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venerdì 9 aprile 2021

Letture con Marina #128 - Recensione di La fortuna aiuta il morto di Stephen Spotswood

Buongiorno lettori, è di nuovo venerdì e torna Marina con la sua recensione.


Fortune Favors the Dead si verifica in questa bolla del dopoguerra, questa cuspide di grandi cambiamenti in cui il paese è ancora euforico per la vittoria e sta appena iniziando a volgere lo sguardo verso l'interno. Pensiamo agli anni '50 come l'inizio di questa età dell'oro per l'America. Ma quell'ideale suburbano del dopoguerra arrivò a spese di molte persone. Chiunque si adattasse al di fuori di quella norma culturale veniva escluso, se non completamente calpestato. Questo è un tema su cui spero di tornare ancora e ancora: per chi è costruito veramente il mondo e chi viene sacrificato lungo la strada…
 (Stephen Spotswood, estratto del 08/2020 dal Publishers Weekly)


Ti
tolo: La fortuna aiuta il morto
Autore: Stephen Spotswood
Casa editrice: Mondadori, 2020
Pagine: 392
Traduzione: Manuela Faimali

Trama: New York, 1942, notte fonda. Willowjean "Will" Parker racimola qualche soldo facendo la guardia in uno spettrale cantiere edile armata di una spranga di piombo. Nonostante le apparenze, sembra proprio che si trovi nel posto giusto al momento giusto. Abile tuttofare del circo e destrissima lanciatrice di coltelli, senza saperlo ha appena salvato la vita alla detective privata più famosa e meno ortodossa della città: Lillian Pentecost, una distinta signora in tailleur che, a causa di una malattia degenerativa, si aggira sostenendosi con un bastone. E quando qualche giorno dopo Lillian la contatta, Will non può credere alle sue orecchie: Pentecost le sta offrendo di diventare il suo braccio destro in cambio di uno stipendio, vitto e alloggio e l'iniziazione ai suoi peculiarissimi stili d'indagine. Quando tre anni dopo Abigail Collins viene trovata morta nella sua lussuosa abitazione durante una festa di Halloween e la polizia brancola nel buio, Pentecost e Parker entrano in azione. Più facile a dirsi che a farsi, in un caso che vede protagonisti messaggi dall'aldilà, una languida spiritista e Becca Collins, l'affascinante figlia della morta per cui Will perde pericolosamente la testa…
 
RECENSIONE:   

Recentissimo hard-boiled al femminile, allo stesso tempo inconsueto e che dà una svolta alla classica narrativa del genere, svecchiandola ma riuscendo a mantenere saldi il ritmo ed i canoni che ne hanno fatto un genere così apprezzato dai lettori. Il romanzo è efficacemente ambientato nella New York del 1945, in una città ed in un Paese dimentichi da poco del proibizionismo ed appena usciti dalla Guerra e all’inizio di un periodo di benessere economico. Ed è proprio da qui che l’autore intende partire per parlarci di ciò che gli sta a cuore e per sovvertire gli stereotipi del genere hard-boiled, oltre a scrivere un ottimo giallo, che ruota intorno al classico caso della stanza chiusa.

Gestito come un stupendo e rutilante spettacolo teatrale, il romanzo non manca all’apertura dell’elenco dei personaggi coinvolti in questo dramma, che parte dalla festa di Halloween, in serata infrasettimanale, dove la famiglia Collins, come da tradizione, invita nella sua magione amici, gente bene e tutti gli alti dirigenti - e relative consorti - che lavorano all’interno della ditta, che in occasione della guerra ha riconvertito parte della produzione originale per poter produrre armi da vendere al governo. In tutto un centinaio circa di persone.

“Qualcuno che si diverte a muovere i fili delle persone che muovono i fili”. Ma chi?

Nessuno ed allo stesso tempo chiunque presente alla festa avrebbe avuto un motivo valido per uccidere la vedova dello spietato magnate dell’acciaio, suicidatosi solo un anno prima. L’ex socio del marito, ad esempio, nonché padrino dei figli di lei, i bellissimi gemelli Randolph e Rebecca Collins, ricchissimi ventenni che al compimento del ventunesimo anno di età erediteranno le quote della milionaria industria dell’acciaio. Oppure i facenti parte del Consiglio di Amministrazione dell’azienda, rancorosi verso la vedova Abigail, che in un rigurgito di tardiva morale, vorrebbe che l’azienda non fornisse più armi al governo, pur con la prospettiva di perdere milioni di dollari e probabilmente finire nel giro di pochi anni in bancarotta. Oppure forse la medium Ariel Belestrade, consulente spirituale della Upper East Side e di Abigail, che forse proprio grazie a questa donna misteriosa e comparsa dal nulla, sembra voler far modificare la destinazione d’uso dell’acciaio prodotto dall’industria di sua proprietà. Movente ed opportunità, come nel più classico dei gialli: chi fra tutta questa bella gente, ha avuto entrambi a portata di mano proprio quella sera e ne ha approfittato?

