitoli sono suddivisi secondo i giorni della settimana e il lettore si ritrova faccia a faccia con l'assassino sin dai primi capitoli del libro.

L'assassino è brutalmente lucido nelle sue intenzioni ed è così che lui stesso ci descrive il suo primo omicidio:
"Mai ho avvertito una tale euforia, una tale carica di energia e di voglia di vivere come oggi, quando per la prima volta ho commesso un omicidio. Sento da me quanto suoni assurdo - come se fosse una commedia - ma non c'è niente da ridere, è tutto molto tragico. Tragica è la mia misera vita, contraddistinta da solitudine e umiliazione, e tragica è stata la mia infanzia disastrata, segnata da violenza, emarginazione e terrore. Quei bambini mi hanno tolto tutto: la mia autostima, la mia gioia di vivere, i miei sogni e la mia dignità. Mi hanno anche tolto qualcosa che tutte le persone sembrano portare con se nella vita: i ricordi radiosi dell'infanzia su cui poter tornare a fantasticare o raccontare ad altre persone

E poi ancora, davanti ad una delle vittime:"Ci sono molti modi per tormentare una piccola vita. Tu hai scelto il più semplice. Tu dirigevi il pubblico, i tifosi. Senza le tue grida di incoraggiamento e i tuoi sorrisi sprezzanti il terrore non avrebbe trovato terreno fertile. Non eri tu a reggere l'ascia, ma eri tu a decidere chi doveva essere decapitato. Eri tu che tenevi il ritmo, che davi il la, eri tu che decidevi quel che era brutto e quel che era bello, quel che era giusto e quel che era sbagliato. Eri tu che avevi deciso che io ero l'essere più brutto e rivoltante che avesse mai messo piede su questa terra, e quel marchio non mi è più stato possibile cancellarlo."

Delle parole che toccano il cuore, per quanto tragiche e brutali... 

Oltre a dar voce alle emozioni del serial killer anche gli altri personaggi che compongono la trama vengono descritti nella loro intimità; sia il commissario Sjoberg ma anche gli altri poliziotti che intervengono nelle indagini ci sono descritti nella loro vita privata e diventano reali tanto quanto le vittime e l'omicida. Niente è lasciato al caso e nessuno dei personaggi è solo una comparsa. Il modo in cui viene dipanata la trama attraverso la descrizione delle indagini porta a non abbandonare le lettura per la voglia di capire se quello che ci è da subito stato rivelato non sia in realtà una minima parte di quello dovremmo sapere.
E' un libro che, come vi ho detto all'inizio, mi ha letteralmente spiazzato, perchè niente è come sembra infatti ad una cinquantina di pagine dalla fine mi sono trovata nell'improvvisa consapevolezza che in realtà non avevo capito nulla!!! Ma non posso dirvi di più...per capire potete solo leggerlo!
Un romanzo che nella sua totalità ho trovato geniale!

Non fatevi spaventare dal fatto che questo sia il primo volume di una trilogia perchè comunque ha un inizio e una fine ben precise; il filo conduttore della trilogia, da quello che ho potuto capire, è unicamente la stazione di polizia di Hammarby con a capo il commissario Sjoberg e il suo straordinario intuito.
A questo punto voglio assolutemente avere e leggere al più presto il secondo romanzo, che si intitola "Madre, padre, figli", pubblicato in Italia nel 2012, con la speranza che l'autrice sia riuscita a non cadere nella trappola che spesso le trilogie tendono!

