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venerdì 12 marzo 2021

Letture con Marina #123 - Recensione di Una furia dell'altro mondo di Lisa de Nikolits

Buongiorno lettori, è venerdì e, come di consueto, lascio la parola a Marina e alla sua recensione.




Il Paradiso non conosce furia maggiore
Dell’amore che volge in odio
Né l’Inferno una furia pari a quella
Di una donna ingannata.
(William Congreve, 1697)

Ti
tolo: Una furia dell'altro mondo
Autore: Lisa de Nikolits
Casa editrice: Edizioni Le Assassine, 2019
Pagine: 398
Traduzione: Tiziana Prima
 
Trama: Un thriller divertente, sentimentale, un po’ filosofico e allo stesso tempo ironico, surreale, ma anche un po’ truce. Non potrebbe essere diversamente con la protagonista Julia Redner, un prototipo di donna in carriera stile "Il diavolo veste Prada", che si ritrova in un Purgatorio molto simile a un aeroporto, dotato di tutti i comfort che si possano desiderare. Non sa perché sia finita lì, ma quando finalmente comprende chi era sulla Terra e cosa le è successo, le si aprirà una seconda chance di riscatto e di vendetta.



 
RECENSIONE:   
Sintetici i capitoli: Parte I: LA’… Parte II: QUI… Parte III: QUI e LA’… Ma è ciò che c’è nel mezzo che fa la differenza, in questo romanzo che definire meramente thriller è un peccato mortale. E a tal proposito, penso che mai come in Italia, quando si parla di Purgatorio, sottintendendo necessariamente anche il Paradiso e l’Inferno, non possa che venire in mente un unico grande autore, che in questi “Imperi” ha tratteggiato creature indimenticabili, nel bene e nel male.

Non scherza nemmeno la De Nikolits, con questo romanzo che è ambientato inizialmente in Purgatorio, una sorta di NON LUOGO, dove sostano le anime, in attesa di capire la direzione da prendere. Che non è scontato quale sia, perché in casi eccezionali, alcune anime potranno tornare persino sulla Terra. L’autrice, pubblicata in Italia dalle Edizioni le Assassine, confeziona un Purgatorio che sembra una grande sala di aspetto di un ancor più enorme aeroporto. In esso si può trovare di tutto, a determinate condizioni. Va da sé che talune altre cose, tipo alcolici o vasche da bagno, sono proibite.

Julia Redner, la nostra protagonista, si risveglia in questo enorme e strano aeroporto provando dolori atroci in ogni singola cellula del corpo. E quando finalmente riesce a rimettersi fisicamente in asse, le ci vuole ancora del tempo per poter credere di essere morta ed in Purgatorio. L’inizio del romanzo è un susseguirsi in rapidissima successione di pagine interessanti che scorrono via velocemente, per il modo di raccontare senza fronzoli ma interessante ed originale. Nessuna descrizione che non sia calibratissima: né poco, né troppo, invogliandoci a proseguire senza interruzioni, per capire cosa sta succedendo. Ad esempio, perché a tutti i morti che arrivano in Purgatorio non è dato ricordare la vita terrena e i ricordi devono essere recuperati per gradi? Va da sé che in alcuni casi tali memorie saranno un premio e in alcuni altri casi una punizione abominevole che a posteriori le persone morte non avrebbero voluto recuperare. Ma a che scopo tutto ciò?

E mentre i lettori si scervelleranno per capire il perché di questa trama, leggeranno che naturalmente sarà così anche per la nostra Julia, che nella vita terrena è stata una stronza che si è fatta da sé, ma che una volta in vetta alla scala gerarchica lavorativa e sociale, non si è peritata di manovrare meschinamente le persone, arrivando ad eccessi di regalie, shopping o furto compulsivo, oltre che a rapporti interpersonali basati esclusivamente sul sesso e su sordide dinamiche di potere.

E’ Agnes, una ragazzina piena di piercing, che fuma peggio di una ciminiera, che “raccoglierà” in aeroporto una Julia stranamente disorientata e le spiegherà dove si trova e cosa è diventata in quel frangente, facendole girare il Purgatorio e dandole le dritte principali per “vivere” un po’ meglio la situazione. Una vita appena sbocciata la sua e finita ancor prima di iniziare, per una stupidata madornale che lei e il suo giovane ragazzo pagano troppo cara.

E’ incredula finanche Julia di far squadra con un gruppetto di ragazze e donne, arrivate prima di lei, e che solo con il suo arrivo sembrano aprirsi le une alle altre, confidando le vite terrene con errori, delusioni ed oramai inutili rimpianti.

Del gruppetto fanno parte Samia, giovane pakistana morta ad un rave party per non aver saputo dire di no ad un amico che le offriva droga e che in Purgatorio si occupa di far sentire a suo agio i morti, offrendo loro compassione e squisite bevande calde; Isabelle, assatanata sessuale che faceva sesso solo con estranei, morta durante una seduta di bondage, nemmeno soddisfacente; Tracy la cicciona, che si è suicidata e che in Purgatorio trova il suo sfogo sfornando appetitosi dolcetti; Grace, moglie devota e succube di un famoso quanto pazzo chirurgo estetico. E poi ci sono alcune persone che possono dispensare a queste anime in stand-by alcuni privilegi, come i ricordi, oppure le visioni. C’è Cedar Mountain Eagle, una sorta di psicologo-terapeuta, che odia le parolacce e che aiuta le persone defunte a recuperare la memoria del proprio essere, i ricordi dei propri cari, così come di ciò che siamo stati. E’ un percorso ad ostacoli, dove i ricordi affiorano riportando alla mente alle volte sciocchezze, che poi si ramificano e ci portano là dove il dolore pulsa più forte. E poi c’è la scorbutica Beatrice, che ha facoltà di concedere le Visioni, che altro non sono che la possibilità di vedere nel momento presente ciò che sta succedendo alla persone sulla Terra a noi legate, di solito con episodi legati indissolubilmente a nostre azioni. Anche Beatrice ha dietro di sé una storia di lusso e di privilegi, che però alla fine non le serviranno a nulla, visto che anche lei, anche se in una posizione di maggior prestigio, si trova in Purgatorio.

E stranamente, proprio da quando Julia Redner, la stronza magera, arriva in Purgatorio, Beatrice inizia finalmente a dispensare Visioni, cosa mai fatta prima in questo gruppetto di donne, e sembra provare un istintivo, seppur subito rinnegato, moto di simpatia subitanea nei confronti di Julia, che solo a seguito di una serie di indesiderate e dolorose sedute introspettive con Cedar, ricorda che è morta di una morte violenta, lenta ed atroce.

Ma tutte codeste vite perse e sperse in questo hangar enorme avranno la possibilità, tramite Julia, di sistemare ciò che sulla Terra avevano lasciato, più o meno volontariamente, in sospeso. E la stessa Julia avrà la sua possibilità di riscatto, con il beneplacito più o meno palese di Cedar e Beatrice.

In un finale che è un crescendo di situazioni truci e di una vendetta che consentirà a Julia di regolare tutti i conti, facendo anche pace con il suo passato, ci sia permesso di dissentire da quanto in apertura abbiamo citato di Congreve: perché se è vero che una donna rifiutata può diventare una furia, allora è anche e maggiormente vero che una donna che subisce dei torti può diventare un angelo vendicatore. E non troverà niuno sulla sua strada ad impedirle di compiere il nero fato.

A presto




 

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