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venerdì 28 novembre 2014

Chi ben comincia #63 - Non chiedermi come sei nata di Annarita Briganti

Ciao amici come state? Per me il venerdì è sempre il giorno più bello della settimana, ancora più del sabato o della domenica perchè c'è quella sensazione di euforica attesa che mi rende positiva! E come tutti i venerdì eccoci giunti il momento di una puntata della rubrica Chi ben comincia, ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri
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Per scegliere l'incipit di questa settimana ho attinto dalle mie ultime entrate scegliendo un libro che vorrei leggere a breve perchè mi incuriosisce tantissimo: Non chiedermi come sei nata di Annarita Briganti edito da Cairo. Se seguite il blog sapete che ho seguito la presentazione del libro al bookcity, se vi siete persi il post lo trovate cliccando qui.

REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti




Ho abortito dieci giorni fa.

Ero andata a correre presto. Poi cerali e marmellata, doccia profumata e con il tablet a leggere i quotidiani sulla Plage Beau Rivage. Non c'era nessuno alle nove di una delle ultime mattine dell'anno, tranne un pescatore tozzo, in  piedi con una canna lunghissima a un centimetro dal mare.
"Bonjour."
Ci siamo detti, a quell'ora per me poteva bastare.
Sul lettino rosso e blu la salsedine si mescolava ai jeans Prada, che non tolgo mai. Guardavo le spalle dell'uomo, per un secondo ho invidiato la sua fiducia nel futuro. Non c'erano pesci e, se anche ci fossero stati, sarebbero già stati sterminati dai ristoranti della Costa Azzurra per il cenone di Capodanno.
Dopo venti minuti il ventre s'incendiava, ma nessuno mi aveva avvertito.
Il ragazzo del bar della spiaggia mi ha accompagnato alla toilette, chiedendomi, in francese, se stessi bene.
"I'm fine."
Lo provoco, i francesi ti odiano se non usi la loro lingua.
In realtà avevo paura, il mio famoso sesto senso. Nell'ansia di salvarmi ho dimenticato il tablet e la borsa sul lettino, alle spalle del pescatore speranzoso, che non si sarebbe accorto di nulla.
L'incendio nel ventre aveva prodotto un litro di sangue, che formava misteriosi disegni sullo slip di cotone rosa.
In questi casi è meglio non resistere. Sarei svenuta sul pavimento a righe del bagno, nella spiaggia fuori stagione di un albergo di lusso. Lì fuori, il Boulevard più celebrato del mondo era indifferente al mio dolore. Uto dormiva e non mi sentiva. La mia famiglia si trovava nel Sud del nostro scandaloso e volgare paese e non sapeva niente, come sempre. Perfino Scilla, sorella gemella, in quel momento ignorava la mia voce.
E' finita.
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Lo so, ho trascritto un po' più del solo incipit ma non me la sono sentita di fermarmi prima e spezzare la voce della protagonista a metà.
Già solo da queste poche righe so che questa sarà una lettura forte, che toccherà le corde del mio cuore di donna. Sono pronta ed anche assolutamente disposta a lasciarglielo fare! Un incipit coinvolgente, in cui traspare la sofferenza della protagonista e che ci rende subito spettatori impotenti davanti ad una tale sofferenza. E mi verrebbe da dirle..."non sei sola, ci sono io" ma lei è solo la voce narrante di un libro, o forse no!
Credo che leggerò questo libro a breve!
E voi, cosa ne pensate di questo incipit? 

mercoledì 26 novembre 2014

Curiosità tra le righe #1 - Le lacrime

Rubrica inventata da me in cui, a cadenza casuale, condividerò con voi le curiosità che scoverò tra le righe dei libri. 
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Buongiorno carissimi, come state? Quello di oggi è un post speciale perchè dà il via ad una nuova rubrica a cui pensavo da un po'. 
Per prima cosa devo ringraziare Michy che, nonostante non abbia più una sua rubrica qui sul blog - ma vero che torni Michyyyyyyyyyyy??? - mi aiuta tantissimo con i suoi consigli. In questo caso oltre ad aver ascoltato tutte le mie paturnie - La faccio? Non la faccio? Sarà una buona idea? Interesserà a qualcuno? - ha anche avuto l'idea per il nome quindi questa rubrica è anche un po' sua!!! 
Quindi eccomi qui, la faccio! E spero possa interessare a qualcuno.
Curiosità tra le righe racchiuderà tutte quelle curiosità sparse tra le righe dei libri che si scoprono così, quando meno ce lo aspettiamo, in letture di qualsiasi tipo. 
Vi segnalerò il titolo del libro, l'autore e vi trascriverò le righe del libro in cui se ne parla. 
Per la prima puntata utilizzerò il libro che mi ha fatto venire in mente questa idea. Si tratta de Il suggeritore di Donato Carrisi. Un thriller che ho amato molto anche per le spiegazioni molto particolari ed approfondite delle indagini; è proprio in una di queste che sono venuta a conoscenza di una curiosità di cui non avevo assolutamente idea  che riguarda le lacrime


Ecco il passaggio in cui Carrisi ne parla:
"L'uomo è l'unico essere in natura capace di ridere o di piangere. Questo Mila lo sapeva. Ciò che invece ignorava era che l'occhio umano produce ben tre tipi di lacrime. Le basali, che umidificano e nutrono continuamente il bulbo oculare. Le riflesse, che vengono prodotte quando un elemento estraneo penetra nell'occhio. E le lacrime emotive, che si associano al dolore. Queste ultime hanno una composizione chimica diversa: contengono percentuali molto elevate di manganese e di un ormone, la prolattina.
Nel mondo dei fenomeni naturali ogni singola cosa può essere ridotta a una formula, ma spiegare perchè le lacrime di dolore siano fisiologicamente diverse dalle altre è praticamente impossibile."

Ma ci pensate? Questa cosa mi ha letteralmente affascinata. Il fatto che analizzando una lacrima si possa sapere se questa è dovuta ad una semplice secrezione dell'occhio oppure ad un pianto emotivo mi lascia letteralmente a bocca aperta.
Magari voi lo sapevate già - ed ora penserete che sto scoprendo l'acqua calda - ma per me è poprio una novità.
Ho fatto delle ricerche online e legato a questo argomento ci sono recenti studi neurofisiologici condotti
presso il Centro Medico di San Paul-Ramsey dell’Università del Minnesota. Attraverso questi studi sono state raccolte, con non poche difficoltà,  le lacrime di volontari: per avere un litro di campione, infatti, occorrono circa 66.000 lacrime. Attraverso questo studio è appunto emersa la presenza di prolattina, ACTH, lisozima ed enkefalina e che queste sostanze sono presenti solo nelle lacrime delle persone che piangono per autentiche emozioni mentre in quelle provocate da sostanze irritanti non si trovano né ormoni né enzimi, né peptidi.
Questo spiegherebbe anche il motivo per cui - udite, udite - le donne piangono più degli uomini, addirittura quattro volte di più, in quanto le donne hanno livelli maggiori di prolattina nonchè ghiandole lacrimali più grandi. Insomma, la natura ci ha fregato anche in questo caso ahahahahhahaha
Dopo questa vi saluto, ma aspetto i vostri commenti sulla nuova rubrica e su questo argomento nello specifico!

