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mercoledì 14 febbraio 2018

Recensione #227 - Quello che rimane di Paula Fox

Buongiorno carissimi, come state? Come sta andando la vostra settimana? Io tra un impegno scolastico ed uno sportivo sto cercando di non soccombere; in più oggi è il compleanno del mio maritino quindi ho la testa da un'altra parte eheheheheh!
Ma torniamo a noi. Sono qui per lasciarvi il mio pensiero su Quello che rimane di Paula Fox, letto grazie alla mia nuova collaborazione con Fazi editore di cui vi avevo già parlato qui sul blog la scorsa settimana, 206 pagine. Traduzione a cura di Alessandra Cogolo.

Sinossi: New York, fine anni Sessanta. Otto e Sophie Bentwood sono una tranquilla coppia di mezza età, senza figli e senza più molto da dirsi. Nulla sembra poter scalfire la loro serenità borghese finché, un pomeriggio, l’innocua visita di un gatto randagio increspa le tranquille acque della loro vita.
Contrariamente al parere del marito, Sophie dà del latte al gatto, che la morde procurandole una leggera ferita. Quest’incidente innesca una reazione a catena: nell’arco di un weekend, nel quale si concentrano un tragicomico party, un litigio di Otto con il suo socio e la degenerazione della ferita di Sophie, i coniugi saranno costretti a rimettere in discussione non solo il matrimonio, ma anche la loro stessa esistenza. Quello che rimane riesce a sorprendere il lettore pagina dopo pagina e a catturarlo in uno straordinario meccanismo letterario. Del romanzo fu realizzata negli Usa una versione cinematografica dal titolo Desperate characters diretta da Frank D. Gilroy con Shirley McLaine.


Il morso di un gatto. Tutto in questo libro comincia con il morso di un gatto. Sophia e Otto sono due coniugi come tanti, senza figli, con un rapporto che ha avuto alti e bassi e che al momento della nostra storia sembra essersi adagiato sull'abitudine.
Tutto cambia nel momento in cui Sophie dà da bere un po' di latte ad un gatto randagio che fa capolino davanti alla loro porta finestra. Il gatto, apparentemente docile, le si rtivolta contro mordendola e lasciandole addosso una sensazione di disagio e paura che neanche lei sa bene spiegarsi. Tutto si complica quando quella ferita inizia a gonfiarsi, la mano inizia a farle talmente male da non poter essere toccata ed il suo umore sembra diventare inspiegabilmente cattivo, tanto da renderla insolente con gli altri.
La paura che la ferita possa essere più seria di quello che credevano si affaccia subito alla mente della coppia ma la donna tergiversa, quasi non volesse sapere con certezza se il gatto fosse veramente affetto dalla rabbia.
Avete presente quando si dice che davanti ad una malattia, venga naturale ripercorrere tutta la propria vita? Ecco, in questo caso è proprio così che succede. Sophia non sa con certezza di essere malata ma è un po' come se, nonostante lei parlandone con gli altri neghi, lo dia in realtà per scontato. E tutto assume un colore diverso. In più, in concomitanza con il morso, tutto intorno a loro sembra perdere una piega sbagliata, tutto assume un colore grigio e poco chiaro: litigi inspiegabili, telefonate mute, strani pensieri e questo gatto che torna, a fissarli, quasi a ricordargli il pericolo che incombe sulle loro teste.
Sophia trascorre il weekend quasi facendosi trascinare dagli eventi e pensando al suo matrimonio, ai rapporti con le persone amiche, alla sua tranquilla vita di donna benestante con pochissimi problemi. Ed il suo atteggiamento cambia, il suo porsi verso le persone diventa quasi brutale, i suoi segreti diventano quasi superflui, la sua lingua si scioglie in discorsi ed atteggiamenti di cui lei stessa a volte si meraviglia.
La scrittura di Paula Fox è lenta e molto introspettiva, probabilmente per creare l'atmosfera di tensione che attanaglia la maggior parte dei personaggi che fanno parte della storia. I giorni in cui il romanzo si sviluppa comprendono poco più di un weekend; pochi sono gli avvenimenti che l'autrice ci racconta, ma moltissime le riflessioni che da questi avvenimenti si dipanano. Uno spaccato di vita americana nelle famiglie benestanti di una New York in cambiamento, in cui ci si trova a riflettere più sui silenzi che sulle parole dette; avviene nel matrimonio di Otto e Sophie ma avviene anche nelle amicizie che i due coltivano e nei loro rapporti di lavoro.
Un libro importante che, come spiegato anche nell'introduzione, sicuramente può svelare qualcosa di più rileggendolo più volte. Lo consiglio a chi ama le riflessioni e le letture pacate.

VOTO:




4 commenti:

  1. eh ma alla fine, il gatto...?! ahahahah!
    A parte gli scherzi Dany, bella recensione, mi hai fatto venire voglia di leggerlo! Magari aspetto un momento più tranquillo però, questo periodo non si addice a letture introspettive :-)

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  2. Ciao! Non so se potrebbe fare per me, anche se sto morso letale mi incuriosisce. Però il fatto che sia lento...forse non adesso.

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