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giovedì 30 novembre 2017

Letture con Marina #26

Buongiorno lettori, come state va? No, non siete impazziti e neanche io... lo so, oggi non è venerdì ma domani sul blog c'è programmato un post particolare quindi ho pensato di postare oggi il post di Marina in modo da darle il giusto spazio.
Vi lascio quindi a una nuova puntata di Letture con Marina.

  

Buongiorno e ben trovati. Mi muovo in un ambito che non seguo con assiduità ed allora, per superare l’imbarazzo di confrontarmici a tu per tu, ho deciso di mettere a confronto due romanzi per ragazzi.                                                                       
IL MONDO DEI RAGAZZI A CONFRONTO CON SE STESSO
 












EPPURE CADIAMO FELICI                           L'UNIVERSO NEI TUOI OCCHI                                                  
Autore: Enrico Galiano                                               Autore: Jennifer Niven 
Casa editrice: Garzanti                                       Casa editrice: De Agostini
Pagine: 384                                                      Pagine: 366
Genere: Narrativa                                              Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2017                                 Anno di pubblicazione: 2017
Sinossi: qui                                                       Sinossi: qui
                                                                      Traduzione: S. Mambrini

RECENSIONE:
Novizi della carta stampata, oppure più furbescamente manipolatori e fini utilizzatori dei social? Intelligenti pubblicitari di se stessi? Quanto contano la popolarità sui social ed il sapersi rivolgere ad un pubblico giovane, super fruitore dei moderni mezzi messi a disposizione dalla “nouvelle technologie”? Conta tanto, almeno dopo aver ascoltato attentamente il Prof. Galiano qualche settimana fa a Prata, al Teatro Pileo. Prova ne è che grazie al suo blog con la webserie “Cose da Prof” è scaturita popolarità e da qui la collaborazione con Garzanti, che prima non si era fatta viva con lo scrittore Galiano, nemmeno in risposta all’invio del manoscritto del suo libro. Conta tanto anche per la scrittrice americana Jennifer Niven, che durante l’intervista a PordenoneLegge ha raccontato del web magazine che ha creato 4 anni fa, proprio perché le era venuta l’idea di creare un sito per teenagers - gestito da teenagers che avrebbero dovuto sentirsi parte di una community per discutere dei propri problemi, per leggere degli articoli che potessero essere pertinenti, insomma una sorta di diario mezzo life-style e mezzo letterario.
Dopo questa breve e personalissima considerazione che meriterebbe il titolo di “Gli scrittori del nuovo millennio” e che tante discussioni potrebbe far scaturire (penso all’attualissima Elena Ferrante, non tanto per il genere di scrittura, quanto per la modalità di esposizione al pubblico, completamente diversa da questi due nuovi autori), proseguo con la constatazione che, almeno il romanzo scritto dall’americana Niven, è definito “narrativa young adult”. In realtà entrambi i romanzi presi in esame parlano di una coppia di ragazzi (Jack e Libby da una parte – Gioia e Lo dall’altra), per cui non vedo differenze di genere e li vorrei considerare entrambi narrativa dedicata ai ragazzi, intendendo quella fascia di età che rimane sotto ai vent’anni. Tutti i protagonisti sono adolescenti con problemi vari – e possiamo quindi dire che siamo in presenza di un romanzo di formazione in entrambi i casi, dove i ragazzi imparano a non essere più un’isola, ma a confrontarsi per far sì che i problemi non diventino degli ostacoli insuperabili. In una parola, per cercare di crescere e diventare degli adulti sani e che sanno assumersi le proprie responsabilità (e non quelle che altri, adulti magari, non hanno ancora imparato ad accettare), oltre a sapersi rapportare con gli altri in modo equilibrato. Ma sono forse partita da considerazioni che andavano fatte a fondo pagina.

Ho avuto la fortuna di conoscere entrambi gli autori: a Settembre 2017 durante il Festival Letterario PordenoneLegge ho conosciuto Mrs. Niven; un paio di settimane fa c/o il Teatro Pileo di Prata (PN), ho seguito lo show del professor Galiano. Da una parte la scrittrice americana che raccontava del suo libro e rispondeva alle domande dei giornalisti, dall’altra parte lo scrittore italiano che a Teatro metteva in scena il suo repertorio di consumato professore e novello scrittore (mannaggia!, ma come si fa a dimenticare a casa la documentazione video … In verità secondo me non voleva interruzioni alle sue chiacchiere con la bibliotecaria di Prata, nonchè blogger del blog Due Lettrici quasi Perfette, che insieme alla sua socia hanno portato avanti una bella intervista e letture di parti del romanzo).
 
Entrambi i libri, come dicevamo, parlano di problemi di adolescenti e di crescita personale. In entrambi i casi tramite i protagonisti veniamo a contatto con il mondo scuola, sia in Italia che in America. E possiamo sicuramente trarre spunti di riflessione sul problema del bullismo e sulla vita degli studenti (ritornandoci come mentalità se siamo adulti, riconoscendoci in qualcuno degli studenti se lo siamo ancora oggi noi stessi). E al mondo scuola si connette il mondo famiglia, con tutte le problematiche che i due autori, seppur in modo diverso, ci presentano.

Jack e Libby: ciascuno con forti problemi familiari alle spalle, si conoscono a scuola e, dopo essere partiti con il piede sbagliato, imparano a fidarsi l’uno dell’altro e a far fronte comune ai problemi, aiutandosi a vicenda. Jack prendendo anche atto della particolarissima malattia da cui è affetto, Libby affrontando un problema che sta dilagando in tutto il mondo occidentale, Italia compresa. Gioia e Lo: due adolescenti italiani, con un vissuto familiare alle spalle che ha forti problematiche e che condiziona pesantemente la loro vita, salvo per Lo aggiungergli anche problemi personali di altra natura. Veniamo anche qui a contatto con il mondo scuola, che l’autore evidentemente conosce molto bene – sia assistendo ai comportamenti e ai riti degli studenti, sia venendo a contatto con qualche professore.

Rivelazioni: è quello che entrambi gli autori centellinano, creando forti aspettative sulla storia dei loro ragazzi, per rendere appetibile un prodotto che dovrebbe essere spunto di riflessione per i genitori e per gli operatori sociali che vivono quotidianamente questo tipo di problematiche e rapporti disturbati. Ma è possibile leggere questi due libri come dei romanzi e non solo in veste di saggio? Ma certo! Ed è proprio così che vanno letti. In primis ci si deve godere la storia. Ed in un secondo momento, quando si è finito il romanzo, sarebbe positivo soffermarsi un po’ anche sulle questioni che portano le persone – in questo caso dei giovani ragazzi – ad avere delle reazione deviate rispetto a quanto sarebbe normale, in condizioni di un più maturo discernimento, o forse di una famiglia diversa alle spalle.

