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martedì 26 marzo 2019

Recensione #292 - Più donne che uomini di Ivy Compton Burnett

Buongiorno carissimi, come state? Io benone, anche se il piccolino mi fa perdere parecchie ore di sonno che però ottimizzo leggendo! Quindi sono assonnatissima ma leggo di brutto ahahahhaha.
Ma torniamo al blog e al post di oggi. Sono qui per lasciarvi la recensione del libro Più donne che uomini di Ivy Compton Burnett, edito da Fazi - che ringrazio per la copia - pag. 260.

Sinossi: In una prospera cittadina inglese a inizio Novecento, un grande istituto femminile è diretto da Josephine Napier, un generale ingioiellato: alta e austera, un viso regale, «vestita e pettinata in modo da esibire i suoi anni, anziché nasconderli». Impeccabile in ogni gesto e in ogni parola, è il punto di riferimento imprescindibile per tutti, le studentesse, il corpo docente e i suoi familiari: il marito Simon, oscurato dalla personalità della moglie, il figliastro Gabriel, il fratello Jonathan, vedovo calato nel ruolo dell'anziano zio e amante segreto ma non troppo di Felix Bacon, giovane sfaccendato. Al gruppo si unisce presto Elizabeth, una vecchia conoscenza di Josephine che viene assunta come governante e porta con sé la figlia Ruth. Le giornate sono scandite da una serie di rituali obbligati e da dialoghi in cui si dice tutto e niente, botta e risposta infiocchettati che in realtà nascondono universi interi. Finché un tragico evento inaspettato fa precipitare ogni cosa, dando vita a una reazione a catena che sconvolgerà le vite di tutti e porterà a galla il lato oscuro di ognuno di loro. Nessuno è chi dice di essere, e dietro alla spessa patina del codice vittoriano si nascondono segreti celati per intere esistenze. Verranno fuori tutti, uno dopo l'altro.


Un libro scritto all'inizio del Novecento che, sicuramente, va letto e giudicato tenendone conto. Di quel periodo sono infatti le argomentazioni e le riflessioni che troviamo all'interno del romanzo.

"«Josephine non usa mezze misure», disse Gabriel. «È una potenza, nel bene e nel male». «Già. Lei è il destino, e noi le sue marionette».

Josephine Napier è la direttrice di un istituto femminile. Attorno a lei ruota la vita di tutti i personaggi che l'autrice decide di inserire nel romanzo. Tutti, chi più chi meno, sono legati a lei per parentela o per lavoro. Josephine è una donna forte, che cerca di manovrare le vite degli altri alla luce del sole. E gli altri, pur rendendosene conto glielo lasciano fare.
Femminile è l'istituto e prettamente femminile è anche l'insieme di personaggi che arricchiscono le vicende. Solo pochi uomini fanno parte del mondo di Josephine: il marito Simon che insegna all'istituto e dipende in tutto e per tutto dalla moglie, il fratello Jonathan che vive il suo amore omosessuale con Felix e che ha lasciato alla sorella l'affido del figlio Gabriel, avuto con una donna di cui nessuno conosce l'identità e che è morta anni prima, il nipote Gabriel che tratta Josephine come una madre e da cui dipende in tutto e per tutto.
La storia inizia con l'inizio del nuovo semestre e con l'arrivo di tutte le insegnanti all'istituto. Tutto è come sempre, una routine che la signora Napier dirige come un generale. Tutto è sotto controllo, niente sfugge al suo volere. Ma qualcosa arriverà a turbare l'equilibrio, anzi qualcuno: Elizabeth, una vecchia amica di Josephine in povertà che viene assunta come governante dalla donna e Ruth, la figlia di Elizabeth che farà la supplente all'istituto.
Le due donne faranno da ago della bilancia portando un profondo sbilanciamento di tutto quello che normalmente era in quiete.
Non è stato facile approcciarmi a questo romanzo all'inizio. Lo stile dell'autrice è molto particolare, scevro di descrizioni, sia dei personaggi che delle emozioni e dei pensieri di questi ultimi, ma ricco di dialoghi che permettono al lettore di conoscere gli attori di questa vicenda attraverso le loro parole, i loro interrogativi, i rapporti che intercorrono tra ognuno. E, se mi conoscete, capite bene che la mia necessità di descrizioni dettagliate mi abbia, all'inizio, creato non poche difficoltà ma poi, inoltrandomi nella storia e abituandomi allo stile narrativo dell'autrice, sono riuscita ad apprezzare una caratteristica così particolare.
La mancanza di descrizioni non limita però il lettore che, comunque, riesce a conoscere a fondo i personaggi grazie ai commenti che gli altri fanno tra di loro. Questo avviene soprettutto per Josephine, che spesso è al centro dei discorsi degli altri personaggi, soprattutto di quelli delle insegnanti della scuola.
L'istituto rappresenta, oltre che il luogo di lavoro di molti degli attori del romanzo, la pincipale ambientazione della storia infatti la maggior parte delle vicende si snoda in quel luogo che per tutti è più una casa che una scuola, e solo pochissimi passaggi sono svolti in altri luoghi. Nonostante questo la storia non risulta mai banale e monotona.
La scrittura di inizio Novecento emerge negli interrogativi su cui spesso i personaggi discorrono, uno tra tutti è il ruolo di un uomo come insegnante in un istituto femminile o viceversa e un altro è quanto sia giusto che il salario di un uomo sia, a parità di lavoro, quasi il doppio di quello di una donna. D'altra parte però, non è assolutamente strano per nessuno che Jonathan e Felix siano amanti praticamente alla luce del sole. Insomma, un romanzo molto moderno sotto molti aspetti e abbastanza retrogrado sotto altri.
La ricchezza di dialoghi porta quasi ad immaginarsi le scene, come se ci si trovasse al cospetto di un testo teatrale o di una sceneggiatura e porta il romanzo a scorrere pagina dopo pagina in modo molto veloce e fluido.Un libro molto particolare che forse non è adatto a tutti ma che io ho apprezzato proprio per questa sua caratteristica.


VOTO:



4 commenti:

  1. Di questo libro abbiamo parlato, però non so se potrebbe fare al caso mio. Anche se, come sai, i dialoghi mi piacciono eccome.

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  2. Ho letto e apprezzato molto questo libro. La scrittrice usa i dialoghi come lame affilate e ciò mi piace. Anche le relazioni umane vengono viste attraverso una lenta che elimina le maschere che i personaggi indossano. Una lettura da consigliare :)

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