Pagine

giovedì 5 luglio 2018

Recensione IN ANTEPRIMA #248 - La famiglia Aubrey di Rebecca West

Buongiorno lettori e buon giovedì. La settimana si sta finalmente dirigendo verso la fine! Sto facendo degli orari assurdi e li farò per tutto luglio quindi questo periodo, che avrebbe dovuto significare per me un periodo più rilassato, si sta rivelando una tortura e mi sta pesando particolarmente. Arriveranno le vacanze...
Ma torniamo al blog e ai nostri amatissimi libri. In uscita oggi in tutte le librerie e store online un libro che ho avuto l'onore di leggere in super anteprima. Si tratta di La famiglia Aubrey di Rebecca West, edito da Fazi Editore, che ringrazio per la copia, 570 pagine.

Sinossi: Gli Aubrey sono una famiglia fuori dal comune: una famiglia di artisti. Poveri ma molto uniti, fanno fronte alle difficoltà quotidiane con grande spirito. Si spostano in continuazione a seconda dell’impiego del padre, Piers: giornalista e scrittore molto stimato, vive in un mondo tutto suo, ha un problema con la gestione del denaro e un debole per il gioco d’azzardo. È la madre Clare a tenere le fila: pianista dotatissima, ha rinunciato alla carriera per i figli; logorata ma mai abbattuta, ha trasmesso la sua passione per la musica anche a loro. Le due gemelle Mary e Rose sono due talenti precoci, votate al pianoforte, sveglie e disincantate. Il fratellino minore, Richard, è adorato e coccolato da tutti; e infine c’è Cordelia, la figlia maggiore: molto bella e naturalmente non priva di velleità artistiche, non è dotata come le sorelle ma è troppo ottusa per accorgersene. In questo primo romanzo, che copre un arco di dieci anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, fra vicende più o meno importanti i figli cominciano a prendere ognuno la propria strada e così anche i genitori. Personaggi indimenticabili, un senso dell’umorismo pungente e un grande talento per la narrazione rendono la trilogia della famiglia Aubrey un grande capolavoro da riscoprire.

Primo volume della Trilogia degli Aubrey, pubblicato per la prima volta in Italia nel 2007 per una piccola casa editrice, oggi ritrova la luce grazie alla nuova edizione firmata Fazi editore.
Una trilogia che narra le vicende di una famiglia inglese di artisti - padre scrittore/giornalista e madre pianista - alle prese con una quotidianità fatta di rinuncie, colpi di testa, grandi cambiamenti dovuti al volgere del Novecento.
La mia prima impressione è che questa nuova saga familiare possa ripercorrere il grande successo che, sempre per Fazi, sta avendo la saga dei Cazalet. Sono simili, chiederete voi?
Non potrebbero essere più diverse, risponderei io, ed ora proverò a spiegarvi perchè.