lunedì 17 giugno 2013

Eventi estate 2013 - Cervia e dintorni

Buon lunedì!!! Per tirarci un po' su di morale per una nuova settimana che comincia che ne dite di pensare un po' alle vacanze?
E' giugno ormai, e anche se qui al nord fino a pochi giorni fa sembrava autunno inoltrato, ora il caldo afoso imperversa e l'estate sembra finalmente arrivata non solo sulla carta!
Sole, mare o montagna - anche se io preferisco il mare - e tante letture sono spesso la prerogativa di una vacanza perfetta, almeno per chi come me divora i libri. Sicuramente neglil ultimi anni, con l'avvento dei libri in digitale, il bagaglio per le vacanze riesce ad essere più leggero - anche se io continuo a preferire una bella valigia stracolma di libri cartacei!!!
Girovagando in rete mi sono imbattuta in una meravigliosa iniziativa che attende i vacanzieri della Riviera romagnola, perchè si sa, in Romagna l'attenzione per il turista è sempre stata all'avanguardia e l'iniziativa che sto per segnalarvi ne è sicuramente una prova.
Quante volte vorreste fare una passeggiata sul bagnasciuga ma non volete abbandonare la lettura che vi state gustando sdraiati sul lettino in spiaggia?
Bè, da quest'anno in Romagna sarà possibile dedicarsi ad entrambe le cose: si potrà passeggiare con i piedi nell'acqua e nel frattempo essere allietati dal proprio libro preferito o dall'ultimo best seller pubblicato; infatti oltre ad aver inaugurato la spiaggia più lunga di tutta Italia con il wi-fi gratuito, nei 9 Km di costa che comprende circa 200 stabilimenti balneari che vanno da Milano Marittima a Cervia, fino a Pinarella e Tagliata, quest'anno sarà anche possibile scaricare gratuitamente ed ascoltare su I-pod, smartphone o tablet, il proprio libro preferito in audio book. I titoli compresi nell'iniziativa sono più di 400, alcuni dei quali anche in lingua inglese, tedesca e russa; dopo il primo libro gratuito, i successivi saranno scontati del 20%. 
Chissà che in questo modo anche i più pigri non si rimettano a leggere - o meglio ad ascoltare - un buon libro? Mi sembra davvero una bellissima iniziativa che spero possa essere presa d'esempio anche in altre parti di Italia.
Per la notizia completa vi rimando al link
http://www.ravennatoday.it/cronaca/cervia-la-novita-dell-estate-2013-un-audiobook-in-mezzo-al-mare.html

Oltre a questo, sempre sulle stesse spiagge, dal 20 Luglio al 15 Agosto, si ripeterà anche quest'anno il festival "La spiaggia ama il libro" dove diversi autori presenteranno le loro opere direttamente negli stabilimenti balneari. Un'altra iniziativa meravigliosa!

Sono partita dalla Romagna quasi per caso, perchè la notizia ha trovato me! Ho pensato che però potrebbe essere interessante per gli amanti della lettura sapere dove, anche in vacanza, trovare luoghi che dedicano eventi a  questa nostra passione, quindi ora proverò a cercare altre iniziative organizzate sulle nostre spiagge e nei nostri luoghi di villeggiatura per eccellenza e se li troverò li condividerò con voi! Spero di riuscire a farne una rubrica abbastanza corposa perchè questo starebbe a significare che la lettura sta tornando ad essere importante!



mercoledì 12 giugno 2013

L'inquietante urlo del silenzio

Ciao a tutti!! Come state? Io sto cercando di dare un'ordine, almeno mentale, alle mille cose che avrei da fare ma è dura, avrei bisogno di un lungo periodo di riposo ma agosto ancora è lontano e prima di allora dovrò ancora correre molto! Aiuto, a volte ho proprio paura di non farcela. Ma non voglio tediarvi oltre con le mie turbe.

Oggi vorrei raccontarvi di un libro di cui ho cominciato a scrivere dopo soli cinque minuti dall'averlo finito di leggere. L'ho cominciato con l'intento di dare solo una sbirciata perchè sono alle prese con un'altra lettura e, come ho già detto diverse volte, non leggo mai due libri contemporaneamente, ma ecco qui l'eccezione che conferma la regola, l'ho cominciato e non sono più riuscita a fermarmi. 
Ma andiamo con ordine.
Più o meno una settimana fa sono stata contattata da Francesca Napoli, una scrittrice emergente - la cosa mi lusinga e la ringrazio - che mi chiedeva se avessi voglia di leggere e parlare sul mio blog del suo primo libro, "L'inquietante urlo del silenzio" pubblicato lo scorso anno da Butterfly Edizioni. Come vi ho già detto altre volte accolgo sempre queste richieste con molto slancio, perchè la cosa più bella per me è dare spazio a chi come Francesca ha qualcosa da raccontare.
Dopo avermi  contattato mi ha gentilmente inviato una copia del suo primo libro in formato digitale; in quel momento l'ho subito messa in guardia, perchè non mi sono ancora digitalizzata e dovendo leggere su pc dopo averci passato una media di 10 ore al giorno per lavoro, non le potevo garantire velocità.
E invece non ho saputo resistere, perchè troppi particolari continuavano a stuzzicare la mia curiosità.
Quello che subito mi ha colpito di questo libro è la copertina: una figura
femminile semi traparente, voltata di spalle e vestita in modo anonimo percorre un corridoio scuro e inquietante alla fine del quale si vede una porta con affisso il numero 13 - il numero di Lucifero; credo che questa copertina sia azzeccata in tutto e per tutto, infatti racchiude in se tutti gli elementi che la protagonista della storia cerca di trasmetterci nel suo breve viaggio verso l'ignoto - che dura circa 50 pagine.
Anche la sinossi mi ha incuriosito immediatamente perchè lasciava intravedere una trama piena di mistero, eccola:  "Emy è una ragazza ricca e intelligente e nutre una segreta ambizione: scoprire i segreti che si nascondono dietro il volto imperscrutabile del destino. La sua passione, però, la condurrà ai limiti della follia e, una volta accompagnata dai suoi parenti in una casa di cura, non resterà che il silenzio a riempire le sue giornate. Tuttavia, l'ospedale psichiatrico mostrerà presto il suo volto: morti sospette, medicine dall'aspetto ambiguo e, soprattutto, il ripetersi del numero tredici, il numero di Lucifero. Tra mistero e magia oscura, Francesca Napoli guida la sua protagonista al di là del confine tra la vita e la morte per poi svelare ciò che ognuno di noi porta dentro di sé: il potere indistruttibile e salvifico dell'amore."

