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venerdì 13 luglio 2018

Letture con Marina #41

Buongiorno lettori! È venerdì, siamo già a metà luglio, e torna Marina con la sua rubrica Letture con Marina.


Ho letto “Il romanzo degli istanti perfetti”. E credetemi sulla parola, non c’è definizione migliore: in realtà questo è il titolo del romanzo di Thomas Montasser del 2017, mentre io ho letto e mi riferisco al suo romanzo precedente, “La libreria di zia Charlotte”, edito da Neri Pozza nel 2015.
E’ uno di quei libri irresistibili, dove nel titolo è contenuta la parola libro e/o derivazioni. La maggior parte delle volte ne esco delusa, ma questa volta mi sono imbattuta in una delicata e magica favola. E trovo ancora incredibile pensare che un romanzo simile mi abbia avvinta completamente: non ci sono colpi di scena, non ci sono scene di sesso esplicito… C’è solo la delicatezza di una vita immersa nel mondo dei libri, che una vecchina desidera condividere con la nipote che forse, nel corso degli anni, si è persa per strada.

La libreria di zia Charlotte
Titolo originale: Ein ganz besonderes Jahr

Autore: Thomas Montasser
Casa editrice: Neri Pozza, 2015
Traduzione: Alessandra Petrelli
Pagine: 159

Descrizione: Mai e poi mai una neolaureata in economia aziendale come Valerie si sarebbe immaginata di ritrovarsi a gestire una vecchia, antiquata libreria dal nome impronunciabile come la "Ringelnatz & Co.". Bella sorpresa le ha fatto sua zia Charlotte! Scomparire dal giorno alla notte, senza dire niente a nessuno, dopo aver lasciato dieci euro in cassa e un bigliettino sul tavolo della cucina... "Sarà mia nipote Valerie a occuparsi di tutto". Occuparsi di tutto?! Del parquet logoro o delle pile di volumi polverosi che si innalzano come giganti davanti alle finestre, impedendo alla luce di filtrare? Oppure dei tavolini traballanti, dei tendaggi di velluto liso e del registratore di cassa che sembra uscito da un film degli anni Trenta? Occuparsi, insomma, di quel "posto antidiluviano"? Lei? Forse poteva essere l'aspirazione di una vecchietta mite e solitaria come Charlotte, che si era cucita addosso quella libreria come un vecchio, elegante vestito sdrucito. Valerie, però, è giovane, pragmatica e sogna un arrembante futuro come consulente di una multinazionale scandinava. Per questo ha deciso di mettere in vendita la "Ringelnatz & Co.". Peccato che Valerie ignori il potere di un bel libro e il piacere di ritagliarsi del tempo per se stessa.

RECENSIONE:


Titolo originale che per chi ha letto il romanzo, racchiude un significato particolare e soprattutto più calzante rispetto alla traduzione in italiano, anche se all’inizio, con il suo lapidario incipit ma soprattutto con la presenza – per me sempre – ingombrante del narratore onnisciente, non mi aveva fatto presupporre amore.

Il primo capitolo semplicemente ci fa intravedere un’anziana signora che lascia la sua amata libreria e sparisce per essere sempre presente nei ricordi della nipote Valerie, così come nei libri scelti e presenti all’interno della libreria – e nelle lettere che Valerie scopre. Ma se il corpo dell’anziana donna non viene ritrovato e la speranza dei parenti non viene mai meno, nondimeno la sua sparizione sarà incongrua ed inspiegabile fino a che non arriveremo alle ultime pagine del romanzo.

Ma ciò che più ha catturato la mia attenzione, facendomi addirittura dimenticare questa voce narrante che mi è punto simpatica, è l’anno che Valerie, neo laureata in economia aziendale, vive al di fuori della sua vita normale, amministrando e gestendo la libreria in attesa del ritorno della proprietaria. Una vita che tutto sommato si dipana in modo normale, non eclatante o con incontri inconsueti o con l’entrata in scena del tenebroso principe azzurro… Una vita come la viviamo anche noi, dove l’inconsueta attività di libraria deve fare i conti con chi è realmente Valerie e con che cosa vorrà essere e fare questa giovane ventenne. Come dire: una vita non da romanzo o da film!