martedì 25 novembre 2014

Chi bussa? #16

Buona sera lettori adorati!! Come state? Io sono reduce da un corso di aggiornamento professionale che mi ha annoiato da morire ma che, per fortuna, ho potuto seguire online da casa; santa tecnologia quando non si ribella!!!! ;)
Come vedete dal titolo sono qui oggi per una nuova segnalazione di un autore emergente e del suo libro quindi mettetevi comodi e vediamo Chi bussa?
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TitoloMacerie
AutoreClaudio Piras Moreno

Genere: Narrativa
Pagine: 174
Costoebook 3,99 €, in vendita su tutti gli store online
Pubblicazione: Vanda.epublishing

SinossiDurante un’alluvione una frana distrugge il paese di Antro e con esso svanisce ogni possibilità di Pietro di ricordare il proprio passato. Mentre tra le macerie ancora si scava, i sogni lo tormentano e lo guidano. Egli allora torna ad Antro e vi trova un ultimo superstite: Antòni. Se lo porta a casa, convinto che costui possa rendergli il passato, ricomponendo la sua storia e quella del paese. Si succedono i racconti “delle genti” ormai scomparse. Storie drammatiche e poetiche, difficili da credere, perché non tutto corrisponde a quanto i superstiti rammentano. Chi è allora Antòni? Mente dunque quando dice di parlare con i fantasmi di Antro? Difficile dirlo, ma pian piano le sue parole paiono indicare una via di redenzione per un’umanità colpevole e innocente insieme.

Autrice: nato a Lanusei nel 1976, è attore, poeta e scrittore. Ha svolto i lavori più disparati. Attualmente collabora con la compagnia teatrale La Nuova Complesso Camerata di Bruno Venturi e Oreste Braghieri, e con la regista Pierangela Calzone.
Ha pubblicato Il crepuscolo dei gargoyle (novembre 2011 fantasy scritto però a sedici anni), Il Signore dei sogni (luglio 2011 romanzo filosofico), Mare di ombre(giugno 2013 raccolta di poesie) e L’icore umano(novembre 2012 racconti), il racconto che dà il titolo a quest’ultima raccolta ha vinto il secondo premio nel concorso “Lettere in aria” (2011). L’autore ha inoltre ricevuto menzioni speciali ed è stato pubblicato in antologie di poeti contemporanei. Nutre un forte interesse per la letteratura, la filosofia e l’economia. Per anni ha  praticato karate e trekking.
Per saperne di più 
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Che ve ne pare? A me questo mistero che aleggia nella trama intriga un sacco! 

lunedì 24 novembre 2014

Recensione #35/2014 - Un gatto, un cappello e un nastro di Joanne Harris

Buongiorno lettori affezionati, come state? E' di nuovo lunedì ed il mio è cominciato con due ore di coda in A4. ^^'
Ma parliamo d'altro altrimenti mi innervosisco...
Oggi condividerò con voi il mio pensiero su un libro che ho finito di leggere da una decina di giorni: Un gatto, un cappello e un nastro di Joanne Harris, edito da Garzanti - che ringrazio per avermene mandato una copia cartacea da leggere in anteprima - pag. 252.

Trama: Che cosa vi portereste su un'isola deserta? L'autrice di "Chocolat" non ha dubbi: un gatto, un cappello e un nastro. Tre oggetti in apparenza comuni che all'occorrenza sono in grado di far scaturire una miriade di immagini e di storie. Perché raccontare per Joanne Harris è un modo di affrontare la vita e le sue sfide: niente è impossibile per l'immaginazione, e se riusciamo a immaginare ci sarà sempre un finale inaspettato per ogni giorno della nostra vita. I racconti di Joanne Harris raccolti in "Un gatto, un cappello e un nastro" sono legati tra loro come scatole cinesi: basta aprirne una per scoprirne infinite altre, nascoste a una prima occhiata e per questo ancora più preziose. Storie popolate da personaggi profondamente umani, alle prese con difficoltà come il dolore di un lutto o lo svanire di un desiderio da tempo inseguito. Personaggi che nella fantasia e nella parola trovano non solo una via di fuga, ma anche una risorsa inesauribile di speranza e di forza di volontà. È il caso di Ngok e Maleki, due ragazzine africane che rifiutano di piegarsi a un destino di privazioni. O di Faith e Hope, anziane signore che, escluse dalla gita al mare della casa di riposo in cui vivono, si vendicano smascherando, con passione da detective, un grave sopruso. O di Maggie, che nella pasticceria troverà la dolcezza che la vita le ha negato. E ancora, ragazzini abituati a viaggiare più nella rete che nella realtà...

Quando ho richiesto questo libro alla casa editrice l'ho fatto perchè letteralmente ammaliata dall cover - che, lasciatemelo dire, è stupenda - e non mi sono neanche soffermata a leggerne la trama. Pazza, direte voi!!!! Ebbene sì, a volte - raramente - mi capita.
Capirete il mio stupore quando ho scoperto che si tratta di una raccolta di racconti. 
Per carità, non è che una raccolta di racconti sia meno nobile di un romanzo ma, capirete bene, per una come me abituata a scegliere i libri anche per il loro numero di pagine - e più sono grossi, alti e corposi, più attirano la mia attenzione perchè ho bisogno di tempo per affezionarmi ai personaggi - l'approccio al racconto è sempre difficoltoso. 
In questo caso la mia fatica dovuta all'organizzazione del libro è stata ampiamente ricompensata dallo stile dell'autrice che sa, anche in poche pagine, arrivare dritta al lettore permettendogli di entrare in sintonia con i personaggi e con le storie che ci racconta; per me era la prima volta con la Harris, quindi non avevo precedenti esperienze da cui aspettarmi uno stile piuttosto che un altro, e devo dire che è stata un'esperienza assolutamente positiva.
Diciamo che la prima cosa che ho pensato finendo il libro è che in queste pagine credo possano esserci diversi spunti estremamente interessanti per creare dei veri e propri romanzi. 

