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venerdì 28 maggio 2021

Letture con Marina #136 - Unfit Vol.1: Amori di tre ragazze impresentabili. Rachel

Buongiorno lettori, è venerdì quindi torna il consueto appuntamento con Marina e una delle sue recensioni.


Stupenda e fortuita occasione, che presta il destro ad una sorta di palleggio, come fosse una discussione a distanza con altri Blog sul tema dei romanzi rosa, o romance, come vengono definiti da un po’ di tempo a questa parte, assurgendo ad una connotazione meno casereccia e più elegante. Mi riferisco alla rubrica “5 blogger per un Autore”, condivisa da Un Libro per Amico, Desperate Bookswife, Ombre di Carta, La Lettrice sulle nuvole e Librintavola. Loro hanno scelto di comune accordo Rebecca Quasi, cui io contrappongo Miss Black. Argomento: Romance e Romance Storici. E ne vedrete… opppsss, ne leggerete delle belle, perché c’è sostanzialmente un punto sul quale io non concordo…


Ti
tolo: Unfit Vol.1: Amori di tre ragazze impresentabili. Rachel
Autore: Miss Black
Casa editrice: StreetLib, 2021
Pagine: 400

Trama: Le sorelle Vassemer sono cresciute in una grande, antica casa nel Lincolnshire con il padre, Sir Henry. In paese i Vassemer hanno una solida fama di eccentricità e non si può negare che sia ben meritata: Sir Henry è un astronomo e la figlia maggiore, Rachel, a trentatré anni è convinta di essere a sua volta un’astronoma – come se una donna potesse capire le complessità del cosmo. Ovviamente è destinata a restare zitella. Le figlie minori, invece di preoccuparsi di debuttare in società come qualunque signorina assennata, intendono dedicarsi una alla scrittura e una al suffragio femminile – come se ci fosse un singolo motivo per cui alle donne dovrebbe essere permesso di votare. Per fortuna la loro casa crolla, Sir Henry muore e le ragazze vengono smistate tra tre diversi tutori. Rachel finisce nella grande tenuta di Lord Julian Acton, Marchese di Northdall e parecchi altri titoli, un vedovo con due figli appena usciti dall’adolescenza, un imperscrutabile domestico indiano e un’unica passione nella vita: i cavalli. Ma Lord Northdall non è un aguzzino e con miss Rachel raggiunge subito un accordo basato sul buonsenso. Miss Rachel può continuare a essere impresentabile finché vuole, ma in pubblico si comporterà da perfetta gentildonna. Miss Rachel accetta. No, sul serio, accetta. Purtroppo essere normali non è così semplice, quando sei una Vassemer, e Lord Northdall se ne accorgerà presto a sue spese.
 

RECENSIONE:   

E allora, vista la recensione sui generis che mi accingo ad architettare, perché non partire dalla fine?, che poi è anche un ulteriore tassello che ci lega alla rubrica delle 5 bloggers, qui sopra menzionata. E quindi: “Ringraziamenti e Notazioni”, nei quali Miss Black ci spiega che diversamente a quanto fanno di solito gli autori, per lei la scrittura è un’attività solitaria e quindi non ha l’abitudine a far leggere in anteprima i suoi libri. Ma questa volta, trattandosi per lei di un’anomala incursione nel genere “romance storico”, ha chiesto a Rebecca Quasi (!) e ad Amalia Frontali di prestarsi a fare da “proof readers” per questo suo primo romanzo, che oltre ad abbracciare il genere storico, è anche più lungo dei suoi consueti romanzi. Il secondo punto su cui l’autrice si sofferma è duplice e al contempo stuzzicante e ci fornisce l’occasione di “spiare”, seppur da lontano, il flusso creativo di un’autrice. Da un lato quindi si perita di specificare che a monte ci sono dettagli storici molto accurati. Così ci dà conto dell’esattezza dei nomi dei clubs londinesi, delle linee ferroviarie, dei monumenti, dei vari mezzi di trasporto, dei nomi dell’abbigliamento, di quanto legato al mondo dei cavalli, con digressioni interessanti sull’India e su alcuni episodi cruenti in giro per il mondo. Dall’altro lato ci precisa che il suo intento non è stato quello di produrre un saggio sul periodo vittoriano, andando alla ricerca anche di particolari che avrebbero minato in parte la bellezza dell’edificio romance in costruzione, vedi ad esempio dettagli di cui tutti oramai siamo al corrente, tipo lo stato di salute dell’apparato del cavo orale, la generale mancanza di pulizia corporale e/o stradale (anche se di questo fa invero un accenno) e via discorrendo. Altra cosa che si svincola un po’ da questi due primi punti, è la volontà dell’autrice di dar conto della società in cui fa vivere i suoi personaggi e naturalmente il luogo, che era un po’ il centro dell’allora mondo: fine del diciannovesimo secolo e Londra o la zona rurale inglese, dove la nobiltà aveva i suoi castelli.

