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giovedì 29 novembre 2018

Letture con Marina #52 - Recensione del libro Cuccette per signora di Anita Nair

Buongiorno lettori! Non siete impazziti, non è venerdì, purtroppo! Oggi anticipiamo la rubrica di Marina perchè domani sul blog ci saranno tantissime cose, quindi mi raccomando, vi aspetto!



Buona giornata e buon giovedì a tutti.
A distanza di quasi una settimana dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, vorrei portarvi in India per seguire la storia di sei donne, forse geograficamente molto lontane da noi, con una cultura ed una tradizione completamente diverse dalla nostra, ma con vissuti dell’anima che ci appartengono. Universalmente.


Titolo: Cuccette per signora (Ladies Coupé)
Autore: Anita Nair 
Traduzione: Traduzione di Francesca Diano 
Casa editrice: Guanda Editore 2012
Pagine: 316

Descrizione: Stazione ferroviaria di Bangalore, India. Akhila, single quarantacinquenne da sempre confinata nel ruolo di figlia, sorella, zia, è a un passo dal realizzare il suo grande sogno: salire su un treno gloriosamente sola, sistemarsi in una delle cuccette riservate alle signore e partire alla volta di una meta lontana, il paesino in riva al mare di Kanyakumari. Con le cinque donne del suo scompartimento - Janaki, moglie viziata e madre confusa; Margaret Shanti, insegnante di chimica sposata con un insensibile tiranno; Prabha Devi, la perfetta donna di casa; Sheela, quattordici anni e la capacità di capire ciò che le altre non possono; Marikolanthu, la cui innocenza è stata distrutta da una notte di lussuria - si crea subito una profonda intimità. Nelle confidenze sussurrate durante la lunga notte Akhila cerca una risposta alle domande che la turbano da quando era bambina, gli stessi dilemmi che caratterizzano il viaggio intrapreso da ogni donna nella vita.

RECENSIONE:


Nella stazione ferroviaria di Bangalore fino agli inizi del 1998, esisteva uno speciale sportello di biglietteria per “signore, anziani e portatori di handicap”, così pure, sui treni notturni con scompartimenti riservati di seconda classe, esistevano le “cuccette per signora” – il termine inglese e titolo del libro “Ladies Coupé” indica precisamente la parte finale di una particolare carrozza con cuccette poste lungo un solo lato e riservate alle donne.

Una donna di 45 anni, Akhila, che alla morte del padre, essendo la figlia maggiore, ha dovuto rinunciare a se stessa per provvedere alla madre e ai fratelli più piccoli. Che anche quando sono cresciuti hanno fatto affidamento su di lei, anche dal punto di vista economico, dando per scontato che lei rinunciasse per sempre a se stessa per loro. E finalmente ora, dopo tutta una serie di vicissitudini, a 45 anni, Akhila sente che è arrivato il momento anche per lei di vivere la sua vita, senza essere sempre e solo al servizio della sorella e dei fratelli, oramai adulti, sposati e con prole. Vuole vivere da sola, non necessariamente con un marito ma un compagno sì, le piacerebbe averlo.
Decide di prendersi un breve periodo lontano dalla famiglia per pensare a cosa fare, per capire se nel suo mondo una donna è in grado di vivere da sola. L’essere in uno scompartimento con altre cinque donne, di età diversa ma tutte sposate (tranne una ragazzina), sarà l’occasione per attingere all’esperienza di altre donne per capire come e se portare avanti la sua idea di felicità.

“… nello scompartimento scese il silenzio. Per un istante Akhila aveva immaginato che tra loro si fosse stabilito un legame, traendo sostentamento dalle reciproche vite, aiutate dal buio esterno e dal fatto che ciò che veniva condiviso tra quelle pareti non sarebbe andato oltre il viaggio di quella notte…”

Le donne che dividono lo scompartimento con Akhila per una notte, ciascuna tesa a raggiungere la propria meta e ciascuna presa dai ricordi e dalle proprie problematiche, non sono sicuramente in grado di dare consigli, anche perché ognuna consiglierebbe una possibilità diversa dalle altre, derivante dalla propria esperienza personale. Ma con il racconto della propria vita, possono far sì che Akhila, attingendo proprio dai loro racconti, possa avere un ventaglio di consapevolezza e di esperienza più ampio e così poter prendere una decisione definitiva sul suo futuro.
Giocato sul presente e sul passato, con il rimando alle vite delle compagne di viaggio e alla sua stessa vita da quando era bimba fino alla sua attuale età, accompagnati da paesaggi carichi di profumi e di sapori, in un’India divisa in caste e rigide tradizioni millenarie, l’autrice Anita Nair ci guida nel suo mondo, facendoci considerare con malinconia ma con speranza nel futuro la vita di alcune donne che, fatte le dovute considerazioni sulla lontananza geografica, potremmo essere noi…
“… lascia che ti dica quello che pensava in proposito Virginia Woolf ben prima che tu venissi al mondo. Solo che lei usava gli animali. Ecco, questa è immaginazione, mia cara! A chi mai potrebbe venire in mente di accostare le persone agli elementi chimici, se non a qualcuno totalmente privo di immaginazione?” – “A me non importa in che modo Virginia Woolf sia venuta a patti con gli aspetti dell’umano comportamento. Per me, i miei elementi chimici significano tutto!”
Può essere un caso che l’autrice citi la cara Virginia- e che io mi compiaccia di citarla ad una settimana dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne?
Di più, prendo a prestito una frase dell’Italian Virginia Woolf Society e la faccio mia: “… perché non si combatte la violenza contro le donne con i corsi di difesa personale nei centri commerciali di periferia, ma con la cultura, con l’esempio ed il racconto di un mondo giusto”.

A presto,




4 commenti:

  1. Bellissima recensione. È un libro che fa riflettere.

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  2. Un libro che non conoscevo ma che devo assolutamente recuperare. Mi affascina sempre imparare cose nuove, soprattutto quando si riferiscono a culture così lontane dalla nostra. Brava Marina, grazie!

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    1. Ciao Nadia,
      l'avevo acquistato credo almeno un paio di anni fa.
      Finalmente - ne sono proprio contenta! - l'ho letto :-)
      E mi sono scordata di dire che alla fine la traduttrice, d'accordo con l'autrice, ha inserito qualche ricetta - dato che nel libro oltre a tutto il resto, si citano pietanze tipiche che fanno venire l'acquolina in bocca :-)
      Buona giornata, Ciao, Marina

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  3. Ti ringrazio Patrizia.
    Romanzo intenso, come intense le vite delle donne che ci vengono incontro con il racconto della loro vita. Un libro da assaporare lentamente…
    Ti auguro una buona giornata, CIAO, Marina

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