Penso ad esempio a Faith e Hope volano al sud o ancora Faith e Hope pareggiano i conti: racconti dedicati a due vecchiette in casa di riposo - Faith e Hope appunto - a cui l'autrice aveva anche già dedicato uno spazio in "Profumi, giochi e cuori infranti". Credo infatti che queste due vecchiette sarebbero in grado di fare faville in un libro tutto loro.
E' Faith che racconta, rivolgendosi direttamente al lettore, le loro peripezie all'interno di quello che visto da fuori potrebbe sembrare un accogliente luogo di ricovero per anziani ma che, visto dall'interno, si revela il lager in cui nessuno vorrebbe pensare di trascorrere anche un solo giorno della propria vita. 
Hope è cieca, una ex professoressa colta che nella coppia ha il ruolo di fare da gambe per tutte e due, mentre Faith è in carrozzina ma ci vede benissimo, quindi il suo ruolo è quello di fare da occhi per entrambe. Una coppia in cui una non può fare a meno dell'altra sia fisicamente ma soprattutto psicologicamente. Gli avvenimenti, per quanto a volte traumatici, vengono raccontati in modo allegro e cionvolgente e questo mi ha permesso più volte di sorridere.
Ecco chi sono:
"Lasciate che vi spieghi. Qualche mese fa, Hope e io siamo scappate dalla casa di riposo, un viaggetto di un giorno a Londra, tutto qui, ma per il personale della Meadowbank è stato come se fossimo fuggite di prigione."
 "Hope è la mia più cara amica. In gioventù era professoressa di letteratura inglese, e ha ancora quel modo di fare di Cambridge, un certo tono sbrigativo, un'inclinazione del capo quasi militare, pur essendo cieca da quindici anni e non ricevendo una visita dal giorno in cui è entrata qui. Ma ha ancora tutte le rotelle in testa, di più, a dire il vero, di quante ne abbia alla nascita la maggior parte della gente, e riesce, con un aiutino da parte della mia sedia a rotelle, a conservare la dignità e l'umorismo essenziali per sopravvivere in un posto come questo.

Ma penso anche a Giorni di pioggia, il racconto dedicato al dio della pioggia. La Harris ci racconta di come gli dei amino mescolarsi tra le persone comuni senza che queste ultime si accorgano del loro ruolo. Il Dio della pioggia ci racconta quindi, in prima persona, il trascorrere della propria vita. Vive a Manhattan, un luogo dove la vita scorre di fretta, e dove ultimamente, grazie alla sua presenza, piove ancora più del solito. Quando un giorno, per caso, incontra una ragazza che illumina lo spazio che attraversa e che attira l'attenzione di tutti, si innamora perdutamente. Lei è la dea del sole, depressa per quella pioggia insistente. Il Dio della pioggia farà quindi tutto ciò che è nelle sue possibilità per far tornare il sole provocando non pochi problemi al mondo intero.
Ecco la sua presentazione:
"Ci si aspetterebbe di dover fare domanda per essere un dio della pioggia. Quando qualcuno stava distribuendo gli attributi celesti, avrebbe dovuto fermarsi per un momento per pensare a cosa avrebbe significato per chi li avesse ricevuti: bagnarsi di pioggia, un giorno dopo l'altro, inverno ed estate, mattino e sera. Anche se, a essere giusti, non è soltanto la pioggia; vale per ogni genere di precipitazione, compresi neve, nevischio, pioggerella, acquerugiola, acquazzoni improvvisi, bruma scozzese, nebbia londinese, piogge primaverili, temporali, grandine, monsoni tropicali e naturalmente la semplice vecchia pioggia: leggera, moderata, forte, e tutte le altre possibili varianti al riguardo."

Per non parlare poi del racconto Driade con protagonista la signora Josephine Clarke, seduta sulla "sua" panchina, con in mano il suo album da disegno e tanti ricordi nel cuore. Lei innamorata di un faggio - sì avete capito bene, un faggio, un albero - che ha saputo in un primo momento farmi ridere a crepapelle per la stranezza della scelta ma che poi ho apprezzato con l'evolversi della storia. Certo però continuo a pensare che questa cosa dell'albero sia un po' eccessiva! hihihihihihi
Ecco l'incipit di questo racconto:
"In un angolino tranquillo del Giardino Botanico, dfra un boschetto di alberi antichi e una folta siepe di agrifoglio, c'è una piccola panchina di metallo verde. Quasi invisibile contro lo sfondo della vegetazione, viene usata da poche persone, dato che non prende sole e offre solo una vista parziale dei prati. Una targa al centro recita: IN MEMORIA DI JOSEPHINE MORGAN CLARKE, 1912-1989. Dovrei saperlo - sono stata io a farla mettere - eppure la conoscevo appena, la notavo appena, tranne per quell'unico giorno piovoso di primavera quando le nostre strade si sono incrociate e siamo quasi diventate amiche"

Per ultimo penso al racconto che forse più mi è rimasto nel cuore: Fantsmi nella macchina. Due schermi, due persone praticamente fantasmi per il resto del mondo, che attraverso internet ma grazie alla musica entrano in contatto, dolcemente, senza aspettarsi nulla l'uno dall'altro ma con la consapevolezza che l'altro c'è, nonostante tutto.
Ecco la descrizione che l'autrice fa di uno dei protagonisti:
"La maggior parte delle persone trova difficile guardarlo alla luce del giorno. Non tanto per la forma del volto, che è eccentrica, niente di più, ma per la voglia che lo sfigura, uno schiaffo in faccia da parte di un Dio arrabbiato.
Alcune persone nascondono le proprie reazioni meglio di altre. Alcune lo fissano e basta, come se tentassero di compensare. Altre non lo guardano mai in modo diretto, e fissano perennemente lo sguardo su un punto appena oltre la sua testa. Alcune sono esageratamente cordiali, altre fanno di tutto per evitare di stargli vicino.
Le donne e i bambini sono i peggiori: i bambini per via della paura nei loro occhi, le donne per via della loro compassione. Si è accorto che certe donne sembrano curiosamente attratte da lui e ha finito per odiare soprattutto queste. Tipi di mezza età, sovrappeso, materni, che sognano di domare un mostro. Queste sono le peggiori di tutte, pensa lui, e fa il possibile per allontanarle, amche se sono tanaci come erbacce, vedendo nella sua rudezza il germe di qualcosa pronto per la redenzione. Internet è la sua fuga. Qui nessuno ha bisogno di vederlo. Può esistere come avatar, parole sullo schermo, una voce nel buio. Qui il mondo è suo e lo può esplorare; un mondo nel quale nessuno ha una faccia, non solo lui."

Insomma, tantissimi spunti interessanti, raccontati con uno stile fluido e coinvolgente. Non avendo mai letto un romanzo della Harris cercherò di rimediare per vedere se potrò confermare questa mia prima impressione.
E voi cosa mi dite? Che rapporto avete con i racconti? Conoscete questa scrittrice? Vi ispira il suo libro?

VOTO:  


venerdì 21 novembre 2014

Chi ben comincia #62 - Borgo propizio di Loredana Limone

Buonasera amici! Rieccomi qui, come tutti i venerdì con il week end alle porte, per di Chi ben comincia, la rubrica ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri.
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Questa settimana è stato molto semplice scegliere da quale libro trarre l'ìincipit per la rubrica, visto che ne ho cominciato la lettura proprio du giorni fa: Borgo Propizio di Loredana Limone edito da Tea.  

REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti


"Mah!"
Perplessità. Disapprovazione. Meraviglia.
Indifferentemente l'una o l'altra sensazione, oppure tutte e tre assieme, sorgevano nei pochi che, passando di là, vedevano operai al lavoro.
Tuttavia, sebbene a Borgo Propizio non succedesse mai nulla di nuovo, la cosa non destò particolare curiosità fra gli abitanti. Piuttosto si diffuse un certo distacco, ovvero si eresse un muro di freddezza intorno alla novità- Per chi avesse voluto saperlo, in realtà non si trattava di operai al lavoro, ma di uno solo, singolo. Però uno che racchiudeva in sé tutto lo scibile della muratura, della piastrellatura, della carpenteria, dell'idraulica, dell'imbiancatura. Ma questo, anche a causa della carta di giornale che celava l'interno, i rari passanti non potevano immaginarlo.
La sola a conoscere qualcosa sul futuro dell'immobile era Mariolina, responsabile dell'ufficio tributi del Comune e, dopo i vari pensionamenti che si erano succeduti, ormai l'unica addetta. Educata ai drastici dogmi della deontologia professionale, si sarebbe tagliata la lingua piuttosto che rivelare a chicchessia la destinazione del negozio. Proprio di quel negozio, poi. Figurarsi!
Eccezzion fatta, naturalmente, per Marietta, la sorella con cui divideva tutto, a cominciare dalla vecchia casa natia, dato che entrambe in gioventù avevano perso qualche treno. Forse non lo avevano neppure visto passare.
Non che fossero brutte, anche se fisicamente erano agli antipodi. Come il papà, di pelle e capelli e occhi chiari, e lineamenti delicati, Mariolina, la maggiore; bruna, occhi nocciola e tratti pronunciati come la mamma, Marietta, la minore. Minuta l'una; robusta l'altra.
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Leggendo questo incipit mi sono subito ritrovata a Borgo Propizio ed ho subito respirato l'atmosfera di questo piccolo paesino, con la gente che guarda ma fa finta di non farlo.
Chi sarà questo re dell'edilizia? Non vi viene subito voglia di saperne di più?
E quanto è perfetta la descrizione delle due sorelle? Tanto che immediatamente ci si parano davanti agli occhi, in coppia, sorelle ma così diverse.
Come vi dicevo ho iniziato a leggere questo libro da un paio di giorni e vi assicuro che questa atmosfera contina a respirarsi. Non vedo l'ora di sapere cosa succederà!
E voi? Lo avete letto? Vi ha incuriosito? Come sempre sarò felicissima di leggere e rispondere ai vostri commenti! :))))

giovedì 20 novembre 2014

Recensione #34/2014 - Ciò che inferno non è di Alessandro D'Avenia

Ciao a tutti, carissimi lettori. Come state? Cosa mi raccontate di bello?
Io ieri ho finalmente finito di leggere Ciò che inferno non è di Alessandro D'Avenia edito da Mondadori - che ringrazio visto che me ne ha gentilmente fatto avere una copia - pag.317. Dico finalmente non perchè non mi sia piaciuto - anzi - solo che il poco tempo dei giorni scorsi e la voglia di leggere, leggere, leggere non riuscivano a trovare un compromesso!
Questa è la terza opera di Alessandro D'Avenia che dopo Bianca come il latte, rossa come il sangue e Cose che nessuno sa si è cimentato in un'impresa delicata, riuscendo a tirar fuori il meglio di se.
Un libro da cui speravo di ricevere molto e che mi ha lasciato anche più di quello che immaginavo.

Trama: Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l'estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra "3P", il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l'invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È l'intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, 'u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa... Con l'emozione del testimone e la potenza dello scrittore, Alessandro D'Avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.
  
