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venerdì 16 giugno 2017

Letture con Marina #16

Buon venerdì lettori, sono già passati quindici giorni ed è di nuovo tempo della rubrica Letture con Marina. Lascio a lei la parola con un post molto interessante.


… come promesso, in attesa degli ultimi libri che concorrono al Premio Bancarella, un libro che ho letto e che mi è piaciuto per una serie di motivi…

Ve lo presento:

LO STIVALE D’ORO DI ISTAMBUL

Autore: ELSA ZAMBONINI DURUL
Casa editrice: Narcissus me 
Pagine: 189
Formato: ebook

Sinossi: Sullo sfondo di una città esotica e accattivante, Lo stivale d’oro di Istanbul mette in scena un intreccio di colpi di scena, amore e avventura, ma soprattutto il percorso di crescita di una giovane donna che deve imparare a fare i conti con il tragico passato della sua famiglia. Il genere tende al giallo, anche se risponde soprattutto alla domanda: ”Qual è veramente l’entità della colpa?”, più che a voler ricercare un colpevole. È il retaggio familiare a spingere Lisa ad accettare un posto come insegnante di lettere nel prestigioso liceo italiano di Istanbul, sfidando l’opposizione del padre che ha sempre cercato di tenerla lontana da quella città. Il suo scopo è raccogliere informazioni sulla madre che lì è vissuta e morta, ma di cui lei non sa nulla. Da quanto riesce a sapere, Lisa scopre una donna molto più fragile di quella che ha immaginato per tanti anni, così fragile da aver bisogno di un supporto psicologico. Su questa pista Lisa si avvia per approfondire le indagini su di lei, con l’aiuto di qualcuno e la fredda ostilità di altri. Alla storia della ragazza si intreccia quella dei suoi genitori con una quotidianità di violenza psicologica. Nella nuova città dove lavora, e di cui presto si innamorerà, la protagonista frequenterà italiani, turchi e levantini, a cominciare dai suoi alunni, con cui intreccerà rapporti che finiranno per cambiare le sue prospettive e il suo destino. Nello stesso tempo sarà costantemente occupata a risolvere i misteri che incombono sulla sua famiglia, che non presentano certo facili soluzioni. Il bandolo della matassa sembra essere un prezioso manufatto chiamato lo stivale del sultano, nel cui nome sono riassunti simboli italiani (stivale) e turchi di potere maschile (sultano). La città di Istanbul è assolutamente la co-protagonista.
RECENSIONE:
Dalla sinossi di un libro ci si può sempre fare un’idea di cosa si andrà a “curiosare”, nel leggerlo. Sono quindi soddisfatta di aver trovato un romanzo che si legge d’un fiato: intrigante per la storia ben orchestrata ed appassionante per i molti personaggi che incastrano la propria vita uno con l’altro. Altro punto fondamentale di questo romanzo è l’incontro con una città che affonda la sua bellezza in paesaggi mozzafiato e lontane reminiscenze storiche: l’antica Istambul, nell’immaginario una metropoli velata, che fa del mistero il proprio fascino, ricca di suggestioni e di contrasti. Unico appunto che mi sento di muovere all’autrice - come lettrice - è il desiderio, soprattutto forse più nella prima parte del romanzo, di poter assistere ad un maggior numero di dialoghi diretti fra i personaggi che vanno in scena. E la conclusione del romanzo, che si interrompe bruscamente e sembra rimandare al secondo libro, ma che lascia proprio in sospeso, diversamente dal solito, quando i romanzi, pur facendo parte di una serie, si possono leggere come volumi autoconclusivi. Ma questa nota è dovuta proprio al fatto che il libro si legge così piacevolmente che quando si arriva all’ultima pagina, si rimane delusi dal “the end” non conclusivo imposto dall’autrice.
Ci tengo a precisare che questa è la prima opera di Elsa Zambonini.
Avendo avuto l’opportunità di rivolgere alcune domande all’autrice, ho pensato che sarebbe stato interessante, più che leggere la mia recensione, avere l’opportunità di sapere qualcosa di più di questa donna che ha lasciato l’Italia per stabilirsi in Turchia – e soprattutto per avere di prima mano delle piccole “chicche” proprio dalla voce dell’autrice. Una sorta di decostruzione della recensione, per arrivare ad una verità più sentita sulla vicenda che viene narrata. E su alcuni dei suoi retroscena. Del resto, trattandosi di un thriller, meglio non svelare troppo, così come fa la magica Istambul – e trattenere con il proprio fascino misterioso il viaggiatore ed il lettore.