E proprio quest’ultimo punto dà il là a questa storia, visto che ci introduce nella vita di queste tre sorelle un po’ sui generis, se pensiamo proprio al periodo storico ed il luogo in qui vivono. Appartengono ad una società rigida, in cui le convenzioni e le regole avevano un’importanza fondamentale, beninteso per la classe nobile, non certo per il volgo. Ma come in ogni epoca e in ogni stato che si rispetti (e in senso più ampio, Italia docet – sempre!), non possiamo non credere ed immaginare che tutti – sempre – si uniformassero al sentire comune, proprio perché imposto. E quindi, e qui ritorna il mio poc’anzi fatto commento sull’Italia, sicuramente ci sono state persone più o meno fortunate nel tentativo, che nel corso dei diversi periodi storici hanno dissentito, anche in modo creativo, all’ipocrisia imperante in quel dato momento. E naturalmente, chi meglio delle donne, così a lungo vilipese nel corso dei corsi e ricorsi storici, potevano a buon diritto cercare di alzare la testa dal giogo imposto loro dall’altra metà della specie umana?

Il romanzo parte come nella migliore delle tradizioni teatrali, ma anche dei romanzi gialli, elencando i personaggi coinvolti, anche perché Miss Black non solo ci presenta la prima delle tre sorelle di cui parlerà in questa sua prima prova, Rachel (che è la maggiore), ma ci introduce già piuttosto bene anche nella nuova vita delle due sorelle minori, sia nel collocarle nelle nuove famiglie di adozione, sia intrecciandone le vicende con quella principale, rendendo quindi impossibile resistere alla curiosità di attendere con ansia i successivi due romanzi, che costituiranno la trilogia di questo suo primo esperimento di romance storico. Che intelligentemente si può leggere come romanzo a sé stante.

A voler essere concisi, per non allungare eccessivamente questo ragionamento, la storia si può riassumere così, supposto che non abbiate già letto l’esaustiva sinossi: un padre muore, le tre nobili figlie allevate ahimè senza una madre e lasciate un po’ allo stato brado dal punto di vista delle regole e da che cosa ci si aspetta da tre nobildonne, per testamento del genitore vengono affidate a tre diversi tutori, che in precedenza il patriarca stesso aveva selezionato con fine occhio da intenditore. In questo primo romanzo, non mi è dispiaciuto affatto che la protagonista abbia 33 anni e che il suo tutore ne abbia 41. Trovo che poi tutto il resto studiato da Miss Black per loro come coppia sia di una logica lineare e di una possibile veritiera realtà, senza la necessità per noi lettori di dover ricorrere allo sforzo titanico della sospensione della realtà che qui, a ben vedere, non dovrebbe essere esercitata, visto che non siamo in presenza di un fantasy o genere similare. Unico piccolo appunto che avrei voluto muovere all’autrice è che ha mancato di dar seguito alla grande ed unica passione della protagonista, Rachel, che come il padre era appassionata astronoma, per cui mi sarebbe piaciuto leggere a tratti di costellazioni, volta stellata ed argomenti simili.

Tutto quanto riportato dall’autrice, la fantomatica mistress Miss Black, contrariamente a quanto mi sarei aspettata dal genere, è una gioia per gli occhi: come detto dettagli storici accurati e reali (anche per chi non fosse appassionato del periodo storico preso in esame e della Gran Bretagna in particolare), storia non ottusamente melensa e sdolcinata, blande ma fantasiose parolacce del nostro uso comune che rendono le battute più vivide e vicine al nostro sentire, battibecchi a volte anche divertenti e soprattutto, grazie a Dio, una trama! Perché se è vero che dalla sinossi se ne ricava un già sentito, già sicuramente letto, in realtà l’autrice, nella prosecuzione delle vicende collegate, ma soprattutto nella storia principale, incatena degli avvenimenti che permettono di farci riflettere su tematiche importanti e sopra citate ma al contempo non costruiscono la solita storia del Lui, Lei, si incontrano, amore a prima vista, bisticcio per incomprensione e happy ending. E se è vero che di volta in volta, scoperte le carte in tavola, noi lettori possiamo sussurrare “ah, sì, ecco…”, è anche vero che lo facciamo solo dopo che l’autrice ci ha portato per mano dove voleva lei, mai prima!, costruendo una storia che come detto ha del reale, del possibile che accada.