La Famiglia Aubrey vive nell'indigenza. 
Il capo famiglia - Piers - è il direttore di un piccolo giornale e scrive pamphlet ideologici o di cronaca su commissione. Ha un bruttissimo vizio: tutti i soldi che gli passano tra le mani li gioca in borsa (in realtà anche quelli che non gli passano tra le mani) e per questo motivo è pieno di debiti. Non ha assolutamente il senso della misura e non pensa minimamente ai bisogni della sua famiglia. Insensibile o forse troppo sensibile? L'evolversi della storia ve lo dirà.
La madre - Clare - è un ex pianista. A differenza del padre vive per la propria famiglia e passa le sue giornate a cercare di far fronte ai guai che crea il marito, tenendo testa ai creditori e mandando giù non pochi rospi. È una madre attenta e premurosa ma anche molto schietta e rigida. Da una parte si occupa personalmente dell'istruzione musicale della due figlie più piccole - Mary e Rose - che, ne è convinta, diventeranno delle grandi pianiste, dall'altra fa di tutto per far capire alla figlia più grande - Cordelia - che il suo futuro non sarà la musica in quanto priva di talento, nonostante lei si incaponisca pensando di poter diventare una grande violinista. Richard Quin è il figlio più piccolo, l'unico maschio, molto simile al padre, il più adorato della famiglia ma, forse, anche quello con più senso pratico.
I quattro figli sono le vere vittime della faccenda. Si rendono conto di tutto quello che accade in famiglia, nonostante gli adulti cerchino di non coinvolgerli troppo. In famiglia vivono ogni sofferenza della madre sulla loro pelle, mentre all'esterno vengono isolati in quanto "strambi" e tremendamente poveri. Solo il loro rapporto con la cugina Rosamunde e con la zia Constantine sembrerà poterli distrarre un po' dalle loro pene.
Sarà proprio Rose una delle figlie femmine a raccontare al lettore - in prima persona - le vicende della famiglia, facendo ovviamente emergere i sentimenti e le sensazioni dei figli. Si capisce che la narrazione arriva da una Rose adulta, che ripercorre gli anni della loro fanciullezza - per niente spensierata - ma al lettore non è dato sapere quanti anni siano passati dalle vicende narrate.
Lo stile è molto lento ed elegante, capace di rendere in modo molto nitido lo scorrere del tempo ed anche capace di regalare al lettore quelle sensazioni di familiarità che si provano in altre saghe come questa (i Cazalet appunto). Leggendo ci si renderà conto di essere entrati a far parte della famiglia Aubrey, di esserci affezionati pian piano ai membri di quella famiglia e di volerne conoscere le sorti al più presto. Eh già, perchè la West si interrompe proprio sul più bello, quando si capisce che qualcosa di importante sta avvenendo, quando quelle ragazze poco più che adolescenti si stanno facendo donne.
Anche l'ambientazione riporta a quelle atmosfere londinesi di inizio Novecento - così come avveniva nei Cazalet - e anche qui succede tutto e niente ma si arriva alla fine del volume ritenendosi appagati e coinvolti. Quasi come se si fosse appena chiusa una porta della propria casa, sicuri che a breve quella porta verrà riaperta e i suoi abitanti saranno ancora lì ad aspettarci.
Sicuramente una saga che non potrà non piacere a chi ha amato i Cazalet e la loro storia  ma, attenzione, come dicevo all'inizio le due saghe sono anche molto diverse.
Cosa, allora, secondo me differenzia tanto le due saghe? I Cazalet sono un racconto corale, con una narrazione lasciata ad ogni personaggio; in questo caso invece la voce narrante è sempre quella di Rose, nonostante a volte si abbia la sensazione che siano anche gli altri personaggi a parlare. I Cazalet - almeno fino allo scoppiare della guerra - sono una famiglia ricca, abituata allo sfarzo e, se vogliamo, anche ai grandi sprechi, mentre gli Aubrey vi racconteranno di mobili venduti, di uvette non comprate a causa della mancanza di denaro e di vestiti sgualciti. I Cazalet sono attorniati da amici e parenti, con cui organizzano feste e pranzi in case mai vuote, gli Aubrey sono soli, devono bastare a loro stessi, a parte in sporadiche occasioni.
Perchè quindi, vi chiederete, sono sicura che se avete amato i primi amerete anche i secondi?
Perchè entrambi hanno alla base un storia forte ed importante, in cui la forza della famiglia è predominante, anche quando quella forza sembra vacillare, anche quando tutto sembra perduto. Perchè in entrambi il sentimento di amore verso l'arte, intesa in senso ampio, straripa da tutte le pagine: nei Cazalet c'era quello verso il teatro e la letteratura, qui quello verso la musica e la scrittura. Insomma non vi resta che correre in libreria e fare la conoscenza di questa famiglia che a volte non capirete, a volte vi farà arrabbiare e altre vi lascerà a bocca aperta ma che, sicuramente, non potrà lasciarvi indifferenti.
VOTO:





20 commenti:

  1. Aggiunto immediatamente alla wishlist, sembra un incanto!

    RispondiElimina
  2. Non lo so. La copertina mi piace molto ma le saghe familiari non tanto. Andrò a sfogliarlo in libreria per vedere un po' di che si tratta e se mi piace

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se le saghe familiari non sono la tua passione pensaci. Effettivamente sfogliarlo in libreria potrebbe essere un buon metodo!! ;)

      Elimina
  3. Stamattina corro in libreria! Amo le saghe familiari e sono sicura che mi piacerà! Gran bella recensione mi è piaciuto molto il paragone con i Cazalet!

    RispondiElimina
  4. Tra te e Tessa, recensioni molto allettanti, ma ho un problema con le saghe familiari, coi libri in serie, quindi proprio non so...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io sto superando la mia reticenza verso i libri in serie. Di certo faccio meno fatica quando la serie è già stata interamente pubblicata perchè, ad esempio, adesso aspettare il prossimo non sarà facile.
      Non saprei cosa consigliarti in questo caso. Questo, come i Cazalet, ha quella atmosfera dei classici che rendono i libri indimenticabili ma che possono anche non andare a genio. Ecco, magari comincia con i Cazalet che, quantomeno, è una serie già tutta pubblicata...

      Elimina
  5. Ho appena commentato anche la recensione di Tessa e sono felicissima di trovare un altro pensiero positivo su questo libro. Io ho scoperto da poco la mia curiosità verso le saghe famigliari, amo quella lentezza che le contraddistingue, mi piace entrare nel profondo dei personaggi e delle situazioni, dunque sicuramente prima o poi proverò a leggere anche questo libro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È la stessa cosa che amo io in questo tipo di storie! Ti piacerà! :)

      Elimina
  6. Anche io come sai ho amato i Cazalet e adesso anche questo mi alletta tantissimo! Va beh, ho giusto appena comprato l'ennesimo libro ieri sera in stazione Centrale a Milano... non è colpa mia se il treno era in ritardo di 20 minuti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ahahahahah non è mai colpa nostra! Ma non puoi cavartela così... devi assolutamente dirmi cosa hai comprato!!! :)

      Elimina
  7. Strepitosa recensione! Mi incuriosisce molto il confronto che hai fatto tra la famiglia Aubery e la saga dei Cazalet che devo assolutamente leggere :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma grazie!
      Recupera i Cazalet al più presto che vale la pena!

      Elimina
  8. Eccomi con più calma! Non posso che concordare con te su tutto! In fondo anche sul confronto Cazalet/Aubrey la pensiamo allo stesso modo! E ora...ci tocca aspettare il prossimo volume!

    RispondiElimina