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venerdì 18 maggio 2018

Letture con Marina #37

Buongiorno carissimi, un nuovo venerdì è arrivato, un venerdì importante per me perchè domani parte l'evento "Libri al Leu" organizzato con Baba Desperate Bookswife a Casalborgone. Inutile dire che l'ansia aumenta man mano che le ore passano. Ma non è ancora il momento di parlarvi di questo. Sono qui per lasciare la parola a Marina e alla sua rubrica Letture con Marina.


Avete bisogno di evadere dalla vostra routine? Allora Vi consiglio una vacanza a…
 

MIDEN

Autore: Veronica Raimo
Casa editrice: Mondadori, 2018
Genere: Narrativa
Pagine: 200

Descrizione: È un mattino cristallino come tanti a Miden. Una ragazza bussa alla porta di una coppia con un'accusa di abuso sessuale. L'accusato è il suo ex professore di filosofia. La compagna del professore aspetta un figlio. Sono entrambi approdati a Miden da un paese straniero, sprofondato nel Crollo: una devastante crisi economica. Miden è la società ideale che li ha accolti, un nuovo Eden di eguaglianza e benessere, una piccola comunità laica e razionalista, tanto solidale quanto inflessibile. Il professore e la studentessa hanno avuto una storia in passato. Ma è solo a due anni di distanza che la ragazza si rende conto di aver riportato un trauma da quel rapporto. La denuncia scuote la felice comunità di Miden, dove ogni anomalia che ne alteri il candore viene dibattuta e corretta, ogni trauma riconosciuto e risolto per il bene comune. I tre protagonisti si ritrovano al centro di un'indagine. Amici e colleghi si trasformano in un tribunale che deciderà delle loro vite. E, nell'attesa del verdetto, tutte le certezze della coppia si corrompono, così come il futuro che sognavano per il loro figlio.

RECENSIONE:


Spesso la storia di una coppia finisce per diventare l’aderenza a dei ruoli, come dice l’autrice durante un intervista a “Il Libraio”. E da questa considerazione secondo me bisogna partire, come lettura per questo romanzo, insistito nei vari capitoli nel rimando tra ciò che pensa lei, la compagna del professore, il “perpetratore” (il potere delle parole!) - e lui, il compagno, il perpetratore stesso, tra l’altro insegnante di filosofia, accusato da una sua ex studentessa di averla stuprata. Rapporti violenti e particolari, ma consenzienti, almeno fino al ripensamento di un paio di anni dopo. La cosa strana è che il tutto avviene quietamente e freddamente, senza scene isteriche o di energica rabbia ed emozione.

La vicenda si svolge a Miden, l’utopica città creata proprio dal padre della ragazza che avrebbe subito violenza dal professore. Una città creata per contrastare il Vecchio Mondo dopo il Crollo, l’estrema crisi economica che ha “distrutto” il mondo come lo conosciamo noi oggi – e anche qui, niente drammi e cataclismi, per lo meno non raccontatici. Miden è una città con una sua propria lingua, a cui si può sperare di accedere dopo aver superato delle selezioni ed essere stati ritenuti idonei. Il professore abitava già a Miden quando quella che ora è la sua compagna era arrivata a Miden per una vacanza. Si sono incontrati casualmente, si sono innamorati e subito lei ha fatto richiesta per poter vivere in questa città da sogno, verso cui tutti tenderebbero. Una città meravigliosa dal punto di vista paesaggistico e climatico, una società egalitaria ed un po’ hippie o naif volta al bene dei suoi cittadini, ma al contempo piatta, dove tutto è già stato stabilito, preordinato, organizzato. Dove gli abitanti sono monitorati e dove la diversità non può e non deve esistere. Non resta che adeguarsi per vivere una vita quietamente felice, senza scossoni, senza povertà, senza decisioni da prendere e con tutti i criteri di una moderna città del futuro per la salvaguardia della salute dei cittadini.

