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venerdì 19 novembre 2021

Letture con Marina #154 - Recensione di Casuali incontri fra estranei di Alison Lurie

Buongiorno lettori, come state? È venerdì e venerdì significa: Marina!!! Vi lascio, come ogni settimana, ad una delle sue recensioni.


Gran Bretagna – Stati Uniti d’America: in letteratura è una bella lotta. E allora, perché non unirli in un unico romanzo, insieme una commedia ed un dramma sentimentale?

    

     Ti
tolo: Casuali incontri fra estranei
AutoreAlison Lurie
Traduzione: Bettina Cristiani
Casa editrice: Astoria, 2019
Pagine: 318

Trama: Due accademici americani, Vinnie, che insegna Letteratura per l'infanzia, e Fred, giovane ricercatore della stessa università, hanno la possibilità di trascorrere un anno sabbatico in Inghilterra. Lei, Vinnie, cinquantenne sola con un matrimonio fallito alle spalle, importanti successi professionali e rassegnata all'indipendenza e alla solitudine, sogna tuttavia un'avventura a Londra, possibilmente, essendo molto snob, con un genio artistico, o perlomeno con un brillante critico letterario. Chi, invece, la farà davvero sognare è un ingegnere dell'Oklahoma, che si occupa di rifiuti: Chuck Mumpson è un po' rozzo, molto americano e si veste più come Bronco Billy che come lord Byron. Il giovane collega di Vinnie, Fred, bello in modo irresistibile, avvilito per il recente abbandono della moglie, si invaghisce di un'attrice inglese ancora più stravagante della consorte. Condotto sull'onda di continue opposizioni, "Casuali incontri fra estranei" è un romanzo di formazione, in questo caso per adulti confusi e insicuri. L'autrice dipinge con bonaria ironia i difetti dell'una e dell'altra sponda dell'Atlantico attraverso una satira di costume che coinvolgerà per certo chi a Londra è stato e se ne è innamorato, chi ama sognare di vite un po' bohémienne e chi semplicemente apprezza un buon libro.

 

RECENSIONE:   


Inconsueto, brillante, corposo e allo stesso tempo leggiadro, questo romanzo della Lurie è quanto di più godibile si possa leggere sulle idiosincrasie tipiche eppure in contrasto tra inglesi e statunitensi, condite con tanta Inghilterra e tanti Stati Uniti d’America, senza che questo appesantisca il romanzo. Una carrellata di situazioni ai confini di quanto potrebbe mai accadere ad una persona “normale”, eppure così ben strutturato e pensato che potrebbe invece accadere.

Il titolo nella traduzione italiana rende poi ottimamente questo concetto: quanto impossibile sarebbe, pensandoci a mente fredda – e quanto invece possibile nella realtà delle coincidenze della vita.

Di fatto un anno sabbatico fra due accademici che più diversi tra loro non potrebbero essere.

Vinnie, Virginia, scialba cinquantenne che non è mai stata appariscente né fisicamente né professionalmente, e che peraltro sta riuscendo meglio di tanti altri in questa sua nuova seconda metà della vita, riesce a farsi accordare, dalla prestigiosa Università in cui lavora (e qui leggendo fra le righe si intuisce che l’autrice parla del suo luogo di lavoro), un periodo lungo sei mesi per andare a Londra spesata, pur con accortezza, per raccogliere ulteriore materiale inerente alla sua professione di insegnante e di autrice, nota nel suo campo.

Fred, giovane insegnante nella stessa Università di Vinnie, al quale viene accordato parimenti un periodo a Londra, che avrebbe dovuto godersi insieme alla moglie, e al quale si pronostica una brillante carriera universitaria.

