Buongiorno lettori, lo so, non è venerdì ma questa settimana puntata doppia con Marina quindi le lascio la parola.
Come ti leggo un Romance e ne esce fuori uno storico… ma che dico, un epico-cavalleresco con tutte le sue belle regole, non disdegnando una puntatina nel gotico!
Titolo: Seduzione
Autore: Maya Banks
Casa editrice: Mondadori, 2019
Pagine: 345
Traduzione: Adriana Colombo e Paola Frezza
Trama: Per volere del re, Graeme Montgomery è costretto a prendere in moglie Eveline Armstrong, figlia del capoclan rivale, e a siglare un patto di non belligeranza tra i due clan, riportando così la pace nelle terre di Scozia. Misteriosa e bella come un angelo, Eveline non parla da quando tre anni prima è caduta da cavallo e viene accolta inizialmente con ostilità nel nuovo castello. Ma ben presto riesce a conquistare l'amore di Graeme, accendendo in lui una passione che travolge l'anima e i sensi. C'è qualcosa però che nessuno sospetta: Eveline in realtà non è diventata muta dopo il grave incidente…
RECENSIONE:
Trama banale e non originale? Forse, ma non siate così veloci a giudicare, perché: che cosa non si ricava da un romance scritto bene! A parte il fatto che solo ora mi rendo conto che probabilmente l’autrice, con all’attivo più di una cinquantina di romance contemporanei e storici di successo, ha fatto di questo romanzo una serie. Cosa che odio per partito preso! Ma mi chiedevo anche con ansia, quando ho visto il numero di pagine di questo romanzo, che cosa avesse da far dire ai suoi personaggi questa scrittrice, in ben 345 pagine! La qual cosa mi ha fatto ben sperare. Volevo leggere un bel romanzo, dove la parte erotica non fosse propriamente volgare e parte principale. Volevo che sotto ci fosse una storia! E devo dire, con mia somma meraviglia, di non essere rimasta delusa.
Siamo in Scozia, nelle Highlands. Periodo storico: 1214 – 1249, dato che l’autrice cita Alessandro II come re di Scozia. E dunque, visto che la pace è finalmente arrivata nelle Highlands, re Alessandro può concentrarsi su questioni che non siano il mantenimento dei confini del suo regno. Ad esempio, fare in modo che due tra i clan più potenti del suo regno, smettano di trucidarsi fra loro. Il clan degli Armstrong, di cui Eveline è l’unica figlia femmina – e il clan dei Montgomery, il cui “laird” è ora il figlio maggiore, Graeme, che ha preso su di sé la responsabilità del clan, alla morte del padre. Trovate sconveniente ed azzardato pensare alle più famose “beghe familiari” dei Montecchi e dei Capuleti? Oppure vi fa strano che mi venga in mente il film “Braveheart”, di e con Mel Gibson, incentrato sulle gesta e sulla vita di William Wallace? O ancora che, essendo stata quasi un mesetto in Scozia ed avendo in mente i vari castelli, non riesca a figurarmi come debba essere stata dura la vita al tempo?
Naturalmente Eveline è molto giovane e bellissima, anche se a causa di un incidente occorsole tre anni prima mentre era a cavallo, è stata disarcionata e sembra non essere più la stessa. Minorata? Menomata? Tarda? Nonostante la famiglia la difenda e la tenga al sicuro nel castello, le voci corrono attraverso i confini dei vari clan. All’epoca dell’incidente, era stata promessa a Ian McHugh, futuro laird del terzo clan per potenza e grandezza, ma poi non se ne era fatto più nulla, visto le condizioni della ragazzina. E cosa pensa di fare re Alessandro? Per far finire la faida, obbliga i due clan ad unirsi in nome del matrimonio tra Eveline Armstrong e il capo clan dei Montgomery. Pena la perdita di tutti i diritti e la dichiarazione di fuorilegge di tutto il clan che non dovesse accettare. Graeme è disperato. Non pensava ancora di metter su famiglia, ma farlo con questa giovane significa non avere eredi e condannare il suo clan a finire con lui, oppure abdicare in favore del fratello più giovane di lui. D’altro canto anche la famiglia Armstrong non vuole il matrimonio, perché pensa che solo nel suo castello la giovane sarà al sicuro: dai Montgomery sarebbe schernita per la situazione fisica in cui versa e odiata, perché appartenente al clan nemico. E qui mi fermo con il racconto, perché, come detto, pur se non originale, riserva comunque qualche sorpresa piacevole.
Che vi devo dire? Personaggi stereotipati sì un po’: come già detto, lei è molto bella e nonostante ciò che le è capitato, resta sempre positiva, empatica nei confronti degli altri e sempre pronta ad aiutare, oltre ad essere coraggiosa ad oltranza. Diciamo un po’ forzata la costruzione di questa giovanissima donna, soprattutto pensando al periodo in cui è ambientato il romanzo. Graeme Montgomery invece, pur se ricalca l’idea classica dell’eroe, è tratteggiato forse meglio: nonostante sia il capo clan e debba governare con severità, non disdegna il consiglio dei due fratelli minori e soprattutto prima di prendere decisioni è in grado di valutare i pro ed i contro, tenendo in considerazione i punti di vista di tutte le parti in causa.
Il romanzo è incentrato sui dialoghi, le descrizioni di paesaggi, ambienti e abbigliamento d’epoca ci sono, ma non soverchiano, lasciandoci alla bellezza dei dialoghi. Ottimo spunto la descrizione dei lavori femminili, sia delle nobili del clan, che delle varie serve e servette. E delizioso il ritratto della sorellina di Graeme Montgomery, tutta presa dal voler imparare a leggere e scrivere, nonostante ciò sia visto come una stramberia.
E poi il clou, perché nella parte finale mi ha ricordato un po’ i romanzi gotici, e pur se nuovamente azzardato, mi ha fatto venire in mente le atmosfere e anche le peripezie de “Il Castello di Otranto” di Walpole, seppur scritto con un linguaggio completamente diverso ed attuale, naturalmente. Segrete sepolcrali, passaggi segreti, perversioni nascoste sotto comportamenti falsamente nobili, atmosfere cupe ed inquietanti, rapimenti, sfide…
Leggere i ringraziamenti poi, mi ha dato il colpo di grazia, visto che Maya Banks ci svela che la stessa menomazione, chiamiamola così, di Eveline, prende spunto dalla situazione in cui si trova suo marito. Un tributo ed un riconoscimento a chi, pur nelle difficoltà, non perde speranza, coraggio e positività.
A presto
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