Pagine

sabato 30 aprile 2016

Recensione #123 in anteprima - Dentro soffia il vento di Francesca Diotallevi

Buongiorno lettori e buon sabato. Oggi sono qui per condividere con voi una recensione speciale, quella di un libro che uscirà nelle librerie il 5 maggio e sancirà l'esordio di Francesca Diotallevi nella rosa degli autori della prestigiosa casa editrice Neri Pozza. Il romanzo si intitola Dentro soffia il vento - 180 pagine - che è già stato preceduto da un prequel in ebook - Le Grand Diable - che trovate già disponibile in tutti gli store online. Per chi se la fosse persa ho già pubblicato la recensione qui.

Trama: In un avvallamento tra due montagne della Val d’Aosta, al tempo della Grande Guerra, sorge il borgo di Saint Rhémy: un piccolo gruppo di case affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno sparuto campanile.
Al calare della sera, da una di quelle case, con il volto opportunamente protetto dall’oscurità, qualche «anima pia» esce a volte per avventurarsi nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno dove vive Fiamma, una ragazza dai capelli così rossi che sembrano guizzare come lingue di fuoco in un camino.
Come faceva sua madre quand’era ancora in vita, Fiamma prepara decotti per curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni… Infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni » approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo. Così, mentre al calare delle ombre gli abitanti di Saint Rhémy compaiono furtivi alla sua porta, alla luce del sole si segnano al passaggio della ragazza ed evitano persino di guardarla negli occhi.
Il piccolo e inospitale capanno e il bosco sono perciò l’unica realtà che Fiamma conosce, l’unico luogo in cui si sente al sicuro. La solitudine, però, a volte le pesa addosso come un macigno, soprattutto da quando Raphaël Rosset se n’è andato.
Era inaspettatamente comparso un giorno al suo cospetto, Raphaël, quando era ancora un bambino sparuto, con una folta matassa di capelli biondi come il grano e una spruzzata di lentiggini sul naso a patata. Le aveva parlato normalmente, come si fa tra ragazzi ed era diventato col tempo il suo migliore e unico amico. Poi, a ventuno anni, in un giorno di sole era partito per la guerra con il sorriso stampato sul volto e la penna di corvo ben lucida sul cappello, e non era più tornato. Ora, ogni sera alla stessa ora, Fiamma si spinge al limitare del bosco, fino alla fattoria dei Rosset. Prima di scomparire inghiottita dal buio della notte, se ne sta a guardare a lungo la casa dove, in preda ai sensi di colpa per non essere andato lui in guerra, si aggira sconsolato Yann, il fratello zoppo di Raphaël… il fratello che la odia.
Ritornando su un tema caro alla letteratura di ogni tempo – l’amore che dissolve il rapporto tra una comunità e il suo capro espiatorio – Francesca Diotallevi costruisce un romanzo che sorprende per la maturità della scrittura e la solidità della trama, un’opera che annuncia un nuovo talento della narrativa italiana.

