Buongiorno lettori, e buon inizio settimana. Oggi vi parlo di Uccelli di rovo di Colleen McCullough, edito da Bompiani, pag. 663.
Sara Rattaro torna con un nuovo lavoro e lo fa con la sua solita semplicità ma anche con la sua grande carica di sentimenti.
"Gillanbone apparve mentre il sole stava tramontando, uno strano,piccolo insieme di sgangherate costruzioni di legno e lamiera ondulata, ai lati di un'unica strada amena, polverosa, senz'alberi, monotona."
Diverse volte ho partecipato ad aperitivi letterari don Donato Carrisi. Lo so che vi state chiedendo cosa c'entri questo con Uccelli di rovo... Carrisi ha sempre ribadito che non ha mai voluto vendere i diritti dei suoi libri oltreoceano, per non dover trovare snaturati i propri lavori. Poi lui certo è fortunato, prima di essere uno scrittore è un regista quindi gioca in casa. Comunque, più e più volte durante la lettura mi sono trovata a ripensare a questo particolare e mi sono ritrovata a chiedermi cosa abbia pensato l'autrice di Uccelli di rovo quando ha visto per la prima volta il suo romanzo trasformato in una telenovela anni '80 da quattro soldi.
Quello che tutti quelli della mia generazione ricordano come una telenovela (già, ai tempi non si chiamavano serie TV) piena di sesso proibito tra un prete e una giovane ragazza, è in realtà un romanzo degno di grandi classici come Via col vento, in cui le scene che nel film sono il fulcro occupano forse una cinquantina di pagine su 663 ed hanno oltretutto un'intenzione narrativa totalmente diversa. Un libro da cui non sapevo cosa aspettarmi si è rivelato una potente storia familiare.
Già, padre Ralph non ne è il protagonista! E neanche Meggie lo è!
La vera protagonista di questa storia è la famiglia Cleary, una famiglia in cui il sesso maschile predomina ma in cui alla fine, tutto risulta sulle spalle delle uniche tre donne. Tre generazioni totalmente diverse per alcuni aspetti ma anche molto simili per altri.
Di base c'è una grande incapacità di amare e di mostrare agli altri il proprio amore. C'è una mancanza di empatia tra i membri della famiglia che il lettore sente prepotentemente e che emerge in ogni pagina. E quella mancanza di empatia si riversa sui lettori che difficilmente ameranno visceralmente i personaggi ma che allo stesso tempo si renderanno conto di non poter fare più a meno di loro. Sì, avete capito bene, probabilmente li detesterete tutti o quasi - questo è quello che emerso da più di cinquanta partecipanti al gruppo di lettura di questo libro - ma comunque vi rimarranno dentro e non saprete staccarvene. E se non è un'autrice da elogiare questa...
Una grande capacità dell'autrice è quella di fare vivere in modo molto tangibile l'ambientazione, che insieme alla famiglia, fa quasi da co-protagonista al romanzo. Spesso le ambientazioni sono pure indicazioni che aiutano a capire dove ci si trova ma non hanno un ruolo specifico nella storia. In questo caso invece l'Australia, il suo clima, le sue abitudini, le sue caratteristiche dialogano con i personaggi e diventano parte integrante di un tutto, che non avrebbe senso senza quell'ambientazione lì. Ho conosciuto a fondo diverse parti di Australia, sopratutto quella delle grandi tenute di bestiame, ne ho sentito la siccità e allo stesso modo la grande umidità. Ho viaggiato su treni notturni, su navi nel mare in burrasca, ho cavalcato per le praterie bruciate dal sole. Sono stata in Australia ma anche a Roma, in Grecia, a Londra (luoghi che, per quanto minimi nella storia, hanno comunque una grande caratterizzazione e importanza). Ho visitato tutti i luoghi che mi sono stati mostrati in modo vivido grazie a descrizioni particolareggiate ma mai eccessive.
Anche i personaggi sono delineati in modo molto preciso e dettagliato. Nonostante si faccia fatica ad amarli, probabilmente proprio per il loro essere imperfetti come qualsiasi persona reale, non possono lasciare indifferenti e questo è sicuramente un grande pregio dell'autrice. Ricorderò questo libro molto a lungo e lo consiglierò perché credo meriti di essere letto! Un libro che avrebbe ricevuto il massimo dei voti se in una parte - quella della guerra - non lo avessi trovato un pochino lento e meno entusiasmante rispetto a tutto il resto.
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