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giovedì 9 dicembre 2021

Lettori intorno al mondo: Oceania - Marina vi porta in un viaggio attraverso le isole della Melanesia e della Polinesia

Buongiorno lettori, torna la rubrica dei viaggi. Ultimo appuntamento per questo 2021. Speriamo di avervi tenuto compagnia senza ammorbarvi troppo!

Questo mese vi portiamo in Oceania. Dopo Nadia che la scorsa settimana vi ha portato in Tasmania - post cliccando qui oggi Marina vi fa fare un viaggio attraverso le isole della Melanesia e della Polinesia. Prendete tutto l'occorrente e partite con noi!



Buongiorno Viaggiatori vicini e lontani! Quest’oggi, per l’ultimo appuntamento turistico dell’anno, nell’ultimo continente che avrei voluto visitare in questo 2021 - dipenderà forse dal fatto che è stato l’ultimo ad essere scoperto? - e come già anticipato lo scorso 2 Dicembre da Nadia in viaggio in Tasmania sul Desperate Bookswife Blog, Vi porto sulle tracce del viaggio di Jack London del 1907-1908, attraverso le isole della Melanesia e della Polinesia. In attesa di scoprire le prossime ed ultimissime tappe del 16 Dicembre con Baba e del 23 Dicembre con Daniela.
RACCONTI DEL PACIFICO di  JACK LONDON – Guanda, 2019 – Trad.: Attilio Veraldi – 201 pagg.



Per chi come me ha una vaga idea spazio temporale dei luoghi, qui sotto la stupenda palla della Terra, dove potete prendere spunto per curiosare questo continente, che deve il suo nome al termine "oceano", per il ruolo fondamentale che il Pacifico ha nell'unire le migliaia di isole che ne fanno parte: più di trentamila!

L’Oceania, o Continente Nuovissimo, è il continente della Terra che ha come parte continentale l'Australia e che comprende la maggior parte delle isole dell'oceano Pacifico: Melanesia (inclusa la Nuova Guinea), Micronesia e Polinesia (inclusa la Nuova Zelanda).



L'appellativo "nuovissimo" deriva dal fatto che, eccetto l'Antartide, fu l'ultimo a essere scoperto dagli europei e l'ultimo a essere completamente popolato dall'uomo.

L'Oceania è suddivisa tradizionalmente in quattro parti, secondo uno schema utilizzato anche dalla Commissione statistica delle Nazioni Unite nella suddivisione del mondo in macroregioni, a fini meramente statistici:

Suddivisione tradizionale: Australia; Melanesia (inclusa la Nuova Guinea); Micronesia; Polinesia (inclusa la Nuova Zelanda).

Macroregioni ONU e Geoschema ONU:

La suddivisione tradizionale è dovuta all'esploratore Jules Dumont d'Urville che nel 1831 la propose alla Société de Géographie a Parigi, facendo una classificazione in quattro parti delle isole oceaniche (Polinesia, Micronesia, Malesia e Melanesia), sulla base degli stereotipi razziali occidentali (pelle nera o pelle più o meno bruna, capelli ricci o capelli ondulati o lisci, cannibali o selvaggi di tipo più mite), criteri ora diventati sorpassati. Dumont d'Urville creò così le categorie Melanesia ("isole nere") e Micronesia ("isole piccole"); il termine Polinesia ("isole numerose") era stato invece introdotto un po' prima da Charles de Brosses. (da Wikipedia)



Fatta questa premessa doverosa, che mi ha consentito di focalizzare meglio località e popolazione, prima ancora di leggere Jack London, mi sono lasciata affascinare da Erica Vecchio che con il poetico titolo “Un Oceano di Sguardi”, edito da Soldiershop Publishing, porta i lettori “alla scoperta del Pacifico da parte degli europei, e gli oceanini alla scoperta dell’Europa”.