Quando comincio a leggere un libro che ha come base una storia vera, o che comunque attinge molto dalla realtà, il mio cuore parte sempre corazzato, perchè so già che soffrirò. E quando so che sto per iniziare un libro scritto da una persona che ritengo un poeta con le parole, allora oltre che alla corazza mi armo di elmetto e tanti, tanti fazzoletti.
Questo romanzo è riuscito ad oltrepassare la corazza ed arrivare dritto al cuore. Come una lama affilata lo ha trafitto da parte a parte, senza via di scampo.
Forse perchè si parla della mia Sicilia - con una mamma siciliana questa terra è un po' anche mia - o forse perchè si parla di sofferenza, di rassegnazione, ma anche di lotta interiore e di amore.
D'Avenia mi aveva convinta già con i suoi romanzi precedenti ma con questo si è superato! Un libro adulto, dove l'evoluzione delle scrittore è tangibile e oggettivamente perfetta. 
Mentre ci accompagna per mano nella sua Palermo, l'autore ci fa capire quanto non sia necessario muoversi per continenti per trovare la sofferenza vera, quella dettata dal non avere un'alternativa; a volte basta girare l'angolo e trovare un quartiere come Brancaccio, dove la legge dello Stato non conta ma dove vige, invece, la legge del più forte. Di quello che sbrana per non essere sbranato. Di chi, nonostante la situazione, non cede alla rassegnazione e di chi a volte cede per salvarsi la vita.  
Facile dall'esterno dare un giudizio, ma solo oltrepassando il passaggio a livello che divide la Palermo bene dalla povertà di Brancaccio si può provare a capire quale sia il motivo per cui bambini ancora piccolissimi diventano schiavi di Cosa Nostra, quale sia il motivo che porta una ragazza madre a prostituirsi ed anche quale sia il motivo per cui un'altra ragazza cerca invece di essere diversa, nonostante tutto ciò che la circonda sembra volere il contrario.
Questo libro ci sbatte in faccia quello che nessuno vorrebbe neanche avvicinare per sbaglio. Questo libro ci catapulta senza preavviso dentro l'inferno, quello vero, non fatto di fiamme e forconi ma fatto di intimidazioni, pistole, vicoli bui dove guardarsi alle spalle è l'unica possibilità di sopravvivenza. 
Questo libro ci fa riflettere, come pochi altri libri sanno fare. Perchè - per quelli che si fanno chiamare Madre Natura, il Cacciatore, O' Turco - Brancaccio è come un alveare e Cosa Nostra è l'ape regina; gli abitanti del quartiere sono tutti api operaie che DEVONO dare il loro contributo a fare grande la regina pena la vita.
Pochi hanno il coraggio di provare a fare qualcosa di diverso; la maggior parte non ha possibilità di trasferirsi in un altro "alveare" quindi resta, sperando di rendersi invisibile per evitare ripercussioni. Quei pochi che cercano di ribellarsi devono guardarsi le spalle o, peggio, sperare che non accada niente ai propri familiari.
E' in questo contesto che si ritrova Federico, figlio della Palermo bene ed amante delle parole. Un ragazzo come tanti - ad esclusione di quelli di Brancaccio - che va a scuola, va al mare, fa vacanze studio all'estero, andrà all'università e cercherà il suo posto nella vita. E con lui noi, nascosti nelle sue tasche, assistiamo al suo avvicinamento al quartiere, alla sua prima bicicletta rubata, al suo primo cazzotto ricevuto, alla sua prima e vera consapevolezza di non fare abbastanza. E poi assistiamo al suo incontro con Lucia, con Totò, con Francesco, assistiamo al suo impegno per fare qualcosa di concreto insieme a Padre Pino Puglisi.
Quello che fa male di questo romanzo è che non ci permette di girarci dall'altra parte. Ci racconta di cose che tutti conoscono - l'assassinio del giudice Borsellino il 19 luglio del 1992; l'impegno di Padre Puglisi ma anche la sua morte per mano di Cosa Nostra il 15 settembre del 1993, giorno del suo 56° compleanno, ed oggi Beato; il pagamento del pizzo per poter portare avanti un'attività - ma soprattutto ci racconta di quello che solo immaginiamo perchè lontano dalla nostra vita "normale" - una bambina rimasta senza padre, quel padre che aveva provato a ribellarsi non pagando il pizzo; un bambino che il padre non lo ha mai conosciuto; una ragazza con in grembo un figlio che non vuole perchè frutto di una violenza sessuale - e ci fa piangere, come bambini, davanti a tutta questa sofferenza.
Padre Pino Puglisi, pur davanti a tutta questa violenza, cerca di togliere i bambini dalla strada; insieme all'associazione Intercondominiale del quartiere - padri e madri che lottano una guerra che potrebbe  sembrare persa in partenza - cerca di trovare un futuro diverso per quelli che considera suoi figli.  Il rischio è alto e il prezzo da pagare lo è ancora di più ma questo non lo fa desistere anzi, è l'unica cosa che riesce a dargli la forza di andare avanti.
Non sa che a volte anche i bambini possono essere già così adulti da fare il doppio gioco, ma sa che ogni sua mossa è osservata e che il suo tempo non è illimitato.
Purtroppo quello che ci racconta D'Avenia non è finzione, ed il mio cuore è lacerato perchè ogni singolo avvenimento descritto in questo libro è all'ordine del giorno e può fare solo male. E' cronaca di ieri un maxi bliz al quartiere Brancaccio e sarà sicuramente cronaca anche dei giorni, mesi, anni che verranno. E allora, viene da dire, a cosa serve provare a cambiare le cose? Serve a dare delle possibiltà a qualcuno che probabilmente non ne avrebbe, e se anche uno solo di quei Totò, Francesco, Lucia, Maria, Dario potesse avare una vita diversa allora ne sarebbe valsa la pena!
Una grande opera ed una grande capacità di raccontarla, scritto in prima persona da un adolescente ma non con uno stile adolescenziale. Un libro di cui ho sottilineato moltissimi passaggi perchè vanno dritti al cuore! Ne condivido con voi alcune parti, spero vi possano emozionare come hanno fatto con me.
"Io non vado mai in giro senza un libro e la mia stanza è una biblioteca senza criterio. Se devo spendere dei soldi, lo faccio per un libro nuovo, anche se non lo leggerò mai. C'è una gioia nel possesso dei volumi che io chiamo 'libridine', un eros solleticato dalla presenza del tomo e della sua facile raggiungibilità coniugata a una distanza, proprio perché non lo si è ancora letto."
"Ma ci sono pensieri che non pensiamo, sono loro che pensano noi, come le parole delle canzoni che tornano in mente senza averle evocate. Sono i pensieri che temo di più, navi che attaccano in porto senza preavviso, e chissà cosa portano e da dove."
"Così sono tutti i bambini di Brancaccio: vengono iniziati all'inferno organizzando duelli alla morte tra cani randagi, seviziando gatti da gettare in pasto a quegli stessi cani da guerra o da impiccare. Poi ci sono lo spaccio, i furti, le botte, la prostituzione... La luce si oscura e viene sostituita dalla rabbia di chi distrugge e non sa neanche il perché, di chi impara a dominare prima di amare, di chi non sa che amare aggiunge qualche cosa alla vita e invece odiare lo toglie, ma odiare è più facile e immediato. È una sorta di anestesia che non fa sentire la vita e la luce."
Vi lascio con la consapevolezza che un libro del genere andrebbe letto, riletto e raccontato. Vi lascio consigliandolo a tutti voi anche se fa male. Vi lascio sperando che possa venire letto nelle scuole. Vi lascio con le lacrime agli occhi perchè è questo che mi provoca ricordarlo.

VOTO:  

 

mercoledì 19 novembre 2014

Shopping letterario #27

Buona pomeriggio amici, cosa mi raccontate di bello? Io sono qui per parlarvi dei miei nuovi arrivi libreschi di cui sono tremendamente felice! Quindi non mi perdo in chiacchiere e comincio!!!
  • E le stelle non stanno a guardare di Loredana Limone edito da Salani, 387 pagine. Questo libro mi è arrivato dalla casa editrice che ringrazio visto che è stata così gentile da farmelo avere non appena ne ho fatto richiesta. Lo desideravo da quando sono andata alla presentazione con l'autrice di cui vi avevo raccontato qui.
Trama: Tanti sono gli avvenimenti che scombussolano le giornate di Borgo Propizio e dei suoi numerosi abitanti, come la sempreverde zia Letizia, indaffarata a gestire la latteria insieme a Belinda, nipote acidina; le due sorelle Mariolina e Marietta, con il loro teatrino di litigi e riappacificazioni; l'amabile Ruggero, rozzo-che-piace; Dora, più pettegola che giornalaia; il maresciallo capo Bartolomeo Saltalamacchia... Con a capo il sindaco Rondinella, il paese sfoggia una nuova zelante giunta, il cui assessore alla Cultura, il nevrotico professor Tranquillo Conforti, incarica Ornella di organizzare un evento per l'inaugurazione della biblioteca. Sì, perché il paese ora vuole la sua biblioteca civica. E dovrà essere un evento speciale, o meglio spaziale, addirittura un festival letterario, sotto le luccicanti e propizie stelle del borgo. Be', non sempre propizie. Le chiacchiere ricominciano il giorno in cui giunge Antonia, una forestiera dai boccoli ramati, che porta un misterioso bagaglio interiore. Scappando da se stessa, è alla ricerca di un luogo dove curare l'anima, tanto da decidere che lì organizzerà la propria vendetta d'amore. Una vendetta contro chi? E perché? Quale che sia il motivo, è un piatto che andrà servito freddo. Ma Antonia non sa che Borgo Propizio ha il dono di cambiare la vita di coloro che varcano la sue mura merlate...