Mi è particolarmente piaciuto, a tal proposito, che alcune vicissitudini venissero solo accennate, lasciando all’immaginazione guidata del lettore cosa potesse essere effettivamente accaduto, un po’ come accade nelle pellicole cinematografiche, dove ad un certo punto c’è la dissolvenza, lo spettatore/lettore fa suo l’avvenimento colmando il non detto – e si riparte con la vicenda, diventandone più partecipi che se fossimo dei semplici spettatori/lettori. Altro fattore piacevole: il sesso è presente ma non è preponderante, facendosi protagonista assoluto della storia. Ulteriore aspetto che mi ha fatto accogliere favorevolmente questo romanzo è la constatazione che seppur il periodo storico, l’educazione, la classe sociale ed un mucchio di altri fattori siano lontani anni luce dalla nostra epoca, ciò nonostante ciò che la protagonista Rachel prova e vive è descritto e fatto procedere con un filo logico che possiamo non solo comprendere, ma soprattutto percorrere senza trovare incongruenze fastidiose. Cosa non da poco. Ed è quindi con interesse, curiosità e piacere che potremo seguire in tutto il percorso questa nuova eroina, anche arrivati al momento in cui, a causa di un evento di cui qui non possiamo per ovvie ragioni che tacere, la storia prenderà il corso che il romance prevede per sua natura, con un deus ex machina poco piacevole per la protagonista ma vero punto focale dello stravolgimento della vita di Rachel.

“Spero che da ‘Unfit’ traspaia l’epoca presa in esame, periodo di grandi mutamenti sociali e tecnologici, di grandi contraddizioni e di grande vivacità intellettuale. Il resto non mi importa”. Ed eccoci al punto in cui dissento dalla considerazioni fatte dai blog Un libro per amico, Desperate Bookswife e Ombre di Carta (non gli altri due blog, nelle cui recensioni ho letto soddisfazione per il romance letto), cui non è molto piaciuto il romanzo “La Governante”. Perchè: è vero che uno stesso romanzo può non piacere a tutti (vuoi per il periodo in cui lo si legge, per la forma mentis, per le preferenze, etc…), ma se dietro ad un fantomatico romanzo dichiaratamente storico non c’è costrutto e ricerca del periodo preso in esame, allora non è questione di non piacere. Ci dovrebbe essere l’onestà da parte di autore e soprattutto della casa editrice di dichiarare, nell’esempio del romanzo di Rebecca Quasi “La Governante”, che è semplicemente un romanzo rosa. E qui potremmo parlare del mondo delle fascette, delle frasi pubblicitarie e di tutto il mondo che circonda l’uscita di un libro. E qui partirebbe anche da parte mia, che sono completamente ignorante su queste questioni, la richiesta alle case editrici di curare un po’ di più la qualità degli scritti che pubblicano. Troppi scrittori che cavalcano un genere di moda, persone che non sono nemmeno ascrivibili al genere degli artigiani, che si improvvisano scrittori perché sanno tenere in mano una penna, o digitare su una tastiera, solo perché magari non commettono errori grammaticali… Non si capisce se questa sovra-abbondanza di libri possa essere dovuta al fatto che i lettori sono aumentati in gran numero – ma non mi pare sia il caso, visto che almeno qui in Italia si grida ogni anno allo scandalo dei pochi lettori, fanalino di coda di qualsivoglia statistica sul numero dei lettori…

Mi sono sicuramente dilungata troppo, soprattutto perché il tempo a disposizione e l’attenzione che si rivolge agli scritti è sempre più risicata. Volevo solo aggiungere che non so come siano gli altri romanzi di questa misteriosa autrice, avendo letto solo questo – che da parte dell’autrice è dichiaratamente il primo romance storico. Probabilmente prima o poi ci sarà l’occasione di leggere altro, di suo. Dico solo che questo romanzo è sicuramente ciò che Miss Black voleva scrivere e che la lettura da parte mia è stata molto più che sorprendentemente piacevole.

