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mercoledì 13 maggio 2015

Recensione #61 - Dimmi che credi al destino di Luca Bianchini

Buongiorno carissimi lettori. Come va? Io sto passando un periodo difficile ma non voglio stare qui ad annoiarvi quindi senza troppi preamboli vi presento il post di oggi.
Ho aspettato l'uscita di questo libro per un anno intero, non sapendo di cosa avrebbe parlato, ma sapendo che lo avrei letto immediatamente. E così è stato. Ieri è uscito nelle librerie ed io avevo già finito di leggerlo. Ecco quindi la mia recensione di del libro Dimmi che credi al destino di Luca Bianchini edito da Mondadori, che ringrazio per avermi inviato in anteprima una copia in ebook. Pag. 264

Trama: Ornella ama i cieli di Londra, il caffè con la moka e la panchina di un parco meraviglioso dove ogni giorno incontra Mr George, un anziano signore che ascolta le sue disavventure, legate soprattutto a un uomo che lei non vede da troppo tempo, e che non riesce a dimenticare.
A cinquantacinque anni, Ornella si considera una campionessa mondiale di cadute, anche se si è sempre saputa rialzare da sola. Per fortuna può contare su Bernard, il suo vicino di casa, che la osserva da lontano e la conosce meglio di quanto lei conosca se stessa.
L'ultima batosta, però, è difficile da accettare. La piccola libreria italiana che dirige nel cuore di Hampstead – dove le vere star sono due pesci rossi di nome Russell & Crowe – rischia di chiudere: il proprietario si è preso due mesi per decidere.
Lei, che sa lottare, ha imparato anche a lasciarsi aiutare, e così chiama in soccorso la Patti, la sua storica amica milanese – inimitabile compagna di scorribande – che arriva in città con poche idee e tante scarpe, ma sufficiente entusiasmo per trovare qualche soluzione utile a salvare l'Italian Bookshop.
La prima è quella di assumere Diego, un ragioniere napoletano bello e simpatico, che fa il barbiere part-time, ha il cuore infranto e le chiama guagliuncelle.
Ma proprio quando la libreria ha più bisogno di lei, il destino riporterà Ornella in Italia, a bordo di una Seicento malconcia guidata in modo improbabile dalla Patti.
Tra humour inglese e una malinconia tutta italiana, Dimmi che credi al destino è una storia commovente di rinascita e speranza.
Ambientato in una Londra dove il cielo cambia sempre colore e l'amore brucia a fuoco lento, Luca Bianchini racconta con il suo stile inconfondibile una storia che non avresti mai pensato di ascoltare, e che assomiglia terribilmente alla vita.