  • Non chiedermi come sei nata di Annarita Briganti edito da Cairo - che ho comprato alla presentazione al Bookcity e che quindi ha una meravigliosa dedica dell'autrice - 204 pagine. Voglio proprio fare la conoscenza della protagonista Gioia Lieve!!!!
Trama: Questa storia comincia un mattino, al mare d'inverno. Gioia è andata a correre presto ed è sul lettino di una spiaggia francese quando tutto accade. Un incendio nel ventre e lei si ritrova in un ospedale straniero dove scopre di aver perso un bambino che non sapeva di aspettare. Da quel momento niente sarà più come prima. Giornalista culturale freelance di un importante quotidiano italiano, Gioia Lieve capisce di desiderare la maternità, di volere una figlia dal suo fidanzato storico Uto. Ma questa improvvisa consapevolezza si dovrà scontrare con un fatto ineluttabile: per diventare genitori Gioia e Uto possono sperare in un miracolo oppure rivolgersi alla scienza. Mentre, passo dopo passo, affronta in una crescente solitudine il difficile percorso della fecondazione assistita, la protagonista cerca punti di riferimento negli uomini della sua vita. Da Uto, utopia dell'amore perfetto, a Luca, amico e amante occasionale, al suo capo Eros che la distrae nei momenti più duri con articoli urgenti. Fino ad Alberto, il suo nuovo, grande futuro. Sullo sfondo, la presenza luminosa di Andrea, ginecologo padre putativo scienziato libero. La gemella Scilla e l'amica del cuore Clizia, con cui non servono le parole, la seguono a distanza, mentre lei supera il dolore dell'aborto, affronta le terapie per l'infertilità e non riconosce più il suo corpo. 

  • L'ipotesi del male di Donato Carrisi edito da Tea - che ho comprato nell'incursione alla Mondadori di domenica con le mie amiche blogger LGS - 426 pagine. Un libro che non potevo non procurarmi dopo aver adorato il precedente Il suggeritore. In più fino a fine mese la Tea è al 25% di sconto quindi era proprio un'occasione da non perdere.
Trama:C'è una sensazione che tutti, prima o poi, abbiamo provato nella vita: il desiderio di sparire. Di fuggire da tutto. Di lasciarci ogni cosa alle spalle. Ma per alcuni non è solo un pensiero passeggero. Diviene un'ossessione che li divora e li inghiotte. Queste persone spariscono nel buio. Nessuno sa perché. Mila Vasquez invece è circondata dai loro sguardi. Ogni volta che mette piede nell'ufficio persone scomparse dove lavora, centinaia di occhi la fissano dalle pareti della stanza dei passi perduti, ricoperte di fotografie. Per lei, è impossibile dimenticare chi è svanito nel nulla. Forse per questo Mila è la migliore in ciò che fa: dare la caccia a quelli che il mondo ha dimenticato. Ma se d'improvviso alcuni scomparsi tornassero con intenzioni oscure? Sembrano identici a prima, questi scomparsi, ma il male li ha cambiati. Alla domanda su chi li ha presi, se ne aggiungono altre. Dove sono stati tutto questo tempo? E perché sono tornati? 
 
Ecco fatto, con questo è tutto! Cosa ne pensate dei miei nuovi arrivi? Ne avete letto qualcuno? Raccontatemi un po' anche i vostri di acquisti libreschi che sono curiosa!!! :)))

martedì 18 novembre 2014

Chiacchiere chiacchiere bla, bla, bla... #5 - Bookcity 2014

Buongiorno carissimi, come state? Io sono ancora stanchissima ma felice! Reduce da una due giorni sommersa dai libri - ma anche dall'acqua - e accompagnata dall'amicizia!
Come ormai tutti saprete, sabato 15 e domenica 16 novembre, Milano si è caricata di cultura grazie ad un evento che ormai ha preso piede e che appassiona moltissimi lettori e non: il Bookcity!
Quest'anno mi sono impegnata ed ho partecipato ad alcuni eventi entrambi i giorni.
Sabato ho sfidato il nubifragio mettendoci più di due ore - con i mezzi pubblici... viva l'efficienza - per rientrare a casa dei miei a recuperare mio figlio e poi ho sfidato i fiumi per tornare nel mio paesello; domenica invece il sole, con un caldo cocente che a volte neanche in primavera. Cose strane!
Oggi cercherò di raccontarvi qualcosa su quello cui ho assistito. In realtà per essermi dedicata al bookcity due giorni ho visto proprio poco; continuo a credere che gli eventi siano troppo sparsi per la città senza una logica e a volte manca proprio il tempo per muoversi da una parte all'altra.

SABATO 15

La cosa più importante in assoluto? Ho rivisto Michy!!! La mia Michy, la nostra Michy, quella che fino a poco tempo fa aveva una sua rubrica Random all'interno di questo blog. Ormai, dopo due anni, è diventata una parte importante della mia vita, visto che ci sentiamo tutti i giorni anche se non riusciamo a vederci spesso come vorremmo!
Insieme abbiamo assistito a due incontri.

Ore 14.00 Fondazione Pini - Conversazioni tra amiche che leggono. Madri amorevoli e impossibili. Con Annarita Briganti, Sara Rattaro, Alessandra Tedesco.
Sarà stato il mal tempo ma, sonceramente, mi aspettavo molta più gente a questo incontro. Sara Rattaro, ormai conosciuta e molto amata come scrittrice ed Annarita Briganti, al suo primo romanzo ma molto conosciuta come giornalista per testate importanti.
Conosco Sara da un paio d'anni ormai, ho letto tutti i suoi libri e l'ho intervistata per il blog diverse volte quindi avevo il piacere di rivederla; lei è sempre disponibile, carinissima e molto dolce. Il ritrovarla in attesa di un figlio la rende ancora più delicata. La adoro!
Con Annarita la conoscenza è molto recente - ricordate l'evento dei nomadi di parole che rappresentavano il suo libro? Se ve lo siete persi cliccate qui - ma mi ha colpita fin da subito; ogni volta mi affascina il cuore che ci mette nelle cose, la passione con cui parla dei temi affrontati nel suo libro ed il fatto che sia autobiografico di sicuro è una ragione in più.
Due Donne, con la D maiuscola, che affrontano temi difficilissimi ma, purtroppo, molto attuali.
Sara con il suo Niente è come te che parla dei bambini contesi e portati all'estero da uno dei due genitori; Annarita che con il suo Non chiedermi come sei nata affronta il tema caldo della fecondazione assistita e l'istinto di una donna di essere madre. Una chiacchierata tra amiche che ha portato a galla diversi argomenti che necessitano - per forza - di una legislazione e di una maggiore attenzione da parte di tutti.

Ore 16.30 Università degli studi Milano - Tutte le lingue del giallo. Editori del crimine. Con Pierre Della Vigna, Jacopo de Michelis, Emilia Lodigiani, Marco Modenesi, Caroline Patey, Corrado Rovida.
Mi aspettavo moltissimo da quest'incontro. Per un'amante del crimine come me credevo potesse essere fonte di arricchimento assistere ad un evento simile. 
La descrizione dell'incontro diceva: 
Il giallo italiano non ha certo aspettato l’onda d’urto venuta dal Nord per radicarsi nella cultura alta come in quella popolare e conquistare generazioni di lettori appassionati. Da Gadda a Sciascia, da Scerbanenco a Camilleri, il poliziesco/giallo/noir è di casa da Gorizia a Siracusa. Ma è vero che negli ultimi anni sono cambiate le forme della sua presenza ed è mutato lo statuto di un genere che sempre di meno tollera incasellamenti e gerarchie. A che cosa si deve questo cambiamento di prospettiva? Come mai tanta vitalità ritrovata? La parola va agli attori di un’editoria in movimento. A seguire, letture di estratti in spagnolo e in italiano.
Coordinano Marco Modenesi e Caroline Patey.