L’autrice, oltre alla storia che parte appunto dalla scoperta di questo nuovo continente, ci spiega il motivo per cui il Pacifico è stato a lungo considerato come un argomento di seconda categoria della ricerca storica. E in breve, la motivazione consiste nel fatto che il vasto oceano è stato concepito come un grande ostacolo, una barriera. Secondo la storiografia eurocentrica, in effetti, il Pacifico nell’età moderna non sarebbe altro che un oceano remoto e sconosciuto, l’ultimo ad essere entrato nella storia europea e nella rete globale delle relazioni internazionali a causa delle difficoltà del suo attraversamento.

Come di solito succede, finchè non ci si sta interessando ad un dato argomento, non ci si rende conto che come un corso e ricorso storico, questo torna alla ribalta. E’ proprio il caso di Jack London, autore la cui riscoperta popolare sconfessa ad esempio uno stimatissimo Cesare Pavese che decise insieme ad altri stimati professionisti di non dare spazio alla voce di questo autore sulle antologie della narrativa americana.

Personalmente conoscevo questo famoso autore solo per l’arcinoto “Zanna Bianca”, che ho sempre rimandato come lettura. Ed ora gli preferisco sicuramente “Racconti del Pacifico”, Guanda 2019, e scopro uno scrittore che appassiona il lettore in una serie di racconti che, terminati, non si è in grado di separare gli uni dagli altri, ma che danno voce corale ad indigeni ed usurpatori bianchi, in un viaggio che London ha effettivamente compiuto tra il 1907 ed 1908 nelle isole della Melanesia e della Polinesia. Racconti che ancora ci parlano di eroi fragili e al contempo solitari, di grande spessore umano, sulla scia di itinerari di altrettanto grandi scrittori come Melville e Stevenson. Ma di questo libro io e Daniela Vi parleremo più diffusamente in un post dedicato a Jack London.

E quindi via si parte! E se è vero che quando si parla dell’Oceania viene subito in mente l’Australia e la Nuova Zelanda per la loro estensione e per la “moda” di emigrare lì degli ultimi anni, direi in controtendenza di scoprire angolini dell’infinità di arcipelaghi composte da tantissime isolette che la formano: come Micronesia, Polinesia e Melanesia.

In questo periodo dell’anno, stanchi del lavoro, di beghe familiari e del ritmo frenetico della nostra vita, Vi vorrei portare in un luogo che ci permetta di scordarci di noi stessi, e che ci consenta di vivere le esperienze di viaggio come fossimo nuovamente degli adolescenti, per dimenticare l’oppressione del tempo che scorre inesorabile e per riscoprire le terre dei sogni ad occhi aperti: tra riposo, sport meravigliosi anche per non appassionati e perchè no, riposo in un ambiente da favola!

MELANESIA:

Spiagge d’alabastro, sole splendente e caleidoscopiche barriere coralline: le isole Fiji sono il luogo ideale per dimenticare il resto del mondo, dove rilassarsi all’ombra delle palme e nuotare tra pesciolini variopinti, scegliendo una a caso tra le oltre 300 isole che compongono l’arcipelago. Le Fiji, con paesaggi frastagliati, spiagge costellate di palme e barriere coralline con lagune limpide, hanno mantenuto un aspetto e un carattere originari che vi permetteranno sia di ammirare una natura incontaminata sia di scoprire tanti elementi della cultura melanesiana. Non perdete la visita alle due isole principali, Viti Levu e Vanua Levu, montuose e ricoperte di una fitta foresta tropicale, la multietnica capitale Suva e il tempio induista di Sri Siva Subramaniya Swami a Nadi. Le Fiji offrono splendide opportunità per dedicarsi alle immersioni e allo snorkeling, in particolare nelle isole Mamanuca e Yasawa, che vi faranno pensare all’ultimo paradiso in terra. Se desiderate visitare un posto indimenticabile, fate un’escursione al Parco nazionale Sigatoka Sand Dunes, un esempio importante della volontà di tutelare l’ambiente. Le dune sorgono lungo la Coral Coast, vicino alla foce del fiume di Sigatoka e sarebbero il risultato dell’erosione fluviale dell’entroterra costiero; il Parco custodisce piante endemiche e centinaia di differenti specie animali, tra cui uccelli esclusivi delle Isole Fiji. Curiosità: Fiji si trova a cavallo della linea convenzionale del cambio data, infatti i figiani sono i primi a festeggiare l’anno nuovo.