E' difficilissimo mettermi davanti a questo schermo bianco a parlare di questo libro. Io adoratrice assoluta di Luca, della sua ironia, del suo modo sempre azzaccato di unire argomenti seri al sorriso, quello che generalmente riesce a strappare in ogni suo lavoro. Cliccando QUI potete trovare tutti i post a lui dedicati.
Non è facile non farsi condizionare - sia positivamente che negativamente - dal fatto che questo libro sia proprio suo, non pensare a quello che mi sarei aspettata e a quello che invece è stato, ma  - ve lo prometto - ci proverò con tutte le mie forze.
Quando ho ricevuto questo libro ho accantonato per qualche giorno la lettura in corso ed ho subito cominciato a leggere piena delle mie strabordanti aspettative.
Ho letto l'incipit e l'ho adorato, ho ritrovato il mio Luca, quello dei vecchi tempi:
Il cielo di Londra sembra fatto per raccontare l'amore. 
Cambia continuamente, anche quando ti illude con una giornata piena di azzurro, ecco che qualche nuvola compare all'orizzonte, si mette a correre veloce, e di colpo la luce è buio, e la pioggia si mischia alle tue lacrime.
Poi per fortuna passa, passa tutto, ma nel momento in cui ti trovi in mezzo alla tempesta ti dimentichi com'era prima e di come sarà.
Poi è successo qualcosa, sono andata avanti ancora e ancora, aspettando quella magia, quel coinvolgimento che normalmente mi rapisce, pensando che forse l'asso nella manica dovesse ancora essere giocato e sono arrivata alla fine, ancora aspettando...
Questa è una storia potenzialmente forte: una libreria italiana a Londra rischia la chiusura - e purtroppo è proprio vero come Luca spiega nei ringraziamenti - ed Ornella, che la dirige ma che non è la proprietaria, deve trovare un modo per evitarlo. Come già ci dice la trama  - e forse anche questo mi ha deluso perchè in realtà la trama ci dice proprio tutto - Ornella chiamerà la sua amica Patti in soccorso, assumerà Diego - ragioniere e non libraio - si recherà in Italia per far pace con il passato.
Purtroppo come storia c'è proprio poco, poco di più, e quel poco a volte disturba e rovina piuttosto che aggiungere e migliorare.
Cominciamo dai personaggi, che di solito sono la chiave vincente dei libri di Bianchini: questi hanno poco mordente, sono un po' banali, qualcosa di già visto, e non mi hanno saputo trasmettere quella voglia di saperne di più di loro, di capire come si sarebbero evolute le loro vite.
Il vero personaggio è forse quello che personaggio non è: ossia un gatto invisibile il cui pensiero riesce a volte a strappare qualche sorriso che però, diciamocelo, verso la fine viene anche un po' a noia.
Diego: napoletano - Diego da Maradona... banaleeeeeee...-, belloccio, gay, l'uomo delle frasi banali e dei luoghi comuni.
Clara: dipendente della libreria, italiana in Inghilterra, che ormai odia tutto ciò che di italiano trova a Londra, con il gusto per l'orrido - lo si capisce dalla bandiera inglese fatta in vetrina con le copertine dei libri - e incapace di trattare con le persone in maniera aperta.
La Patti: milanese, povera in canna, in attesa che la zia miliardaria del marito passi a miglior vita, amante delle sue scarpe e migliore amica di Ornella.
Ornella: triste, sola, senza un perchè, con una vita difficile, votata alla fedeltà verso un marito inesistente e drogato, titolare della libreria ma si fa mettere i piedi in testa da Clara.
Carmine: fidanzato, è l'uomo da cui Diego scappa. Senza scrupoli e senza dignità lo chiama ogni volta che ha voglia di una sveltina "col pesce...".
Nunzio: calabrese, fidanzato, che quando Diego ci prova con lui invece di tirargli un cazzotto, come avrebbe fatto qualsiasi uomo, gli dice "possiamo rimanere amici".
Axel: marito di Ornella, drogato, in fin si vita che chiede come ultimo desiderio quello di rivedere la moglie al suo capezzale, a Verona.
Bernard: vicino di Ornella, che la scruta da lontano.
Il vicino sconosciuto: non è dato da sapere nulla di lui se non che fotografa majorette in qualsiasi ora del giorno ed in qualsiasi parte del libro, MA PERCHE'?????????
L'unico che mi sento di salvare, cui avrei voluto fosse dato più risalto è Mr George: anziano, inglese con la passione per Calvino, che passa le sue giornate su una panchina e che fa da confidente e mentore ad Ornella.    
La storia, potenzialmente carina ma non strutturata, con tanti argomenti che potevano essere approfonditi, tanti spunti che avrebbero potuto - se elaborati - arricchire gli eventi e alleggerire la lettura.
Ed ora lo stile, spento, senza brio, poco convincente, quasi frettoloso. Se con Io che amo solo te l'ilarità la faceva da padrona toccando in ogni caso corde molto profonde e lasciando al lettore parecchi spunti di riflessione, se con Instant love il tutto era incentrato su una storia profonda capace con l'ironia di smorzare le situazioni più complicate, se con Ti seguo ogni notte  lo stile era riconoscibile e dicevo che "nelle sue storie c'è la vita, quella vera, magari un po' romanzata ma assoluamente credibile" qui bohhhh... un libro dove la vita vera c'è veramente, in cui mi sarei aspettata di essere travolta dai sentimenti, dalla passione, da quella normalità, anche, che avrebbe potuto farmi immedesimare.
Uno scivolone dettato forse dalla fretta, dall'ansia da prestazione, dall'idea di dover fare ridere a tutti i costi? Dimmelo Luca, dimmi che tornerai quello che eri, lasciando da parte Belen e il mondo delle star che forse ti ha un po' confuso...
Finisco questa recensione con un magone indescribile. Esagereta, direte voi! Ma quando un autore che adori e che compreresti ad occhi chiusi ti delude è una sensazione sgradevolissima!
Se volete approcciarvi a questo autore vi consiglio di cominciare dai libri cui ho accennato prima per apprezzarlo in pieno.

VOTO: 

27 commenti:

  1. è brutto essere delusi da autori ai quali regaliamo la nostra completa fiducia :( è vero che uno scivolone può capitare a tutti, condivido il tuo consiglio e spero che Luca possa farci ricredere quanto prima! quanto al mistero delle majorette, mi sa che ce lo porteremo nella tomba ehhe

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    1. Veramente Stefy! Credo che soffro più io dando questo voto di quanto lo farà lui vedendolo!
      Ora odio le majorette!!!!

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  2. Prima di tutto mi spiace per il brutto periodo, spero davvero che le cose migliorino!
    E' già la seconda recensione di questo tipo che leggo oggi su questo libro... Se da un lato sono parole scoraggianti, dall'altro mi state facendo venire voglia di leggere il romanzo, fosse solo per vedere con i miei occhi se è così. ;)

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    1. Speriamo e grazie per il pensiero.
      Sarebbe bello anche con una recensione negativa fare venire curiosità di leggerlo, mi sentirei meno in colpa!!! :)))
      Se lo leggi fammi sapere!

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  3. Stesso magone, stessa delusione! Spero veramente che sia solo uno scivolone, qualcosa di dimenticare davanti al prossimo libro meraviglioso in cui Bianchini tornerò ad essere Bianchini... senza majorette, origano e intolleranze...