Durante l'incontro si parlerà delle collane legate al poliziesco in ciascuna casa editrice: Farfalle – I gialli (Marsilio); DeGenere (Mimesis); Le ombre (Iperborea).
A parte un tentativo dei relatori di dare la loro definizione di giallo e a provare a dire da dove questo genere sia nato, per il resto è stata una presentazione delle case editrici e delle opere da loro pubblicate, mascherata in un incontro più ampio. Nessun riferimento al giallo italiano, nessun riferimento al cambiamento di prospettiva... solo una chiacchierata sui vari Larsson di turno pubblicati dai vari editori e su quale dei tanti avesse venduto di più o di meno. Un'insistenza sul giallo nordico e su un paio di autori senza minimamente toccare il fenomeno in modo più ampio.
Forse sono io a non essere abbastanza colta - anche se di giallo, pure nordico, leggo parecchio - ma sono veramente rimasta delusa dall'incontro.
Ah dimenticavo... le letture???? Non mi sembra di essermi addormentata - anche se credo che nessuno mi avrebbe biasimato - ma io non le ho sentite!

Per fortuna non avevo programmato di assistere ad altre presentazioni perchè a causa dell'alluvione ci ho messo due ore di orologio ad arrivare da una parte all'altra di Milano per tornare a prendere il mio cucciolo dai nonni. Ad un certo punto pensavo di dover andare a cercare un ricovero di fortuna... ^^'

DOMENICA 16 
Giornata super intensa ed emozionante!!!! Ho incontrato le mie carissime LGS - Lettrici Geograficamente Sparpagliate - alias Laura e Cuore Zingaro del blog La Libridinosa e Salvia del blog Scribacchiando in soffitta. C'erano inoltre le loro famiglie e la mamma di Cuore!!! E' stato super emozionante. Una giornata di baci, abbracci, pianti e dediche...come se ci conoscessimo da sempre. Purtroppo mancava Stefy del blog La ragazza che annusava i libri anche se è stata nel nostro cuore e nel nostro pensiero per tutto il giorno e l'abbiamo ripetutamente disturbata al telefono!!!!

Diciamo che la giornata di domenica è stata più che altro una scusa per incontrarsi ed è stato meravigliosooooooooooooooo!!!! Adoro queste ragazze che ogni giorno riempiono la mia vita di gioia, risate e chiacchiere!!! Diciamo che se non vogliamo chiudere 4 blog in un colpo solo dovremmo imparare a limitarci un po' durante il giorno!!! ahahahahahahahah
Insieme abbiamo assistito a due incontri... uno e mezzo in realtà! :P

Ore 11.00 Teatro Parenti - "L'amore perfetto non esiste". Dialogo tra una donna in crisi e il suo angelo custode. Con Chiara Gamberale, Massimo Gramellini.
Davanti ad una sala gremita si è svolto questo incontro per la presentazione del libro Avrò cura di te scritto a quattro mani da Chiara Gamberale e Massimo Gramellini edito da Longanesi
Non ho letto nulla nè di una, nè dell'altro ma li conosco entrambi perchè la Gamberale avevo avuto modo di sentirla diverse volte in radio, mentre Gramellini l'ho seguito diverse volte in TV e lo seguo sui social.
Devo dire che ho trovato particolarmente piacevole l'incontro ed il loro modo di confrontarsi prendendo le sembianze del personaggio che ognuno di loro ha scritto nel libro.
Mi ha molto incuriosita l'argomento e l'impostazione a due voci che gli autori gli hanno dato quindi credo che leggerò questo libro. Chissà che non possa farmi venire la voglia di recuperare gli altri di questi autori.

Ore 14.30/16.30 Mondadori piazza Duomo - Acquisto di libri come se non ci fosse un domani.
Questo evento non esisteva nel programma del bookcity ma ce lo siamo create da sole! Possono delle LGS come noi entrare in Mondadori in gruppo e non comprare qualcosa? La commessa della libreria ci ha odiato per i tanti titoli che siamo andate a chiederle. Che poi, non era lì per quello? Mah...
Chissà quando avrà visto il vuoto che abbiamo creato nello scaffale dei libri della Flagg!!!
La libreria dovrebbe solamente ringraziarci per i soldi che abbiamo speso!!!! I mariti un po' meno hihihihihihi :P

Ore 16.30 Mondadori piazza Duomo - Ragazze alla riscossa. Con Virginia Bramati, Bea Buozzi, Silvia Calvi, Amabile Giusti, Giorgio Ponte.
Comincio col dire che la saletta eventi della libreria è troppo piccola per ospitare un incontro del genere, e si
moriva dal caldo. Comunque soprassediamo questo dettaglio anche se non è di poco conto, visto che proprio per questo abbiamo resistito solo ad un parte della presentazione.
Per quanto riguarda gli autori presenti mi tocca confessare che non ho mai letto nulla di nessuno di loro e che, a parte Trent'anni e li dimostro di Amabile Giusti che ho in casa e che vorrei leggere, non conosco neanche benissimo le trame delle altre pubblicazioni di cui si parlava quindi posso fare un resoconto molto superficiale del pomeriggio.
Sentendo parlare gli autori quello che mi ha colpito e di cui sono curiosa di approfondire è sicuramente Giorgio Ponte con il suo Io sto con Marta, soprattutto perchè è molto raro trovare un uomo che scriva libri del genere quindi vorrei proprio vedere come ha affrontato l'argomento.


Ecco fatto. questo è il mio resoconto di un week end speciale!
Qualcuno di voi è stato al bookcity ed ha voglia di scrivermi le sue impressioni?

lunedì 17 novembre 2014

Blogtour Luna senza inverno - tappa #8: Magia degli indiani d'America

Buongiorno miei cari. Oggi vi lascio con la mia tappa del Blogtour dedicato al romanzo Luna senza inverno di Alberto Camerra. Se vi siete persi le tappe precedenti non preoccupatevi, alla fine di questo post troverete il riepilogo delle tappe con i relativi link di rimando! Ed ora mi faccio da parte, lasciandovi al libro ed alle parole di Alberto.
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Trama: Tami vede cose che altri non vedono. Allucinazioni? Premonizioni? Cresce irrequieta, in una famiglia divisa. Pellerossa per metà, figlia di un indiano Hopi, conoscerà presto il rispetto per le abitudini e le tradizioni dei nativi, ostacolate dal perenne conflitto con la civiltà moderna. Una lettera, scritta da qualcuno che non vede da tempo, interrompe la sua precaria serenità. La costringe a un viaggio attraverso il deserto di un’Arizona colpita da una natura in piena ribellione, per recuperare quanto di più caro possiede. Contesa dall’amore di due uomini, la mezzosangue saprà di avere nelle sue mani il destino di una riserva indiana, così come indicatole da un anziano sciamano. Mentre temibili e antiche profezie Hopi rischiano di compiersi, Tami si confronterà con l’enigma che la circonda e le angoscia l’anima.