Lungo tutto il romanzo Vi sono ironiche e raffinate prese in giro che l’autrice porta all’attenzione dei lettori, tipo il problema del trolley da viaggio, le sigarette che anche a Miden si fumano, ma a base di fiori od affini, il vino o qualsiasi tipo di cibo che qui viene bilanciato perché non crei problemi. O ai tremila tipi di miscele di tea che si possono trovare al mercato, ai maglioni di lana fatti a mano, o ancora agli zoccoli caratteristici che vengono calzati – e che sottostanno ad una sorta di vendita sotto-banco visto che sono molto richiesti nel Vecchio Mondo…

Un mondo che dovrebbe essere superlativamente migliore rispetto ai Paesi da cui molti abitanti di Miden provengono, ma che porta in sé il seme stesso di quelle vecchie “mancanze”, come a dire che l’uomo sempre uomo rimane – e che le caratteristiche insite o vissute per migliaia di anni non si possono sradicare. Tenere sotto controllo, forse…

Avevamo accennato all’aderenza dei ruoli: i due protagonisti incarnano ciascuno il proprio genere, che come dicevamo poc’anzi è difficile da cambiare. L’uomo che si occupa economicamente della sua famiglia e che ha in mente sempre il sesso. La moglie casalinga e che al momento è incinta, alla quale si richiede solo di andare al mercato ed occuparsi della spesa. E che per passare il tempo diventa improvvisamente un’estimatrice delle miscele di tea. Tenta di acculturarsi leggendo libri, ma solo e sempre come svago riempitivo della giornata solitaria. Una moglie che in sintesi è una figura subalterna, in certo senso bambina, piena di dubbi e insicurezze ma storditamente felice, almeno fino all’arrivo dell’ex studentessa, che parla in primis proprio con la compagna del professore, avvisandola che ha inoltrato accusa formale di stupro alla Commissione, che con una serie di questionari dati alle persone vicine al professore, stabilirà se l’uomo è ancora degno di abitare a Miden.

Ci sono altre particolarità che fanno riflettere. Ad esempio quando il padre della ragazza accusatrice scrive al professore, dicendogli che come uomo (e quindi padre) lo odia, naturalmente, ma come “costruttore” di Miden vorrebbe assolverlo dal fatto, perché non vuole che l’immagine di Miden venga in qualche modo insozzata dalla sua condotta, perché lui è convinto del “sogno Miden”.

Sono convinta che uno studioso di filosofia si perderebbe nei giochi e nei rimandi che l’autrice crea e ne godrebbe più di quanto possa aver fatto io. Il romanzo è sicuramente bello, ma la storia in esso contenuta, al di là dell’ironia e della svolta finale geniale che Veronica Raimo ha ricamato, mi ha lasciata distaccata e a disagio, come credo fosse l’intento dell’autrice, proprio per calcare la mano sulla differenza tra Miden ed il Vecchio Mondo, tra l’uomo e la donna come genere. Mi sono quasi commossa quando tra un botta e risposta dei pensieri dei due protagonisti, soprattutto il professore ricorda quanto faceva da ragazzo, la vita che conduceva, le abitudini, il rimpianto del padre e la speranza che il figlio che sta per arrivare possa nel futuro provare e rimpiangere quanto lui sta facendo ora per lui, se mai ne sarà realmente consapevole.

Per ritornare a quanto detto in precedenza e chiudere il discorso, dalla chiusa del romanzo scelto dalla Raimo si presume il desiderio di un rapporto paritetico nella coppia, che è società nella società. Di qui la scelta per un finale particolare ed inatteso, che riscatta dal mio punto di vista la figura femminile, rendendola nuovamente padrona del suo destino, senza dipendere in tutto e per tutto dall’altra metà della coppia. Una scelta finalmente consapevole che la fa assurgere nuovamente al ruolo di donna.

Non nego di essere stata attratta dalla trama di questo romanzo di Veronica Raimo per l’assonanza con “L’ancella” della Atwood – che sto leggendo ora. Del resto, nella stessa intervista su Il Libraio, Veronica Raimo elenca gli ultimi libri interessanti che ha letto – e fra questi c’è anche l’Ancella. Altri titoli molto particolari sono I love Dick di Chris Kraus (di sui non farò qui la traduzione del titolo!!), I giorni di scuola di Gesù di J. M. Coetzee e Le risposte di Catherine Lacey (titoli che finiscono nella mia lista dei libri che leggerò).

E voi? Partireste per Altroquando, un mondo utopico, a prima vista perfetto, dove sembra che la vita possa offrire più di quanto vi spetti nella vs vita, a patto che vi dimostriate docili e ligi alle regole, senza alcuna discussione?
Un arrivederci a presto, se deciderete di restare qui…




Contributi:

06/04/2018 IL LIBRAIO: intervista all’autrice a cura di NOEMI MILANI
                              

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