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mercoledì 19 marzo 2014

Recensione #9/2014 - All'ombra dei fiori di jacaranda di Rosalba Perrotta

Buonasera carissimi!Come sta andando la vostra settimana?
Per me è un periodo impegnativo, troppi imprevisti che si susseguono in modo quasi inquietante non mi permettono di vivermi le giornate come vorrei. Come mi dico sempre...passerà e arriveranno periodi migliori...anche se ultimamente me lo dico un po' troppo spesso.
Anche riuscire a stare dietro al blog come vorrei sta diventando complicato perchè la mia testa è troppo piena di pensieri e spesso non ho neanche la forza di mettermi al PC. So che mi perdonerete per questo.
Ma pensiamo a cose belle e parliamo di libri.
Oggi vorrei parlarvi di un libro che ho letto da molto tempo ormai, la cui recensione è finita per troppo in coda ad altre, che hanno trattato libri letti più recentemente. Sto parlando di un romanzo ricevuto in settembre dalla casa editrice Salani e che mi aveva incuriosito da subito: si tratta di All'ombra dei fiori di jacaranda scritto da Rosalba Perrotta. Pagine 350.
Se fate mente locale vi ricorderete che era anche stato il protagonista di una puntata di Chi ben comincia che, se vi siete persi, potete trovare qui.

Trama: La zia Colomba, ricchissima e molto chiacchierata, non sembra la persona giusta per occuparsi della piccola Arabella. Il suo mondo è fatto di una villa colma di opere d’arte, una domestica bisbetica, molta disciplina e poco affetto. Ma la bambina trova nella sua tutrice e nella realtà che la circonda un universo di stimoli culturali e idee libertarie, che lei, come un fiore sotto la pioggia, assorbe e usa per crescere, per trovare la sua strada. E così, grazie all’educazione ricevuta nella sua famiglia di origine e grazie alla zia Colomba, che le trasmette allegramente la libertà, l’ironia e il disincanto con cui guarda il mondo, Arabella riesce a realizzare le sue aspirazioni, viaggia e studia, impara e si innamora, figlia cosmopolita di una Sicilia profumata, antica e piena di contraddizioni. È nato un nuovo genere, una narrazione originale e di qualità: simile a Zia Mame di Patrick Dennis per la vivacità dei personaggi, con la stessa capacità di emozionare di Simonetta Agnello Hornby e lo stesso umorismo dei romanzi di Stefania Bertola. La vita di una ragazza fuori dagli schemi, un ricco e vivido affresco della Sicilia a partire dagli anni Quaranta.