Forse per il modo di intervallare la vita raccontataci in prima persona dai suoi due protagonisti – Jack e Libby – il tipo di problemi che hanno, le famiglie che li circondano: tutti insieme gli argomenti, le dinamiche, i protagonisti, la storia ed il modo in cui è stata raccontata mi hanno dapprima incuriosita e poi attirata all’interno della trama, tanto che alla fine della lettura ho potuto considerare questo romanzo molto interessante, divertente e a volte tenero e romantico come solo i giovanissimi sanno – inconsapevolmente – essere. L’Universo nei tuoi occhi è un romanzo che mi ha affascinata per molteplici aspetti e che mi ha tenuta avvinta in considerazioni personali anche dopo averlo finito.

Eppure cadiamo felici è scritto intervallando la terza persona con le battute fulminanti tra Gioia e Lo, con capitoli corti e che dovrebbero essere serrati, ma che a lungo andare mollano un po’ la presa. Anche le battute insistite con cui all’inizio si parlano i due protagonisti, dopo un po’ vengono a noia, ma soprattutto non fanno più sorridere. La storia è carina, anche se non originale. Bella invece l’idea delle parole in tutte le lingue del mondo e che hanno un significato particolare e che Gioia segna ed assapora lentamente, nell’attesa di poterle usare. Belli i luoghi raccontati per chi è della zona: è sempre piacevole poter immaginare in modo perfetto l’ambientazione di cui un autore parla. Forse un po’ troppo problematiche le famiglie descritte, ma perché no?, solo che alcune situazioni sono così esageratamente provocatorie da parte dell’autore, da risultare a mio parere poco credibili e di conseguenza rischiano di non catturare completamente il lettore, che resta un po’ distaccato da tutta la vicenda. Questa è proprio la sensazione che ho avuto. Come suggerito da un grande scrittore di lungo corso - Kurt Vonnegut: “Dà al lettore almeno un personaggio per cui possa fare il tifo”. E in questo romanzo io non ho fatto il tifo per nessuno: mi sono limitata ad essere un lettore che aspettava semplicemente di arrivare alla fine del romanzo. Se dovessi usare un’unica parola per descriverlo, direi: carino! Ed attendo il Prof. Galiano alla sua seconda prova, perché sicuramente ci farà conoscere altri personaggi particolari, visto quanto ha anticipato durante la sua chiacchierata a Teatro.

Ultima cosa, per cui mi riallaccio alle battute iniziali: le copertine di questi due volumi sono entrambe fuorvianti. In entrambi i libri, il volto di due belle ragazze in copertina. Ma perché? La copertina davvero non è in sintonia e non rispecchia ciò che il libro contiene e vuole veicolare come messaggio. E ritorniamo quindi ad un discorso meramente commerciale. E qui temo che gli autori, almeno quelli alle prime armi, non abbiano molta voce in capitolo. Avrei davvero preferito vedere una ragazza “normale”, se proprio doveva essere un primo piano – o magari perché no, una delle belle parole scovate da Gioia sotto-forma di immagine. Creatività signori, creatività! Ed un po’ meno di considerazioni commerciali.

E dopo questo “pippone” contro la svilente commercializzazione di tutto sempre e comunque, Vi auguro un buon weekend.
A presto,
                             

lunedì 27 novembre 2017

Recensione #216 - L'assassinio di Florence Nightingale Shore di Jessica Fellowes

Ci risiamo, è di nuovo lunedì... non mi spiego come sia possibile! Il week end passa sempre troppo in fretta! Cosa avete fatto di bello? Io sono andata a fare un giretto a Bergamo ed ho cominciato a respirare l'atmosfera natalizia!!! Manca pochissimo ed io non sono ancora pronta!
Ma torniamo al blog e ai libri. Oggi torno con una nuova recensione, quella di un libro che mi ha stregato prima per la sua cover e poi per la sua trama intrigante. Avevo paura che, come spesso mi accade, poi il contenuto potesse non essere all'altezza del contorno e invece sono felicissima di dirvi che anche il contenuto è veramente valido. Si tratta di L'assassinio di Florence Nightingale Shore di Jessica Fellowes, edito da Neri Pozza  - che ringrazio per la copia - 432 pagine.

Sinossi: Il 12 gennaio 1920 l’infermiera Florence Nightingale Shore arriva a Victoria Station nel primo pomeriggio, in taxi, un lusso che ritiene di meritare a un passo dalla pensione e dopo una vita di sacrifici. Il mezzo di trasporto si intona, infatti, alla sua pelliccia nuova, regalo che si è concessa per il compleanno e che ha indossato per la prima volta solo il giorno precedente. Dopo aver acquistato un biglietto di terza classe per Warrior Square, Florence Nightingale Shore si accomoda nell’ultimo vagone, dove attende che il treno si metta in movimento. Poco prima della partenza nel suo scompartimento entra un uomo con un completo di tweed marrone chiaro e un cappello. È l’ultima volta che qualcuno la vedrà viva.
Il giorno stesso, sulla medesima tratta, la diciottenne Louisa Cannon salta giù da un treno in corsa per sfuggire all’opprimente e pericoloso zio, che vorrebbe sanare i propri debiti «offrendo» la nipote a uomini di dubbia reputazione. A soccorrerla è un agente della polizia ferroviaria, Guy Sullivan, un ragazzo alto e allampanato, gli incisivi distanti e gli occhiali spessi e tondi che gli scivolavano sempre sul naso. Affascinato dalla determinazione della giovane, Guy si offre di aiutarla a raggiungere Asthall Manor, nella campagna dell’Oxfordshire, dove la ragazza deve sostenere un colloquio di lavoro come cameriera addetta alla nursery presso la prestigiosa famiglia Mitford.
Louisa riesce a farsi assumere, divenendo istitutrice, chaperon e confidente delle sei sorelle Mitford, specialmente della sedicenne Nancy, una giovane donna intelligente e curiosa con un talento particolare per le storie, talento che le permetterà poi di essere una delle più sofisticate e brillanti scrittrici britanniche del Novecento.
Sarà proprio la curiosità di Nancy a spingerla a indagare, con l’aiuto di Guy, sul caso che sta facendo discutere tutta Londra: quello dell’infermiera assalita brutalmente sulla linea ferroviaria di Brighton.
Basato sul vero omicidio, rimasto irrisolto, di Florence Nightingale Shore, questo è il primo romanzo di una serie di avvincenti gialli ambientati nell’Inghilterra degli anni Venti e Trenta, con protagoniste le sei «leggendarie» sorelle Mitford.