Con tutta la curiosità del caso mi sono quindi immersa nella lettura e già dal prologo ho trovato una scrittura matura - pur avendo l'autrice solo 21 anni - ed uno stile capace di andare dritto al punto pur lasciando in sospeso alcune notizie in grado di portare il lettore all'immediata voglia di scoprire quello che di lì a breve sarebbe successo alla protagonista.
Vorrei condividerlo con voi perchè credo sia proprio stato questo a non avermi permesso di smettere di leggere fino alla fine:
"Avete mai creduto a quella frase che dice che in un secondo tutto può cambiare e che la vita prima o poi ti sorprende? Io mai. O meglio... sono sempre stata felice e non ho mai pensato a nessun tipo di stravolgimento sia positivo, sia negativo. La mia vita sarebbe rimasta identica a quella che avevo condotto fin dai miei primi giorni di vita. Invece no, qualcosa o qualcuno mi indussero a cambiare opinione. L'ho sperimentato sulla mia pelle. Come? Probabilmente vi basterà sapere che era il 13 dicembre del 1998 quando la mia vita si spense. Ricordo che in quell'anno non successe nulla di particolare: soliti scandali, solite notizie, solita vita per tutti, tranne che per me. Quello fu l'anno della mia rovina, una rovina ordita da altri, una rovina già predestinata." 

Il libro prosegue con qualche pagina dedicata alla descrizione della protagonista, Emy, che parlando in prima persona, ci racconta la sua vita, quella di una ragazza normale, nata in una famiglia benestante, che divide le sue giornate tra la scuola, le amiche, la chiesa e l'amore per il suo ragazzo, Andrea. Fin qui tutto nella norma, una ragazza come tante, che vive la vita in modo pieno, accompagnata dal trasporto disarmante che solo il primo amore può dare. Questa ragazza normale ha però da sempre un segreto che non ha mai rivelato a nessuno, qualcosa che la assorbe in modo inspiegabile rendendola quasi dipendente, un segreto che svela unicamente a noi lettori attraverso queste parole: "Ero follemente interessata al mistero, all'ignoto, alla magia nera e al destino. Volevo a tutti costi trovare la pozione che mi permettesse di essere onniscente e di rispondere ai quesiti che mi attanagliavano l'anima"

