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venerdì 29 giugno 2018

Letture con Marina #40

Buongiorno lettori! È venerdì e torna Marina con la sua rubrica Letture con Marina.

Dopo aver curiosato nella vita di quattro autrici “new women” post periodo vittoriano, non me la sono sentita di riprendere subito una lettura con un protagonista unico. E quindi...

Le storie d’amore che hanno cambiato il mondo

Autore: Gilbert Sinouè
Casa editrice: Neri Pozza, 2017
Traduzione: R. Boi e G. Corà
Pagine: 350

Descrizione: È noto che il "dramma sublime" che si svolge sull'"eterno teatro della storia" (Walt Whitman) non è animato soltanto da nobili ideali e gesta eroiche; spesso è fatto di azioni mediocri, persino ignominiose, così come di menzogne e raggiri, infamie e follie. Non altrettanto noto è il ruolo che giocano nel "dramma della storia" le passioni amorose. L'amore, infatti, non muove soltanto il sole e l'altre stelle, ma anche la storia degli uomini, trascinandola spesso lungo le vie tortuose e cieche della passione o su quelle dritte e linde del sentimento. In questo libro Gilbert Sinoué narra di alcuni grandi amori che hanno letteralmente determinato il corso della storia in un verso piuttosto che in un altro. Dalla passione di Dom Pedro per Inés de Castro, che si concluse con l'assassinio di quest'ultima e una guerra che fu sul punto di devastare il Regno del Portogallo, alla storia d'amore tra Nehru e Lady Mountbatten, che rese possibile la conquista dell'indipendenza dell'India in una maniera molto meno conflittuale del previsto; dall'amore di Lady Hamilton per Nelson, che la spinse a intercedere presso Maria Carolina e a fare in modo che l'ammiraglio non soccombesse con la sua flotta nella baia di Abukir, ai tormenti del cuore di Edith Piaf, che impedirono a Cerdan di affrontare Jake La Motta, Sinoué mostra come tutti i frammenti che compongono l'universo siano uniti tra loro e sia sufficiente "modificarne uno perché tutti quelli a esso collegati risentano di tale cambiamento".

RECENSIONE:


Dom Pedro e Ines De Castro; Frida Kahlo e Diego Rivera; Lady Hamilton e l’Ammiraglio Nelson; Edoardo VIII e Wallis Simpson; Edith Piaf e Marcel Cerdan; Paul Verlaine e Arthur Rimbaud; Richard Burton e Elizabeth Taylor; Jawaharlai Nehru e Lady Mountbatten; George Sand e Fryderyk Chopin; Victor Hugo e Juliette Drouet; Auguste Rodin e Camille Claudel; Shah Jahan e Mumtaz.

Queste sono le coppie di cui l’autore, che vive a Parigi dal 1965, racconta. Devo essere sincera e confessare che, accanto ad alcuni nomi noti, ho trovato anche coppie dai nomi oscuri e Paesi di cui non sapevoassolutamente nulla. Vicende che ho letto in toto con interesse: sia nel caso delle coppie più note e di cui oramai crediamo di sapere tutto, sia nel caso di quelle coppie il cui nome è una nebulosa.

Ad esempio la coppia Dom Pedro ed Ines de Castro ci porta nel Portogallo del 1340, narrandoci del tragico amore tra Dom Pedro, figlio di re Alfonso IV di Portogallo e Ines, dama del seguito dell’infanta di Castiglia.

Oppure la coppia leggendaria Frida Kahlo e Diego Rivera, che ogni tanto incontro lungo la via delle mie letture e che ogni volta mi regala un dettaglio nuovo, rivelandomi soprattutto lei, tra i due, questa dolorosa e caparbia sorta di artistica wonder-woman. E che dire di Elizabeth Taylor E Richard Burton, icone degli anni Sessanta, di cui ho letto con estrema curiosità: fama, successo, soldi a palate, alcol, eccessi, infelicità: che vite!