Quest'anno i miei viaggi letterari mi hanno spesso portato a Londra, in un periodo che spazia dalla fine dell'Ottocento fino alla seconda Guerra Mondiale. Adoro le atmosfere che quella città, soprattutto in quel periodo storico, sa regalare. Avevo un po' paura approcciandomi a questo libro perché, come sapete, sto leggendo la saga dei Cazalet, dove il periodo storico è ricostruito in modo dettagliato e la storia è talmente intrecciata e particolare che avevo il timore di trovare un abisso tra quei libri e questo che, comunque, si presentava come un giallo. Invece questo libro mi ha stupito perché oltre ad essere arricchito dalla presenza del giallo, che si rivela ben congegnato, presenta un'ambientazione molto dettagliata e precisa sia a livello storico che a livello fisico.
Il giallo è il fulcro del romanzo e, come specificato dall'autrice, prende spunto da un caso reale irrisolto cui lei ha cercato di dare una soluzione attraverso la sua penna in modo assolutamente romanzato. Una donna - Florence Nightingale Shore - viene assassinata in un vagone di terza classe su un treno che da Londra dovrà portarla a trovare un'amica sulla costa; sullo stesso treno si trova Louisa, che riesce a scappare dopo essere stata sequestrata dallo zio, che intende venderne il corpo per saldare dei debiti. Le vicende delle due donne sembrano essere parallele e distanti ma presto il destino vorrà invece che si intreccino e che, anzi, Louisa prenda parte alle indagini - ovviamente non in modo ufficiale - insieme a Nancy Mitford e all'agente ferroviario Guy Sullivan.
Nancy Mitford è la primogenita della famiglia Mitford, una famiglia numerosa - ben 6 figlie femmine e un figlio maschio - in cui Louisa riesce a farsi assumere riuscendo così ad allontanarsi da casa e soprattutto da quello zio che la terrorizza. Da subito tutte le ragazze si affezionano a Louisa, che sembra inserirsi bene in quella casa, nonostante non abbia mai fatto un lavoro simile.
La casa della famiglia Mitford farà da sfondo a molti degli avvenimenti del libro e diventerà per il lettore un luogo particolarmente caro e conosciuto. Così come tutti i suoi abitanti, dai padroni di casa alla servitù cui l'autrice riserva un ruolo di primo piano e non solo di contorno.
La prima guerra mondiale è appena finita e in città si respira ancora quella sensazione di privazione cui ci si era abituati ma qualcosa sta cambiando, si ricomincia ad organizzare i balli e le feste per permettere alle moltissime ragazze in età da marito di poter conoscere qualche buon partito. In realtà moltissimi uomini sono morti in guerra e la richiesta è molto più alta dell'offerta.
L'autrice ha saputo ricostruire i luoghi e l'atmosfera di quei momenti, rendendo Nancy, con i suoi sedici anni, protagonista di balli rubati e dei primi batticuori, sempre accompagnata dalla fidata Louisa con cui ha più un rapporto di amicizia che di subordinazione.
Nancy ama scrivere e si appassiona subito al caso della povera Florence Nightingale Shore, tanto da travolgere Louisa con i suoi sospetti, i suoi dubbi e la sua voglia di investigare. Assisteremo quindi a rocambolesche indagini che sapranno travolgerci e farci appassionare nella ricerca di un colpevole e nella raccolta di indizi. Il giallo è una parte importante del romanzo ma non toglie però assolutamente luce a quelli che sono i personaggi e le loro vite; questo è quello che più mi ha conquistato di questo libro. Spesso nei libri gialli tutto viene totalmente assorbito dalle indagini e i personaggi sono solo pedine necessarie per far quadrare i conti. In questo caso invece i personaggi hanno storie meravigliose che è bello che ci vengano raccontate perché sono frutto di equilibri familiari che spesso vacillano, di rapporti tra padroni e servitù, di rapporti tra genitori e figli, di amicizie o amori che nascono o si incrinano, non perdendo mai di vista il periodo storico, delicatissimo, in cui tutta la vicenda si dipana.
Un libro che consiglio a chi ama le atmosfere londinesi degli inizi del secolo scorso e a chi piace trovare un colpevole accumulando indizi che, in questo caso, ci sono, sono ben costruiti e si incastrano alla perfezione. Il mezzo punto che non mi permette di dare il cinque pieno è dato dal fatto che in più occasioni ho dubitato della veridicità delle parole e dei comportamenti di quello che si è poi rivelato l'assassino, scoprendone l'identità prima che me lo rivelasse l'autrice.
Spero che verranno presto pubblicati gli altri libri legati alla famiglia Mitford, non tanto per i delitti in sè ma perché ho proprio voglia di sapere come si evolveranno le vite dei protagonisti di questa storia! Lo avete letto? Vi è piaciuto?

VOTO: 


venerdì 24 novembre 2017

Tag: The Book Title Book Tag

Buongiorno carissimi, finalmente è venerdì!!!
Come state? Io sono ancora un po' influenzata... non faccio in tempo a guarire che il mio piccolo nano untore (mio figlio) mi riporta a casa da scuola tutti i microbi ed io ricomincio!
Per rimanere nella leggerezza dell'inizio del week end ecco un altro post chiacchiereccio. Ultimamente sto vedendo troppi tag carinissimi in rete quindi ve li voglio riproporre.
Questo l'ho scovato sul blog di Jessica The secret life of book e mi è subito venuta voglia di farlo. È molto semplice, si tratta di utilizzare i titoli dei libri per descriverci! Pronti? Viaaa...

IL TITOLO DELLA STORIA DELLA TUA VITA

#CIOLLANSIA di Andrea Cerrone edito da Longanesi.
Eh già... un po' catastrofico ma in realtà è così, io nella vita tranquilla mai, me ne capitano sempre di tutti i colori e questo mi tiene perennemente in tensione. Purtroppo!





IL TITOLO CHE DESCRIVE IL TUO WEEKEND PERFETTO

In viaggio contromano di Michael Zadoorian edito da Marcos  y Marcos.
Ecco magari non contromano però il mio weekend perfetto è quello in camper, on the road, con la mia famiglia, con un bel libro tra le mani, dimenticando tutti e tutto! 





IL TITOLO DI UN'AVVENTURA CHE VORRESTI INTRAPRENDERE

Ogni giorno come fossi bambina di Michela Tilli edito da Garzanti.
Non sarebbe bellissimo poter vivere con la genuinità, la leggerezza, la gioia dei bambini? Senza avere altri pensieri che non giocare... avendo però la consapevolezza della fortuna del momento che si sta vivendo!