Il racconto inizia a tingersi di mistero, questa fissazione che Emy ha per l'ignoto la assorbe completamente; è proprio durante una delle sue ricerche in libreria che accade la prima di una serie di stranezze in cui si imbatte la protagonista: un'apparizione della dea Atena, la dea della sapienza. Quello che mi ha colpito non è tanto l'avvenimento in se che penso potesse essere sicuramente approfondito a livello di trama; quello che mi ha colpito è come l'autrice abbia saputo, in questo come in altri punti del libro, accompagnarci all'avvenimento con uno stile - e mi ripeterò ma ne sono convinta - molto maturo. In modo impeccabile infatti ci viene raccontato: "Un giorno qualcosa cambiò. Era uno di quei giorni che pensi non arriveranno mai e anche quando arriva non hai il coraggio di affrontarlo, lo guardi da un angolo nascosto, quasi come una semplice comparsa nella tua vita, ma non puoi continuare a lungo: sei costretta a giocarti anche l'ultimo frammento di cuore."
Dopo l'apparizione Emy fa tutto quello che una ragazza della sua età avrebbe fatto, ne parla con l'amica del cuore che invece di capirla le consiglia riposo; lo stesso accade quando ne parla con Andrea e quando stremata arriva a raccontare l'accaduta alla madre.
E' a questo punto che la vita di Emy ha una svolta, viene praticamente presa per pazza e deve sottoporsi ad incontri con una psichiatra: "Successe tutto così velocemente che nemmeno mi accorsi dei cambiamenti... passai a ingoiare medicinali come se fossero caramelle, una cosa del tutto normale. Quei medicinali mi avevano letteralmente stordita. Mi sentivo spossata e avevo sempre lo sguardo perso nel vuoto. Tutti gli sforzi per imparare a vivere erano valsi a nulla, adesso esistevo soltanto."
Le sedute e i medicinali sembrano non portare ad alcun risultato; la psichiatra propone una clinica in cui la ragazza potrà riprendersi più velocemente sotto lo sguardo attento di persone competenti. E' a questo punto che Emy viene rinchiusa in un ospedale, che si rivelerà più che altro una prigione, dove lei e le altre ragazze non potranno incontrarsi, né parlare tra loro. Tutto in quel luogo risulta essere misterioso e per niente accogliente. Nessuno fa visita alla ragazza e lei si ritrova a fare i conti con la solitudine e con l'impossibilità di cambiare le cose. Tutti i legami con la vita passata sembrano essersi dissolti nel nulla, quasi come se lei non fosse mai esistita e come se le persone a lei care avessero in poco tempo dimenticato chi fosse.
In una situazione così traumatica Emy scopre una verità devastante e incomprensibile, ma non posso svelarvi tutto, dovete leggerlo per sapere a cosa mi riferisco!
Con un racconto che assume una piega fantasy Francesca Napoli riesce ad affrontare un tema molto profondo, che è poi quello dell'abbandono e della solitudine, e così viene naturale chiedersi cosa sia questo urlo del silenzio, se solo un'impossibilità di comunicare tutta la propria disperazione o se un sesto senso che nei momenti di pericolo si sprigiona dentro di noi urlandoci prepotentemente di scappare. Un racconto che parla di solitudine ma soprattutto della grande forza dell'amore.
Una critica che mi sento di rivolgere a Francesca è che avrei preferito fossero approfondite alcune parti della storia che, pur dovendo assumere un ruolo centrale per il dipanarsi della trama, sono state trattate in modo un po' veloce - come ad esempio l'apparizione della dea Atena ma anche il filone dell'occulto cui è legata la fissazione di Emy. In questo modo il libro sarebbe risultato un po' più corposo dal punto di vista della trama che è comunque piacevole e ricca di buone idee.
Quello che invece ho molto apprezzato è stato il tipo di scrittura e la semplicità con cui la storia ci viene presentata, ed anche il fatto di aver sviluppato la narrazione attraverso la voce della protagonista che in ogni situazione ci tiene per mano e ci guida attraverso il suo racconto, rendendoci partecipi delle sue emozioni che sembrano emergere su tutto.
Sono rimasta favorevolmente colpita da questa giovane emergente, che potrà sicuramente migliorare col tempo ma che dimostra con questo libro di avere tutte le carte in regola per poter arrivare ad essere una grande scrittrice.

lunedì 10 giugno 2013

I sotterrenei della cattedrale

Ciao amici lettori! Un po' di tempo fa mi ero imbattuta nei libri della Newton Compton a 0.99 euro, ve ne avevo parlato qui.
Qualche giorno fa, dovendo scegliere che nuovo libro cominciare a leggere, sono stata richiamata da uno di loro e precisamente da "I sotterranei dela cattedrale" di Marcello Simoni.
Ecco la trama:
"Urbino, 1789. Il cadavere del professor Lamberti, docente di filosofia all’università, viene ritrovato all’interno della cattedrale. L’ipotesi è che sia precipitato dalle impalcature erette per la ricostruzione della cupola, distrutta da un terremoto. Ma Vitale Federici, il suo allievo più brillante, intuisce subito che dietro quella morte si cela qualcosa di poco chiaro. Inizia dunque la sua personale indagine sugli ultimi giorni di vita del Lamberti, finché viene a conoscenza di un fatto sconcertante: l’uomo era sulle tracce di un antico tempio dedicato alle Ninfe, nascosto nel sottosuolo della città. Vitale si appassiona immediatamente al mistero, ma la sua ricerca lo porta ben presto di fronte a un’inquietante verità: il Lamberti deve essere stato assassinato. Ma da chi? Tanti sono i sospettati, e tutti hanno interesse a tenere Vitale lontano da un segreto che non deve essere rivelato…"