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  4. A me già non aveva convintissimo Io che amo solo te, che da meridionale ho trovato pieno zeppo di banalità, anche se riconosco che per gli altri può sembrare simpatico e pure un po' "esotico", quindi questo lo lascio proprio strano ;)

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    1. Ricordo il tuo pensiero... Quello che mi ha lasciato spiazzata è che in questo manca proprio una storia forte! Se le banalità sono da contorno le posso accettare, se diventano la storia allora no!

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    2. Pardon, intendevo "stare", non strano ^^

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  5. E con la tua ho letto tutte e quattro le recensioni, Io ho conosciuto Bianchini con "Io che amo solo te", l'ho riletto con "La cena di Natale", scoprendo una lettura piacevole e ironica. Capisco la vostra delusione e spero che rinsavisca presto! Ma mi chiedo anche: L'editore gli ha fatto pubblicare sta schifezza?

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    1. Magari siamo noi a non aver colto qualcosa? O magari il grande boom dei libri precedenti hanno fatto in modo che per questo si puntasse al fatto che comunque sarebbe stato acquistato? Non so...io auguro a Luca tutto il meglio ma spero anche di ritrovarlo perchè in questo libro mi è mancato profondamente!

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  6. Mi dispiace Dani che ti ha deluso! E' brutto rimanere delusi da autori che amiamo! io non ho letto nulla di suo, ma tutti mi consigliano Io che amo solo te! *^* non so se è il mio genere però

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    1. Veramente brutto! :(
      Prova!!!! Io che amo solo te a me è piaciuto veramente tanto!

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  7. Noooo come ci sono rimasta male! :-( proverò a leggerlo lo stesso, voglio dargli comunque una possibilità dai! Spero davvero che il tuo periodo difficile passi presto Dani!

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    1. Prova e poi fammi sapere! Se riuscissi a trovare qualcuno che sapesse farmi ricredere sarei io la prima a gioirne! Magari la mia chiave di lettura non è stata quella giusta...

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  8. Nonostante il voto scarno...che bella recensione Dany!! Concordo pienamente con Mr George, unico personaggio salvabile. Dai sono certa che ci delizierà nuovamente con una delle sue storie, uno scivolone capita a tutti.

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  9. che dispiacere! Sai che se io leggo Bianchini è merito tuo, me ne mancano ancora molti, magari questo lo tengo da leggere più avanti

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    1. Sì, lo so... e mai avrei voluto darti un dispiscere simile!
      Ecco sì, magari leggi prima quelli che hai indietro!
      Anche a me ne mancano ancora un paio! ;)

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  10. Dopo l'incipit concordo con te che il nostro Luca si è perso, ma dopo il suo brillante intervento al Salone forse gli darò un'altra possibilità visto che le mie consigliere l'hanno bocciato e io ho deciso di abbandonare la lettura. Lo riprenderò se e quando il mio istinto busserà.

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  11. Che disastro O.O
    Si sente quanto ti sia spiaciuto scrivere questa recensione.. ma speriamo sia solo uno scivolone ;)

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    1. Ma sì! Sarà sicuramente così!!!! E poi non è detto che ad altri non possa piacere!!! ;)

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  12. Mi spiace che non ti sia piaciuto...è il primo libro che leggo di Bianchini e mi ha appassionato in una maniera assurda. Ornella e la Patty mi hanno fatto morire dal ridere, mi è dispiaciuto quando ho finito il libro non poter più essere influenzato dalle loro battute e allegria. Mi hanno divertito davvero tanto. Poi che dire di Diego...i suoi dialoghi a mio parere sono stati costruiti alla perfezione, mi sembrava di aver davanti un napoletano in carne ed ossa. Quanto mi piacerebbe lavorare in quella via londinese, passare da Julie per dei fiori, tagliarmi i capelli da Diego, entrare in libreria da Ornella (per dirle che l'intolleranza all'origano è geniale) e poi leggere il libro appena comprato sulla panchina vicino a mr george.

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    1. Il bello della lettura è anche questo, ogni libro lascia al lettore sensazioni diverse. Io avendo eletto praticamente tutti i libri precedenti ho, per forza di cose, fatto paragoni e preferisco il Luca di Instant love o quello di Io che amo solo te. Detto questo continuo a stimarlo come autore e leggerò sicuramente i suoi prossimi lavori! A te consiglio di recuperare i precedenti. :)

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    2. Hai perfettamente ragione...solo che quando un libro ti prende così tanto ti viene sempre da pensare :"Ma come? in che senso non ti ha conquistato?". Ma è vero quello che dici. Le sensazioni che un libro lascia cambiano da persona e persona e secondo me a volte dipende anche dal momento in cui si decide di iniziare la lettura. O i primi libri, che vedrò di recuperare al più presto, ti hanno lasciato qualcosa in più. Comunque mi è piaciuta tanto la tua recensione e ti terrò aggiornata sui suoi precedenti. :)

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    3. Grazie! Il fatto che tu mi dica che la recensione ti è piaciuta anche se ho dato un parere opposto al tuo mi lusinga! Fammi sapere quando leggeranno gli altri e, se ti va, dimmi anche il tuo nome così potrò riconoscerti qui sul blog! ;)

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