Buongiorno lettori, come state? Un altro lunedì incombe sulle nostre teste, che amarezza. In più non è che il week end sia stato particolarmente entusiasmante; non so da voi ma a Milano ha piovuto ininterrottamente sia sabato che domenica. L'unica nota positiva è che pioggia vuol dire divano e libro (tranne che nel momento dei mestieri, della cucina, dello stiro...).
Sono riuscita a terminare la lettura che avevo in corso: Albion di Bianca Marconero, edito da Limited Edition, 398 pagine. Ecco la mia recensione.
Sono riuscita a terminare la lettura che avevo in corso: Albion di Bianca Marconero, edito da Limited Edition, 398 pagine. Ecco la mia recensione.
Trama: Cresciuto senza madre, e dopo aver perduto il fratello maggiore - morto in circostanze misteriose -, nel giorno del funerale dell'amatissimo nonno, Marco Cinquedraghi riceve la notizia che gli cambierà la vita: deve lasciare Roma e partire per la Svizzera. È infatti giunto il momento di iscriversi all'Albion College, la scuola in cui, da sempre, si diplomano i membri della sua famiglia. Ma il blasonato collegio riserva molte sorprese. Tra duelli di spade e lezioni di filologia romanza, mistici poteri che riaffiorano e verità sepolte dal tempo che riemergono, Marco scoprirà il valore dell'amicizia e capirà che l'amore, quello vero, non si ottiene senza sacrificio. Nelle trame ordite dal più grande dei maghi e nell'eco di un amore indimenticabile si ridestano legami immortali, scritti nel sangue. Fino all'epilogo, tra le mura di un'antica abbazia, dove Marco conoscerà la strada che le stelle hanno in serbo per lui. Il destino di un re il cui nome è leggenda.
Da tantissimo tempo avevo questo libro caricato sul kindle. Da una parte ne ero attratta per le meravigliose recensioni che continuamente leggevo online; dall'altra mi spaventava il fatto che non appartenesse ad uno dei miei generi prediletti ed avevo paura che potessi non apprezzarlo a pieno. Devo dire che se avessi saputo che mi sarebbe piaciuto così tanto non avrei assolutamente aspettato tutto questo tempo per leggerlo.
L'Albion è collegio svizzero con regole molto rigide e in cui solo i predestinati possono essere ammessi. Un luogo che da subito si rivela ricco di misteri e affascinante per le materie che gli studenti si trovano ad affrontare.
Marco è uno di quegli studenti. La sua ammissione però è un caso speciale: solo i primogeniti delle famiglie predestinate possono studiare all'Albion; Marco invece è il figlio minore dei Cinquedraghi. Suo fratello Riccardo era il vero avente diritto all'ammissione ma la sua morte prematura avvenuta proprio all'interno del collegio, porta Marco ad essere il suo sostituto.
Marco è un ragazzo romano, la sua famiglia - i Cinquedraghi appunto - è una delle più importanti della città. Cresciuto senza una madre, morta dandolo alla luce, e con un rapporto conflittuale con il padre, per Marco la partenza verso la Svizzera è una possibilità di allontanarsi da una vita che - dopo la morte del fratello prima e di quella del carissimo nonno dopo - gli sta ormai stretta.
All'Albion il ragazzo viene da subito guardato con diffidenza; nessuno è mai stato ammesso direttamente al terzo anno e la difficoltà dell'insegnamento all'interno del collegio lo danno da subito come spacciato.
Non ci sono seconde possibilità: chi viene bocciato è fuori, senza nessuna possibilità di rientrare all'interno del programma.
Solo apparentemente all'Albion gli studenti sembrano essere tutti uguali; se una divisa comune obbliga gli iscritti ad uniformarsi tra loro, non c'è una vera coesione in quanto la classe sociale è un elemento estremamente importante tanto che gli studenti borsisti - che non pagano una retta come i benestanti - non hanno rapporti di amicizia con i ragazzi ricchi e dormono in un'ala del castello differente a loro dedicata. Da subito le vicende di Marco sembrano intrecciarsi con alcuni altri studenti, tra cui diversi borsisti.
Se in un primo momento non riuscivo a capire dove questo libro volesse andare a parare, con lo scorrere delle pagine sono riuscita ad entrare nel pieno dell'atmosfera appassionandomi sempre di più alla storia. Una storia particolare, per niente banale, che ha come base un collegio collocato all'interno di un castello in cui si studiano l'arte del combattimento e si pratica la caccia. Ambientazione che rende il tutto molto affascinante e fa entrare il lettore nel pieno della trama.
L'autrice è molto brava nelle descrizioni sia delle ambientazioni che dei personaggi, non lasciando mai niente al caso. Ogni descrizione è precisa, dettagliata ma non esagerata, mai trascurabile.