Che dire di questo librettino da poco meno di 130 pagine? Le sensazioni che mi ha lasciato sono differenti e a tratti contrastanti tra loro, ma ancora adesso che sono qui a tirare insieme le idee su quello che ho letto non riesco a capire se sia colpa mia o colpa del libro.
Spesso mi sono trovata a pensare che la trama sia un po' la solita, ma forse perchè in passato mi sono così tanto fissata su questo genere di libri arrivando a leggerne davvero una quantità assurda, quindi forse è proprio il genere in se ad avermi stancato. E' un po' come il filone dei vampiri, dopo Twilight c'è stato secondo me un abuso eccessivo di questa figura così che mi sembra spesso molto forzato mettere all'interno di una trama un personaggio con caratteristiche del genere e anche nel caso de "I sotterranei della cattedrale" la sensazione è stata un po' questa, come se ci fosse spesso l'idea che basta inserire in una trama una cattedrale, un' Accademia frequentata di nascosto da religiosi e l'assassinio di figure di spicco della religiosità per farne un thriller storico. Sembra quasi si pensi possa bastare cambiare nomi e ambientazione che tutto sia risolto, e che si sia pronti per un libro da vendere. Ma ripeto potrei anche essere io ad aver ormai raggiunto il limite - perchè molto spesso mi capita - con questo filone. In più ci si mette il fatto che il libro è proprio piccolo piccolo, così tanto piccolo da sembrare quasi più un racconto che non un libro; perchè concedetemelo, è proprio difficile creare suspense sul lettore se non si ha il tempo materiale di lasciare un po' le cose in sospeso per dargli la possibilità di tirare le somme e cercare di capire i risvolti della trama; quindi anche da questo punto di vista sono rimasta un po' delusa, in più non ho neanche amato particolarmente i personaggi.
D'altra parte però ho comunque trovato una scrittura piacevole, che credo possa essere adatta al genere che l'autore ha scelto per i suoi libri.
Quindi tirando le somme....boh.... resto un po' così, a bocca asciutta!
Sono consapevole che questa recensione possa essere un po' confusa, ma confusione è comunque quello che questo libro mi ha lasciato, quindi forse va bene così.
La curiosità di leggere magari il primo romanzo di Marcello Simoni, così tanto ben recensito e di cui ho sentito molto parlare mi è venuta, ma magari lo farò più in là, in un momento in cui mi tornerà la voglia di ributtarmi in questo genere di lettura.
Qualcuno di voli ha letto questo o uno degli altri libri dell'autore? Mi piacerebbe sapere se anche ad altri ha lasciato l'amaro in bocca.

giovedì 6 giugno 2013

La lista dei miei desideri

Ciao a tutti, finalmente riesco a dedicare un po' di tempo (anche se non quanto vorrei) al blog. In questo periodo sto avendo una vita un po' frenetica e purtroppo mi rimane pochissimo tempo per me.
In più ci si mette il tempo pazzerello,un giorno si suda da non respirare e il giorno dopo grandinate e nubifragi (l'ultimo ieri sera con Milano praticamente allagata in meno di un'ora di pioggia abbondante). Siamo a giugno ormai, il mese che normalmente dovrebbe richiamare alla mente sole, estate, uscite domenicali all'insegna di relax, letture e divertimento; fino ad ora per quanto mi riguarda tutto questo non è stato praticamente possibile e l'umore devo dire ne risente molto. La delusione per l'estate che non si decide ad arrivare condiziona negativamente molte delle mie giornate...ufffff!
Quello che invece non mi delude mai è leggere un buon libro! Anche se con il sole è tutta un'altra cosa!!!!

Oggi mi piacerebbe parlarvi di un libro che ho finito di leggere qualche giorno fa. E' un libro che non ho scelto infatti è stato il primo omaggio ricevuto da una editrice - e precisamente la Sperling & Kupfer - a pochi giorni dalla sua uscita nelle librerie. E' un libro che mi è piaciuto tantissimo, quindi sono stata molto fortunata che la casa editrice abbia scelto questo per me, oltretutto avevo proprio bisogno, in questo periodo, di leggere qualcosa di fresco e divertente.
Si tratta di "La lista dei miei desideri" di Lori Nelson Spielman.
Come vi avevo già anticipato qui ho subito apprezzato la copertina per la grafica, questo unito allle righe iniziali del romanzo mi ha immediatamente incuriosito.

