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lunedì 25 novembre 2019

Recensione #332 - La ragazza delle meraviglie di Lavinia Petti

Buongiorno lettori, in questo periodo va così... o sparisco per settimane, o appaio qui sul blog per più giorni consecutivi. Purtroppo con la mia vita attuale non posso fare diversamente, programmare non se ne parla quindi prendere o lasciare! ;)
Oggi torno con una recensione, quella di un libro che aspettavo da anni. Si tratta de La ragazza delle meraviglie di Lavinia Petti edito da Longanesi - che ringrazio per la copia - pag. 448.

Sinossi: Napoli, quartiere Forcella. In una fredda notte d'inverno, una neonata viene abbandonata nella Ruota degli Esposti dell'ospedale dell'Annunziata. Al collo ha una catenina di rame con due misteriosi oggetti, una chiave arrugginita e una moneta antichissima. Adottata da una famiglia di estrazione popolare, Francesca Annunziata, che si fa chiamare Fanny, trascorre nelle campagne del Moiariello che sovrastano la città un'infanzia libera e selvaggia, fatta di avventure solitarie alla scoperta di vecchi ruderi e di notti popolate da sogni inquietanti, forse premonitori, che le valgono l'appellativo di janara, strega. Alla vigilia dei suoi quattordici anni, la ragazza scopre per puro caso la verità sul suo passato. Furiosa per quello che considera un vero e proprio tradimento da parte delle persone più importanti della sua vita, Fanny scappa di casa e trova rifugio in una grotta vicino al mare. Per la prima volta è del tutto sola, e ha con sé soltanto gli oggetti con cui è stata trovata. Nonostante l'impresa le paia impossibile, decide di andare alla ricerca dei suoi veri genitori proprio a partire da quegli enigmatici amuleti. E in questa avventura verrà aiutata e ostacolata da una fantasmagorica galleria di personaggi partoriti dagli anfratti più arcani della città. In una Napoli oscura e segreta di primordiale e inquietante bellezza, dove si venerano antichi dèi, i morti si confondono con i vivi e le leggende sembrano prendere vita, Lavinia Petti intreccia una storia di amore e morte che porterà Fanny alla scoperta delle proprie origini e forse delle origini di un'intera città.

Di Lavinia avevo letto e adorato il romanzo d'esordio, Il ladro di nebbia - recensione qui -che mi aveva conquistata per la maturità dello stile, la corposità della storia, la complessità dei personaggi, e per quattro anni ho aspettato che quella giovane esordiente scrivesse un altro romanzo e ci allietasse con la sua capacità narrativa.
Dopo tante attese questo nuovo romanzo è arrivato, un romanzo diverso dal precedente ma altrettanto ricco, misterioso e maturo.