A presto




 

lunedì 24 maggio 2021

REVIEW PARTY - Recensione #394 - Il labirinto delle ombre di Remigiusz Mroz

Buongiorno lettori, oggi qui sul blog ospito il Review party di un libro uscito il 13 maggio in tutte le librerie e store online. Si tratta de Il labirinto delle ombre di Remigiusz Mroz edito da Nord, che ringrazio per la copia, pag. 464

Nel banner qui sopra i nomi di tutti i blog partecipanti su cui oggi potrete trovare l recensione di questo romanzo. Ringrazio Marianna di A spasso coi libri per avermi coinvolto in questa iniziativa.



Trama:
A volte hai la sensazione che la tua vita sia manovrata da qualcun altro. Qualcuno senza volto e senza nome. A volte hai ragione… Sono passati dieci anni da quella sera, eppure Damian non riesce a dimenticare. Un attimo prima, la sua adorata Ewa aveva accettato di sposarlo, l'attimo dopo erano stati aggrediti, lui era svenuto e, quando aveva ripreso i sensi, Ewa era svanita. Da allora, Damian ha vissuto di rimpianti. Ma tutto cambia quando un amico gli mostra una foto comparsa su Facebook, una foto che ritrae una ragazza uguale a Ewa tra il pubblico di un concerto. Sperando che si tratti proprio di lei, Damian contatta subito l'ispettore che si era occupato del caso, tuttavia, nel giro di poche ore, la fotografia viene fatta sparire dal web e Damian trova il cadavere dell'amico riverso in una pozza di sangue. L'unica persona disposta ad aiutarlo sembra essere Kasandra, una donna enigmatica e dal passato misterioso, sposata da dieci anni col titolare di un'agenzia investigativa. È lei che lo convince che Ewa è viva e che quella foto è solo il primo anello di una catena di indizi per ritrovarla. E per salvarla. E Damian non si tira indietro, anche a costo d'inoltrarsi in un labirinto d'ombre in cui a è come appare, in cui il confine tra verità e menzogna si fa sempre più sottile. E in cui qualcuno sta manovrando ogni sua mossa…

Se mi conoscete sapete che sono una grande amante di thriller ma che nell'ultimo periodo mi sono un po' allontanata dal genere perché mi sembrava di leggere sempre le stesse cose, non trovavo più quell'elemento wow che mi facesse apprezzare e non dimenticare immediatamente questo tipo di letture.
In questo romanzo, un esordio di un autore polacco, ho trovato un'originalità che da molto tempo mi mancava ed ora proverò a farvi capire perché.

venerdì 21 maggio 2021

5 blogger per un autore #3: Rebecca Quasi - Recensione #394: La governante

 


Buongiorno lettori, sono già passati due mesi e siamo giunti alla terza puntata della rubrica 5 blogger per un autore in collaborazione con Ombre di carta, Desperate Bookswife, La lettrice sulle nuvole, e Librintavola. In cosa cosiste? Ogni due mesi leggeremo tutte un libro di uno stesso autore; un modo per ampliare i nostri orizzonti letterari e approcciarci tutte insieme ad autori che magari non avremmo considerato. Dopo gennaio dedicato a John Niven - recensione qui - marzo dedicato aa Antonio Lanzetta - recensione qui - questo mese abbiamo scelto un'autrice, a me totalmente sconosciuta. Si tratta di Rebecca Quasi ed il libro da me scelto è La governante autopubblicato, pag. 200. 



Trama:
 Londra 1875. Rimasto vedovo, Leonard Lennox, conte di Moncrieff, ha bisogno di una governante che si occupi di Penelope, sua figlia, o meglio della figlia della sua defunta moglie, visto che non è certo di essere il padre della bambina.
A tale scopo assume Sidonie Tate, vedova a sua volta, una donna ancora giovane, avvenente, dal carattere forte e con un passato non proprio cristallino.
Spedire figlia e governante in una tenuta di campagna lontano da Londra pare la soluzione a tutti i suoi problemi. Pare....


