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lunedì 16 marzo 2015

Recensione #51 - Il rumore dei tuoi passi di Valentina D'Urbano

Buon lunedì amici! Dura ricominciare la settimana lavorativa eh!?!? 
Per distrarci un po' che ne pensate di una nuova recensione? Oggi vi propongo quella del libro Il rumore dei tuoi passi di Valentina D'Urbano edito da TEA da catalogo Longanesi, 319 pagine. Se ricordate ho già letto Acquanera di questa autrice - di cui trovate la recensione qui - proprio all'inizio di quest'anno e visto l'impressione splendida che avevo avuto sia del libro che dello stile di Valentina non ho saputo resistere e sono subito andata a recuperare gli altri suoi lavori.

Trama: In un luogo fatto di polvere, dove ogni cosa ha un soprannome, dove il quartiere in cui sono nati e cresciuti è chiamato "la Fortezza", Beatrice e Alfredo sono per tutti "i gemelli". I due però non hanno in comune il sangue, ma qualcosa di più profondo. A legarli è un'amicizia ruvida come l'intonaco sbrecciato dei palazzi in cui abitano, nata quando erano bambini e sopravvissuta a tutto ciò che di oscuro la vita può regalare. Un'amicizia che cresce con loro fino a diventare un amore selvaggio, graffiante come vetro spezzato, delicato e luminoso come un girasole. Un amore nato nonostante tutto e tutti, nonostante loro stessi per primi. Ma alle soglie dei vent'anni, la voce di Beatrice è stanca e strozzata. E il cuore fragile di Alfredo ha perso i suoi colori. Perché tutto sta per cambiare.

Alfredo e Bea. I gemelli. Non sono veramente tali ma tutti li chiamano così. Un destino difficile il loro: quello di essere nati nel posto sbagliato, privi di possibilità, con un futuro che ha già il finale scritto.
Già dall'incipit - che avevo condiviso con voi qui - il lettore capisce che la lettura non sarà una cosa semplice. Il futuro, come dicevo, è già stato scritto e lo è anche per noi. Ci troviamo ad un funerale, quello di Alfredo, e Bea ha gli occhi di tutti puntati addosso, perchè lei per il quartiere è solo la gemella, nessuno ha mai pensato alla sua figura senza pensare nello stesso istante a quella del ragazzo. Il libro parte dalla fine quindi: da quella bara appoggiata in quella chiesa, da quel quartiere - la Fortezza - che le possibilità non le crea ma le toglie. 
E' solo così che conosceremo Alfredo, dai ricordi di chi per lui ha rinunciato a tutto: Bea.
Sarà proprio Bea infatti, con il suo carattere forte ed i suoi modi che a volte rasentano l'antipatia - necessari per sopravvivere, lo scoprieremo con il passare delle pagine - che ci prenderà per mano e ci accompagnerà nelle loro vite. Ricordi, di giorni che passano tutti uguali, contornati da violenza, dolore, mancanza, necessità, solitudine, apparenza, distanza, ma anche amicizia e amore.
Conosciamo Alfredo e Bea bambini, uniti come fratelli. Un quartiere dove chi non ha più niente da perdere occupa appartamenti assegnati ad altri per poter avere un tetto sulla testa.
Bea, una famiglia che arranca per sopravvivere in un posto dove il lavoro per chi abita alla Fortezza non viene dato volentieri.
Alfredo, due fratelli e un padre sempre ubriaco che riempie di botte i tre figli dalla mattina alla sera.
Il sottoscala del palazzo è il luogo dove i due ragazzi si nascondono quando hanno bisogno di non farsi trovare, l'anfiteatro quello dove si incontro con quelli come loro.
Per Alfredo casa di Bea diventa anche la sua casa. Dormono insieme lui, lei e Francesco - il fratello di Bea - in quel lettone matrimoniale che li contiene tutti.
Crescono così, come fossero uno solo. 
Alfredo è bello, biondo, magro. Tutte le ragazze lo guardano con ammirazione ma Bea no, per lei lui è quasi un peso, quel figlio in cui la madre si rivede un po', quello che più di tutti viene coccolato e giustificato.
Non lo sa Bea che Alfredo ormai è dentro di lei, che i loro passi viaggiano all'unisono perchè loro sono tutto l'uno per l'altra. Se ne accorgerà pian piano, quando si allontanerà da lei per la prima volta e a lei mancherà così tanto da non riuscire a sopportarlo.
Ma non è facile la vita per i ragazzi della Fortezza, difficilmente riescono a superare i 30 anni, difficilmente non si drogano, non spacciano, non arrancano per conquistare un loro posto - seppur sbagliato - nel mondo.
E loro se ne accorgono da subito, quando già da bambini vedono il mondo che li circonda che implode su se stesso. Niente li tiene alla larga dal dolore, nessuno gli spiega come fare ad affrontare un mondo come quello. Nessuno di loro è praticamente mai uscito dalla Fortezza, e nessuno ha idea che lì fuori possa esserci un mondo totalmente diverso, dove il dolore non è la prerogativa e dove cercando si possa trovare il modo per essere felici.
Se ne accorge Bea quell'unica volta che va al mare, d'estate, con l'oratorio. E quando vede il mare fa il bagno vestita, perchè lei il mare non l'ha mai visto, neanche da lontano ed un'emozione simile non riesce proprio a trattenerla. E' lì che incontra Marta, una ragazza di Bologna, che le sarà amica nonostante lei arrivi dalla Fortezza, che non si interessa di giudicare Bea per dove vive e per quello che indossa ma solo per quello che è. Credo sia proprio questo il punto del libro in cui Bea ha la svolta. Pur rimanendo la ragazza che è capisce che la vita non va buttata, che lì fuori potrebbe esserci uno spazio anche per loro, figli di un destino crudele.
Ma quando torna da quel viaggio tutto cambia. Il rapporto con Alfredo, gli equilibri familiari, la loro vita. Diventano adulti, senza uno scopo, senza un esempio da seguire, sull'orlo di quella vita in cui basta un attimo per cadere in quel baratro nero da cui poi non si risale, ma si annega.
Bea è un personaggio splendido, una forza della natura, capace di annientarsi per chi ama - ma annientarsi non in senso negativo, con forza, determinazione - capace di rendergli la vita impossibile pur di salvarlo. Ma si sà, si salva solo chi vuole essere salvato ed in fondo Alfredo non lo ha mai voluto. Era un debole Alfredo. Un debole racchiuso in una corazza di ferro, di quelle apparentemente indistruttibili. Ma è proprio la sua debolezza che ce lo rende più umano, ed è sempre per la sua debolezza che non riusciamo a giudicarlo, nonostante tutto.
Un libro che fa soffrire, che fa emozionare fino alle lacrime, che sa fare riflettere su quel mondo che si nasconde all'interno di un quartiere a rischio.
Un'autrice con uno stile che crea dipendenza tanto da non riuscire a staccarsi dalla lettura neanche quando le lacrime annebbiano la vista.
Una storia ordinaria raccontata in modo straordinario.
Di sicuro meno nelle mie corde come trama rispetto ad Acquanera  - di cui ho amato il mistero, la magia, le protagoniste così particolari - ma sicuramente un libro da leggere e da ricordare!
E voi, cosa mi dite? Lo avete letto? Aspetto le vostre impressioni.

