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giovedì 21 marzo 2019

Recensione #291 - Stoner di John Williams

Buongiorno carissimi! Eccomi di nuovo qui con una recensione. Scusate se non ho il tempo di dare spazio alle altre rubriche ma in questo momento la cosa che riesco a fare di più - allattando a tutte le ore del giorno e della notte - è leggere, quindi qui trovate unicamente recensioni. Oggi vi parlo di un libro che posseggo da moltissimo tempo e che da sempre avrei voluto leggere. Grazie ad una challenge di lettura cui partecipo ho colto l'attimo e il suo momento è finalmente arrivato. Si tratta di Stoner di John Williams, edito da Fazi pag. 332.

Sinossi: William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. È il caso che abbiamo davanti. (Dalla postfazione di Peter Cameron)



Ognuno di voi, avrà sicuramente sentito parlare, almeno una volta, di questo libro. Un libro con una storia controversa, pubblicato per la prima volta in America nel 1965, vendendo pochissimo ed andando presto fuori catalogo. Il libro fu ristampato negli Stati Uniti nel 2003 ma anche quella volta non ottenne un grande successo, successo che arrivò solo tra il 2012 e il 2013 quando fu pubblicato in molti paesi europei ottenendo ottime recensioni dagli scrittori più famosi. Con queste premesse non sapevo proprio cosa aspettarmi da questo romanzo.

"Chi sei tu veramente? Un umile figlio della terra, come ti ripeti davanti allo specchio? Oh, no. Anche tu sei uno dei malati: sei il sognatore, il folle di un mondo ancora più folle di lui, il nostro Don Chisciotte del Midwest, che vaga sotto il cielo azzurro senza Sancho Panza."

Il romanzo racconta una vita intera, quella di un uomo cui la vita non ha di certo facilitato le cose. Un uomo vissuto nell'accondiscendenza, nella sopportazione, con un'esistenza anonima e solitaria, vissuta senza grandi scossoni e senza ribellione anche quando ce ne sarebbe stato bisogno. William Stoner nasce in una famiglia di contadini alla fine del 1800. La sua vita è scandita dalla vita umile dei campi, in cui da sempre aiuta il padre nel lavoro. Ha diciannove anni quando gli viene suggerito di iscriversi all'università di Agraria a Columbia per riuscire a dare un aiuto più concreto alla famiglia. Il ragazzo non si è mai allontanato da casa e, pur con riluttanza, parte alla volta di una nuova vita. Viene ospitato da dei parenti, che abitano poco lontano dal campus, per i quali in cambio di vitto e alloggio si rende utile nel lavoro.
Durante lo scorrere del tempo Stoner, nonostante in Agraria abbia dei buoni voti e tutto scorra tranquillo, viene rapito dalla letteratura e decide di cambiare falcoltà. Porta quindi a termine gli studi non dicendo nulla ai suoi genitori del suo cambio di rotta nè della sua decisione di non tornare a casa dopo la laurea. A Columbia troverà una moglie, con cui avrà un matrimonio disastroso, avrà una figlia, con la quale riuscirà ad avere un rapporto solo nei primi anni di vita, diventerà professore non riuscendo però ad avere la stima dei suoi studenti e degli altri docenti, si troverà un'amante - forse l'unico guizzo della sua triste vita - che dovrà però lasciare per non perdere tutto quello che fino a quel momento ha costruito e poi morirà, facendo un po' pace con la sua vita e con la sua famiglia.
Insomma, una vita triste, di una desolazione incredibile, senza infamia e sanza lode, una vita che scorre lentamente sotto i suoi occhi senza che lui decida mai di prenderne le redini, accontentandosi di quello che gli altri decidono per lui anche se non per il suo bene.
Pensando ad una storia simile ci si aspetterebbe di trovarsi tra le mani un libro lento, caratteristica che alcuni gli assegnano ma che io non ho in alcun modo trovato durante la lettura anzi, mi sono trovata per le mani una storia che scorre velocemente pur nella sua staticità - caratteristica che denota una profonda capacità narrativa dell'autore.
Ho letto vestendo in panni di quest'uomo incapace di reagire alle ingiustizie, incapace di reagire ad una moglie che fa il bello e il cattivo tempo, consapevole di avere un marito facilmente manipolabile, una moglie che finge una malattia che non ha, una moglie che prima lo lascia a crescere una figlia da sole e che poi quella figlia gliela toglie allontanandola dal suo affetto. Una moglie che utilizza gli errori del marito per trarne dei vantaggi.
Anche nel mondo accademico a Stoner non va meglio. La sua poca propensione a diventare capo nonostante l'anzianità di lavoro gli si ritorce contro, e diventa un'arma in mano ai suoi nemici per manipolare le sue mosse. Lui però è intelligente, e nonostante non sia propenso alla ribellione sa prendersi le sue rivincite usando il cervello e dimostrando come, anche non volendo giocare sporco, si possa sopravvivere in un mondo ostile,
Insomma, un libro con un'atmosfera di base sicuramente triste e malinconica con però un messaggio di fondo nonostante tutto positivo e propositivo. Un libro che ha saputo tenermi incollata alle pagine nonostante non ci siano grandi accadimenti e tutto scorra in maniera molto lenta e pacata! Se non è un buon libro un libro così non so quale possa esserlo.

VOTO:



5 commenti:

  1. Di diritto fra i miei preferiti!

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  2. Sebbene veda spesso questo libro praticamente sugli scaffali di qualsiasi libreria, non mi sono ancora decisa a dargli una possibilità. Vedendo però così tanti commenti positivi a riguardo potrei farci un pensierino!

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  3. Uno di quei romanzi che mi ripeto ogni giorno di recuperare. Prima o poi mi deciderò!

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