Senza troppi preamboli vi lascio con la recensione del libro Anna di Niccolò Ammaniti edito da Einaudi, 284 pagine, di cui potete leggere l'incipit cliccando qui.
Trama: In una Sicilia diventata un'immensa rovina,
una tredicenne cocciuta e coraggiosa parte alla ricerca del fratellino
rapito. Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali
e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un'isola
riconquistata dalla natura e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha
come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni
per farcela. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non
valgono più, dovrà inventarne di nuove. Con "Anna" Niccolò Ammaniti ha
scritto il suo romanzo più struggente. Una luce che si accende nel buio e
allarga il suo raggio per rivelare le incertezze, gli slanci del cuore e
la potenza incontrollabile della vita. Perché, come scopre Anna, la
"vita non ci appartiene, ci attraversa".
Ho letto ed amato Ammaniti anni fa, quando tra un libro universitario e l'altro inserivo letture che potessero farmi staccare la spina dalla frenesia delle sessioni d'esame. Lessi tutto quello che in quel periodo era uscito dalla sua penna e pubblicato. Poi mi sono persa, perchè quando amo un autore e comincio a leggerne di fila più opere arrivo sempre al punto di dovermi prendere una pausa. Forse questa volta la mia pausa è durata un po' troppo visto che mi sono laureata ben undici anni fa, ma, come si dice, meglio tardi che mai.
Complice una trama particolare, un genere nuovo per lo scrittore - distopico - ed un'intervista all'autore fatta a Che tempo che fa che me ne ha fatto apprezzare anche la spigliatezza e la persona, non ho potuto fare a meno di leggere Anna, il suo ultimo lavoro.
Quello che ho sempre amato di Ammaniti è l'estrema ed assoluta capacità di creare dei personaggi forti ed insostituibili; anche in questo caso la sua bravura in questo senso è emersa in modo chiaro.
Anna è una ragazzina in lotta contro qualcosa di più grande di lei: un virus che in pochi anni ha spazzato via completamente il mondo degli adulti, lasciando intatto invece il mondo dei bambini, finche questi non raggiungono la pubertà.
L'ambientazione è quella di una Sicilia piegata dalla distruzione, dai saccheggi, dagli incendi, e popolata principalmente da morti, da bambini e da branchi di cani randagi inferociti.
Gli anni sono quelli del 2020 circa, anni della contaminazione di massa e dell'inizio della fine.
Anna non è sola, ha un fratellino piccolo cui deve badare, cui dovrà insegnare a leggere e a cavarsela in quel mondo quando lei crescerà e la malattia la colpirà, perchè Anna sa che è solo questione di tempo.
Immaginatevi una ragazzina di una decina d'anni che deve cercare cibo, medicine e generi di prima necessità per se e per il fratello, armata solo di una torcia, un diario di consigli lasciatole dalla madre prima che morisse e di tanto, tantissimo coraggio che, per forza di cosa, deve trovare dentro se stessa.
Ed è proprio questo che emerge prepotentemente in questo romanzo: la voglia di farcela nonostante tutto, di non mollare mai e di sperare in un possibile futuro nonostante si sappia di essere segnati.
Saccheggiare case disabitate o, peggio, abitate da scheletri o corpi in decomposizione, trovare riparo in carcasse di auto abbandonate in compagnia di resti umani, attendere che la propria madre nella stanza accanto diventi scheletro; tutto questo non è cosa da bambini, ma per la nuova generazione di sopravvissuti diventa purtroppo la normalità. Bambini solitari che si nascondono dal mondo, altri che vivono in branchi arruolando un esercito di disperati, altri che trovano conforto in fratelli o amici, sono questi i protagonisti di questo libro.
Ognuno con la speranza che qualcuno, da qualche parte nel mondo, abbia scoperto un vaccino per "La rossa".
Questo libro è un pugno allo stomaco, che ci fa immaginare senza troppi giri di parole una situazione catastrofica ma assolutamente verosimile, raccontata con gli occhi dei bambini.
Anna, protagonista indiscussa è il personaggio che il lettore non può non adorare incondizionatamente, per la sua forza, per la sua saggezza, per la sua capacità di reagire anche nelle situazioni più difficili; ed insieme a lei la Sicilia, quella terra normalmente così viva che l'autore sceglie di mostrarci afflitta e distrutta, lontana da quell'Italia che per i bambini rappresenta la possibile salvezza. Lo scopo di Anna è infatti quello di raggiungere la Calabria e con lei ed Astor - il fratellino - affrontiamo il viaggio, da Castellammare a Palermo, da Palermo a Cefalù e poi a Messina, camminando con loro per settimane lungo i tracciati delle autostrade deserte ed incontrando durante il viaggio altri disperati, più o meno innocui, più o meno amici, più o meno pericolosi.
E per chi in Sicilia ci è stato, sarà difficile riconoscere le città che noi tutti conosciamo, nonostante le descrizioni particolareggiate ed assolutamente ben definite che Ammaniti ci regala.