VOTO:  

14 commenti:

  1. la cover di questo libro è sempre stato un deterrente per me...mi aspettavo infatti una storia completamente diversa! la tua recensione mi ha emozionato, si vede che l'autrice è riuscita a fare breccia ♥

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    1. Sì Stefy! Valentina mi ha assolutamente ed irrimediabilmente conquistata!
      Aspetto che tu la legga e che mi dica il tuo parere!

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  2. Come ben sai ho letteralmente adorato questo libro e Bea l'ho fatta mia, la tengo stretta stretta a me. Un'autrice capace che non lascia indifferenti e che crea dipendenza.

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    1. Concordo Cuore! Felice che Valentina abbia saputo rapire anche te con il suo splendido stile! :)

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  3. Niente da fare! Avevo già capito, dalla recensione di Cuore, che questo libro non fa per me. Adesso che ho letto anche la tua, ne sono più sicura che mai. Ho amato poco "Acquanera", quindi mi terrò moooolto alla larga da questo romanzo.

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    1. Se Acquanera mi sentivo di consigliartelo perchè credevo potesse essere un po' il tuo genere con questo effettivamente mi sento di dire che non fa per te! Ma lascia le porte aperte a Valentina se in fututro dovesse scrivere una storia più nelle tue corde! :)

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  4. Che dire Dany, il rumore dei tuoi passi è lì, sul comodino. Ma cosa sto aspettando?? Per questo genere di storie tu sei una garanzia per me. Magari non leggerò mai Cooper, ma la D' Urbano è proprio lì grazie a te e Cuore!

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    1. Grazie Salvia! Certo così però mi sento responsabile! Spero possa piacerti! :*

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  5. Dev'essere un romanzo molto intenso e sicuramente ben scritto, ma credo che, almeno per il momento, tutta questa tristezza non faccia per me... comincerò ad avvicinarmi alla D'Urbano con Acquanera, lo sento molto più nelle mie corde :-)

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    1. Anche Acquanera è un romanzo con all'interno una tristezza ed un dolore forse ancora più incolmabile di questo. Di sicuro però è un genere totalmente diverso a cui - anche io - mi sentivo più vicina! Poi fammi sapere! :)

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  6. Bellissima recensione,complimenti.
    Hai colto magnificamente il senso del romanzo.Un romanzo che ho amato moltissimo proprio per la disperazione che racchiude e che ti avvolge tutta.
    Non ho apprezzato il finale,l'ho trovato banale,decontestualizzato,inutilmente buonista.
    Ma l'amore di Bea e Alfredo resta indimenticabile

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    1. A me è piaciuto e la D'Urbano mi ha letteramente conquistata! :)

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