IL TITOLO CON CUI VORRESTI DARE I NOMI AI TUOI FIGLI

Otello di Shakespeare edito da Garzanti
Io il nome a mio figlio l'ho già dato ed ho effettivamente preso spunto da questo libro famosissimo. Mio figlio si chiama Jago come il cattivo dell'Otello anche se noi abbiamo scelto l'accezione sudamericana del nome con la J iniziale. E a chi mi dice che quel personaggio era proprio cattivo io ri




IL TITOLO DEL TUO LAVORO IDEALE

La lettrice che partì inseguendo un lieto fine di Katarina Bivald edito da Sperling & Kupfer
Eh già, mi piacerebbe lavorare tra i libri, fare della mia passione il mio lavoro. Perchè, nonostante molti fanno finta che lo sia, il blog non è un lavoro, perchè non ci si mantiene una famiglia!
Il mio lieto fine sarebbe lavorare con il sorriso, felice di ciò che faccio.


IL TITOLO DI UN POSTO CHE VORRESTI VISITARE

Albion di Bianca Marconero edito da Limited edition
Uhhhh quanto mi piacerebbe visitare l'Albion college. Mettermi su un cavallo e prendere parte ad una bella giostra medievale... Chi viene??? 

IL TITOLO DELLA TUA VITA SENTIMENTALE

La tentazione di essere felice di Lorenzo Marone edito da Longanesi
Ci si lavora ogni giorno in un matrimonio... a volte è facilissimo, a volte complicatissimo, l'importante è impegnarsi sempre e crederci!!!





UNA DOMANDA CHE TI FAI SPESSO

Sei come sei di Melania G. Mazzucco edito da Einaudi
Soprattutto adesso, in questo mondo fatto di social network ed apparenze, ogni volta che conosco una persona mi chiedo sempre Sei come sei? o la tua è solo una facciata per apparire piacevole ed interessante? Spesso purtroppo scopro che le facciate sono più di quelle che si crede!


 

IL TITOLO CHE DARESTI A UN REGNO

Pulvis et umbra di Antonio Manzini edito da Sellerio
Credo che per un regno sarebbe perfetto, sia per il suo significato che per come suona pronunciandolo: molto imponente! ;)






IL TITOLO DELLA TUA BAND

Arabesque di Alessia Gazzola edito da Longanesi
Quale meglio di questo che è strettamente collegato alla musica anche nel suo significato? Bè, credo che per una band sarebbe fighissimo!







IL TUO MOOD ATTUALE

Un figlio e ho detto tutto di The Pozzolis family edito da Mondadori
Chi ha un figlio - e vuole essere un genitore presente - lo sa... Un figlio assorbe ogni singola energia ed ogni singolo minuto libero. Quando poi ci sono di mezzo lo studio, lo sport, le feste degli amici, il catechismo e chi più ne ha più ne metta è praticamente impossibile trovare il tempo per fare altro. Felice ma perennemente distrutta fisicamente!!!




COME TI SENTI RIGUARDO AL 2017 FINO AD ORA

Ogni giorno ha il suo male di Antonio Fusco edito da Giunti
Non ho potuto ripetere il libro usato per la storia della mia vita ma diciamo che anche questo rende bene l'idea! È anni che a dicembre dico che peggio di così non si può e l'anno nuovo dovrà essere per forza migliore e invece niente... sempre la stessa storia. Sighhhhhhhhhh
2018 vieni a me e porta buona nuove per favore!
 



QUALI SONO I TUOI PROGRAMMI PER L'INVERNO

Oltre l'inverno di Isabel Allende edito da Feltrinelli
Ecco è chiedere troppo che l'inverno passi il più in fretta possibile ridandomi sole, caldo e giornate lunghe???
Sì sì, probabilmente andrò qualche giorno in montagna e mi divertirò anche ma, che vi devo dire, se posso scelgo comunque l'estate!!! ;)








Ecco fatto, non è stato per niente facile ma sono riuscita a trovare un titolo per ogni categoria e sono soddisfatta perchè rispecchiano senza dubbi il mio pensiero ed il mio stato d'animo attuali.
Ovviamente siete tutti taggati! Ricordatevi poi di passare a lasciarmi i link ai vostri post che vengo a curiosare. Se non aveta un blog e vi va di fare questo giochino potete, come sempre, approfittare dello spazio per i commenti qui sotto.
Vi auguro un meraviglioso week end!

martedì 21 novembre 2017

Recensione #215 - Mai dimenticare di Michel Bussi

Buongiorno lettori, come state? Siamo già alla fine di novembre ed io sto iniziando ad entrare nella frenesia pre-natalizia: post da preparare, top ten da stilare, nuova challenge da pubblicare, nuovi progetti da realizzare. Insomma, sarà un periodo pieno ed indaffarato a cui seguirà, spero, un anno ricco di cose belle!
Ma oggi sono qui per un post di ordinaria amministrazione: torno con una recensione, quella di un libro uscito da pochissimo per edizioni e/o, che ringrazio per la copia. Si tratta di Mai dimenticare di Michel Bussi, 464 pagine. Se mi seguite sapete che adoro questo autore e che non mi perderei un suo libro per nulla al mondo. Per fortuna non mi delude mai! Ecco il mio pensiero.

Sinossi: «Incontrate una bella ragazza sul ciglio di una scogliera? Non tendetele la mano! Potrebbero credere che l’avete spinta».

È quello che succede a Jamal Salaoui, trentenne sportivo con una protesi di carbonio al posto della gamba sinistra, che ciò nonostante si allena ogni giorno correndo su e giù per le bianche scogliere di Yport, grazioso paesino affacciato sulla Manica dal lato francese, con l’obiettivo di essere il primo atleta portatore di handicap a partecipare all’Ultra-Trail del Monte Bianco, la più dura corsa campestre del mondo.
Il suicidio della ragazza interrompe i suoi progetti. La incontra, bellissima e disperata, in cima alla scogliera, cerca di salvarla, ma lei si butta lo stesso, e quando Jamal scende alla spiaggia, centoventi metri più in basso, viene accusato di essere stato lui a ucciderla.
Qual è la verità? Chi è l’assassino? Lo sapremo dopo una girandola di colpi di scena come solo Michel Bussi, maestro dell’alchimia e della manipolazione, dell’emozione e della suspense, sa orchestrare.