 
Primo approccio per me con questa autrice quindi non avevo assolutamente idea a che cosa andassi incontro. Ho avuto due fasi differenti con questo libro: una in cui ho continuamente storto il naso ed una in cui ho trovato la lettura più piacevole e la storia un po' più convincente. Non sarà facile dare un voto a questo romanzo, probabilmente mi scaturirà alla fine di questo post, dopo aver tirato insieme le idee.

giovedì 20 maggio 2021

Letture con Marina #135 - Recensione di Viaggi letterari in Italia di Romina Angelici

Buongiorno lettori, anticipiamo a giovedì la rubrica di Marina perchè domani sul blog troverete la terza puntata della rubrica 5 blogger per un autore, in cui troverete il mio pensiero sulla mia prima esperienza di lettura dell'autrice Rebecca Quasi.


Ci sono case editrici con le quali si è più in sintonia proprio per la tipologia di libri che curano e che pubblicano. E ci sono scrittrici e scrittori con i quali, seppur inconsapevoli gli uni degli altri, si instaura una affinità elettiva che va oltre il consueto rapporto scrittore-lettore: c’è una comunione di interessi per argomenti, tematiche, periodi storici e vita letteraria che si condivide…





Ti
tolo: Viaggi letterari in Italia
Autore: Romina Angelici
Casa editrice: Floer-ed, 2021
Pagine: 164
Prefazione: Michela Alessandroni

Trama: I diari, i reportage di viaggio e le lettere spedite agli amici e ai familiari testimoniano fasi importanti della vita di molti scrittori che, in cerca di ispirazione, cultura e svago, lasciarono i loro luoghi di residenza per immergersi nelle bellezze artistiche e naturali italiane. Charles Dickens, Elizabeth Barrett Browning, Louisa May Alcott, Jean Webster, Edith Wharton e molti altri ancora raccontarono le sensazioni vivide e concrete della nostra Italia di un tempo ormai passato e la loro meraviglia davanti al fascino esercitato dalla sua bellezza: il lavoro di ricerca condotto da Romina Angelici ci consente di ripercorrere i loro passi, guardare con i loro occhi di visitatori e scoprire l’influenza che l’esperienza del viaggio esercitò su di loro e sulla loro produzione letteraria.
 
- PICCOLO EXCURSUS PERSONALE -



Non poteva lasciarmi indifferente questa nuova uscita libraria, per la scuderia Flower-ed: viaggi letterari, e proprio sul suolo natio! Un connubio tra la letteratura internazionale e la destinazione dei viaggi nel Bel Paese, dove cultura, storia, paesaggio e clima rendono l’Italia ancora una volta una nazione… sulla bocca di tutti, oltre che su diari, romanzi e tele dipinte. Unico neo, come di consueto, soprattutto al tempo preso in esame dall’autrice, non un viaggio per tutti, perché il costo, vista anche la permanenza non breve, doveva essere assai oneroso. Tornando a tempi sicuramente molto più recenti, io stessa, e sono sicura molti altri tra voi lettori, non sono nuova a queste avventure, sia dal punto di vista delle letture in poltrona che dell’atto pratico del viaggiare, in una sorta di reminiscenza illuminista, che consigliava di mettere in pratica ciò che ci si era dilettati a leggere o studiare. Ricordo con immenso piacere “La scrittrice abita qui”, di Sandra Petrignani del 2002, come pure della stessa, la presentazione del libro sulla Ginzburg, “La Corsara”, ed il suo conturbante affabulare, parlando dei luoghi di questa grande signora. Ma non solo. Le mie scappate a Londra e in Gran Bretagna in tempi lontani e non sospetti, alla ricerca dei luoghi di John Ronald Reuel Tolkien, di Lewis Carrol, di Virginia Woolf e di sua sorella Vanessa… Per dire, che anche senza esserne consapevoli o preparati, il viaggio letterario è sempre dietro l’angolo.



RECENSIONE:   

E poi, e poi… Impauriti dai saggi? Annoiati dalle biografie? Dubbiosi sull’interesse che può rivestire uno studio accurato e che fa ripercorrere il cammino di un letterato? O sull’opportunità da parte di un appassionato lettore di conoscere anche aspetti meramente biografici di un autore, nell’annosa questione: leggere scevri da approfondimenti biografici per tema di cogliere significati inesistenti nelle letture, oppure ricercare proprio anche tali dettagli, per meglio comprendere l’autore, e quindi il libro stesso? Romina Angelici si tiene alla larga da questa disputa, epperò noncurante, con il suo studio ci porta in alcune città d’Italia non ingabbiandoci in un periodo preciso o in una località sempre quella, ma facendoci scorrazzare felicemente dal nord al sud, in compagnia di una banda di scrittori, che sono uomini e sono donne che dall’Italia si sono fatti affascinare, pur se ad occhi aperti, sia dalla cultura che dalla storia e dal paesaggio, peritandosi di restare meravigliati dal clima e dagli scenari e trovando nella popolazione italiana tutto il buono che effettivamente c’è, a dispetto del mal governo e della povertà, laddove incontrata.