O ancora il capitolo dedicato alla “puttana reale”, Wallis Simpson… O all’amore passionale e maledetto tra Verlaine e Rimbaud, tra poesia e grandi passioni alcoliche.

Interessante escursus nelle vite di personaggi notissimi e meno noti, come dicevo.

Forse la coppia che mi rimarrà nel cuore è quella formata da Auguste Rodin e Camille Claudel: anche questa storia tragica, pur se iniziata sotto i migliori auspici sia professionali che passionali. Noto scultore lui, geniale scultrice in divenire lei – che si ritrova poi a lavorare nella bottega di Rodin per “farsi le ossa”. Peccato che venga poi lasciata a prendersi cura delle opere di Rodin, occupandosi di piedi e di mani. Peccato che la loro genialità fosse simile, tanto che Camille ad un certo punto viene accusata se non di plagio, quantomeno di essere stata aiutata nelle sue opere dal grande Maestro. Peccato che il grande Rodin avesse tante amanti, oltre ad una moglie. Peccato che la famiglia non abbia capito Camille e non l’abbia potuta sostenere moralmente e psicologicamente, fino a farla internare in diversi manicomi, per lunghissimi anni, fino alla morte dell’artista. E peccato che la madre non se la sia mai sentita di andarla almeno a trovare. Peccato…

Non Vi parlerò delle altre vite di cui ci racconta Gilbert Sinouè. In tutte, oltre naturalmente alla lettura della vita di coppia, compare un dettaglio sconcertante. Il lui della coppia è sempre ricco, blasonato, o quantomeno un artista riconosciuto. E come tale, oltre ad accompagnarsi ad una moglie, ha spessissimo uno stuolo di amanti. E va bene così. La lei della coppia invece è la popolana che viene scelta dal nobile, oppure la donnaccia rovina famiglie che cerca solo il denaro per sistemarsi, oppure l’artista fuori dagli schemi che comunque viene sempre etichettata con acidità come una poco di buono. Stiamo invero parlando di altri secoli, però quanto è tristemente di attualità questo argomento? Pensate all’oramai reiterato refrain del premio Strega 2018, con un vociferare incredulo sul fatto che nella cinquina dei pretendenti alla vittoria, ci siano ben tre donne! Leggevo proprio stasera un post in Internet della scrittrice Sara Rattaro, molto interessante nella sua disamina di questa società ancora patriarcale, soprattutto in Italia. E sul leggere ancora oggi a scuola i classici della Grande Letteratura Italiana – maschile, ma sull’incapacità di avvicinarsi ad opere di Grandi Scrittrici Italiane.

Ne abbiamo da percorrere ancora tanta di strada per arrivare a non dover più fare distinzioni di genere, di qualsiasi settore si stia parlando. E questa considerazione mi riporta al libro di cui un paio di settimane fa ho postato la recensione: la New Woman nella Letteratura Vittoriana… e guarda caso, ora come allora si dibattono gli stessi temi. E’ passato più di un secolo e nonostante i grossi cambiamenti sociali, stiamo ancora a discutere di questo.

Chiudo per questa settimana concordando con l’autore che in molte situazioni l’amore tra un uomo ed una donna ha portato a cambiamenti socio-culturali meno drammatici di quanto avrebbe potuto raccontarci la storia, un esempio su tutti l’amore “segreto” tra Lady Mountbatten e Nehru, che ha permesso di portare all’indipendenza l’India (dalla Gran Bretagna) in modo meno conflittuale di quanto avrebbe potuto avvenire. Ma accanto a questi nobili esempi, mi sia concesso il ribadirlo, troviamo molteplici giochi di ruolo in cui l’amore diventa un vincolo pesantissimo per la donna.

E quindi dopo un mese dedicato al pianeta donna, per un verso o per l’altro – e temendo a seguito di ciò di cadere vittima del mal d’amore o peggio, del passare al femminismo più acceso, mi accingo a cambiare argomento di lettura… sperando di trovare un libro che se non riesce a cambiare il mondo, quantomeno lo aiuti in un percorso di crescita!

Si accettano suggerimenti!

A presto



                             

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