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martedì 21 aprile 2020

Recensione #351 - ...che Dio perdona tutti di Pif

Buongiorno lettori, eccomi di nuovo qui con una nuova recensione. Oggi vi parlo di ...che Dio perdona a tutti di Pif edito da Feltrinelli, pag. 186.

Trama: Arturo è un trentacinquenne che ha poche passioni che, con scarso successo, cerca di condividere con gli amici di calcetto. La più importante e irrinunciabile sono i dolci, in particolare quelli con la ricotta. Almeno fino a quando entra in scena lei, Flora: la figlia del proprietario della pasticceria che fa gli sciù più buoni di Palermo. E in un istante diventa la donna dei suoi sogni. Sveglia, intraprendente, ma anche molto cattolica, Flora sulla religione ha la stessa pignoleria di Arturo sui dolci, ed è proprio così che lui la conquista, interpretando Gesù durante una Via Crucis. Flora s’innamora e per un periodo felice i due stanno insieme, senza che lei si avveda della sua indifferenza religiosa e, naturalmente, senza che Arturo la confessi… Quando lei se ne accorge, Arturo, un po’ per sfinimento e un po’ per provocazione, reagisce con insolita fermezza: seguirà alla lettera la parola di Dio. Per tre settimane…
Comico, surreale, straordinario: il Pif che noi tutti conosciamo anche su carta.


Ho preso in mano questo libro che avevo posato sul comodino da più di un anno e mi aspettavo qualcosa di esilarante, che potesse aiutarmi in questo difficile periodo di poca concentrazione, invece ho trovato un Pif nuovo, che non mi aspettavo, introspettivo e capace di portare il lettore alla riflessione su un tema importante come quello della religione. Ho fatto un po' fatica perchè mi aspettavo qualcosa di più leggero però è stata una lettura interessante ed ora vi spiego perchè.

"Lei mi vuole cattolico praticante. Bene, allora praticherò ogni santo giorno la parola del Signore e seguirò gli insegnmenti dei cinque evangelisti!" Ed evidenziai le prime tre settimane. Solo dopo mi ricordai che gli evangelisti erano quattro.

Arturo è un agente immobiliare palermitano, abituato a mentire pur di portare a casa il risultato. Il suo mondo è fatto - olte che del lavoro - di partite di calcetto con capo e colleghi ma anche di una grandissima passione: la pasticceria. Trascorre il suo tempo libero frequentando pasticcerie e mangiando dolci, facendosi addirittura detestare dai camerieri delle pasticcerie che frequenta perchè elargisce consigli non richiesti.
Sembra quasi un segno del destino quindi, quando proprio in pasticceria incontra Flora, che come lui sembra conoscere i segreti più nascosti della pasta di mandorle.
Ma Flora non è una cliente qualunque anzi, è la figlia di un notissimo pasticcere della città e proprio lei ha appena aperto un nuovo negozio con cui allieta i palati più esigenti. Quando Arturo inizia a frequentare il negozio di Flora i due sembrano proprio parlare la stessa lingua. Per due anime affini come loro è quindi praticamente scontato innamorarsi e vivere una vita strepitosa.
Per un periodo è anche così. I due si frequentano, si innamorano, vanno a vivere insieme e vanno d'amore e d'accordo... due anime gemelle insomma. Tutto perfetto fino a quando Flora, grande religiosa, si rende conto che la fede di Arturo è superficiale ed inizia a spronarlo ed essere un cristiano migliore.
Arturo decide di provocarla e inizia a seguire alla lettere la parola del signore, astinenza sessuale compresa. È proprio con il cambiamento repentino di Arturo che vengono alla luce le possibili contraddizioni di chi si ritiene un perfetto cattolico.
Attraverso questa storia, l'autore porta Arturo - e il lettore con lui - ad interrogarsi su quale sia effettivamente il modo giusto di vivere la fede, su quali regole sia giusto rispettare alla lettera e quali invece si possano vivere in modo più "libero".
È giusto mentire, anche se a fin di bene? È giusto pregare il signore per ricevere "in regalo" un figlio o la donna ideale? È giusto professarsi cattolici perfetti se poi non si mettono in pratica alla lettera le cose che si professano? Come è giusto applicare le regole religiose nei confronti degli amici? È giusto andare dritti per la propria strada sempre e comunque o è meglio cercare di smussare gli angoli per affrontare la vita di tutti i giorni.
Lo sviluppo della trama e i rapporti tra i personaggi ci mostrano quanto la fede possa intervenire in modo molto importante sulla vita personale di una persona, soprattutto se portata agli eccessi ma ci fa anche interrogare su quanto sia giusto cambiare per far felice i nostri cari
Insomma, una lettura che credevo leggera e divertente ma che è invece capace di smuovere le riflessioni più profonde. 
Lo stile è leggero, a tratti divertente, ma forse non abbastanza per smorzare l'importanza del tema. Un tema che non è detto possa interessare a tutti e che forse trattato diveramente avrebbe potuto fare la differenza. Ho in mente ad esempio A volte ritorno di Niven dove un tema talmente importante è stato trattato in maniera così esilarante da poter essere, secondo me, più compreso e più apprezzato.
Chissà, probabilmente in un momento di minore difficoltà sarei riuscita ad amare molto di più questa lettura ma tant'è, il parere su un libro è sicuramente soggettivo e molto condizionato dal momento in cui lo stesso viene letto.
Avete letto questo libro? Vi è piaciuto? sarebbe bello confrontarsi!




VOTO:


8 commenti:

  1. Non ho letto questo romanzo, ma il modo di affrontare il tema mi lascia sinceramente perplessa... credo che la religione (e ancor più la fede) sia un ambito estremamente personale e difficile da affrontare, ma il mio modestissimo parere è che scrivere un romanzo con il taglio che ha deciso di dargli Pif risulti un po' troppo cerchiobottista. Anch'io ho letto e adorato A volte ritorno e credo di capire molto bene il tuo punto di vista. Io penso che, con un argomento del genere, o hai il coraggio di "rischiare" un pochino o è meglio evitarlo tout court.

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    1. Magari non ho capito io qualcosa e non è detto che abbia capito a pieno il senso del taglio che ne ha dato. Sarebbe bello confrontarsi con qualcuno che invece lo ha apprezzato di più!

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  2. Eh no, non sono io quella che potrà fornire interessanti spunti alla conversazione, perché l'ho trovato insulso, ma insulso, da essere stata felice di averlo scaricato in super offerta. Credo che abbia deluso molti, perché io avevo proposto una lettura condivisa nel mio blog e non è piaciuto a nessuno.

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    1. Ecco non so... Continuo a chiedermi se avessi io aspettative sbagliate! Mi consolo un po' 😊

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  3. Ciao Daniela,
    anch'io non porto buone nuove su questo fronte 😉 anche se x interposta persona. Perchè è mia sorella che lo legge e a cui piace. A me, sentendola raccontare, dà l'idea del "piacione" che deve portare a casa l'obiettivo. Ma come detto, è un'impressione non di prima mano, quindi da non tenere in grande considerazione.
    Buona giornata e buone letture, che spero siano "rientrate" nella tua casa 😀
    Ciao, Marina

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    1. Mi è sembrato quasi un modo per mostrare la fede in modo negativo. Come se volesse dimostrare che sarebbe impossibile vivere completamente secondo i dogmi. Forse un po'semplicistica come cosa ma magari non ho capito niente io ahahaahah

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  4. Non ho mai letto un romanzo che tratta della fede e di come essa possa aiutare le persone che la hanno, forse in parte ho trovato questo aspetto in Ciò che inferno non è ma comunque in modo marginale.

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