Ma andiamo con ordine e diamo una rispolverata alla trama:
"A trentaquattro anni, Brett Bohlinger ha tutto quello che vuole: un lavoro invidiabile nell'azienda di famiglia, un loft molto trendy, un fidanzato irresistibile e una mamma affettuosissima che è anche la sua migliore amica. Perciò, quando l'adorata madre Elizabeth muore, Brett è devastata per aver perso il suo punto di riferimento. E il dolore si trasforma in rabbia nel momento in cui si ritrova anche con un pugno di mosche. Perché alla lettura del testamento, invece di nominarla nuova amministratrice della Bohlinger Cosmetici, Elizabeth le lascia soltanto una lettera. Ed è una lettera strana, che la esorta a riconsiderare la sua vita, partendo dalla «lista dei desideri» che aveva stilato da ragazzina, vent'anni prima. Solo se nell'arco di un anno realizzerà tutti gli obiettivi di allora - innamorarsi, salvare il mondo, essere felice, desideri semplici e assoluti al contempo - riceverà la sua eredità. Inizialmente riluttante, a Brett non resta che seguire le istruzioni materne: mese dopo mese, ogni volta che Brett spunta una voce della lista, riceve dal notaio una nuova lettera della mamma. Affettuosa, comprensiva, protettiva e piena di una fiducia senza riserve. Come una carezza che la spinge, fra una lacrima e un sorriso, a non mollare e ad aprirsi al domani. A scoprire l'affetto di una famiglia vera e a esplorare il terreno dei sentimenti più teneri. Perché la vita è fatta per essere vissuta, sempre. Un romanzo delicato, romantico e commovente sul senso dell'esistenza e sullo straordinario potere dell'amore che può spingerci a cambiare e a trovare, ogni giorno, la felicità."

L'autrice è al suo primo romanzo, e credo possa davvero ritenersi soddisfatta del risultato!
La prima cosa che mi sento di dire della trama di questo romanzo è che non è banale e che, nonostante leggendola si possa avere l'idea di essere alle prese con un libro molto leggero, frivolo e adatto a passare qualche ora senza troppo impegno non è poi proprio così. E' sicuramente vero che il tono narrativo è molto leggero e fresco e questo è certamente un pregio che aumenta la piacevolezza della lettura, ma in aggiunta c'è anche la scoperta di una trama che racchiude tra le righe un atteggiamento molto profondo, ricca di spunti adatti a riflessioni importanti su alcuni temi essenziali della nostra vita: i legami familiari, la felicità, il lavoro, l'amicizia e l'amore.
A volte, come Brett, ci si ritrova a vivere una vita non propria - magari anche inconsapevolmente - fatta di decisioni e atteggiamenti che rispecchiano molto di più le aspettative di chi ci circonda, che non i nostri reali desideri. Quando Elizabeth, la madre di Brett, muore lasciandole solo una lettera con all'interno una lista dei desideri - che la figlia aveva a quattordici anni, e che ora dovrà esaudire per poter ricevere la sua eredità - tutto nella vita della nostra protagonista cambia.
Elizabeth, anche da morta, sembra l'unica in grado di capire veramente quanto la vita di Brett non sia effettivamente quella che lei vorrebbe, e anche se in un primo momento la ragazza accoglierà le ulitime volontà della madre con molta reticenza e senza alcun entusiasmo, si ritroverà poi a riflettere in modo molto attento su situazioni che da sempre le stanno strette ma che accetta per abitudine o per la paura di cambiare.
Chi di voi riesce a ricordare quali erano i vostri sogni quando eravate degli adolescenti? Quanti di voi hanno effettivamente coronato quei sogni?
Io ho 34 anni, proprio come la protagonista di questa bella storia e, vi dirò la verità, faccio fatica a ricordare quello che desideravo a quattordici anni ma una cosa la ricordo bene, l'atteggiamento che avevo nell'affrontare ogni cosa; ricordo che tutto a quell'età mi sembrava possibile, credevo che nella vita sarei riuscita ad ottenere ogni cosa se solo lo avessi desiderato con tutta me stessa. Ma poi purtroppo si cresce e ci si imbatte in quelle che sono le difficoltà dell'essere adulti, le necessità di arrivare alla fine del mese, gli obblighi che una professione impone, e tutto sembra più difficile, meno possibile, ed è proprio in quei momenti che sarebbe bello rispolverare una ipotetica lista dei desideri per capire se quella che abbiamo è veramente la vita che desideriamo e che avremmo voluto per noi.
Nel libro è questo che la mamma di Brett vuole fare, vuole che la figlia impari a non accontentarsi, che impari quanto sia importante non fermarsi unicamente alle necessità degli altri con il risultato di annientare se stessi, vuole che la figlia ritrovi i piaceri di un'amicizia giovanile perchè ricorda che allora la vedeva veramente felice.
E così accanto a desideri banali come quello di avere un cane o un cavallo, c'è anche il desiderio di trovare un rapporto speciale con il padre, quello di vivere per sempre l'amicizia con l'amica del cuore, quella di fare un figlio, quella di diventare insegnante. Ad ogni desiderio che Brett riuscirà a realizzare seguirà una lettera della madre che le darà delle indicazioni più specifiche. Man mano che i mesi passano la protagonista si ritrova all'interno di un piano ben architettato della madre, che evidentemente era davvero l'unica persona in grado di conoscerne i desideri più profondi.
Questo libro è stato davvero una bella scoperta, perchè è anche ricco di colpi di scena, alcuni magari prevedibili, ma comunque ben architettati; e quando ci di ritrova a leggere fino alle due di notte anche con la palpebra in super ribellione vuol dire che la lettura ci ha preso davvero.
Per tutto il libro la mia curiosità di come potesse evolversi la storia è sempre stata alta, grazie al tipo di scrittura che l'autrice ha utilizzato e grazie ai personaggi diversi che hanno arricchito la trama.
E' un libro con cui si può ridere, ma anche riflettere in modo profondo e, vi dirò, in un paio di punti qualche lacrima ha anche provato a fare capolino nei miei occhi.
Forse un unico neo è che avrei preferito che la parte finale fosse meno veloce e un po' più approfondita, dopo più di 300 pagine non mi sarebbe dispiaciuto, ma comunque ritengo che questo sia proprio un bel libro, e proprio il tipo di libro che mi ci voleva in questo periodo!!! 
In qualche modo lo stile mi ha ricordato quello dei libri freschi e coinvolgenti della Kinsella, quindi se li amate credo che anche "La lista dei miei desideri" possa essere di vostro gradimento.
Per essere il primo romanzo dell'autrice credo che sia davvero ben fatto; a questo punto non ci resta che attendere sue nuove pubblicazioni in futuro!