DALLA VOCE DELL'AUTRICE: Io abitavo a Belluno dove sono nata e lavoravo come insegnante alle medie, sono arrivata a Istanbul la prima volta a 26 anni per 3 giorni in vacanza. Avevamo una guida, che ora è mio marito da 36 anni. Dopo qualche anno ci siamo sposati, ho lasciato l’insegnamento in Italia, e ho cominciato a lavorare al Liceo Italiano di Istanbul e l’ho fatto per 8 o 9 anni. In comune con la protagonista Lisa ho solo l’esperienza a scuola e le impressioni di nuova arrivata in una città di cui, senza accorgerti, ti innamori. Magari anche sulla madre di Lisa, Marta, qualcosa della mia esperienza matrimoniale l’ho riversato, ma con esiti meno drammatici di lei, naturalmente. Faccio parte dello staff della Gazzetta di Istanbul, unico periodico in lingua italiana ufficialmente pubblicato qui, e scrivo articoli in genere di viaggio.
Una delle protagoniste del romanzo è Giulia, che in realtà è una mia amica in carne e ossa, l’unica persona reale nel romanzo, che recita se stessa in quanto è stata veramente guida ufficiale del consolato (e ne ha avuto il cavalierato in una cerimonia in cui era premiata anche l’attrice turca Serra Yilmaz, che recita nei film di Özpetek) e i racconti riportati sono letterali. Anche il suo carattere è serafico come è stato descritto, e sa effettivamente leggere i fondi di caffè.

In Turchia negli ultimi anni erano arrivati molti giovani col progetto Erasmus che però ora si è fermato. Molti si erano anche fermati cercandosi un lavoro avendo magari nel frattempo intrecciato rapporti sentimentali coi locali. Negli anni passati l’alto tasso di crescita, ora rallentato, aveva anche attirato ragazzi in fuga dalla disoccupazione italiana, ma ora, per motivi vari, è in atto un controesodo.
I levantini sono membri di famiglie i cui capostipiti si sono trasferiti qui magari da più di 100-150 anni e in casa continuano a parlare la lingua d’origine, chiaramente un po’ addomesticata. Questo è un po’ complicato perché poi si sposano con levantini di altra origine e quindi spesso le lingue parlate in casa sono molteplici. In ogni caso parlano regolarmente, oltre all’italiano e al turco, il francese e il greco. Infatti, prima che fossero mandati via a partire dal 1955, la comunità dei greci era molto presente accanto ai levantini. Molte famiglie levantine in passato hanno fatto parte dell’alta società istanbullina, ora decisamente meno.
La mia amica chiamata Giulia da anni mi ripeteva che lei avrebbe potuto scrivere un libro con i ricordi delle persone importanti che ha incontrato, e alla fine le ho detto: ‘e allora scriviamolo’. Nella prima stesura i suoi racconti avevano molto spazio, ma i ricordi non bastavano a rendere il racconto coinvolgente, così ho creato una cornice che mettesse un po’ di pepe alla vicenda. Alla fine il quadro è stato tolto quasi del tutto ed è rimasta ‘la cornice’.
La costruzione di un giallo ha qualcosa di matematico, e non saprei rinunciarci: ci deve essere un disegno logico a sostenere la struttura. Gli indizi che si seminano lungo i capitoli devono avere una propria collocazione, devono essere una specie di espressione matematica che trova la propria soluzione nel finale.