Non è facile per me pensare da che parte cominciare per parlare di questo libro. Non so perchè sia così complicato tirare insieme i pensieri visto che comunque il voto che troverete alla fine è un voto alto e di solito questa difficoltà la trovo maggiormente quando una lettura non mi ha soddisfatto; forse sono solo le tante cose di cui vorrei parlare per spiegarvi il mio pensiero su questo libro.
Partiamo dalle aspettative che avevo. Quando la casa editrice mi ha proposto questo libro me lo ha presentato facendone delle analogie con Zia Mame di Patrick Dennis e La zia marchesa di Simonetta Agnello Hornby; in passato ho letto entrambi i libri - infatti cliccando sui loro titoli verrete rimandati alle recensioni - ed in entrambi i casi mi è mancato qualcosa affinchè io potessi apprezzarli fino in fondo: il primo un libro molto piacevole ma secondo me con i capitoli troppo scollegati tra loro; il secondo con una trama con un potenziale assolutamente alto ma appesantita da un'enormità di personaggi a volte neanche essenziali per la logicità degli avvenimenti. Partendo da questi presupposti, cercavo in questo libro quel qualcosa in più, e devo dire che credo di averlo trovato in una trama completa e lineare e in uno stile assolutamente piacevole e scorrevole.
Certo, devo dire che forse le analogie con Zia Mame non mi hanno permesso di arrivare ad assegnare un punteggio più alto a questa lettura.
La storia è già tutta nella trama, Arabella viene affidata alla zia Colomba, anticonformista, viaggiatrice, sognatrice ed assolutamente al di fuori degli schemi per una Sicilia degli anni Quaranta. L'ambientazione è assolutamente perfetta; i dettagli che la strittrice ci regala sul territorio - in pillole, senza esagerare ma dove serve - hanno permesso - a me che quella zona la conosco grazie ad una mamma siciliana - di poter vedere con i miei occhi quei luoghi che mi sono tanto cari e che credo risultino perfetti per la dicotomia che emerge forte in questo libro tra una donna come la zia Colomba ed i luoghi in cui si trova a vivere.
La zia, con la scusa di non accettare la poca apertura mentale dell'isola, viaggia alla ricerca di non sa neanche lei cosa, non permettendo alla nipote di diventare veramente parte della sua vita. 
Arabella - una bambina sfortunata, orfana, zoppa, affidata ad una zia che apparentemente non la considera -cresce praticamente sola, attorniata dalle persone di fiducia di cui la zia si serve per mandare avanti la casa quando viaggia in giro per il mondo e deve, per forza di cose, crearsi un suo mondo, per andare avanti e non affondare nella noia. La sua salvezza sono i nuovi abitanti della casa in fianco, una mamma ed una bambina dai riccioli rossi - Annalisa - della stessa età della nostra piccola protagonista, che diventeranno la sua seconda famiglia e le permetteranno di non sentirsi sola.
Annalisa sarà la sua amica del cuore, la sua compagna di avventure, la sua confidente in una Sicilia difficile da affrontare, incapace di aprirsi al mondo.
Dopo un'infanzia in Sicilia la zia decide di mandare Arabella in Svizzera, in un collegio la cui direttrice è una sua amica con un metodo di studio molto particolare ed aperto; dopo i primi tentennamenti la ragazza accetta e si ritrova in un mondo che le permetterà di aprire gli orizzonti, di conoscere realtà così diverse che i suoi brevi soggiorni vacanzieri in quella che era ormai diventata la sua casa le staranno stretti. Quelle stanze vuote, quella camera così poco sua, in cui continua a sentirsi un'intrusa, in cui continua a sentirsi osservata, ora più che mai sembrano non appartenerle.
Madame Ledrout, la direttrice del collegio, diventa per la ragazza come una madre, una figura di riferimento capace di farla crescere con le certezza che una ragazza di quell'età ha bisogno.
Ecco come Arabella descrive la donna in un passaggio del libro:
"Madame Ledrout mi dava affetto e sostegno, ed era per me un modello. In quel periodo molti ragazzi ricercavano affetto e sostegno da persone a cui non avrebbero voluto assomigliare. Genitori autoritari e professori noiosi, che insegnavano cose di cui non si capiva l'utilità. Adulti deprimenti anche dal punto estetico. [...] Madame Ledrout era l'opposto, o perlomeno così la vedevo. Aveva le caratteristiche che attribuivo a mia mamma: continentale (cioè anticonformista e moderna), maestra montessoriana (cioè amorevole e libertaria) e crocerossina (e quindi soccorritrice e scienziata). Con quel po' di follia e levità che la accomunavano alla zia Colomba. Per quanto riguardava il look: cambiava con l'estro e con l'umore. E di certo non diceva al mondo che era virtuosa o vestita secondo le regole del bon-ton."
Arabella crescerà, conoscerà l'amore, comincerà a porsi delle domande rispetto a quella che è la vita della zia, a quelli che sono i suoi consigli e a quello che potrebbe diventare il suo futuro. Crescendo, il passato della sua famiglia comincerà a manifestarsi insistente e la porterà ad essere diversa, diffidente a volte, ma anche aperta a nuove scoperte.
Molti personaggi ruotano attorno ad Arabella e alla zia Colomba, qualcuno emergendo un po' di più e qualcuno meno ma tutti con un ruolo ed una caratterizzazione ben precisi.
Un bello scorcio di vita vera che ripercorre un'epoca di transizione sicuramente difficile da vivere.
Tradizioni reali - come ad esempio la festività dei morti che molto spesso ho sentito raccontare quando ero bambina da mia mamma e dai miei nonni - perfettamente integrate in un romanzo di fantasia che sa farsi leggere in modo molto piacevole.
L'ultima cosa che vorrei sottolineare - che magari per molti è un dettaglio ma che per me è assolutamente essenziale affinchè un libro mi prenda completamente - è la cover splendida capace di farci immergere immediatamente nell'atmosfera che ci accompagnerà per tutto il romanzo.
Cosa ve ne pare? Conoscete questo romanzo? Lo avete letto? Fatemi sapere le vostre impressioni!

Voto:






3 commenti:

  1. Non mi ispirava, ma felice che ti sia piaciuto.
    Sono curioso. :))

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  2. Mi piace un sacco la cover, mi ricordo che mi aveva colpita ai tempi dell'incipit!
    La tua recensione è molto sentita, chiara e scorrevole, si capisce che ti è piaciuto parecchio e, a dispetto di quella difficoltà di cui parli all'inizio, ti è riuscita molto bene.
    Avevo in wl da tempo Zia Mame, poi l'ho tolto, ormai mi era scaduto un po' ..direi che questo può essere un sostituto più che degno!

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    1. Zia Mame è un po' sopravvalutato! O meglio, credo possa essere considerato un capolavoro se collocato ai tempi della sua uscita, tempi in cui si sarà sicuramente distinto per la sua assoluta modernità. Oggi come oggi lo trovo discutibile per tutte le motivazioni che ho dato nella recensione, ma questi sono punti di vista.
      Per quanto riguarda questo libro invece credo sia sicuramente più completo del punto di vista narrativo e molto ben articolato nella sua storia e nella caratterizzazione dei suoi personaggi.
      La cover è veramente veramente splendida! :)

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