Nonostante il taglio fantasy il libro rimane sempre credibile, le vicende seppur richiamanti leggende del passato vengono inserite in un contesto attuale, ben collocato, dando la possibilità al lettore di avere in alcuni momenti la sensazioni di leggere una storia vera e possibile. Questo è fattibile perchè i personaggi sono dei ragazzi realistici, che agiscono come tutti quelli della loro età e che crescono attraverso gli avvenimenti e le conoscenze che apprendono frequentando il collegio. Personaggi che da subito sono capaci di entrare nel cuore del lettore che parteggerà per tutta la lettura per l'uno o per l'altro.
Il ritmo della narrazione cresce con lo scorrere delle pagine perchè i misteri pian piano vengono svelati ed il lettore ne viene messo a conoscenza poco per volta, permettendogli di mantenere sempre un'attenzione alta.
Lo stile dell'autrice emerge sin dalle prime righe: capace, appassionante, precisa anche nella ricostruzione storica, Bianca Marconero ha saputo realizzare un lavoro impeccabile.
Un libro che mi ha portato indietro nel tempo, alle leggende di Re Artù che da bambina tanto adoravo. Un lavoro assolutamente promosso di cui avevo già pronto il seguito, che ho iniziato a leggere subito ieri pomeriggio; sono troppo curiosa di vedere come si evolve la storia!
Consigliato anche a chi generalmente non legge il genere!
L'Albion è collegio svizzero con regole molto rigide e in cui solo i predestinati possono essere ammessi. Un luogo che da subito si rivela ricco di misteri e affascinante per le materie che gli studenti si trovano ad affrontare.
Marco è uno di quegli studenti. La sua ammissione però è un caso speciale: solo i primogeniti delle famiglie predestinate possono studiare all'Albion; Marco invece è il figlio minore dei Cinquedraghi. Suo fratello Riccardo era il vero avente diritto all'ammissione ma la sua morte prematura avvenuta proprio all'interno del collegio, porta Marco ad essere il suo sostituto.
Marco è un ragazzo romano, la sua famiglia - i Cinquedraghi appunto - è una delle più importanti della città. Cresciuto senza una madre, morta dandolo alla luce, e con un rapporto conflittuale con il padre, per Marco la partenza verso la Svizzera è una possibilità di allontanarsi da una vita che - dopo la morte del fratello prima e di quella del carissimo nonno dopo - gli sta ormai stretta.
All'Albion il ragazzo viene da subito guardato con diffidenza; nessuno è mai stato ammesso direttamente al terzo anno e la difficoltà dell'insegnamento all'interno del collegio lo danno da subito come spacciato.
Non ci sono seconde possibilità: chi viene bocciato è fuori, senza nessuna possibilità di rientrare all'interno del programma.
Solo apparentemente all'Albion gli studenti sembrano essere tutti uguali; se una divisa comune obbliga gli iscritti ad uniformarsi tra loro, non c'è una vera coesione in quanto la classe sociale è un elemento estremamente importante tanto che gli studenti borsisti - che non pagano una retta come i benestanti - non hanno rapporti di amicizia con i ragazzi ricchi e dormono in un'ala del castello differente a loro dedicata. Da subito le vicende di Marco sembrano intrecciarsi con alcuni altri studenti, tra cui diversi borsisti.
Se in un primo momento non riuscivo a capire dove questo libro volesse andare a parare, con lo scorrere delle pagine sono riuscita ad entrare nel pieno dell'atmosfera appassionandomi sempre di più alla storia. Una storia particolare, per niente banale, che ha come base un collegio collocato all'interno di un castello in cui si studiano l'arte del combattimento e si pratica la caccia. Ambientazione che rende il tutto molto affascinante e fa entrare il lettore nel pieno della trama.
L'autrice è molto brava nelle descrizioni sia delle ambientazioni che dei personaggi, non lasciando mai niente al caso. Ogni descrizione è precisa, dettagliata ma non esagerata, mai trascurabile.
Nonostante il taglio fantasy il libro rimane sempre credibile, le vicende seppur richiamanti leggende del passato vengono inserite in un contesto attuale, ben collocato, dando la possibilità al lettore di avere in alcuni momenti la sensazioni di leggere una storia vera e possibile. Questo è fattibile perchè i personaggi sono dei ragazzi realistici, che agiscono come tutti quelli della loro età e che crescono attraverso gli avvenimenti e le conoscenze che apprendono frequentando il collegio. Personaggi che da subito sono capaci di entrare nel cuore del lettore che parteggerà per tutta la lettura per l'uno o per l'altro.
Il ritmo della narrazione cresce con lo scorrere delle pagine perchè i misteri pian piano vengono svelati ed il lettore ne viene messo a conoscenza poco per volta, permettendogli di mantenere sempre un'attenzione alta.
Lo stile dell'autrice emerge sin dalle prime righe: capace, appassionante, precisa anche nella ricostruzione storica, Bianca Marconero ha saputo realizzare un lavoro impeccabile.
Un libro che mi ha portato indietro nel tempo, alle leggende di Re Artù che da bambina tanto adoravo. Un lavoro assolutamente promosso di cui avevo già pronto il seguito, che ho iniziato a leggere subito ieri pomeriggio; sono troppo curiosa di vedere come si evolve la storia!
Consigliato anche a chi generalmente non legge il genere!