Buongiorno readers, come state? Oggi torno nuovamente con una recensione, quella di un libro verso cui avevo aspettative altissime e che invece mi è piaciuto ma, sinceramente, non mi ha rubato il cuore. Si tratta di L’uomo che inseguiva i desideri di Phaedra Patrick edito da Garzanti – che ringrazio per la copia – pag. 288.
Sinossi: Da un anno, ogni mattina, Arthur Pepper si sveglia alle sette e compie con esattezza gli stessi gesti. Si veste seguendo un ordine preciso, mangia una fetta di pane tostato, poi alle otto e mezzo si mette a sistemare il giardino. Questo è l'unico modo per superare il dolore per la perdita dell'amata moglie, Miriam, dopo tutta una vita passata insieme. Solo così gli sembra di poter fingere che lei sia ancora con lui. Ma il giorno del primo anniversario della sua scomparsa, Arthur prende coraggio e decide di riordinare gli oggetti di Miriam. Nascosta tra gli stivali, vede improvvisamente una scatolina. Dentro c'è un braccialetto con dei ciondoli: sono a forma di tigre, fiore, elefante, libro e altri piccoli oggetti. L'uomo sulle prime è perplesso; la moglie non indossava gioielli. Ma poi guarda con più attenzione e si accorge che su un ciondolo è inciso un numero di telefono, che Arthur non può fare a meno di chiamare subito. È l'inizio della ricerca e delle sorprese. Seguendo i ciondoli Arthur compie un viaggio che lo porta su un'assolata spiaggia di Goa che ha visto la donna giocare con un bambino indiano, a Londra da un famoso scrittore, in un'accademia d'arte dove è custodito un ritratto di Miriam da giovane, a Parigi in una raffinata boutique, in un castello della campagna inglese dove incontra una tigre, e in tanti altri luoghi che non aveva mai visitato. Un viaggio che gli fa scoprire una Miriam sconosciuta, ma che ha ancora tanto da insegnargli. E gli ricorda che l'amore è sorprendersi ogni giorno, per tutta la vita e anche oltre.
Come dicevo, aspettative
altissime un po’ deluse…
Questo libro racconta la storia
di Arthur, quasi settantenne, alle prese con la solitudine causata dalla morte
della moglie Miriam. Erano felici Arthur e Miriam: due figli, una casetta a
York, un amore lungo quarant’anni, una vita fatta di abitudini scandite dallo
scorrere inesorabile del tempo finchè, all’improvviso, una polmonite porta via
Miriam nel sonno. Il romanzo si apre il giorno del primo anniversario della morte
della moglie; da un anno Arthur è praticamente un automa, ogni giorno svolge le
stesse mansioni a orari prestabiliti, cercando di riempire il vuoto che Miriam
con la sua morte gli ha lasciato. La sua vicina di casa Bernadette cerca di
risollevargli il morale portandogli manicaretti fatti con le proprie mani ma l’uomo
non riesce proprio a risollevarsi. Inutili sono i figli, il maschio trasferito in Australia e totalmente assente, la figlia vicina ma intenta a raccogliere i cocci di un matrimonio che le si è sgretolato davanti agli occhi. Tutto cambia nella vita dell'uomo quando, sistemando la roba
della moglie per darla in beneficienza, trova all’interno di uno stivale una
piccola scatoletta con all’interno un braccialetto d’oro con appesi dei
ciondoli. Arthur non ricorda di aver mai visto quel braccialetto alla moglie,
proprio lei che non è solita indossare gioielli ed il fatto che sia nascosto in
uno stivale gli fa sorgere un’inaspettata curiosità ma anche gelosia. È
possibile che in realtà Miriam avesse dei segreti? Perché nascondere un oggetto
del genere invece che tenerlo tranquillamente riposto in un cassetto? Inizia
così il nostro viaggio – o meglio il viaggio di Arthur ma il lettore si troverà
catapultato al suo fianco – alla ricerca della verità, alla ricerca della
provenienza di ognuno di quei ciondoli che appaiono totalmente differenti uno
dall’altro.