Un romanzo di formazione che pone l’accento sulle radici di un popolo oppresso, tra leggende indiane e una straordinaria figura femminile destinata a lasciare il segno. 

Luna senza Inverno di Alberto Camerra
Brossura | Pagine 200 | Photocity Edizioni
ISBN: 9788862236171 | Prezzo €12.00
eBook | Narcissus
ISBN: 9788867559091 | Prezzo €3.99
Link: Photocity Edizioni 
Link: Amazon 
Link: Apple 
Link: Kobo 
Sito-Blog dell’autore: albertocamerra.com 

L’autore: Alberto Camerra nasce a Limbiate (MB). Ha scritto racconti e pubblicato su due antologie. Menzione d’Onore letteraria a Valeggio Sul Mincio. Prima di Luna senza Inverno, ha scritto Fiori nella Neve e Al & Bo - la costola di Adama, entrambi best seller per Photocity Edizioni, e il blook Esdy.

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Magia degli indiani d'America

Quello dei nativi americani è un popolo da sempre legato alle simbologie della Madre Terra e dei Sacri Spiriti. Ogni oggetto, secondo la loro cultura, possiede un collegamento particolare e indissolubile con la sua sfera di appartenenza, così come una storia unita al mito e alla leggenda. Per un indiano, tutto è riconducibile al Grande Spirito: pertanto degno del massimo rispetto e di connotazione mistica. La magia è ancorata a un feticcio, sia esso di natura animale o di origine inanimata. Un illustre esempio è rappresentato dall’Acchiappasogni che, a seconda della tribù, possiede a sua volta una differente mitologia. La finalità di quest’oggetto resta comunque la medesima: imbrigliare e allontanare i cattivi sogni, presagio degli spiriti negativi. La Sacca della Medicina è invece uno degli oggetti più importanti, perché caratteristico di ogni singolo individuo. Un indiano la costruisce con la pelle dell’animale avuto in visione, la porta sempre con sé compiendo numerosi riti e preghiere in suo onore. La perdita di una Sacca della Medicina comporta una grave disgrazia e soltanto recuperandola l’indiano può riavere i favori degli déi. Nella Ruota della Medicina, l’amerindio vede il simbolo dell’universo in un cerchio disegnato sulla terra. Il cerchio rappresenta l’armonia e la ruota, muovendosi, comporta lo svolgersi degli avvenimenti, siano essi conosciuti o misteriosi. Gli animali hanno significati profondi e importanti: intervengono nelle visioni, dando un senso alla strada intrapresa da un indiano, infondono forza, coraggio e saggezza. Aiutano gli umani a vivere regalandogli cibo, pelli per scaldarsi, rimedi per le malattie. Il bisonte offre il sostentamento principale, ma altri servono da veri e propri messaggeri. Il gufo è associato alla morte e conosce chi dovrà morire, il castoro protegge lavoro e provviste, il cervo simboleggia bellezza e vitalità. L’animale più ascetico è l’aquila: con la sua capacità di volare più in alto di tutti è il solo a sfiorare il Grande Spirito. La penna d’aquila è considerata come la massima onorificenza, per un nativo. In Luna senza Inverno l’aspetto mistico è legato alla figura di Red: l’uomo medicina e delle erbe curative, un mediatore spirituale che insegue l’armonia tra uomini e natura, il cui nome indiano è Aquila del Vento.
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Date del Blogtour
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Chi non è stato, almeno una volta, affascinato per la magia? Che ne dite? Questo libro vi incuriosisce? Aspetto i vostri commenti!
Mi raccomando non perdete la nona e ultima tappa lunedì prossimo sul blog  Letture sognanti

venerdì 14 novembre 2014

Chi ben comincia #61 - Forte come l'onda è il mio amore di Fancesco Zingoni

Buon venerdì lettori cari!!!! Pronti per un week end all'insegna dei libri? Io sto fremendo perchè parteciperò al Bookcity Milano 2014 ed oltre ad avere l'occasione di sentire parlare di libri ed incontrare gli autori che amo, vedrò anche la mia adorata Michy - per una due giorni libresca - ed incontrerò per la prima volta le Lettrici Geograficamente Sparpagliate (Laura e Cuore Zingaro del Blog La Libridinosa, Stefania del blog La ragazza che annusava i libri e Salvia del blog Scribacchiando in soffitta) quindi sono estremamente emozionata ed impaziente.
Ma torniamo al vero motivo di questo post ossia la nuova puntata di Chi ben comincia, la rubrica ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri.
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Oggi condividerò con voi l'incipit di un libro che non vedo l'ora di leggere e che vi ho presentato nella scorsa puntata di Shopping letterario: Forte come l'onda è il mio amore di Francesco Zingoni edito da Fazi.  

REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti




C'era una volta la spiaggia segreta. Avrei voluto iniziarla così questa storia, credimi. Purtroppo tutto quello che segue non è una favola. Non so dirti nemmeno se ci sarà un lieto fine. Certo, ci sono dentro alcune - chiamiamole coincidenze - che potranno sembrarti di pura fantasia. Ma si tratta di una storia vera. Della tua storia e della mia. Una storia che entrambi abbiamo dimenticato. E no, nessuna favola.

La spiaggia segreta. L'avevamo inventato noi questo nome. Come tutti gli innamorati, ci piaceva chiamare in modo nuovo ogni cosa. In realtà si trattava di una minuscola isola, non segnata sulle carte nautiche. Vagando a vela per quelle immense regioni d'acqua, se avevi fortuna ti ci imbattevi.
Sapevamo solo che i nativi del Pacifico la chiamavano Poy'Atewa, la 'perla rosa'. Che per loro era una specie di luogo sacro. Forse, pensammo, l'assenza dalle mappe era dovuta a un ancestrale timore religioso. O forse al fatto che, a quanto sostenevano, era solo un anello di sabbia rosa in mezzo all'oceano. Nessuno ammetteva di conoscerne le coordinate, chi ne parlava lo faceva sottovoce, vagando nervoso con lo sguardo, chiudendosi subito dopo in un silenzio impenetrabile.
Un gioiello a pelo d'acqua sperduto nell'oceano solitario. L'ultimo varco per Awu'kumea, il paradiso terrestre.
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Ma quanta voglia di andare avanti viene leggendo questo incipit? Un inizio veramente perfetto per mettere curiosità al lettore sia sulla spiaggia segreta che su quella non favola a cui - veniamo avvisati - assisteremo.
Come vi avevo già anticipato in precedenza ho delle aspettative altissime su questa lettura e spero non vengano deluse! Proprio per questo motivo credo che aspetterò le vacanze di natale per buttarmi nella lettura, in modo da avere il giusto tempo da dedicarle.
Cosa ne pensate di questo incipit? Vi incuriosisce? Mi piacerebbe conoscere le vostre impressioni!

Prima di salutarvi vi ricordo che lunedì sarà il mio turno per ospitare il Blogtour del libro Luna senza inverno di Alberto Camerra. Se vi siete persi la presentazione cliccate qui.