Le perle dei Mari del Sud: quindici isolette disseminate su due milioni di chilometri quadrati di oceano: le isole Cook sono le perle dei Mari del Sud: palme da cocco ombreggiano spiagge di sabbia bianca e scintillante, pesci tropicali nuotano nelle lagune turchesi e onde trasparenti si infrangono sulla barriera corallina. L’isola di Aitutaki è ineguagliabile, grazie alla spettacolare laguna che la circonda tingendola di sfumature e trasparenze, a ragione considerata una delle più belle del mondo. L’interno è rivestito di piantagioni di banane, cocco e altri alberi di frutta tropicale che si alternano alle foreste. Fate un’escursione sulle vicine isolette disabitate, dove tutto invita ad abbandonarsi alla contemplazione del mondo naturale e a sentir trascorrere la lentezza del tempo. La moderna Rarotonga invece, isola vulcanica rivestita di una splendida foresta tropicale, offre eccellenti bar, ristoranti, boutique e una vivace vita notturna: qui potrete non solo rilassarvi sulle spiagge, ma anche assistere a spettacoli di danze locali, visitare il colorato mercato settimanale, acquistare oggetti di artigianato come cappelli, tessuti, sculture in legno e ricami, fare conoscenza con la gente del posto. Durante tutto l’anno potrete partecipare a feste dal significato storico e culturale, come Te Maeva Nui nel mese di luglio, la più importante: l’indipendenza viene celebrata con sfilate, danze, percussioni, canti, gare e tante altre manifestazioni coinvolgenti. (da Edenviaggi.it)







MELANESIA:

È composta da: Palau, Isole Marianne Settentrionali, Guam, Isole Marshall, Nauru, Kiribati, Stati Federati di Micronesia. Le isole della Micronesia sono situate a nord dell’equatore, e sono le meno frequentate dai turisti rispetto al resto dei raggruppamenti di isole. Palau è senza dubbio la destinazione più interessante tra queste isole.

REPUBBLICA DI PALAU:

Le tante isole di origine rocciose situate ad est delle Filippine che punteggiano l’Oceano Pacifico formano l’arcipelago dello stato di Palau. In esse sono presenti numerosissimi laghi salati dalle acque turchesi e cristalline dove ci si può recare soprattutto nei mesi che vanno da dicembre a febbraio per passare un inverno rilassante al caldo. L'isola di Koror era la sede dell'omonima antica capitale, ed è il centro dei commerci dell'arcipelago. Babeldaob, l'isola più grande, ospita l’attuale capitale, Ngerulmud, oltre a montagne e spiagge sabbiose sulla costa est. A nord, antichi monoliti di basalto noti con il nome di Badrulchau si ergono nei campi erbosi, circondati da alberi di palma.

A Palau si arriva praticamente solo di notte con voli da Manila, Tokyo, Seul , Taipei o Guam atterrando sulla pista di Koror, un minuscolo scalo con due finger e praticamente senza check-in. L’arcipelago è un paradiso per i viaggi di nozze e per gli appassionati di immersione. La superficie delle sue isole è invece una giungla, a tratti impenetrabile, che sembra galleggiare sulle verdi acque dell’Oceano.