Una ragazza è sull'orlo di una scogliera davanti ad un uomo. Quell'uomo è Jamal Salaoui. Il vestito della donna è fatto a pezzi, il suo viso è la personificazione della paura, ha da poco smesso di piangere, è evidente. Jamal agisce, cerca di parlarle, ma quando sembra aver tutto sotto controllo la donna si butta di sotto e lui non può far altro che guardare quegli occhi puntati nei suoi, inerme.
Due testimoni, ai piedi della scogliera, vedranno la ragazza sfracellarsi al suolo, ma non possono aver visto quello che è accaduto di sopra, prima che il corpo precipitasse. La sua parola contro la loro, la sua parola contro prove evidenti che sembrano incastrarlo o volerlo incastrare.
È l'inizio della fine, l'inizio di una corsa contro il tempo che l'autore architetta, come sempre nei minimi dettagli, per portare il lettore a credere a tutto ed al contrario di tutto; per portarlo a dubitare di tutti, anche di se stesso. Perché è questo il grande pregio di Bussi: portare i suoi personaggi alla follia insieme al lettore che ne legge le imprese.
Ogni volta che mi trovo per le mani una sua opera arrivo ad un certo punto e devo tornare indietro a rileggere, perché credo di aver saltato qualcosa, di non aver compreso qualche passaggio, di aver letto talmente avidamente da essermi distratta. E invece no... Invece ogni volta ho letto con attenzione ed è proprio la bravura dell'autore ad aver architettato che io tornassi indietro a rileggere perché lui lo sa che lo faremo, e lo scrive anche, in barba al nostro sentirci detective, in barba al nostro essere sicuri che questa volta lo scopriremo, che questa volta sveleremo i suoi piani. 
Immaginatevi quando ad un certo punto della lettura sono tornata all'inizio ed ho riletto queste parole del protagonista del libro:
Tornerete all'inizio di questo racconto, rileggerete queste righe e penserete che sono pazzo, che vi sto tendendo un tranello o mi sono inventato tutto. Invece non ho inventato proprio niente. Non sono pazzo. Non sto tendendo nessuna trappola. Vi chiedo soltanto una cosa, fidatevi di me. Fino alla fine.
Vedrete, andrà tutto bene.
Un genio. Solo in questo modo mi viene da definire questo autore. Un genio nel portarci ovunque lui voglia attraverso l'uso della parola, attraverso il suo stile coinvolgente e capace, ogni volta, di stupire. 
Jamal ci parla. Si rivolge a noi, in prima persona, proprio come si rivolgevano a noi i protagonisti degli altri libri di Bussi; un marchio di fabbrica che ci fa subito entrare in sintonia con i personaggi che ci regala, che ci fa subito sentire a casa, al sicuro. Ci fa mettere comodi come in compagnia di amici e poi ci tende la trappola. Come vi sentireste se ad un certo punto scopriste che un vostro amico cui voi avete creduto ciecamente, venisse indagato per omicidio? E se tutti gli indizi che fino a quel momento voi avete ritenuto costruiti per incastrarlo si rivelassero invece evidentemente e palesemente contro di lui? Non vi sentireste spiazzati? Distrutti per essere stati presi in giro da qualcuno di cui vi fidavate? Pazzi per esservi fidati, per esserci cascati, per avere consapevolmente creduto ad un possibile assassino? Questo ho provato io verso Jamal. Mi sono fidata, poi ho dubitato di lui, poi ho creduto ancora nella sua innocenza, poi l'ho additato e mi sono arrabbiata con lui, in un continuo tira e molla che mi ha portato alla fine del libro e alla grande rivelazione, quella che emerge - nei libri di Bussi - quando tutto sembra risolto, quando tutto sembra aver avuto una degna o quantomeno definita conclusione. E la grande rivelazione rimescola le carte, sconvolge il lettore, lo spiazza facendolo rimanere a bocca aperta e facendogli ancora una volta affermare che questo autore ci sa fare, che questo autore è un grande scrittore.
Se a tutto questo aggiungiamo le sempre precise e dettagliate ambientazioni che, ogni volta, fanno venire voglia di prendere il primo aereo ed andare a scoprire quei luoghi che lui, tanto sapientemente, sa farci amare, allora non si può, secondo me, che promuoverlo a pieni voti ed attendere con trepidazione la sua prossima uscita.
Se cercate un giallo/noir che sappia tenervi incollati alle pagine, che sappia farvi credere bianco quando è palesemente nero, che sappia convincervi di tutto e del contrario di tutto, che sappia farvi convincere delle apparenze e dubitare delle certezze, allora ecco l'autore che fa per voi! Sono sicura che non vi deluderà!!!

Prima di lasciarvi voglio ricordarvi le precedenti pubblicazioni di Bussi, lasciandovi anche il rimando alla recensione in modo che, se lo vorrete, potrete scegliere il libro più adatto a voi da cui cominciare.

Ninfee nere

VOTO: 


lunedì 20 novembre 2017

Leggendo SerialMente - Gruppo di Lettura #4 - La saga dei Cazalet - Confusione - Tappa 6


Buongiorno carissimi, come state? Eccoci di nuovo qui con una nuova tappa del gruppo di lettura. Siamo già arrivati alla fine di Confusione, terzo volume di questa meravigliosa saga nata dalla penna di Elizabeth Jane Howard ed edita da Fazi. Non so voi ma io ormai considero i Cazalet come parte della mia famiglia. Sembra di conoscerli da sempre. Sono come quei parenti che vedi poco ma che ti trovi catapultati in casa a Natale e alle feste comandate! ahahahahah
Ma torniamo alle cose serie.
Vi ricordo che chiunque può partecipare iscrivendosi in qualunque momento. Inoltre potete commentare con noi le varie tappe anche se non partecipate al GDL ma se avete già letto i libri, l'importante è seguire la suddivisione che abbiamo fatto senza fare spoiler sulle parti successive. 
Per chi invece partecipa anche alla challenge organizzata da me e Desperate Bookswife, le regole sono diverse:
- Se commenterete tutte le tappe (avete tempo per rimettervi in pari entro la fine del libro in corso) otterrete 5 punti.
- Se commenterete un solo libro otterrete 1 punto, due libri 2 punti, tre libri 3 punti. Prima di entrare nel vivo vi lascio il riepilogo delle tappe.


GLI ANNI DELLA LEGGEREZZA

30 settembre 2017 - Desperate Bookswife: discuscussione da pag. 0 a pag. 266 (ovvero tutta la parte prima). - Link qui
10 ottobre 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 269 a pag. 604 (ovvero fino alla fine del libro). - Link qui
IL TEMPO DELL'ATTESA

20 ottobre 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 0 a pag. 288, (fino a "La famiglia autunno - inverno 1949" escluso). Link qui -
30 ottobre 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 289 a pag. 638 (ovvero fino alla fine del libro). Link qui

CONFUSIONE

10 novembre 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 0 a pag. 318, (ovvero parte prima + seconda). Link qui
20 novembre 2017 - Un libro per amico: commenteremo insieme da pag. 321 a pag. 526 (ovvero fino alla fine del libro). 
ALLONTANARSI

30 novembre 2017 - Desperate Bookswife: commenteremo da pag 13 a pag 278 ( prima parte)
10 dicembre 2017 - Un libro per amico: commenteremo insieme da pag. 281 a pag. 501 (seconda + terza parte).
20 dicembre 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag 505 fino a pag. 669 ( fino alla fine del romanzo).