"Cambiava tutto, il modo in cui si conosce qualcuno. Tanto che forse non sono le persone, quanto il cammino che conduce a loro a renderle in qualche modo speciali, a tramutarle in mete e doni. O in abissi e maledizioni."
Impossibile non fare similitudini tra i due lavori. Se nel suo romanzo d'esordio Lavinia ci ha presi per mano portandoci in due mondi paralleli - la Napoli di Quartieri Spagnoli e un mondo immaginario in cui confluivano tutte le cose perse - anche in questo nuovo lavoro partiamo da Napoli - questa volta dal quartiere Forcella e dal Moiarello - per poi ritrovarci nella parte più nascosta della città, quella meno conosciuta, quella a tratti più inquietante: la Napoli sotterranea, fatta di cunicoli, di città sotto la città, di leggende e mistero. Una capacità rara, quella di intrecciare in un romanzo il reale e l'immaginario, il reale e il mito, una capacità simile a quella di Zafon nella sua strepitosa serie de L'ombra del vento o di Erin Morgenstern con il suo Il circo della notte.
Lavinia Petti si è fatta attendere ma non delude.Da subito la trama del romanzo prende forza, da subito il lettore si rende conto di essere, ancora una volta, al cospetto di qualcuno che con le parole ci sa fare!
Protagonista del romanzo è Fanny, all'anagrafe Francesca Annunziata Esposito, una quattordicenne ribelle e tumultuosa. È stata abbandonata in un notte di dicembre nella Ruota degli Esposti dell'ospedale dell'Annunziata - anche se lei ancora non lo sa - ed è stata adottata da Dora e Gennaro Esposito che di figli non riuscivano ad averne.
Ma protagonista è anche Napoli, una città che nel romanzo ha un ruolo fondamentale, quasi predominante, che riesce ad ammaliare, a impaurire, a nascondere tutto quello che di torbido c'è nelle profondità delle sue viscere.
Fanny, che sin da bambina ha il vizio di esplorare i luoghi, è solitaria, schiva e fa dei sogni che spesso la spaventano, che spesso portano disgrazie. Il nostro viaggio insieme a lei comincia quando, dopo aver trovato i documenti della sua adozione, scappa dalla sua famiglia adottiva e comincia a cercare i suoi veri genitori. Le ricerche partono da una moneta - che raffigura una sirena - e da una chiave con impresso le lettere TIN, che le furono lasciate al collo dalla sua vera madre, quella notte di pioggia del 21 dicembre.
Sulla sua strada la ragazza incontrerà alcuni personaggi che la aiuteranno ma che anche lei aiuterà inconsapevolmente. Uno scambio reciproco non solo materiale ma anche umano che unisce alla ricerca delle origini dei personaggi anche quella delle origini di una città, che non è la Napoli turistica e soleggiata che tutti abbiamo in mente. Quella che ci viene presentata è una città dove il mare incombe sugli animi, dove templi sotterranei appaiono portandosi dietro leggende, miti e anche disgrazie. Una Napoli cupa e piovosa che tanto richiama le atmosfere degli autori che prima ho citato.
Ci ritroveremo a percorrere i tunnel sotterranei su una bicicletta di fortuna, insieme a Fanny e Tommaso, un ragazzo sfregiato dal fuoco che si protegge dal resto del mondo grazie al cappuccio della sua felpa; un ragazzo che vive nell'ombra e che fa rivivere le cose.
Ci ritroveremo a svolgere ricerche insieme a Fanny e al Sig. Marone, un antiquario che vive nei ricordi di un passato che non c'è più ma che incombe.
Ci ritroveremo a sfidare l'assessore all'urbanistica Augusto d'Avalos, lo guarderemo negli occhi e cercheremo di capire cosa lo spinga ad essere così incattivito con il mondo.
Seguiremo le tracce di miti e leggende, di creature che vivono nell'acqua e di palazzi importanti che nascondono al proprio interno grandi segreti.
A fare da cicerone a questa storia un inquietante Pulcinella che infesta i sogni di Fanny e li rende vivi e pericolosi.
Insomma, in questo romanzo troverete tutto: realtà, magia, storia, leggende, bontà, cattiveria, umiltà e arroganza.
Una storia intricata che vi trascinerà con se fino a rendervi parte delle sue vicende, ricca di personaggi magnifici, perfettamente caratterizzati e capaci di entrare subito nel profondo del lettore. 
Rispetto al suo romanzo d'esordio ho solo trovato un filo meno di particolarità, una storia meno inusuale ma comunque anche questo nuovo lavoro è promosso senza riserve!
Ora spero non mi toccherà aspettare altri quattro anni per leggere ancora Lavinia perché di autori così capaci ce ne sono pochi!



VOTO:


12 commenti:

  1. Lo so che sono una brutta persona, ma mi manca ancora il primo di quest'autrice... però voglio leggerli entrambi, promesso!

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    1. Davvero! Speriamo non ci faccia aspettare ancora cosi tanto per il prossimo.

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  3. devo assolutamente leggerlo. dopo il ladro di nebbia aspettavo anche io un suo nuovo libro e finalmente eccolo qui

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  4. Non ho letto nulla di questa autrice, ma devo dire che mi ha incuriosita davvero molto ☺️☺️ vedrò di farci un pensierino ☺️☺️☺️

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  5. Bellissimo, letto tutto d'un fiato

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  6. Consigliato lettura scorrevole e coinvolgente

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