Alcune delle immersioni più interessanti: Blue Corner : in questo punto la barriera corallina è investita dalle correnti dell’oceano che trasportano i microrganismi che sono alla base della catena alimentare sottomarina, e che via-via si conclude con i grossi predatori come squali e carangidi e barracuda che si osservano stabilmente in questo tratto di mare. Blue Holes: “buchi blu” che iniziano sotto il pelo dell’acqua, attraversano verticalmente la barriera corallina come fossero dei camini e sbucano in pieno oceano. Nautilus Diver: immersione con i Nautilus , veri e propri fossili viventi, di rara bellezza ed intrigante interesse. (da veraclasse.it)


GUAM: una piccola isola, con un grande peso

Guam è un territorio statunitense situato in Micronesia, nel Pacifico Occidentale e fa parte dell’arcipelago delle Marianne. Si contraddistingue per le spiagge tropicali, i villaggi dei Chamorro e le antiche colonne di pietra Latte. L’importanza che Guam ha ricoperto durante la seconda guerra mondiale è resa evidente al War, all'interno del Pacific National Historical Park, dove si trova anche quello che fu un tempo teatro di battaglia: Asan Beach. L’eredità coloniale spagnola è evidenziata nel forte di Nuestra Señora de la Soledad, sulla cima di un promontorio a Umatac.

Situata esattamente a 3300 miglia a ovest delle isole Hawaii, a 1500 miglia a est delle Filippine e a 1550 miglia a sud del Giappone, l’isola di Guam è per gli Stati Uniti un importante hub per le attività di sicurezza nella regione, che sarebbero difficili da effettuare solo dalle isole Hawaii. Sull’isola del Pacifico, infatti, c’è una base dell’Esercito, istallazioni atte a ospitare sottomarini, una pattuglia della Guardia Costiera, una base aerea e i sistemi antimissile del THAAD, grazie ai quali la difesa statunitense può svolgere ogni funzione militare di controllo e di prevenzione di possibili movimenti ostili. Circa il 30% del territorio è quindi occupato da infrastrutture militari, che recentemente è stato anche deciso di rafforzare, trasferendo alcune strutture da Okinawa (in Giappone) a Guam. Inoltre, è da tenere in considerazione un ulteriore aspetto che fa di Guam un luogo cruciale che gli Stati Uniti non possono permettersi di perdere: essendo l’isola sotto la piena autorità del Congresso, non si pone nessun problema o possibile disputa in merito alla sovranità del territorio per poter esercitare le attività militari, come a volte si verfica in altre zone dove gli Stati Uniti hanno una base militare. Mai, quindi, come in quest’ultimo periodo l’isola è fondamentale, date le due maggiori questioni che agitano le acque dell’Oceano Pacifico, cioè quella del Mar Cinese Meridionale e quella della Corea del Nord.




E pensare che io volevo semplicemente andarmi a fare i fanghi con le alghe di Guam!


E per concludere la nostra gita “fuori-porta”:

Isola Macquarie – Tasmania, per incontrare Nadia di Desperate Bookswife Blog e trascinarla via dal porto di Hobart e dal suo bianco ghiacciato, perché, per gli amanti degli animali, se ancora non siete sazi di tutta la diversa fauna vista durante il Vs viaggio, Vi consigliamo l’Isola Macquarie, considerata tra le più belle al mondo, la cui bellezza è data dal paesaggio bagnato dal Mare Antartico e dalla presenza di varie specie marine, tra cui i pinguini.




PICCOLE CURIOSITA’: non potevamo tralasciare di menzionare, almeno come accenno, a: Polinesia francese ed Isole Marchesi di Gauguin- per tirare in ballo l’arte; il cartone animato Moana della Disney, 2016 (o Oceania, in italiano); il film Castaway, con Tom Hanks, ambientato sia a Memphis che in un'isoletta sperduta vicino alle Figi nei primi anni 2000. La pellicola è stata girata in due diversi periodi di tempo a Monuriki, atollo delle Isole Mamanuca, situate vicino a Viti Levu, la più grande isola delle Figi.





Solo a voler curiosare ancora un po’, sono certa troveremmo ancora decine e decine di collegamenti interessanti con questa parte del nostro pianeta.

Ingolositi? E allora andiamo a curiosare di persona!


Buon viaggio,





 Calendario Ottobre:

2 dicembre Nadia sul blog Desperate Bookswife
9 dicembre Marina sul blog Un libro per amico
16 dicembre Baba su Desperate Bookswife
23 dicembre Io sul blog Un libro per amico
 
Se volete aggiungervi e viaggiare con noi, contattateci!

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