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giovedì 7 novembre 2019

Recensione #330 - IN ANTEPRIMA - Cuorebomba di Dario Levantino

Buongiorno lettori, oggi sono qui con una recensione in anteprima, quella del libro Cuorebomba di Dario Levantino edito da Fazi Editore - che ringrazio per la copia - pag. 265 in uscita oggi in tutte le librerie e store online.

Sinossi: A Brancaccio, periferia degradata, l'unico modo per difendersi dalla ferocia del quartiere è la famiglia. Ma le famiglie, si sa, sono infelici per definizione e così quella di Rosario. Il padre ha un'altra donna, un altro figlio, e ora è in carcere per spaccio di sostanze dopanti. La madre Maria, invece, scoperta la doppia vita del marito, si ammala di anoressia. Su questo equilibrio precario piomba la scure dei servizi sociali: Maria finisce in una clinica per disturbi alimentari, Rosario in una casa-famiglia. Ispirato dalle sue letture clandestine, il ragazzo diventa così una sorta di Oliver Twist, in lotta contro una legge folle che, nel nome dei diritti dei minori, recide i legami e separa le persone dagli affetti più cari. Nella sua guerra al malaffare che gira intorno ai servizi sociali e nel tentativo di ricongiungersi alla madre, il protagonista però nulla potrà contro le estreme conseguenze di una sentenza definitiva. Fortuna che c'è Anna, ragazza di poche parole, misteriosa e magnetica, a donare a Rosario la luce di una rivelazione: esiste un solo veleno contro la morte ed è l'amore. Dall'autore di "Di niente e di nessuno", un romanzo sulla forza dei legami profondi, che vede ancora una volta il giovanissimo Rosario alle prese con le sofferenze della vita. Un racconto su cosa significhi diventare adulti affrancandosi dalla violenza e dalla miseria anche grazie allo sport e al potere salvifico dei libri.

Di Dario Levantino avevo letto poco più di un anno fa Di niente e di nessuno - recensione qui - rimanendo affascinata dalle atmosfere che permeano in quel libro e dal protagonista, Rosario, tanto imperfetto da sembrare assolutamente il meglio che si potesse desiderare per questa storia.
Sono stata felicissima di sapere che proprio oggi in tutte le librerie esce il seguito di quel libro, il seguito della vita di Rosario. Un Rosario che avevamo conosciuto bambino e che adesso ritroviamo quasi uomo. La mia recensione di allora finiva così: "Un libro che probabilmente non avrei notato se la casa editrice non me lo avesse proposto, un libro che sono felice di aver letto e di cui avrei voglia di leggere un seguito, per sapere come andrà la vita di Rosario, perché a lui mi sono affezionata durante lo scorrere delle pagine."
Ed eccolo il seguito! E in questa recensione vi racconto com'è, o almeno ci provo...

"Leggere era l'unico modo che conoscevo per non affondare nel fango, mi permetteva di andarmene di casa pur restando immobile, mi insegnava a tifare per i perdenti, per quelli che cadevano e non sempre sapevano rialzarsi, [...]"

Sono tornata a Brancaccio. Ancora una volta Rosario mi ha preso per mano e mi ha portato con se, nel suo mondo, un mondo imperfetto da cui spesso bisogna sapersi difendere, ma un mondo che conquista, senza dare il tempo di rendersene conto, un mondo che entra dentro al lettore senza chiedere permesso e che vi si stabilisce in maniera permanente.
Quante volte ci siamo raccontati che l'abito non fa il monaco? Che il luogo di appartenenza non incide sul pensiero che ci facciamo sulle persone? Che siamo tutti uguali, senza distinzioni? Credo che Rosario su queste affermazioni si farebbe una gran risata, perché lui uguale agli altri non si è mai sentito.
Da sempre il suo essere "ragazzo che arriva da Brancaccio" ha condizionato la sua vita e quella dei suoi famigliari. Non importa se frequenta una scuola fuori dal quartiere, non importa se lui, a differenza di molti suoi coetanei, se ne sta lontano dal brutto di Brancaccio, non importa se è studioso, se si occupa della famiglia, se il padre spacciatore lo ha denunciato invece di coprirlo. Lui sarà sempre il "ragazzo che arriva da Brancaccio". E quando un'etichetta ti è stata cucita addosso è difficile riuscire a disfarsene. Anche a scuola, il luogo in cui tutti dovrebbero avere le stesse opportunità ma che, e Rosario lo sa bene, è il primo luogo in cui da dove vieni conta eccome. E quando è proprio la scuola a tirarti lo sgambetto che ti cambierà la vita, allora è proprio difficile accettarlo.
Rosario ha sedici anni, un'infanzia difficile alle spalle e un presente che, da subito, si manifesta nella sua bruttura. Suo padre - dopo aver tradito sua madre con un'altra donna, averci fatto un figlio ed avergli dato il nome che sarebbe spettato a Rosario - è in carcere, accusato di omicidio mentre sua madre, piegata dal tradimento e dal dolore è entrata nel tunnel dell'anoressia. È per questo che Rosario spesso marina la scuola, per accertarsi che sua madre abbia compagnia, che mangi, che provi a tornare a vivere. E quando in un tema scolastico Rosario vuota il sacco, probabilmente per cercare aiuto, quello che trova in cambio è una segnalazione ai servizi sociali, è il distacco dalla madre, dal suo quartiere, dal suo cane, da tutto quello che per lui ha importanza.
Dario Levantino ci mostra il peggio che si possa mostrare: ci mostra la parte marcia delle case famiglia, quella che vive sull'infelicità altrui per il guadagno che questo comporta; ci mostra una scuola indifferente al disagio, capace solo di trattare Rosario come un ragazzo di serie B, senza pensare al suo bene, o al suo disagio; ci mostra una famiglia distrutta, incapace di risollevarsi e incapace di trovare un punto d'incontro; ci mostra la sofferenza, quella vera, quella che si prova più per la sofferenza delle persone a cui si vuole bene, che per la propria. Rosario arriva, come arriva la sua storia. Arriva alla pancia del lettore e la prende a pugni, di quei pugni forti, profondi, che scuotono e che fanno riflettere.
Viviamo con Rosario i momenti peggiori della sua vita, ne proviamo le sue emozioni, ci sentiamo a volte parte del suo dolore. Anche in questo caso l'autore in poche pagine ci racconta un mondo che difficilmente dimenticheremo, da cui difficilmente si può restare indifferenti.
Un libro che ho amato, così come il precedente, un libro che nonostante la sofferenza ha sempre una visione di speranza, un libro che mostrandoci il brutto ci fa comunque conoscere il bello. Perché Rosario è diverso, Rosario non viene annientato dalla bruttura di quello che gli capita, Rosario si rifugia nella lettura, nei suoi miti, per trovare la chiave per affrontare la vita.
Un bellissimo romanzo che sembra quasi una storia vera, un libro che resterà nel mio cuore e che io consiglio a tutti coloro che nella lettura cercano emozioni.



VOTO:


2 commenti:

  1. Uh ma io questo lo voglio leggere!!!! Caspita...perchè me lo sono perso?

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    1. Devi leggerlo! È bellissimo! Purtroppo poco pubblicizzato secondo me...

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