Vinnie ama Londra e gli inglesi in generale ed è infarcita di pregiudizi negativi nei confronti dei suoi rozzi connazionali. E quindi arriva a Londra piena di aspettative e nascostamente sempre bisognosa di un vero affetto che le colori la vita, pur consapevole che il suo ambito di studio e di insegnamento non è tra gli argomenti più considerati sia all’università che nella vita in generale. Ciò nonostante, imperterrita, pur se sempre nello standard della sua malinconica aspettativa del nulla nei confronti degli altri, continuerà a studiare le filastrocche per bambini con il nome di V.A. Milner con cui è conosciuta nel suo campo. E nonostante il fatto che, in attesa dell’aereo, abbia casualmente letto su una rivista a diffusione nazionale un articolo denigratorio riguardante il lavoro cui si dedica da una vita da parte di un professore di Lingua e Letteratura inglese della Columbia University, che si chiede se davvero il mondo abbia bisogno di una docente che studi a fondo i “poetastri del parco giochi”. Ha fatto il viaggio molte volte, perché come detto adora Londra: sempre voli charter per risparmiare. Questa volta non è stata fortunata, perché l’aereo è invaso da rozzi americani che, come lei, stanno andando a Londra. “Sun Tours”, questo è il nome dell’agenzia che li sta scortando in Gran Bretagna. E lei avrà la sfortuna, pensa inizialmente, di avere come vicino di posto un ruspante Bronco Billy, che a breve la perseguiterà in modo del tutto casuale anche in quel di Londra.

Fred Turner, l’altro protagonista del romanzo, avrebbe adorato Londra e ci si era preparato con delizia, insieme alla moglie, pregustando un fortunato soggiorno nella metropoli, ricco di studio, ricerche e condivisione del bello e un luogo visitato per la prima volta insieme alla sua artistica e appassionata moglie. Bello ed elegante in modo naturale, alto, colto, simpatico: se avete presente l’attore Colin Firth da giovane, potete raffigurarvi la tipologia fisica di questo giovane insegnante. O almeno, nella mia fantasia, Colin Firth si è subito appropriato di questo protagonista fin dalle prime pagine. Fred e Vinnie si sfioreranno diverse volte a Londra: me mentre Vinnie resterà sempre sulle sue e farà poche e scelte amicizie, Fred, proprio grazie al fatto di essere un uomo di bell’aspetto, di buone ed eleganti maniere e di cultura, verrà introdotto in un ambiente artistico altolocato e farà quasi da gigolò ad un’attrice inglese più grande di lui di dieci anni.

Lotte fra università più o meno prestigiose e tra gli stessi insegnanti, fondi pubblici, anni sabbatici stipendiati per ricerche e pubblicazioni su riviste più o meno specializzate, uomini e donne che frequentano questi ambienti e che si ritrovano a vivere in un’altra città con tutte le proprie debolezze, alterigie, idiosincrasie, pregiudizi, fragilità e gioia di vivere e di potersi costruire una vita diversa da quella vissuta fino a quel momento.

Una prosa elegante, condita da humor discreto che a tratti irrompe in un divertito ed acuto ritratto della vita di due coppie improbabili: quella formata da Vinnie e l’americano Chuck, estenuante, a tratti quasi noiosa e giocata sui toni del rimpiattino e della difesa della cerchia che non si vuole allargare – e dall’altra parte la dorata vita londinese di Fred con la sua attrice di teatro, spumeggiante, ricca di incontri e di una vita fuori dall’ordinario e che ad un certo punto assumerà i toni di un mistero.

A tratti, verso il finale, ricorda un po’ il film Notting Hill, per la scena in cui Fred guarda da lontano la sua amata recitare e la sente parlare con un collega della loro storia d’amore. O forse è vero proprio il contrario, visto che il romanzo è stato scritto nel 1984 ed il film ha visto la luce nel 1999. A tratti, come giustamente riportato da Astoria, capace di inserirsi tra Henry James ed Edith Wharton, questo romanzo che prende avvio in un tempo non lontano dal nostro ma in cui ancora non esistevano i cellulari e la posta elettronica è una meravigliosa rivisitazione della cultura anglosassone ed americana, insieme una commedia ed un dramma sentimentale, con un finale inaspettato e che per la sua bellezza non stupisce abbia vinto il Pulitzer nel 1985.

A presto




 

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