ATTENZIONE SPOILER!!!


Ma quanto è bello questo terzo volume??? Lo posso dire??? L'ho detto! Rispetto agli altri secondo me ha una marcia in più. Sarà che ormai i Cazalet è come se fossero miei parenti e mi ci sono affezionata...

Ma andiamo con ordine.
Avevamo lasciato la famiglia alle prese con la guerra e con grandi cambiamenti, il più grosso di tutti quello di Nora, che si era appena sposata con Richard, un soldato invalido di cui si era innamorata accudendolo come infermiera. Un matrimonio fortemente voluto da lei nonostante l'uomo non avrebbe mai potuto dargli figli nè farle una carezza a causa delle sue condizioni. Evidentemente il suo animo da suora mancata emerge nonostante nella vita abbia poi deciso di prendere un'altra strada. Un altro matrimonio particolare per questa famiglia che non si fa mai mancare niente!!!

Ed ora passiamo alla parte appena letta. Siamo all'inizio del 1944 e l'autrice ci accompagna fino alla metà del 1945 che coinciderà con la fine della guerra.
Assolutamente in concordanza con il titolo, questa è la parte della confusione.
Ogni personaggio si trova a fare i conti con il protrarsi della guerra e di una vita condizionata dalle mancanze. Soprattutto le figure femminili evolvono e crescono sotto i nostri occhi.

Zoe non ha notizie del marito da tempo e, concedetemelo, finalmente riprende in mano la sua vita e si innamora di Jack, un reporter americano conosciuto su un treno. È un amore folle, profondo, che le fa anche fare pace con la parte fisica di un rapporto. I fine settimana dei due amanti a Londra la riportano ad una vita pressochè normale, non dettata solo dall'attesa di un marito che manca da casa da ormai troppo tempo. Povera Zoe però, l'autrice continua a metterla alla prova. Jack, ebreo, sarà chiamato ad andare a documentare la liberazione dei campi di concentramento tedeschi e questa esperienza lo toccherà a tal punto che lui non sarà più lo stesso, tanto da fargli decidere di suicidarsi a causa dell'impossibilità di convivere con le atrocità viste. Non avrà il coraggio di dire addio di persona a Zoe ma chiederà ad Archie attraverso una lettera di farlo per lui. Che fine tremenda!
Louise è sempre più insofferente nel suo rapporto matrimoniale con Michael, un uomo estremamente assente - non solo a causa del conflitto - ma soprattutto estremamente dipendente dalla madre e dal suo giudizio. Ma quanto è perfida Zee??? La Suocera con la S maiuscola! Appiccicosa ed invadente, è un generale che non lascia andare il proprio figlio e pretende di avere sempre la sua vita sotto controllo. Louise, poco incline a fare la madre lascia il suo bambino alla famiglia nel Sussex e vive a Londra, dividendo l'appartamento con Clary e Polly che sono ormai diciannovenni.
Le tre vivono una vita fatta di serate con gli amici e pasti sregolati.
Louise si innamora di Hugo, un amico di famiglia del marito, rendendosi finalmente conto di cosa sia l'amore. Purtroppo l'idillio ha vita breve e quando Michael scopre il tradimento porta la moglie con se lontano da Londra e fa mandare via il rivale che poi, lo scopriremo insieme a Louise in malo modo, morirà in guerra. Ma quanto è stata crudele la mamma di Michael a parlarle della morte di Hugo?? E comunque finalmente Louise capisce che quello che ha sempre provato per Michael non è amore! Sia lodato...
Anche Polly ha le sue gatte da pelare... innamorata di Archie decide di rivelare i suoi sentimenti all'uomo che, in modo elegante ma deciso, le fa capire che non è corrisposta. Che noi lo sappiamo bene, Archie è innamorato di Clary - e secondo me è corrisposto anche se la ragazza sembrerebbe non volerlo dare a vedere - e proprio alla fine del volume lui afferma che se Rupert non dovesse tornare le farà da padre altrimenti ci fa capire che si farà avanti.
Angela ha un nuovo amore che, nonostante sia più anziano di lei e divorziato, sembra essere finalmente quello giusto, quello che non la sfrutterà solo per il suo corpo. E speriamo sia la volta buona!
Le ragazze della seconda generazione sono ormai donne e mi aspetto grandi cose da loro nei prossimi volumi. Ma passiamo agli uomini.
Vogliamo parlare di Rupert???? La guerra è finita e lui è su una nave che lo sta riportando a Londra. Ma veramenteee???? Ma l'autrice è seria???? Mi sembra una cosa un po' tirata per i capelli che lui sia riuscito a sopravvivere! Avevo pensato potesse accadere ma mi sembrava veramente inverosimile, una cosa alla Beutiful, per intenderci! Comunque... è sulla nave, pensa a come troverà Zoe, ma pensa anche alla donna che lo ha nascosto per tutti gli anni della sua fuga. Cosa prova per questa donna? Riuscirà a tornare in famiglia e a riprendere in mano la sua vita come se niente fosse? Io sinceramente da amante dei finali tragici che sono - e Baba stranamente questa volta è d'accordo con me - spero che lui torni e sia talmente segnato da quello che gli è successo, da non riuscire più ad essere il padre e marito tanto amorevole che eravamo abituati a conoscere... e magari se ne scappa pure per tornarsene dalla sua salvatrice! E che cavolo, non è che solo la mia vita deve essere una merda e ogni giorno me ne esce fuori una nuova... ieri mi hanno pure aperto la cantina per provare a rubare!!! Ma porca miseria Elizabeth, la vita è #maiunagioia mica #tuttocuoreeamore!!!! E dopo il mio degenro torno serie anche se me la sono legata al dito... Chissà come si evolverà la faccenda. Di certo il suo ritorno incrinerà non pochi equilibri. O magari riuscirà anche a far tornare la pace tra i suoi fratelli - se deve essere beautiful che lo sia fino in fondo oppure che muoiano tutti!!! -, Hugh ed Edward infatti sono in rapporti non idilliaci a causa della relazione del secondo - ormai seria - con Diana. Di certo Clary sarà al settimo cielo e a questo punto mi aspetto una mossa di Archie, che spero non mi deluda.
Anche nella seconda generazione maschile le questioni di cuore non sono in secondo piano infatti Teddy si è sposato, con una donna con già due figli ed una situazione economica difficile, senza il consenso della famiglia ma adesso ne ha bisogno per poter far avere il passaporto alla moglie e farla partire con lui. Avete capito quello che "io non mi sposerò mai????" uomini... ahahahahahahah
Archie poverino è il catalizzatore di tutti i problemi della famiglia che lo utilizza come pungiball. Possibile che però nessuno si accorga dei suoi sentimenti verso Clary? Mi piacerebbero un sacco come coppia e spero arricchiranno le prossime pagine che leggeremo.
Come dicevamo all'inizio la guerra è finita ma nella famiglia c'è ancora un alone di tristezza, di paura. Molti di loro - come ad esempio le ragazze più giovani - erano solo delle bambine all'inizio del conflitto e si ritrovano ora, alla fine della guerra, quasi donne, senza praticamente aver vissuto normalmente la vita nel mezzo. Anche per gli altri non sarà facile, Edward dovrà decidere cosa fare della sua vita, se restare in famiglia o dedicarsi a Diana e ai figli avuti con lei, Jessica - che ormai ha rinunciato al suo amante Lorenzo, o meglio è lui che si è trovato un'altra lasciando addirittura la moglie - pensa che a breve avrà il marito di nuovo in casa e questo la preoccupa, non immaginando minimamente che questo abbia un'amante stabile.
Anche Sid e Rachel dovranno per forza di cose fare i conti con la fine della guerra e chissà se Sid riuscirà a lasciare la sua giovane amante!
Insomma tutti poco incline al sesso apparentemente ma poi, porca miseria, ci danno tutti dentro a più non posso!!! Tranne Villy che, per carità, lei ne è veramente terrorizzata. Tutto quello che non fa lei però fa il marito quindi va tutto in compensazione ahahahahah
Mi aspetto grandi cose dal quarto volume quindi corro a leggere!


