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mercoledì 1 luglio 2015

Recensione #71 - L'invito di Ruth Ware

Buongiorno lettori carissimi, come state? Come vedete fortunatamente il blog ha ripreso vita e non vi nego che questa cosa mi rende immensamente felice. Nelle scorse settimane non avendo la possibilità di starci dietro come avrei voluto ero tremendamente in ansia!
Ma passiamo al sodo ed inauguriamo il mese di luglio con una recensione, quella del libro L'invito di Ruth Ware edito da Corbaccio - che ringrazio per la copia - pag. 336.

Trama: L'invito è un thriller psicologico, opera prima della scrittrice Ruth Ware.
Non vi nego di essere stata subito attratta da questa cover e dalla trama che prometteva suspanse.
La narrazione si alterna in due periodi ben distinti: uno in cui Nora, la protagonista assoluta, si trova in ospedale con un grande vuoto nella testa ma con la sensazione che qualcosa di terribile sia successo, ed un altro temporalmente precedente in cui la vera storia si dipana.
Nora è una scrittrice, una vita monotona e riservata. Scrive, corre, ha pochi amici.
Un giorno riceve una mail tramite la quale viene invitata ad un addio al nubilato: quello della sua ex migliore amica.
Da sempre Nora cerca di dimenticare il passato, qualcosa che l'ha turbata profondamente e che l'ha portata, ancora adolescente, a lasciare il suo paese d'origine, il suo fidanzatino, i suoi amici più cari.
Di certo da adulta tutto si sarebbe aspettato tranne che ripiombare in quei momenti.

Un week end con un paio di amiche del liceo e qualche altra persona assolutamente sconosciuta. Con una certa riluttanza decide di accettare e di prendervi parte.
Da quel momento in poi assisteremo ad un intrecciarsi di situazioni tutte all'interno di una grande e lussuosa villa dispersa nei boschi del Northumberland. Una scatola di vetro da cui l'oscurità del mondo esterno incute un certo timore e dalla quale la vita degli abitanti può essere controllata dall'esterno senza che nessuno possa accorgersene. Questo, insieme alla mancanza di campo telefonico, potrebbero essere il contorno ideale per un libro del genere ma purtroppo non è sufficiente. La villa in cui il tutto è ambientato un po' troppo simile a quella di film famosi del cinema e i personaggi sono un po' troppo simili ad adolescenti senza cervello piuttosto che ad adulti con carriere del tutto rispettabili.
Per quanto il libro si legga con una certa velocità grazie allo stile dell'autrice, presenta diversi punti poco credibili e un po' lenti che non permettono al lettore di essere particolarmente coinvolto ma che lo lasciano un po' troppo spettatore.
I personaggi - pochissimi - sono descritti in modo molto approfondito e questo permette sicuramente di entrare velocemente nel vivo della storia e di visualizzarli sia fisicamente che psicologicamente. Interessante assistere ai meccanismi che si creano da una convivenza forzata, in questo l'autrice è stata capace di far emergere le difficoltà di interazione tra chi, non vedendosi da molto tempo o addirittura non conoscendosi - sia costretto a convivere in un luogo chiuso ed isolato. Una sorta di Grande Fratello letterario.
Non vi nego che dopo la metà avevo intuito come fossero andate le cose, quale fosse il grande mistero da svelare e chi ne fosse l'artefice. Probabilmente questo è dovuto alla grande quantità di thriller che leggo ed ora per stupirmi ci vuole veramente tanto.
Quello che però mi sento sicuramente di dire è che potrebbe essere un buon libro da cui partire per chi magari di libri del genere ne legge pochi o per chi da "profano" vuole approcciarsi ai thriller.
L'idea di base infatti è molto buona ed anche lo stile è parecchio fluido. Quello che mi è mancato è stato un po' di mordente un più, quella sensazione di essere sempre appesi ad un filo che dovrebbe dare un thriller psicologico con i fiocchi ed anche qualcosa che potesse stupirmi.
Di certo essendo l'opera prima dell'autrice avrà modo di crescere e di stupirci con i prossimi lavori.

VOTO: 


11 commenti:

  1. Concordo con tutto ciò che hai scritto. Per chi legge tanti thrille, manca sicuramente un po' di mordente, ma, tutto sommato, non è un brutto libro :*

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  2. Anche a te non ha fatto impazzire quindi. Un thriller per essere considerato buono e diverso dagli altri deve saper sorprendere, altrimenti vengono a noia.

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    1. Diciamo che per fortuna l'autrice ha uno stile che non annoia e poi può essere che veramente io sia troppo condizionata dai tantissimi thriller che leggo! Diciamo che non lo sconsiglio... ;-)

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  3. Che peccato! Avevo parecchie aspettative su questo libro, la trama mi sembrava intrigante ma a quanto leggo non ha mantenuto le promesse... mi sa che lo lascio perdere, o perlomeno aspetterò che arrivi in biblioteca così evito fregature :-)

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    1. Anche io sinceramente mi aspettavo qualcosa in più. Ecco, magari leggilo quando lo trovi in biblioteca! ;-)

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  4. Non lo so...ogni tanto capita che se un libro ho voglia di leggerlo, anche se trovo recensioni negative, mi butto lo stesso. Questa volta credo di no...un thriller deve appassionare, creare suspance. Ok mi butto sulla Gazzola

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    1. Io non mi appassiono particolarmente neanche con la Gazzola... Potrei anche paragonare le due attrici, ho avuto più o meno le stesse impressioni leggendole!

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  5. Nonostante la bella copertina, salto.
    Già La ragazza del treno si sta rivelando una noia che non ti dico...

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    1. La cover è veramente ammaliante!
      Ecco, io mi sa che salto La ragazza del treno, almeno per ora! Ho da leggere una marea di libri e non voglio perdere tempo! :-P

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  6. Mi sembra troppo simile,come impianto,a "Dieci piccoli indiani",mi sbaglierò,ma non mi attira.Oltretutto sono una lettrice troppo esperta di thriller,ormai è difficile sorprendermi proprio come te

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    1. Dieci piccoli indiani è proprio citato esplicitamente dalla protagonista nel libro quindi credo sia proprio voluto il ricordo!

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