Attraverso questo viaggio Arthur
metterà in discussione se stesso come uomo, marito e padre e soprattutto
metterà in discussione il suo matrimonio che aveva sempre creduto felice e
privo di ombre.
La scrittura dell’autrice è
fluida e piacevole; non si perde in descrizioni inutili e riesce a dare un
quadro completo dei personaggi e degli avvenimenti che decide di raccontare.
Quello che in realtà un po’ mi è mancato e che mi aspettavo emergesse prepotentemente
da un libro del genere è il lato emotivo. Ho seguito il protagonista nel suo
viaggio con molto piacere, immaginandomi anche quello che avrebbe potuto trovare
nel suo girovagare in luoghi fino a quel momento solo immaginati grazie alle
immagini dei giornali o dei libri ma non ho avuto una particolare empatia con
lui. Non è riuscito a trasmettermi la sofferenza per quella moglie tanto amata
e perduta così velocemente, non è riuscito a farmi sentire la sua gelosia man
mano che le ricerche avanzavano, non mi ha fatto vivere sulla pelle la sua
rinascita, non mi ha fatto provare i suoi sentimenti, nonostante l’autrice
provi a raccontarcelo più volte a parole.
In qualche modo – seppur le
storie siano completamente diverse – Arthur mi ha ricordato un po’ il
protagonista del libro L’imprevedibileviaggio di Harold Fry – da me soprannominato il vecchio puzzone – perché
entrambi raccontano un viaggio, entrambi si trovano ad affrontare eventi
inverosimili – perché che uno si ritrovi sotto una tigre e ne esca solo con un
graffietto mi sembra quantomeno improbabile – entrambi hanno dei parenti con un
comportamento al di fuori della logica umana – in Harold Fry la moglie e in
questo caso i figli di Arthur – ed entrambi non mi hanno toccato nel profondo
come invece hanno fatto altri libri che raccontano un viaggio simile – mi
riferisco ad esempio a Lo strano viaggio di un oggetto smarrito – e che hanno fatto vibrare la mia anima.
Insomma, una sufficienza piena
per questo romanzo dettata dalla storia che secondo me ha un grande potenziale;
non mi sento di dargli di più però proprio a causa di quella mancanza di
emotività che, per quanto mi riguarda, avrebbe potuto fare la differenza.
Concordo perfettamente.
RispondiEliminaLetto, ma non mi ha lasciato niente :/
Eh boh... Capita però ci resto sempre un sacco male!
EliminaCiao Dany! Anche io ho letto questo libro recentemente ma a me è piaciuto molto! Per una volta non siamo in sintonia :(
RispondiEliminaCiao Fede! Dai, ci sta! Ahahahahahah
EliminaEhm sisteeeeeer? non mi puoi paragonare Arthur al vecchio puzzone!!!!! ah ah ah santo cielo. E comunque, tu lo sai, a me il vecchio puzzone era piaciuto, ma io adoro questi libri un po' strani, con anziani strampalati che si mettono in viaggio. Mi sa che sarà il mio destino...magari arriverò in Norvegia a piedi, facendo il giro lungo, perchè a nuoto anche no!!! Baci
RispondiEliminaAhahahaha e che ti devo dire, me lo ricordava troppo... Ora, va bene i vecchi in giro per il mondo ma che facciano robe verosimili. E poi non so, è proprio mancata l'empatia! Oddio sister prima di partire avvisami ahahahaha
Eliminami piace la tua recensione. e capisco la tua in parte delusione.
RispondiEliminaa me il libro è piaciuto ma non avevo delle grosse aspettative forse per quello ne sono rimasta più colpita di te. :)
Grazie Chicca!
EliminaHai ragione, a volte le aspettative troppo alte portano a grandi delusioni. Probabilmente se non mi fossi aspettata un libro per la vita mi avrebbe colpito di più... ;)