Vi ricordo che l'appuntamento con il nuovo post sarà sul blog Desperate Bookswife il 30 novembre 2017 con il commento  da pag 13 a pag 278 (prima parte) di Allontanarsi, quarto volume della saga
e ultimo del gruppo di lettura.

venerdì 17 novembre 2017

Letture con Marina #25

Ciao a tutti, come state? Finalmente è venerdì! Mi attende un weekend particolare... no, non il Bookcity, quest'anno salto. Questa sera partirò per un fine settimana in camper! Rinuncio ai libri e faccio felice mio figlio!!! Mica male no?
Prima di tutto però, comincio la giornata lasciandovi con Marina e con la sua rubrica Letture con Marina.

  

Buongiorno!
Quest’oggi vorrei proporvi un bel libro giallo, un mistery che si occupa di viaggi, moti intelligenti, battute sagaci, luoghi comuni e caratteristiche peculiari del popolo inglese ed italiano. Un leggerissimo ed interessante divertissement che si legge come se fossimo anche noi nel Golfo ligure sotto l’ombrellone: ma non fatevi sentire dire questo da Penelope Poirot!
Titolo: Penelope Poirot e il male inglese
Autore: Becky Sharp
Casa editrice: Marcos Y Marcos
Pagine: 300
Genere: Giallo
Anno di pubblicazione: 2017

Sinossi: Penelope Poirot è ormai famosa. La sua autobiografia, "Una nipote", è in vetta alle classifiche. Le riviste più glamour si contendono i suoi reportage di costume, e Penelope ha deciso di dedicarne uno al male inglese, a quella forma atavica di malinconia che si curava viaggiando, preferibilmente in Italia, e in particolare in Liguria, nei languidi golfi della Riviera di Levante. Accompagnata da Velma Hamilton, paziente segretaria nonché vittima privilegiata dei suoi sfoghi, Penelope si appresta dunque a ripercorrere il Grand Tour. La prima tappa, a Portofino, le riserva una sorpresa: ha riaperto i battenti villa Travers, meta delle più belle estati della sua adolescenza. Da dieci anni la famiglia Travers disertava la villa, dopo la scomparsa del rampollo Samuel, uscito in mare in una notte incresciosa per non fare più ritorno. E adesso invece, tovaglie stese, finestre spalancate sul mare, eccoli di nuovo lì, sulla terrazza dalla vista spettacolare, intorno alla piscina rinnovata, lungo i sentieri del parco inselvatichito: vedova, figli, amici, cognato, patriarca. Penelope e Velma possono sistemarsi nella camera verde, con il suo netto sentore di polvere e di muffa. Ben più mefitici, tuttavia, sono i residui umani, attecchiti ovunque: fumi di vecchi rancori, ceneri di passioni spente, solchi d'invidia tagliente. In un terreno così fertile, il delitto germoglia, e sboccia nell'alba come un fiore splendido e velenoso.

RECENSIONE:
In un clima di sottile ed esilarante ironia, incontriamo nuovamente Penelope Poirot, nullafacente eclettica, nuova opinionista, sovrappeso e con una folta calotta rossa che si re-inventa di volta in volta critica culinaria, scrittrice, finanche investigatrice. Del resto, per la pronipote di Poirot, “il sangue non è acqua”… Accompagnata dalla fida Velma Hamilton, sua segretaria personale e che in questo secondo romanzo a me piace ancor di più per come è stata tratteggiata, contraltare classico di un carattere impetuoso – autodefinitasi con compiacimento “tappezzeria” - che preferisce l’osservare all’agire. Un superbo Watson, insomma!
Le caratteristiche ci sono tutte per creare un giallo di classe. E l’autrice, Sharp delle Vanità o Arzola sfuggente, non si fa certo prendere la mano. Crea un giallo, un mistery molto intelligente, giocato sui toni divertiti di un personaggio che ruba la scena ed altrettanto svia il lettore. Tra luoghi comuni, rimembranze, strizzatine d’occhio a pettegolezzi e a mode d’altri tempi, aspetti peculiari tipici di ogni popolo – che dire!, ci incanta con un tocco di intelligenza che non guasta, soprattutto perché accompagnata da lampi di humor… inglese! L’ambientazione è ancora una volta tutta italiana, anche se l’aria che si respira è tipicamente britannica, nonostante molti degli attori protagonisti siano italiani. Ambientazione d’hoc, come si conviene ad un buon mistery, che sceglie con cura i suoi scenari. Qui siamo nel Golfo del Tigullio, meta di molti vips - e più precisamente a Portofino, dove le gite eleganti non mancano, tanto per non tradire i vecchi romanzi fine du siecle del più famoso ed intelligente Hercule Poirot. Ma si sa, le donne sono più intuitive: e Penelope non fa mistero di questa sua dote sopraffina.
E quindi, una volta diventata vieppiù e fortunosamente famosa con il suo libro, dopo aver momentaneamente smesso i panni dell’esperta critica culinaria e prima di iniziare la sua “Recherche” sul male inglese (argomento peraltro molto interessante per tuti gli anglofili), perché non trascorrere qualche giorno in ozio su una splendida spiaggia ligure? E perché non farsi invitare dal patriarca Isaac Travers, che dopo 10 anni decide alfine di riaprire la Villa? Villa e famiglia con cui Penelope aveva condiviso non poche estati durante l’adolescenza.
Da qui in poi, l’autrice ci introduce in Villa e ci fa conoscere tutti i protagonisti di questa vicenda, Villa compresa, in attesa che avvenga il classico omicidio e che l’esperto di turno – Penelope?, Vilma?, la giovane poliziotta? – risolva felicemente il caso. In mezzo a tradimenti, passioni sopite e clandestine, venerazione di chi non c’è più e odio per chi si è insinuato nella pieghe di questa famiglia bene. Tutti sono sospettati, come nel più classico dei gialli. Insomma, gli ingredienti ci sono tutti e anche in questa seconda prova l’autrice non fallisce: anzi, a mio parere bilancia il tiro e scrive un romanzo ancora più bello, divertente ed intrigante rispetto al primo. Predisponendo gli incauti lettori amanti del giallo e del mistery ad attendere con ansia il terzo capitolo di questa che, il lettore si augura, diverrà una serie.
Non dimentichiamo inoltre il ruolo fondamentale di un’altra protagonista dei romanzi di Becky Sharp: la Casa o Villa che sia, protagonista al pari di Penelope e Velma. E le particolari copertine che Marcos y Marcos dedica a questi monumenti silenziosi (ma non troppo) e testimoni del genere umano che si avvicenda all’interno delle proprie mura.
Una lapidaria quanto simpatica prefazione avvisa subito i lettori che all’interno del romanzo c’è una rivelazione inerente uno dei personaggi de I Fratelli Karamazov di Dostoevskij – ed invero all’interno Vi si ritrovano altri romanzieri russi: una passione della Arzola, devo supporre. Ma cito questa prefazione non tanto per questo inciso, quanto per la definizione che l’autrice dà del termine inglese “spoiler”, oramai in uso massiccio anche qui in Italia e che come sottolinea la Arzola/Sharp, è di una vaghezza aggressiva. Stupenda definizione! E quanto poetico è il sinonimo usato in sua vece: rivelazione…
Ecco allora una stringata definizione per i romanzi della Sharp/Arzola: sono una rivelazione, per come sia possibile costruire un giallo che pur partendo da premesse note e classiche, risulta fresco, piacevole e con risvolti davvero ancorati alla tradizione letteraria.
Che rivelazione!
A presto,
                             