ELSA ZAMBONINI DURUL - BIOGRAFIA -
Nasce a Belluno dove lavora per qualche anno in un istituto previdenziale e poi, laureatasi, insegna lingua inglese nella scuola statale della provincia. Dopo il matrimonio con cittadino turco si trasferisce a Istanbul dove prosegue la sua attività didattica per qualche anno al Liceo Italiano, esperienza che ha alimentato il romanzo Lo stivale d’oro di Istanbul. La Zambonini ha vissuto la profonda rivoluzione culturale, sociale, politica ed economica della Turchia di questi trent’anni, che consegna oggi un paese profondamente diverso da quello da lei trovato al suo arrivo. Esperta di astrologia (scuola Morpurgo) e amante dei viaggi culturali ed esotici, è profonda conoscitrice della cultura turco-levantina e della realtà di Istanbul, dove risiede tuttora. Appassionata da sempre di scrittura, esprime la sua vena creativa, oltre che con romanzi, anche collaborando con racconti di viaggi a La Gazzetta di Istanbul, unico periodico in lingua italiana ufficialmente pubblicato in Turchia: edito dal Circolo Roma, associazione culturale-ricreativa della comunità italiana di Istanbul.  La storia di Lisa prosegue nel romanzo di prossima pubblicazione: Istanbul: il viaggio sospeso

Spero di avervi incuriositi a sufficienza, senza aver svelato troppo della trama della vicenda e dei suoi protagonisti - tanto da voler leggere questo romanzo, che, anche se è un thriller, più che interessarsi al colpevole, sembra chiedere a gran voce di verificare tutto ciò che ha portato ad un determinato evento. Incontrando le persone coinvolte e cercando di capirne e comprenderne le scelte di vita. Un percorso di crescita per la protagonista ed uno spunto di riflessione per noi lettori. Ci sono infatti diversi temi che l’autrice affronta nel suo romanzo: forse quello che si evidenzia di più – dato anche il gran parlare che se ne fa negli ultimi anni - è il tema del maschilismo che Lisa si troverà a fronteggiare prima con suo padre e poi con il ragazzo che conoscerà ad Istambul. Un libro che fa della leggerezza nel presentare le situazioni anche più drammatiche il suo tratto distintivo, con una scrittura precisa e curata. Con un happy ending amaro ma così contemporaneo nei contenuti, che potrebbe rispecchiare la vita di ciascuno di noi.
 
Vi lascio al fine settimana in arrivo e Vi dò appuntamento fra due venerdì per scoprire uno dei Libri in lizza per il Premio Bancarella.
Ciao
                                                                                                                                                          

4 commenti:

  1. Ciao Marina! Istanbul è una città che mi ha sempre affascinata per il suo essere piena di storia e di cultura, ma il non conoscere come realmente stanno le cose a livello di sicurezza e di società mi ha finora frenato dal visitarla. Mi piacerebbe leggere questo libro, soprattutto se, oltre a divertirmi con la parte gialla che ovviamente mi intriga, potessi imparare qualcosa proprio in relazione alla società turca e al loro modo di vivere, senza i filtri dei media che spesso mi lasciano perplessa.

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  2. Ciao Nadia,
    stesse considerazioni. E proprio per questo è stato così interessante poter dialogare direttamente con l'autrice, che è una insegnante che si è trasferita a vivere in questa città - e in questo Paese in generale - pieno di mistero, fascino, antiche tradizioni ma anche tante contraddizioni - che alle volte io, come occidentale, non riesco a concepire...
    Leggere questo romanzo è stato un po' come viaggiare - con in più la curiosità per una vicenda familiare complicata e che affronta tematiche che, ahimè, sono ancora molto "invasive", anche nel ns mondo occidentale.
    Un saluto e a presto, Marina

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  3. Ciao Marina.
    Da una parte mi intriga l'ambientazione e la parte gialla, dall'altra mi frena il fatto che non abbia una conclusione. Ci penso su
    Bacioni

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    1. Ciao Stefania,
      È una bella e triste storia, in una sontuosa ambientazione.
      Nema problema x la fine: già pronta la seconda avventura!, per gli intrepidi di cuore 😉

      Oh ma devo essere l'unica che cerca di rendere tutto italiano!!

      Tra l'altro, mi sovviene che
      un'accorta amica (che mi segue con affetto... e non faccio nomi!!), mi ha gentilmente fatto notare che la città è turca e quindi non si applica la regola grammaticale "mai la enne davanti alla b e alla p"!!
      I S T A N B U L
      Semplice: ma io non ci riesco proprio, è più forte di me! 😂😂

      Stefania, ti auguro uno spettacolare fine settimana!! 😘

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