domenica 2 giugno 2013

Shopping letterario #2

E' successo di nuovoooo....
Ma che cafona, non vi ho neanche salutato...allora ricomincio.
Buon pomeriggo a tutti, buona domenica e buon 2 giugno. Ora va meglio!
Comunque dicevo: è successo di nuovo.
Siamo usciti questa mattina per fare la spesa - so che è domenica, so che per la prima volta dopo parecchie settimane qui nel milanese fuori c'è un sole splendido ma oggi ci toccava - con lo scopo di comprare solo poche cose. 
Il piano era: entriamo al centro commerciale, andiamo direttamente all'ipermercato, compriamo le cose che ci servono e usciamo; eh già, questo era il piano ma come tutti i piani spesso vengono stravolti. Per sua disgrazia ho convinto mio marito a cominciare il giro dell'ipermercato dal piano superiore - quello dei libri - prima di passare al reparto mangereccio! Mentre lui e il piccolino girovagavano tra i libri di Peppa Pig, io avevo solo intenzione dare un'occhiata tra i volumi in offertissima che vengono spesso stipati in cestoni tra cui amo curiosare, ed ecco qui, ho fatto il danno anche oggi: ho comprato ben tre libri! Cosa posso farci, probabilmente sono davvero malata, anche perchè le finanze non sono poi così floree in questo momento ma davanti a dei libri con una trama intrigante e un adesivo in copertina che a caratteri cubitali ne promuove il prezzo a soli € 5,90 ho ceduto! E ho fatto cedere anche mio marito - che era in realtà più preoccupato per la mancanza di spazio in casa - ad acconsentire alla mia spesa che effettivamente è stata minima; in fondo al prezzo di un libro di nuova uscita ho acquistato ben 3 romanzi!!! hihihihihihihi
So che molti di voi in questo momento mi stanno capendo! Altri invece magari mi compatiscono ma vabbè, correrò il rischio!!!!

Allora, andiamo con ordine. 