Mi sono chiesta sia durante che a fine lettura se questo possa essere paragonabile ad altri suoi lavori. Per alcuni tratti forse sì, per altri è un'opera così diversa anche solo per provare a farlo; quello che so è che quando l'ho cominciato non sono riuscita a smettere di leggere ed Anna è ancora un po' qui con me, ben definita nei miei pensieri.
C'è chi lo paragona al libro La strada di Mc Carthy che io non ho letto quindi il mio giudizio è scevro da paragoni con altre opere letterarie e questo libro, nel suo essere semplicemente Anna, a me è piaciuto molto!
In generale credo che Ammaniti sia uno di quegli autori che o si ama o si odia, io lo amo!!! E voi?
Complice una trama particolare, un genere nuovo per lo scrittore - distopico - ed un'intervista all'autore fatta a Che tempo che fa che me ne ha fatto apprezzare anche la spigliatezza e la persona, non ho potuto fare a meno di leggere Anna, il suo ultimo lavoro.
Quello che ho sempre amato di Ammaniti è l'estrema ed assoluta capacità di creare dei personaggi forti ed insostituibili; anche in questo caso la sua bravura in questo senso è emersa in modo chiaro.
Anna è una ragazzina in lotta contro qualcosa di più grande di lei: un virus che in pochi anni ha spazzato via completamente il mondo degli adulti, lasciando intatto invece il mondo dei bambini, finche questi non raggiungono la pubertà.
L'ambientazione è quella di una Sicilia piegata dalla distruzione, dai saccheggi, dagli incendi, e popolata principalmente da morti, da bambini e da branchi di cani randagi inferociti.
Gli anni sono quelli del 2020 circa, anni della contaminazione di massa e dell'inizio della fine.
Anna non è sola, ha un fratellino piccolo cui deve badare, cui dovrà insegnare a leggere e a cavarsela in quel mondo quando lei crescerà e la malattia la colpirà, perchè Anna sa che è solo questione di tempo.
Immaginatevi una ragazzina di una decina d'anni che deve cercare cibo, medicine e generi di prima necessità per se e per il fratello, armata solo di una torcia, un diario di consigli lasciatole dalla madre prima che morisse e di tanto, tantissimo coraggio che, per forza di cosa, deve trovare dentro se stessa.
Ed è proprio questo che emerge prepotentemente in questo romanzo: la voglia di farcela nonostante tutto, di non mollare mai e di sperare in un possibile futuro nonostante si sappia di essere segnati.
Saccheggiare case disabitate o, peggio, abitate da scheletri o corpi in decomposizione, trovare riparo in carcasse di auto abbandonate in compagnia di resti umani, attendere che la propria madre nella stanza accanto diventi scheletro; tutto questo non è cosa da bambini, ma per la nuova generazione di sopravvissuti diventa purtroppo la normalità. Bambini solitari che si nascondono dal mondo, altri che vivono in branchi arruolando un esercito di disperati, altri che trovano conforto in fratelli o amici, sono questi i protagonisti di questo libro.
Ognuno con la speranza che qualcuno, da qualche parte nel mondo, abbia scoperto un vaccino per "La rossa".
Questo libro è un pugno allo stomaco, che ci fa immaginare senza troppi giri di parole una situazione catastrofica ma assolutamente verosimile, raccontata con gli occhi dei bambini.
Anna, protagonista indiscussa è il personaggio che il lettore non può non adorare incondizionatamente, per la sua forza, per la sua saggezza, per la sua capacità di reagire anche nelle situazioni più difficili; ed insieme a lei la Sicilia, quella terra normalmente così viva che l'autore sceglie di mostrarci afflitta e distrutta, lontana da quell'Italia che per i bambini rappresenta la possibile salvezza. Lo scopo di Anna è infatti quello di raggiungere la Calabria e con lei ed Astor - il fratellino - affrontiamo il viaggio, da Castellammare a Palermo, da Palermo a Cefalù e poi a Messina, camminando con loro per settimane lungo i tracciati delle autostrade deserte ed incontrando durante il viaggio altri disperati, più o meno innocui, più o meno amici, più o meno pericolosi.
E per chi in Sicilia ci è stato, sarà difficile riconoscere le città che noi tutti conosciamo, nonostante le descrizioni particolareggiate ed assolutamente ben definite che Ammaniti ci regala.
Mi sono chiesta sia durante che a fine lettura se questo possa essere paragonabile ad altri suoi lavori. Per alcuni tratti forse sì, per altri è un'opera così diversa anche solo per provare a farlo; quello che so è che quando l'ho cominciato non sono riuscita a smettere di leggere ed Anna è ancora un po' qui con me, ben definita nei miei pensieri.
C'è chi lo paragona al libro La strada di Mc Carthy che io non ho letto quindi il mio giudizio è scevro da paragoni con altre opere letterarie e questo libro, nel suo essere semplicemente Anna, a me è piaciuto molto!
In generale credo che Ammaniti sia uno di quegli autori che o si ama o si odia, io lo amo!!! E voi?