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lunedì 3 luglio 2017

Recensione #194 - Milioni di farfalle di Eben Alexander

Buongiorno lettori, buon lunedì. Come vi dicevo qualche post fa, ultimamente ho trovato sulla mia strada delle letture veramente coinvolgenti che hanno saputo entrarmi dentro; ovviamente non poteva andare così per sempre infatti la delusione – che per ogni lettore è sempre alle porte – mi ha travolto dopo aver letto un libro da cui mi aspettavo parecchio. Sto parlando di Milioni di farfalle di Eben Alexander edito da Mondadori - pag. 204.
Sinossi: "Mi ritrovai in un mondo completamente nuovo. Il mondo più bello e più strano che avessi mai visto... Luminoso, vibrante, estatico, stupefacente. C'era qualcuno vicino a me: una bella fanciulla dagli zigomi alti e dagli occhi intensi. Eravamo circondati da milioni di farfalle, ampi ventagli svolazzanti che si immergevano nel paesaggio verdeggiante per poi tornare a volteggiare intorno a noi. Non fu un'unica farfalla ad apparire, ma tutte insieme, come un fiume di vita e colori che si muoveva nell'aria." Queste sono alcune delle parole usate da Eben Alexander, neurochirurgo e professore alla Medicai School dell'università di Harvard per descrivere il Paradiso. Il dottor Alexander è uno scienziato che non ha mai creduto alla vita dopo la morte eppure è toccato a lui esserne testimone. Nel 2008 ha contratto una rara forma di meningite e per sette giorni è entrato in coma profondo che ha azzerato completamente l'attività della sua corteccia cerebrale. In pratica il suo cervello si è completamente spento, eppure una parte di lui era ancora vigile e ha intrapreso uno straordinario viaggio verso il Paradiso. Al suo risveglio il dottor Alexander era un uomo diverso, costretto a rivedere le sue posizioni profondamente razionali sulla vita e sulla morte: esiste una vita oltre la vita, esiste il Paradiso ed è un luogo d'amore e meraviglia. "Milioni di farfalle" è la testimonianza di questa esperienza.

Ho comprato questo libro durante la mia ultima incursione al Libraccio. Non ne avevo mai sentito parlare ma mi ha attratto subito la sua cover bianca, immacolata con, oltre al titolo, solo un paio di farfalle azzurre che spiccavano su tutto. Ho letto la trama ed ho pensato che, accidenti, quello che avevo per le mani doveva proprio essere un libro rivoluzionario. La cosa che lo rendeva particolare ed incredibile nasceva dal fatto che fosse scritto da un neurochirurgo che, dopo sette giorni di coma causati da una rarissima forma di meningite batterica, con praticamente nessuna possibilità di vita, non solo si risvegliasse come se niente fosse ma affermasse, oltretutto, di essere stato al cospetto di
Dio. Ora, sappiamo tutti quanto poco vicini siano i pensieri di scienziati e chiesa, e questo Eben Alexander lo specifica spesso; lui, prima di questa esperienza, ha sempre e solo creduto a quello che risultasse in qualche modo verificabile e spiegabile scientificamente. Quello che lui cerca di fare con questo libro è appunto spiegare quello che gli è successo, che va oltre la scienza ma che lui, ora, ritiene assolutamente possibile.
Partiamo dal presupposto che questo libro si inserisce nella categoria dei saggi, quindi il lettore sarà consapevole di non avere per le mani un romanzo però in questa storia mi sarei aspettata molto più spazio alla parte che, in teoria, l’autore dice di voler far conoscere al mondo affinchè si superi lo scetticismo verso una vita dopo la morte, verso un’anima slegata dal corpo e verso un cervello che non è strettamente necessario affinchè la nostra coscienza sia “viva”; invece questo spazio risulta relativamente poco rispetto al complesso, e rispetto ad una fredda analisi di dati scientifici accompagnati da una storia sull’aldilà raccontata in modo freddo ed impersonale come se a scriverla non fosse chi l’ha veramente vissuta. Ripeto, so di essere di fronte ad un saggio e non è il primo in campo medico che leggo – ricordate ad esempio Primo non nuocere che avevo recensito qui e che avevo trovato meraviglioso?? – quindi è proprio per questo che mi sento di affermare che nonostante tutto sarebbe potuto essere più coinvolgente.
Non dico che quello che il dottor Alexander racconta non sia ipoteticamente affascinante ma purtroppo non è riuscito a farmi sentire coinvolta né a farmi pensare che il suo libro possa essere veramente rivoluzionario. Non so nulla di medicina e di coma e spesso, devo ammetterlo, ho fatto fatica a trovare lo stimolo per andare avanti nella lettura e per sentirmi veramente interessata a questo libro. Paradossalmente sono state più interessanti le appendici finali in cui si trova anche la testimonianza del medico curante di Eban Alexander in quei giorni di coma, che però è comunque riferita alla meningite e alla sua curabilità e non all’aldilà che è quello che invece io volevo emergesse leggendo. Pochissimo ci viene raccontato, o meglio niente di nuovo forse, di quel mondo parallelo in cui il medico si è ritrovato per giorni con un angelo sconosciuto – almeno inizialmente – che gli faceva da guida. Certo, particolare che a parlare di certe cose sia un medico che a queste cose non ha mai creduto ma niente di più.
Una lettura che dimenticherò presto.
Lo avete letto? Lo leggerete?

VOTO: 



4 commenti:

  1. No grazie non fa per me, passo volentieri

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  2. Ciao Dany, non credo proprio che lo leggerò... quando sento parlare di libri di questo genere mi viene sempre il dubbio che dietro ci sia una semplice operazione commerciale purtroppo.

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    1. A questo aspetto non avevo pensato però, effettivamente, potrebbe essere...

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