“I gialli seri sono fatti così”. Le domande sono sempre più delle risposte. Poche cose si risolvono in modo chiaro e preciso come nei romanzetti da due soldi”.

Durante la festa, un principio di incendio proprio nello studio dove un anno prima il padrone di casa, il Sig. Collins, si è suicidato. E dove proprio poco prima si è consumato lo sceneggiato ordito da Abigail e dalla medium. La porta chiusa a chiave da Abigail stessa, che è ancora all’interno dello studio. Lo sfondare della porta. Lo spegnimento del principio d’incendio e la macabra scoperta del cadavere di Abigail, seduta alla scrivania, con il cranio sfondato dalla boccia di vetro che è servita per le divinazioni. Palla di vetro che è stata poi lanciata nel caminetto…

Tornando indietro nel racconto che Willowjean ci narra in prima persona e che in realtà è la vera apertura del romanzo, sappiamo che tre anni prima rispetto a quanto è successo alla povera Abigail, Will e la detective Pentecost si sono incontrate casualmente e Will, dopo aver evitato per un pelo di ammazzarla con una sprangata in testa, salva la vita alla detective, accoltellando un uomo che sta per spararle. Troppa carne al fuoco? No, se a raccontare questa vicenda, che si innesterà con il dramma della famiglia Collins, è Stephen Spotswood, giornalista e sceneggiatore, che si è occupato a lungo delle conseguenze della guerra in Iraq e in Afghanistan e dei veterani. Ed è proprio grazie a queste sue esperienze che l’autore decide di plasmare la sua investigatrice privata Lillian Pentecost, prendendo ispirazione da Holmes, Poirot, Marple e Nero Wolfe e tutti gli altri detective che fanno affidamento sul cervello oltre i muscoli. Ma è anche e soprattutto “un prodotto dei miei anni nel giornalismo medico imparando a conoscere le malattie croniche e l'impatto che hanno sulla vita di una persona. Ero perfettamente consapevole che c'era una carenza di quel tipo di rappresentazione e volevo creare una donna brillante e capace che non si occupasse solo dell'impatto della sclerosi multipla, ma che prosperasse nonostante questo”. Un’investigatrice sulla quarantina, con un background investigativo alle spalle e “un volto segnato dal tempo che aspetta con pazienza l’arrivo della tempesta”. Suo alter ego e stupenda figura di investigatrice in erba è Willowjean, un po’ l’alter ego dell’Archie Goodwin di Nero Wolfe (pur con i necessari distinguo), che dopo essere scappata di casa e aver vissuto cinque anni in un circo itinerante ed avendo assorbito molte delle abilità dei vari artisti, incontra casualmente la detective Pentecost e rimarrà con lei ad imparare un mestiere che femminile proprio non è, un po’ come Will stessa, figura bisessuale piccola ed esile, ma con una matassa di riccioli rossi, che forte della propria giovinezza, non si preoccupa di intrecciare relazioni sentimentali senza badare al sesso di appartenenza, incurante del periodo storico cui appartiene. Ed è proprio uno dei suoi contatti, un ex giornalista caduto in disgrazia a causa del suo orientamento sessuale, che verso la fine del romanzo le darà la dritta per la risoluzione del caso Collins e al contempo la metterà in guardia, affermando che “le cose si stanno mettendo male. La guerra ha distolto l’attenzione per un po’, ma ora che la gente non è più così distratta torneranno all’attacco e silureranno chiunque possa essere facilmente inquadrato e incasellato!”.

Un ottimo giallo, ben orchestrato e che porta in auge ancora una volta una città al centro del mondo, un mondo che sembra non esserci più, ma soprattutto valori, mancanze e segreti che l’autore si perita di sottolineare puntualmente, senza strafare. Avremmo forse voluto un’investigatrice molto più presente sulle pagine, ma forse la scena è stata volutamente data alla sua giovane assistente, Willowjean Parker, che è oltretutto la voce narrante e che pertanto ci può raccontare quello che vuole. Come l’ultimo insegnamento di Lillian Pentecost: “Tieniti stretto quello che puoi finchè puoi. Non c’è un mondo migliore là fuori. Non ci sarà mai. A meno che non siamo noi a crearlo”.


Piccola news: ad Ottobre 2021 uscirà il nuovo romanzo di Stephen Spotswood, che proseguirà la serie, e che in lingua originale si intitola: “Murder Under Her Skin”, dove ancora una volta sembra esserci la rutilante atmosfera del circo, del burlesque, con altrettanti omicidi, segreti e bugie, con drammi derivanti dalle famiglie di appartenenza e traumi di veterani. E a noi lettori italiani non resta che la speranza di una veloce edizione da parte di Mondadori.

A presto




 

2 commenti:

  1. Ciao Marina! Non conoscevo questo romanzo ma sembra molto interessante, me lo segno! Grazie e buon fine settimana!

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  2. Ciao Nadia, visto in libreria e tra copertina e trama... non ho resistito!
    Ora dovrò attendere il 2° libro della serie, ma temo uscirà in traduzione solo prox anno... Ciao!

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