Per prima cosa nel mio carrello sono finiti due gialli svedesi di Dalai editore. Non ho avuto molti dubbi dopo aver letto la trama visto che prediligo i gialli e ultimamente adoro leggere quelli di molti scrittori svedesi.
Il primo, "Balla con l'angelo" di Ake Edwardason la cui trama è questa: "Un giovane turista svedese viene torturato a morte in un albergo di Londra. A distanza di pochi giorni, a Goteborg viene rinvenuto il cdavere di un altro ragazzo, ucciso nello stesso modo. I due delitti sono collegati? Ne è convinto Erik Winter, ispettore dallo stile raffinato, amante delle belle donne, degli abiti firmati e della musica jazz, chiamato a occuparsi del caso assieme al collega inglese Steve Macdonald, un tipo assai diverso da lui. La pista battuta sembra condurre al mondo della pornografia e degli snuff movie, ma saranno i vestiti insanguinati trovati casualmente da un ladro mentre rapina un appartamento a dare una svolta alle indagini."
Il secondo, "La casa di pan di zenzero" di Carin Gerhardsen la cui trama è questa: "E' un tardo lunedì pomeriggio di novembre a Stoccolma, la neve cade fitta e il buio già sta calando sulla città. Un uomo sale sulla metropolitana, si abbandona sul sedile. Osserva le facce grigie e tristi che lo circondano e si sente felice. Forse no, felice è troppo, ma senz'altro è soddisfatto: ha un buon lavoro, è sposato, è padre di tre figli. Una sola cosa lo inquieta: uno sguardo insistente riflesso nel finestrino. Quando alla sua fermata l'uomo scende, non si accorge che qualcuno lo sta seguendo...
Inizia così l'incubo in cui precipiterà Stoccolma per giorni, una serie di efferati omicidi apparentemente irrelati che terranno in scacco la polizia, incapace di venirne a capo, tra errori e false piste. L'indagine viene affidata a Conny Sjoberg, commissario della stazione di Hammarby, e alla sua squadra. Poco alla volta il poliziotto dovrà ricostruire e motivazioni che spingono l'assassino a uccidere. Sarà una lotta contro il tempo e contro le sue stesse paure. Ma forse la soluzione è contenuta nella risposta a un'unica domanda: quanto a lungo può attendere la vendetta?"

L'ultimo libro che ho acquistato è "Il circo della notte" di Erin Morgenstern della Rizzoli. Questo, a differenza di quelli precedenti è di una scrittrice americana al suo esordio. Mi ha incuriosito per la copertina oltre che per la particolarità della trama: "Appare così, senz preavviso. La norizia si diffonde in un lampo, e una folla impaziente già si assiepa davanti ai cancelli, sotto l'insegna in bianco e nero che dice: Le Cirque des Reves. Apre al crepuscolo, chiude all'aurora. E' il circo dei sogni, il luogo dove realtà e illusione si fondono e l'umana fantasia dispiega l'infinito ventaglio delle sue possibilità. Un esercito di appassionati lo insegue dovunque per ammirare le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsionistem l'albero dei desideri, il giardino di ghiaccio...Ma dietro le quinte di questo spettacolo senza precedenti, due misteriosi rivali ingaggiano la loro partita finale, una magica sfida tra due fiovani allievi acelti ed addestrati all'unico scopo di dimostrare una volta per tutte l'inferiorità dell'avversario. Contro ogni attesa e contro ogni regola, i due giovani si scoprono attratti l'uno dall'altra: l'amore tra Marco e Celia è una corrente elettrica che minaccia di travolgere persino il destino, e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza."

Oltre a questi in settimana ho ricevuto un altro libro da una casa editrice e non vi dico la mia felicità! Si tratta di "La tristezza degli angeli" di Jon Kalman Stefansson della casa editrice Iperborea. Ecco la trama del libro:
"È la tristezza degli angeli la neve che cade dal cielo illuminando i lunghi inverni d’Islanda, e che le raffiche dei venti trasformano in accecanti bufere. Il postino Jens è scampato a stento alla loro furia quando arriva alla locanda del Villaggio, soccorso dal ragazzo orfano che vi è stato accolto dopo aver perso in mare il suo unico amico. Insieme dovranno affrontare un’ultima, estrema missione per portare la posta nei lontani fiordi del nord, dove il mondo cede il passo all’“inverno eterno”. Un uomo e un ragazzo. Un ruvido “gigante muto” con un amore segreto e troppi pesi sul cuore che cerca espiazione tra i ghiacci della brughiera. Un giovane alle prese con la ricerca di sé e la scoperta dei sensi che crede nel potere salvifico delle parole, nella profondità del sentire “che rende l’umanità sublime e maledetta”. Due solitudini inconciliabili si uniscono in una marcia epica attraverso l’inferno bianco, una battaglia fraterna per difendere la dignità dell’uomo contro il crudele mistero della natura. Con la voce incantata della poesia e la grazia di una visione che fonde cuore e pensiero, Jón Kalman Stefánsson racconta un viaggio verso l’origine stessa dell’esistenza, dove la più dura costrizione convive con la più vertiginosa libertà, e alla dolce tentazione della morte si oppone quella luce che portiamo dentro e che nonostante tutto rifiuta di cedere alle tenebre, perché “siamo a bordo di una barca che fa acqua”, ma “con le nostre reti marce vogliamo pescare le stelle

Eccoli!!!


Avere dei libri nuovi mi rende sempre euforica!!! Ora devo solo trovare il tempo per leggerli e non è mica così semplice come dirlo! ahahahahaha
Qualcuno di voi ha letto questi libri?  Mi farebbe piacere saperlo!