mercoledì 15 novembre 2017

Coming soon #28 - L'assassinio di Florence Nightingale Shore: Primo romanzo della serie I delitti di Mitford (I delitti Mitford) di Jessica Fellowes

Ciao a tutti, come state? Qui è arrivato il gelo! Prima mattina ghiacciata e prima mattina in cui la mia macchina ha toccato un grado e mezzo... brrrrrrr devo tirare fuori il cappello!!!
Ma torniamo ai libri. Oggi vi voglio parlare di un'uscita che mi intriga moltissimo, ecco di cosa si tratta.
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Titolo: L'assassinio di Florence Nightingale Shore: Primo romanzo della serie I delitti di Mitford (I delitti Mitford) 
Autore: Jessica Fellowes
Genere: Giallo

Pagine: 432
Costo: 18.00 € cartaceo - 9.99 € e-book
Pubblicazione: 16 novembre 2017 - Neri Pozza

Descrizione:
Il 12 gennaio 1920 l’infermiera Florence Nightingale Shore arriva a Victoria Station nel primo pomeriggio, in taxi, un lusso che ritiene di meritare a un passo dalla pensione e dopo una vita di sacrifici. Il mezzo di trasporto si intona, infatti, alla sua pelliccia nuova, regalo che si è concessa per il compleanno e che ha indossato per la prima volta solo il giorno precedente. Dopo aver acquistato un biglietto di terza classe per Warrior Square, Florence Nightingale Shore si accomoda nell’ultimo vagone, dove attende che il treno si metta in movimento. Poco prima della partenza nel suo scompartimento entra un uomo con un completo di tweed marrone chiaro e un cappello. È l’ultima volta che qualcuno la vedrà viva.
Il giorno stesso, sulla medesima tratta, la diciottenne Louisa Cannon salta giù da un treno in corsa per sfuggire all’opprimente e pericoloso zio, che vorrebbe sanare i propri debiti «offrendo» la nipote a uomini di dubbia reputazione. A soccorrerla è un agente della polizia ferroviaria, Guy Sullivan, un ragazzo alto e allampanato, gli incisivi distanti e gli occhiali spessi e tondi che gli scivolavano sempre sul naso. Affascinato dalla determinazione della giovane, Guy si offre di aiutarla a raggiungere Asthall Manor, nella campagna dell’Oxfordshire, dove la ragazza deve sostenere un colloquio di lavoro come cameriera addetta alla nursery presso la prestigiosa famiglia Mitford.
Louisa riesce a farsi assumere, divenendo istitutrice, chaperon e confidente delle sei sorelle Mitford, specialmente della sedicenne Nancy, una giovane donna intelligente e curiosa con un talento particolare per le storie, talento che le permetterà poi di essere una delle più sofisticate e brillanti scrittrici britanniche del Novecento.
Sarà proprio la curiosità di Nancy a spingerla a indagare, con l’aiuto di Guy, sul caso che sta facendo discutere tutta Londra: quello dell’infermiera assalita brutalmente sulla linea ferroviaria di Brighton.
Basato sul vero omicidio, rimasto irrisolto, di Florence Nightingale Shore, questo è il primo romanzo di una serie di avvincenti gialli ambientati nell’Inghilterra degli anni Venti e Trenta, con protagoniste le sei «leggendarie» sorelle Mitford. 


Jessica Fellowes, nipote dell’acclamato autore britannico Julian Fellowes, è scrittrice e giornalista,  
conosciuta per essere l’autrice di cinque libri sui retroscena della celebre serie TV Downton Abbey, molti dei quali sono apparsi nella lista dei bestseller del New York Times e Sunday Times. Ex vice direttrice di Country Life e giornalista del Sunday Mail, ha scritto per diverse testate tra cui il Daily Telegraph, il Guardian, il Sunday Times e The Lady. L’assassinio di Florence Nightingale Shore. I delitti Mitford è il primo di una serie di gialli ambientati negli anni Venti.
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Partiamo dalla prima cosa che ovviamente salta all'occhio: la cover! Ma quanto bella è???? È meravigliosa, assolutamente accattivante ed elegante! Prenderei questo libro anche solo per la sua bellezza estetica (tanto per cambiare direte voi!).
Poi leggo la trama e... sbammmmmm è amore!!!
Anni venti, ambientazione londinese, un omicidio irrisolto basato su una storia vera, sei sorelle leggendarie; insomma, ha tutte le caratteristiche per farmi avere aspettative altissime su questo libro e sulla sua lettura. Non vedo l'ora di averlo tra le mani.
Che ne dite? Vi piace? Lo leggerete?