Buongiorno lettori, cercando di ottimizzare il tempo, anche oggi torno con una nuova recensione. Si tratta di quella de La ragazza delle perle di Lucinda Riley, edito da Giunti, pag. 672.
La ragazza delle perle è il quarto libro della serie Le sette sorelle. Se i primi tre mi avevano fatto storcere non poco il naso, devo dire che questo è quello tra i quattro che finora ho trovato il più equilibrato sia come storia del presente e del passato, sia come completezza dei personaggi, sia come ambientazione.
Certo non posso dire che questa serie sia diventata improvvisamente la mia preferita, non posso dire che da oggi consiglierò a tutti di leggerla ma devo dire che sicuramente se tutti i libri che la compongono fossero come questo di certo sarebbe tutta un'altra cosa.
Ma partiamo dall'inizio.
"Come un animale ferito, avevo intenzione di andare a nascondermi per curare il mio dolore."
Questo quarto libro è dedicato a CeCe, la sorella che fino a questo momento avevamo conosciuto solo come una persona praticamente in osmosi con Star. E se il libro precedente è stato per Star il libro della rivalsa da un rapporto troppo morboso che aveva con la sorella, da cui tendeva ad essere oscurata, questo è sicuramente il libro in cui CeCe si riscatta agli occhi del lettore, che difficilmente poteva averla presa in simpatia per come era stata raccontata nei libri precedenti.
L'impostazione narrativa è la solita: una storia del presente, narrata in prima persona dalla sorella di turno, una storia del passato narrata in terza persona che svela man mano le origini della sorella e un finale del libro con una piccola introduzione alla sorella successiva. Niente di nuovo quindi, su questo fronte, dettaglio che può essere visto come un segno distintivo dell'autrice ma che continuo a credere che possa diventare un po' monotono dopo 8 libri... (già perchè nel frattempo sono diventati otto!).
Ambientazione di questo nuovo romanzo è l'Australia, un'Australia particolare, in un'epoca che parte dall'inizio del 1900 e che arriva fino ai giorni nostri, narrata in una storia che ripercorre le orme dei nativi, che ci mostra le condizioni in cui versavano con l'arrivo dei conquistatori, il loro rapporto con i bianchi, l'evoluzione del loro popolo.
Affascinante è sicuramente la parte che ci narra della pesca delle perle, elemento - come capirete dal titolo - molto molto importante per il dipanarsi della storia, ed anche elemento trainante della vita dei personaggi.
Rispetto ai libri precedenti devo dire che questa volta non ho trovato una predominanza di una delle due storie rispetto all'altra, sia la parte del presente che quella del passato le ho trovate ben bilanciate, interessanti, concluse in modo credibile e non affrettato.
Lo stile è quello dell'autrice, uno stile coinvolgente e scorrevole che abbinato ad una storia azzeccata e ben congegnata mi fa finalmente ritrovare quell'autrice che avevo tanto apprezzato ne L'angelo di Marchmont Hall.
La protagonista convince, con una crescita personale non indifferente, che avviene in modo graduale e convincente, a differenza di quello che secondo me era avvenuto con Star e anche con Ally. La passione per il disegno che già ci era stata accennata nel volume precedente, in questo volume viene approfondita a tal punto da diventare un elemento importante per l'evoluzione della ragazza e la sua crescita personale. La storia di CeCe ha tutti i tasselli al posto giusto ed avviene con i giusti tempi, senza fretta, permettendo al lettore di metabolizzare, di affezionarsi a lei e di non storcere il naso davanti alla sua evoluzione. Anche gli altri personaggi (a parte forse uno di cui non ho capito molto il senso e la necessità) sono interessanti, hanno una storia coinvolgente e necessaria allo svolgimento del romanzo.
Devo dire che l'autrice sembra veramente aver trovato la storia giusta per dare voce a CeCe e permettere al lettore di conoscerne la sua storia.
Alcuni dettagli mi hanno dato fastidio - lo sapete che leggo in modo cerebrale - e mi piacerebbe sapere se sono dovuti all'autrice o alla traduzione. Leggere in una storia ambientata negli anni duemila "facemmo all'amore" fa un po' ridere... così come vedere che le persone nel 1900 si danno del tu senza remore. Dettagli è vero, che però a me disturbano non poco durante la lettura.
Che dire quindi come giudizio finale? Dopo tre libri ni, finalmente mi sento di promuovere il quarto della serie non con una sufficienza stiracchiata ma con un voto positivo convinto!
Le mie amiche amanti della Riley saranno felici!
Le mie recensioni precedenti:
Le sette sorelle qui
Ally nella tempesta qui
La ragazza nell'ombra qui
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