Ci sono libri per cui prima di parlarne ho bisogno di lunghe riflessioni mentre ce ne sono altri che come una valanga riescono a superare ogni mia barriera e mi si insinuano sotto pelle. Dentro soffia il vento appartiene alla seconda categoria. Ho appena finito di leggerlo, scrivo, ripenso alla storia ed alla sua evoluzione e dei brividi mi percorrono tutto il corpo senza lasciarmi scampo.
È una di quelle storie capaci di farmi provare così tante emozioni che quasi mi sembrano troppe.
Ho chiuso l’ultima pagina con una lacrima che mi rigava la guancia, con un senso di vuoto ma anche di appagamento tale che mi lascia quasi perplessa.
Anche questa volta Francesca ha fatto centro. E non parlo solo di una storia orignale, con un’ambientazione unica e ricercata ma parlo anche di una capacità narrativa che cresce ogni opera sempre di più e che finalmente ora potrà essere apprezzata da un pubblico più ampio grazie ad una visibilità che una casa editrice come Neri Pozza può darle.
L’autrice sa districarsi in modo perfetto ed infallibile in un racconto a tre voci: quelle di Fiamma, Yann e Agape. Le tre voci permettono al lettore di leggere la stessa storia raccontata da tre punti di vista e di viverne le emozioni in modo accentuato. Una storia che parla di fuga: da una vita che non si sente propria, da un amore impossibile, dai fantasmi di un passato troppo doloroso; ma anche una storia che parla di rinascita, di amicizia, di amore, di superstizioni, di umanità, di sofferenza e di cattiveria. Tutto questo in un connubio perfetto.
Quello che mi lascia sempre affascinata una volta conclusi i libri di Francesca è l’estrema capacità di portare il lettore ovunque lei voglia, sia attraverso i luoghi che attraverso il tempo. Lo so, probabilmente ho fatto questa affermazione anche parlando dei libri precedenti ma devo ripetermi. In questo caso il lettore viene catapultato in Val d’Aosta, a Saint Rhemy, subito dopo la fine della prima guerra mondiale. Un conflitto che ha toccato moltissimo quel paesino abbarbicato sulle montagne perchè ha chiamato a se molti dei suoi cittadini più giovani privandoli di un futuro.
È in questo contesto che ci vengono presentati i personaggi. Uno di questi è Don Agape, che ha appena deciso di abbandonare Roma ed il Vaticano per buttarsi tra le montagne impervie delle alpi. Nessuno comprende il suo gesto e, forse, non lo comprende fino in fondo neanche lui; apparentemente un modo per mettersi alla prova, forse un modo per scappare da quella vita scelta più per appagare il volere altrui che per una propria, vera vocazione.
Da subito il paesino di montagna appare per quello che è: un luogo chiuso in cui i suoi abitanti vivono ancora all’ombra delle leggende che per lungo tempo li hanno accompagnati.
Fiamma per tutti è una strega. Lei, abituata da sempre a vivere nei boschi è considerata una creatura del demonio; tutti la temono e la additano anche se nei momenti di difficoltà si rivolgono a lei per farsi curare con gli “intrugli” che crea con le erbe. Ha capelli del colore del fuoco, degli occhi verdi penetranti e una capacità disarmante di sparire al momento opportuno attraverso i boschi; il suo atteggiamento schivo e ribelle verso chi non l'ha mai accettata e verso un Dio a cui non può credere,  non fa altro che accrescere questa diceria. Solo Raphael conosceva veramente Fiamma. Raphael Rosset ora non c’è più, partito verso un fronte da cui non è più tornato. L’unico amico che Fiamma avesse mai avuto, l’unico che conoscesse la sua vera natura. A Fiamma quel ragazzo manca, così come manca a Yann, suo fratello, che non ha mai capito la passione di Raph per quella ragazza tanto odiata da tutti, quella donna che con i suoi occhi sembra ammaliare chi se la trova davanti. 
L'autrice intreccia la storia di questi tre personaggi e la inserisce in modo perfetto in una trama avvincente, capace di tenere il lettore incollato alle pagine fino alla fine; una capacità degna delle grandi scrittrici, quello che Francesca è diventata! 
Una chicca del romanzo è secondo me rapprasentata dal finale che sa tranciare il cuore dei lettori così come le lettere di Raph dal fronte, frutto - come confessatomi dall'autrice - di una lunga e sofferta ricerca tra la corrispondenza dell'epoca.
Moltissime le parti che ho sottolineato, tantissime quelle che mi hanno emozionato... eccone un paio:
"Per questo amavo i libri: rendevano le persone migliori. A volte le salvavano."
"Non lasciare che qualcuno ti dica in cosa credere, ragiona con la tua testa, segui l'istinto. Nessuno dovrà importi chi amare. L'amore non si insegna, è l'unica cosa che posso spiegarti. Non posso dirti quali battaglie combattere, dovrai capirlo da sola e non sarà facile. L'amore non lo è mai, richiede coraggio e tenacia. Non si scegli, è sempre lui che sceglie te."
Un libro che parla di privazioni ma anche di libertà, un libro che saprà fare breccia nel vostro cuore.
Ora vi lascio, sperando di avervi un pochino incuriositi ed esortandovi ad andare in libreria il 5 maggio a comprare questo libro.


VOTO: 









14 commenti:

  1. Neri Pozza mi piace molto come case editrice, ha sempre titoli molto interessanti. Questa sembra una storia davvero intensa, ne ho proprio bisogno in questo periodo. Me lo segno subito :)

    RispondiElimina
  2. Ho letto da poco Le stanze buie apprezzandolo molto, e credo proprio che prima o poi leggerò tutto di Francesca, perché ha una capacità narrativa davvero straordinaria.

    RispondiElimina
  3. Sempre più convinta! E questo lo prendo in duplice copia: una per me e una per la biblioteca.
    Lea

    RispondiElimina
  4. sono molto incuriosita. Non ho letto nulla di suo, ma ne sento sempre parlare bene, anche da te. Devo recuperare

    RispondiElimina
  5. Che bella recensione, Daniela ^^
    Concordo su tutto, e seguirò il tuo consiglio: leggerò le altre opere di Francesca, Però per ora continuo a pensare a questa storia e a questa prosa meravigliosa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazieee!
      A quanto mi risulta il suo primo libro al momento è introvabile quindi dovrai buttati su Amedeo, Je t'aime sperando che nel frattempo ristampino qualche copia de Le stanze buie! ;)
      Poi fammi sapere!!!

      Elimina
  6. Ciao!!! ho sentito molti pareri discordanti su questo libro..
    a un certo punto l'ho pure accantonato per via dell'atmosfera lugubre... ora invece mi ispira nuovamente!!
    tutto merito della tua recensiione!!! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma grazie!!! Onorata di fare questo effetto! Se lo leggi torna a dirmi il tuo pensiero! ;)

      Elimina
    2. Certo! Appena riesco a procurarmelo e lo leggo, posterò la recensione sul mio blog!
      A presto! :)

      Elimina