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mercoledì 17 giugno 2015

Recensione #68 - Fiore di fulmine di Vanessa Roggeri

Buongiorno lettori, buon mercoledì! Come stete?
La mia connessione è ancora ballerina quindi mi scuso se non riesco a rispondere ai vostri commenti velocemente; purtroppo il cellulare a volte non mi permette di rispondervi.
Oggi torno con un'altra recensione, quella di un libro che mi ha totalmente conquistato: Fiore di fulmine di Vanessa Roggeri edito da Garzanti, pag. 280.

Trama: 1899. È quasi sera, quando all’improvviso il cielo si fa livido mentre enormi nuvole nere galoppano a colorare gli ultimi raggi di sole. Da sempre, la prima cosa da fare è rintanarsi in casa, coprire gli specchi e pregare che il temporale svanisca presto. Eppure la piccola Nora, undici anni e il coraggio più scellerato che la gente di Monte Narba abbia mai visto, non ha nessuna intenzione di mettersi al riparo. Nora vuole sfidare il vento che soffia sempre più forte e correre sulla cima della collina. È appena arrivata sotto una grande quercia quando un fulmine la colpisce sbalzandola lontano, esanime. Per tutto il piccolo villaggio sardo dove è cresciuta la bambina è morta. Ma non è quello il suo destino. Nora riapre i suoi enormi occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine le ha lasciato il segno di un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che gli altri non vedono. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più. Non sua madre, con cui amava ricamare la sera alla luce fioca di una candela, né i suoi fratelli, adorati compagni di scorribande nei boschi. C’è un nome per quelle come lei, bidemortos, coloro che vedono i morti, e tutti ne hanno paura. È diventata una reietta, una maledetta. Nel piccolo paese non c’è più posto per lei. La sua nuova casa è Cagliari, in un convento, dove Nora chiude la sua anima in un guscio di dolore, mentre aspetta invano che qualcuno venga a prenderla. Finché un giorno, una donna vestita di nero, elegante e altera, si staglia sulla soglia dell’istituto. È Donna Trinez, una ricca viscontessa. Lei conosce la storia di Nora, sa cosa significa perdere una parte della propria anima e decide di aiutarla. Perché uno sguardo buono e una carezza possono far rifiorire anche un cuore ferito…

Ho conosciuto questa autrice grazie al suo primo lavoro: Il cuore selvarico del ginepro di cui potete trovare la recensione qui.
Già da allora avevo capito quanto Vanessa fosse capace di creare storie che entrano dentro ritagliandosi un angolino di cuore con lo scopo di occuparlo a lungo.
Con questo nuovo romanzo ho avuto la conferma delle mie impressioni grazie al fascino che questa storia e la sua protagonista hanno avuto su di me.
Nora sarà uno di quei personaggi che difficilmente dimenticherò nonostante il passare del tempo. Lei ed il suo affascinante fiore di fulmine: quell'intrico di cicatrici che il fulmine, trapassando il suo corpo, le ha lasciato impresso sulla pelle.
Eh già, perchè è proprio questa la particolarità di questa figura femminile così affascinante: un fulmine durante un temporale ha trapassato il suo corpo uccidendola, almeno apparentemente.
Il piccolo paese sardo di Monte Norba - centro minerario - è pronto a seppellire quel piccolo corpicino violato. Ma un miracolo lascia tutti senza fiato: Nora si sveglia, i suoi penetranti occhi verdi sono gli stessi di sempre ma il suo corpo è bianco e freddo, come quello dei morti, ad eccezione di quella cicatrice che le incide la pelle e che spicca con il suo colore vermiglio.
Nora è diventata una bidemortos - capace di vedere i morti - spaventando la sua famiglia, soprattutto sua madre che, dopo la morte in miniera del marito, non riesce ad accettare la nuova sventura.
A soli 11 anni la bambina viene quindi allontanata e mandata a Cagliari, nella Casa delle Orfanelle, con la speranza che il luogo religioso possa affievolire i suoi poteri.
Abbandonata dalla famiglia per tutta l'infanzia, una volta diventata donna non le resta che accettare la proposta di una Dama della Carità che le offre un lavoro come serva nel suo palazzo.
In quel palazzo i suoi poteri si accentuano; ogni sera al suo capezzale di ritrova un numero sempre maggiore di defunti fino a che Nora non riesce quasi più a distingurli dai vivi. Una figura sembra richiamare la sua attenzione più delle altre: una giovane ragazza dalle lunghe trecce. Chi sarà questa anima disperata che non riesce a trovare pace? Cosa c'entra con il palazzo e, soprattutto, cosa vuole da Nora.
Un libro che parla di donne questo dove, come nel suo romanzo d'esordio, Vanessa mette a confronto figure femminili con personalità differenti, vittime e carnefici, e lo fa costruendo una storia convincente, avvolta in quell'alone di mistero che affascina e che porta il lettore a diventarne dipendente.
Per tutta la vita Nora si ritrova circondata da figure discordanti: alcune totalmente contrarie al suo essere che cercano in tutto e per tutto di annientare la sua vera natura ed altre invece accondiscendenti, capaci di vedere oltre quel suo bizzarro ed innocuo potere permettendole di far emergere le sue più profonde qualità
I personaggi sono caratterizzati in modo splendido ed ognuno di essi ha un ruolo importantissimo nel romanzo. Alcuni spiccano per la loro perfidia ma sono proprio quelli che mi hanno divertito di più come ad esempio la cugina Teresa - che approfitta della situazione per insinuarsi nella famiglia di Nora manipolando Lucia, madre di Nora, anima sofferente e sottomessa - e Palmira - governante di Donna Trinez da cui, da subito, Nora dovrà imparare a guardarsi le spalle.
Ci sono poi le personalità positive come Suor Nicoletta - insegnante della ragazza e quella che più di tutti cerca di tirare fuori il meglio di lei - Donna Trinez - che da subito vede quanto Nora possa essere speciale - e le altre serve della casa con le quali da subito la ragazza riuscirà ad avere un buon rapporto..
Donne meravigliose a cui fanno da contorno uomini che non riescono - probabilmente volutamente - ad avere un carisma altrettanto forte ma che risultano però essenziali allo svolgimento della storia: il professor Mariano - secondo marito di Donna Trinez - l'ingegner Lima - suo fratello - ed i due nipoti Gabriele e Giaime - entrambi affascinati dalla ragazza dagli occhi verdi.
Un'altra caratteristica che adoro dei romanzi di Vanessa è l'ambientazione e la sua capacità straordinaria di  raccontare una Sardegna che non esiste più, quella della fine del 1800, con le sue leggende, i suoi villaggi, le sue tradizioni rendendola visibile ai nostri occhi, attuale, viva; il tutto unito da uno stile riconoscibile, maturo ed estremamente coinvolgente.
Un libro da leggere e da conservare gelosamentetra quelli più importanti della libreria.

VOTO: 



8 commenti:

  1. Aaaa Daniii quanto entusiasmo!! *-* mi hai contagiata!!! devo sbrigarmi a leggerlo!!

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  2. Wow! Una recensione super positiva, bene sono contenta! Lo voglio leggere assolutamente!
    Un abbraccio Maria

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  3. Non posso non leggerlo!!!! Sarà il mio prossimo acquisto!!!!

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  4. Lo sto leggendo in questi giorni e come te sono stata rapita dal Nora.

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  5. e dovrò comprare pure questo! l'ho aggiunto alla mia lista dei desideri! un abbraccio.

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