Buongiorno lettori, come state? Non state sbarellando, sono di nuovo qui con una recensione, dopo così pochi giorni dalla precedente. Sono riuscita a trovare qualche ora per cercare di riprendere in mano il blog - non è facile con un figlio di quasi due anni che non ha svago alcuno se non stare attaccato ai miei pantaloni - e quindi eccomi qui, finchè dura!!! E siccome sono indietro che più indietro non si può oggi torno per parlarvi della delusione delle scorse vacanze estive. Sì, avete capito bene, ho letto questo libro in agosto e ancora non ve ne avevo parlato. Ma mica è l'unico... Chissà se prima o poi riuscirò a parlavi anche degli altri. Non vi prometto niente, ma ci proverò!
Per il momento vi parlo de L'estraneo di Ursula Poznanski e Arno Strobel edito da Giunti per la collana Le Chiocciole, pag. 368.
"Resto ammutolita. Quello che ha appena detto è talmente lontano da ciò che mi ero aspettata che ho bisogno di qualche secondo per realizzare. Siamo fidanzati. Quindi non è solo uno stalker, no, molto peggio... È pazzo! Uno di quelli che vivono in un mondo tutto loro, che soffrono di allucinazioni."
Joanna ed Erik sono fidanzati, o almeno così ricorda lui. Già, perché quando torna a casa dopo una difficile giornata di lavoro si ritrova davanti una donna che lo guarda con terrore e che brandisce un fermacarte per paura che lui voglia violentarla. Gli oggetti appartenuti ad Erik - fino a quella mattina sparsi per casa - sono scomparsi dall'appartamento in cui convivono e lei non ricorda più nulla di lui e di quello che, a quanto pare, era una amore fortissimo.
Lei non si fida di lui, lui non capisce cosa le sia potuto succedere. Chi mente? I due sono veramente così innamorati come lui sostiene oppure la sta imbrogliando ed il suo scopo è un altro?
Solo le persone che li conoscono posso confermare o smentire una o l'altra verità. Tocca alla loro amica Ela farlo, che non capisce come Joanna possa aver dimenticato tutto quello che riguarda Erik, e nient'altro.A costo di sembrarle dura le consiglia di farsi vedere - da uno bravo le avrebbe suggerito un'amica vera - perchè è come se il suo cervello avesse deciso in modo cosciente di eliminare dalla sua vita solo lui e gli avvenimenti che lo riguardano.
Con queste premesse il lettore si aspetta un thriller psicologico con i fiocchi, quelli dove potrà provare a capire cosa sia successo nella mente di Joanna, riflettendo su indizi più o meno grossi che gli autori dovrebbero spargere tra le pagina. E invece no.
Quello che comincia come un thriller psicologico che prova a portare il lettore nella mente dei personaggi per duecento pagine senza praticamente mai evolvere, diventa all'improvviso un thriller d'azione, con intrighi internazionali e scene che rasentano l'incredibile. Entreranno in gioco personaggi mai conosciuti, avvenimenti di cui al lettore non viene dato che un piccolo, misero, accenno; ci saranno scene che forse potrebbero essere perfette per un futuro cinematrografico ma che, durante la lettura, mi hanno portato a pensare che fossero esagerate, scontate e anche poco consone al tipo di libro che per più di duecento pagine mi era stato presentato.
Sarà che mi aspettavo tutta un'altra cosa, sarà che forse tutto è stato tirato tanto, troppo per le lunghe, ma mi sono annoiata da morire e mi sono trascinata la lettura per dieci giorni, tanto da essere arrivata alla fine senza entusiasmo.
Difficilmente abbandono i libri quindi ho provato a portarlo a termine e questo mi è costato la poca voglia di leggere e la lungaggine nella lettura.
VOTO:
oh ma che peccato. la storia sembrava davvero appassionante è restare delusi è proprio spiacevole
RispondiEliminaNon puoi capire, veramente una delusione!!!
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