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venerdì 7 aprile 2017

Letture con Marina #11

Buon pomeriggio carissimi lettori, finalmente è venerdì!!!. Anche oggi, come ogni quindici giorni, vi lascio con Marina e la sua rubrica. Ma prima vi auguro un strepitoso week end!

Il prossimo 16 Luglio ci sarà la proclamazione del vincitore del Premio Bancarella 2017. In ordine alfabetico, la magnifica “sestina” dei finalisti: Alessandro Barbaglia: La locanda dell’ultima solitudine (Mondadori); Valeria Benatti: Gocce di veleno (Giunti); Cristina Caboni: Il giardino dei fiori segreti (Garzanti); Jung Myung Lee: La Guardia, il poeta e l’investigatore (Sellerio); Lorenzo Marone: Magari domani resto (Feltrinelli); Matteo Strukul: I Medici (Newton Compton). Quest’anno, complice qualche amica blogger che seguo e che ci accompagnerà nel percorso del Premio in una sorta di “blogtour”, leggerò qualcuno dei libri finalisti. E nel corso dei mesi - in questo spazio bimensile che Daniela gentilmente mi offre - Ve li proporrò, in attesa di conoscere il nome dello scrittore che si porterà a casa l’ambito premio.

Autore: Alessandro Barbaglia
Titolo: La locanda dell'ultima solitudine
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 163
Anno Pubblicazione: 2017

Sinossi:  Libero e Viola si stanno cercando. Ancora non si conoscono, ma questo è solo un dettaglio. Nel 2007 Libero ha prenotato un tavolo alla Locanda dell'Ultima Solitudine, per dieci anni dopo. Ed è certo che lì e solo lì, in quella locanda arroccata sul mare costruita col legno di una nave mancata, la sua vita cambierà. L'importante è saper aspettare, ed essere certi che "se qualcosa nella vita non arriva è perché non l'hai aspettato abbastanza, non perché sia sbagliato aspettarlo". Anche Viola aspetta: la forza di andarsene. Da anni scrive lettere al padre, che lui non legge perché tempo prima, senza che nessuno ne conosca la ragione, è scomparso, lasciandola sola con la madre a Bisogno, il loro paese. Ed è a Bisogno, dove i fiori si scordano e da generazioni le donne della famiglia di Viola, che portano tutte un nome floreale, si tramandano il compito di accordarli, che lei comincia a sentire il peso di quell'assenza e la voglia di un nuovo orizzonte. Con ironia leggera, tra giochi linguistici, pennellate surreali e grande tenerezza, Alessandro Barbaglia ci racconta una splendida storia d'amore.
RECENSIONE:

Ed iniziamo con Alessandro Barbaglia ed il suo: La locanda dell’ultima solitudine, una poesia lunga un romanzo. Con i protagonisti, Libero e Viola, che imparerete ad amare, insieme ai genitori di Viola, al cane di Libero, al portentoso Enrico, locandiere dispensatore di magia e di perle culinarie che hanno il sapore di ciò che riesci ad immaginare, passando per la moglie sbagliata di Libero, la vicina di casa con il suo baule e via via fino a perdersi nel profondo di questo romanzo intessuto di fiori e di nomi, che è un’elegia del tempo perduto che in realtà è un inganno, perché il tempo è perduto solo per chi va di fretta, per chi non sa apprezzare appieno le cose e per chi non le desidera il tempo sufficiente affinchè queste cose siano così desiate che non è tanto il raggiungimento il premio ambito, ma lo è il percorso che nel frattempo si è intrapreso.
Una delicata poesia – dicevamo - lunga tutto il tempo che Viola e Libero impiegheranno per incontrarsi, nel frattempo incrociando e scontrandosi con altre vite, con lettere intensissime mai spedite, con urla mai urlate e con un tempo che si dilata tanto quanto le maglie del distino, in fondo, permetteranno.
In una illuminante intervista che ha rilasciato, Alessandro Barbaglia si fa paladino, oserei dire quasi un bestemmiatore di questi tempi, dell’anti carpe diem ed afferma che non si deve cogliere l’attimo, ma invece quest’attimo va coltivato per poterlo poi cogliere solo al momento giusto… A ben pensare non è sbagliato neppure questo punto di vista che tende a ribaltare la moderna tendenza a volere tutto e subito, senza indugi, salvo poi rimpiangere il futuro, quando quel futuro è raggiunto troppo rapidamente, senza aver assaggiato ed assaporato appieno il presente e rimpiangendo quindi la velocità con la quale si è arrivati tanto lontani. E come di consueto, la verità non sta proprio nel mezzo? Vi invito quindi a leggere questo leggiadro romanzo, che Vi porterà nella terra sospesa del raccoglimento, del silenzio, della nostalgia… nell’attesa di un urlo liberatorio o di un arrivo imprevisto distante dieci anni e che ci farà tornare sui nostri passi in un passato oramai perduto per sempre.
 
L'AUTORE:
Giornalista e libraio, dopo avere pubblicato racconti e poesie, lo scrittore novarese esordisce nel romanzo La Locanda dell’Ultima Solitudine.

2 commenti:

  1. Poesia lunga un romanzo mi piace molto. Felice che tu abbia apprezzato il libro.
    Ciao da Lea

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  2. Ciao Lea, Romanzo bello e commovente.
    Sarà che l'autore ha scritto anche poesie, ma l'ho trovato poeticamente leggiadro, pur se i temi trattati sono molto forti.
    La lettura della sestina Bancarella è iniziata molto bene.
    Ciao, Marina

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