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giovedì 14 febbraio 2019

Recensione #281 - Quasi tre di Tommaso Avati

Ciao a tutti, come state? San Valentino, festa degli innamorati - anche se per me sarà sempre il compleanno di mio marito quindi il resto passa in secondo piano - e quale occasione migliore di lasciarvi la recensione di un romanzo che ha come protagonista una coppia? Vi parlo del libro Quasi tre di Tommaso Avati edito da Febbri editore, pag 250. Ringrazio Annarita Briganti - scrittrice, giornalista culturale, ma soprattutto amica - che mi ha proposto questa lettura che, altrimenti, non avrei notato!!!

Sinossi: Raffaele e Benedetta, undici anni di matrimonio, zero figli, due adorabili maialini d'appartamento da chiamare "bambini". Due voci, l'una il controcanto dell'altra, che si rincorrono e ci raccontano la loro storia: lei segretaria in un'agenzia romana per lo spettacolo e appassionata di cucina, lui sceneggiatore mancato riciclatosi insegnante, figlio d'arte in attesa perenne di sfondare nel mondo del cinema. Un rapporto ormai cristallizzato in una routine distratta, il loro, eroso dall'abitudine e dalla delusione di non essere riusciti a fare della propria esistenza qualcosa di cui andare fieri. Poi accade l'impensabile. A quarantasei anni, quando già comincia a pensare alla menopausa, Benedetta rimane incinta: il caso, con grande ironia, inizia a giocare con Lele e Benny, concedendo loro un'altra possibilità, l'occasione per riprendere il controllo del loro matrimonio e delle loro vite. Ma a volte non c'è niente di meglio di un "secondo tempo" per rimescolare le carte di una vita intera: tra genitori disfunzionali e colleghi sull'orlo di una crisi di nervi, Lele e Benedetta vengono risucchiati in un turbine di incomprensioni, aspettative malriposte e disavventure esilaranti, dove la posta in gioco è un amore dolceamaro, quasi acido. Insomma, un amore normale.


Questa è una storia dolce-amara, fatta di mancanze, di speranze, di rapporti difficili, di parole non dette, di silenzi ingombranti.
Benedetta e Raffaele sono marito e moglie, un lavoro da segretaria in un'agenzia di spettacolo lei, il sogno di diventare uno sceneggiatore famoso lui. Per il momento l'uomo si arrabatta insegnando in una scuola di poco conto e aspettando che arrivi la sua occasione.


Sono alla soglia dei cinquant'anni e non hanno figli, ma nella loro vita ci sono due maialini vietnamiti che loro trattano come tali.
Un bambino è la grande mancanza della loro vita. Un vuoto che si è trascinato nel tempo e che si è allargato nel tempo come una voragine. Ma, si sa, alla vita spesso piace prendersi gioco di noi e lo fa anche con Benny e Lele. Un matrimonio ormai stanco, in cui il sesso non è per niente al primo posto e in cui un rapporto sporadico per festeggiare un possibile contratto di lavoro di Lele porta ad un ritardo, ad un possibile figlio, alla realizzazione di un sogno.
E non importa l'età, non importa quello che diranno gli altri, non importa se l'età è quasi più quella della menopausa rispetto a quella di diventare genitori; un figlio è una cosa che i due desiderano da troppo tempo per potersi far spaventare da un piccolo fagiolino che cresce nell'utero di Benny.
È in questa condizione di "quasi tre" che Avati ci racconta questa storia, dove il figlio è sicuramente il fulcro della questione ma dove i nodi che vengono al pettine nella coppia dopo questa notizia sono molteplici. La narrazione è alternata, un botta e risposta tra i due protagonisti che in prima persona e spesso senza cambi di capitolo ci raccontano la loro vita, le loro speranze, il loro rapporto, come in una sorta di sceneggiatura pronta per essere proiettata al cinema. Quel cinema in cui il protagonista spera di riuscire a sfondare ma che sembra essere sempre condizionato da un padre, regista famoso, la cui presenza, come un macigno, continua a pesare nella sua vita.
A questo proposito, un tema importante, in questo libro, è anche il rapporto genitori figli, che viene affrontato senza paure e senza mezzi termini. Entrambi i protagonisti hanno un rapporto conflittuale con i propri genitori ma entrambi, nel momento della difficoltà, è a loro che si rivolgono come se i conflitti sparissero, come se il legame di sangue fosse l'unica certezza in una vita che spesso sconvolge e distrugge tutte le sicurezze, anche alla soglia della mezza età.
L'autore si sofferma anche ad analizzare la vita lavorativa dei due, entrambi non soddisfatti di quello che hanno costruito o, sarebbe meglio dire, di quello di cui si sono accontentati. Ed è proprio quando tutto crolla che spesso la vita ci dà una seconda possibilità che però noi dobbiamo essere capaci di notare e di cogliere al volo. Insomma niente è scontato in questo romanzo come non lo è nella quotidianità.
La narrazione è diretta, i protagonisti si mettono a nudo davanti ai nostri occhi permettendoci di costruire con loro un legame, arrivando a percepirne le emozioni che però sono sempre ponderate; presenti, forti, percepibili ma mai eccessive, mai esaltate per fare colpo e questo, in un libro dove le mancanze sono protagoniste, non può che essere un pregio enorme e una qualità da attribuire all'autore - uomo - che impersona tranquillamente, senza difficoltà, sia i panni di uomo che quelli di donna rendendo entrambi le parti credibili e convincenti.
Un libro profondo, ambientato in un Roma che è più un contorno che una vera protagonista, un libro che saprà colpirvi, farvi riflettere, farvi emozionare e che vi porterà per mano nella vita di questa coppia che è una coppia qualsiasi, normale, una coppia in cui tutti potranno immedesimarsi, con i problemi che tutti noi abbiamo nella vita reale, con le difficoltà, le speranze, le gioie, i dolori - soprattutto i dolori - con cui chiunque si trova prima o poi a combattere.
Un autore che non conoscevo e che mi ha positivamente colpito! E voi, lo avete mai letto?? 

VOTO:


3 commenti:

  1. No, non l'ho letto e neppure lo avevo notato, nonostante il cognome importante, ma riconsidero tutto. :)

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  2. altro libro che ultimamente incontro troppo spesso. segno premonitore?

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    1. Davvero? Pensa che io fino a quando mi è stato proposto non ne conoscevo neanche l'esistenza! ;)

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