E poi arriva la magia, la poesia, ma raccontata in foggia così quieta eppure così delicata e nello stesso tempo preziosa, che le connessioni che il destino ci pone davanti non possono che articolarsi, fino a creare una rete che ad un certo punto dovrà chiudersi e far accadere qualcosa di magico.

E allora anche l’incontro con i Grandi della Letteratura, anziché essere invasivo e forzato, diviene parte integrante della vita, esperienza stessa di vita, distrazione essa stessa dalla vita fino a quel momento vissuta. Calvino, i Grandi della Letteratura russa (paese d’elezione della zia), Kafka, Dickens, Neruda, Rilke, Flaubert, Antonia S.Byatt e tutti i nomi dei Grandi che conoscete anche Voi, con l’aggiunta di quelli che ancora non conoscete.

Ed allora ecco che un vecchio samovar che fa sobbollire l’acqua per lungo tempo, in vece del più moderno bollitore… oppure la macchina da scrivere, in vece del più moderno computer… le liste vergate a mano, i commenti su segnalibri all’interno dei libri… tutto ha un suo significato, tanto che piano piano il desiderio della specializzazione universitaria in vista di consulenze al vertice per i paesi emergenti e parole come controllo di cassa, verifica gestione materiali, analisi forniture e clientela e similari si spegne, così come si spegne la relazione con Sven, tenuta insieme solo dall’ammirazione reciproca, ma che non provoca languori nel guardarsi negli occhi, nel parlare di argomenti “aerei”…….. perché se è vero che gli opposti si attraggono, è ancor più vero che la condivisione di intenti e di un certo stile di vita fa scoccare delle scintille che ammaliano e non lasciano più andare.

Ed ecco che la fredda Valerie all’improvviso si perde nei libri, suo malgrado, e libro dopo libro, notte dopo notte, acquisisce di nuovo quelle conoscenze che aveva perso, fino a quando si imbatte in un libro intitolato “Un anno molto particolare di…”, che è stampato solo per poche pagine e che lei pensa sia una copia difettata. Tanto che quando entrerà uno dei pochi clienti, un giovane misterioso e dalla parlata sconosciuta e ammaliatrice, gli regalerà questo libro, che il giovane sconosciuto prende tra le mani con riverente cautela e commozione, come avesse un valore inestimabile.

Accompagnata dalla topina Grisaille, che si affaccerà affamata alla finestra della libreria, Valerie intraprende il suo anno molto particolare, incontrando un piccolo lettore dalle idee ben precise ed un muratore persiano, innamorato del samovar e delle poesie, incontri che l’aiuteranno a crescere e cambiare aspettativa su ciò che sembrava una strada già tracciata.

Ma come si può parlare in poche righe di un libro che ammalia? Come si fa a descrivere una fiaba, se non raccontandola in toto?

E allora un piccolo suggerimento, fate come me ed i lettori che mi hanno preceduta: lasciatevi incantare da questo “magico viaggio nel paese incantato della letteratura”. Mettetevi comodi, lasciate che i due biglietti per la poltrona nr. 13 del treno scivolino dalle pagine e Vi trasportino in stazione e… godetevi il viaggio insieme a Mascha Kaleko, a Musil, Pamuk, Mann o Susanna Clarke… avete solo l’imbarazzo della scelta su chi sarà il vs compagno di viaggio!
A presto



                             

4 commenti:

  1. E' francese, si ambienta in una libreria e sembra delizioso! Lo voglio leggere :-)

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    1. Ciao Nadia,
      lo scrittore è tedesco eh! ;-)
      E' sempre un rischio leggere un romanzo con libro/libreria/libraio nel titolo - lo so, ma corro sempre il rischio.
      Questa volta, te lo confermo, è andata bene!!
      Ciao e Buon fine settimana, Marina

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  2. Mi hai convinta al 100%. Lo leggerò. Baci Lea

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  3. Ciao!
    Incredibilmente, poetico.
    Una favola...
    Buon weekend, Marina

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