E allora eccoci insieme a Louisa May Alcott, Henry James, Edith Wharton, Oscar Wilde, Dickens, Katherine Mansfield, Lawrence, Virginia Woolf, Forster, Somerset Maugham, Elizabeth Barret Browning con Robert Browning, Gaskell, i Trollope, Byron e Shelley, Goethe… Li nomino così, a memoria ed in ordine sparso, non volendo di proposito scendere nei dettagli di ciò che ci racconta Romina Angelici, per non farvi perdere l’incanto del suo narrare, che si basa sulla realtà di quanto vissuto in Italia dai diversi protagonisti, e trattato come un racconto nel racconto.

La stessa prefazione di Michela Alessandroni è un viatico che ci introduce lievemente in quel piccolo ma grandioso cameo che poco oltre la Angelici ci dipingerà, a cavallo di epoche diverse, spaziando indifferentemente tra diverse nazionalità di appartenenza degli autori e soprattutto di motivazioni per cui si è intrapreso il viaggio nel Bel Paese, necessariamente figli dell’epoca cui si appartiene.

E così, se già nel Medioevo l’Italia era considerata una tappa fondamentale dal punto di vista religioso, man mano che ci avviciniamo ai nostri tempi, la ragione per intraprendere il così detto Grand Tour muta notevolmente, diventando non più mera tappa, ma Paese protagonista di turismo per le bellezze paesaggistiche, nonché Paese ricercato perchè culla della Storia e della cultura, per gli edifici antichi, oltre che per il clima sicuramente più salubre rispetto ai paesi del nord. I viaggi si prolungavano da qualche mese, all’oggi così detto anno sabbatico, che per qualcuno durava ancora di più. Da viaggio di formazione ad esperienza per poter entrare poi nell’età adulta con più sicurezza ed esperienza per alcuni, a “panacea salvifica” per altri, fino a trasformarsi in occasione di studi particolari o incontro amoroso per qualche fortunato e diventare possibilità di osservazione del genere umano e riflessione per altri ancora. Certo è che, a differenza dei tempi moderni, la fretta non assillava sicuramente il viaggiatore, che poteva permettersi di bighellonare e scoprire scorci inaspettati, rispetto alle mete classiche. Un periodo dilatato insomma, che non ha nulla a che spartire con i viaggi “mordi e fuggi” di oggi, dove le tante cose da vedere e fare si affastellano le une sule altre, rischiando di far ripensare ad un luogo come ad una fantasmagoria di cose e persone, con il risultato di far giungere il turista a casa con una gran confusione in testa.

Ciò nonostante, mi diverte il pensiero della vacanza come la intendiamo noi adesso, se rapportata al mondo che ci ha preceduti. Laddove nei tempi andati venire in Italia era innanzitutto un cancello da varcare per conoscere un mondo diverso, compiacendosi di fare un bagno di cultura, di storia, di panorami soleggiati e splendidi, ora tra le vacanze più gettonate v’è sicuramente la spensieratezza dei bagni di mare fini a sé stessi. E mi sovviene, proprio pensando a Forster e al suo stupendo “Camera con vista”, l’imbarazzante , ma al contempo tonificante per gli interpreti e divertente per lo spettatore (nel caso del film), in cui in un ammasso di membra nude, il fratello di Lucy, insieme al biondo e quasi teutonico incomprensibile George e al reverendo Bebee, si getta nel piccolo laghetto vicino casa, di nascosto osservati – con pruderie virginale confacente alla sua posizione sociale– dalla stessa Lucy Honeychurch. Per dire: che cosa meravigliosa la letteratura!

Grazie per le chiacchiere e a presto




 

lunedì 17 maggio 2021

Recensione #393 - Tentare di non amarti di Amabile Giusti

Buongiorno lettori, e buon inizio settimana. Finalmente riesco a tornare con una recensione ma, vedrete, questa settimana sarà ricca! Oggi vi parlerò di un libro che ho letto lo scorso mese solo per soddisfare un obiettivo della challenge e di cui mi sono innamorata! Si tratta del romanzo Tentare di non amarti, di Amabile Giusti, edito da Amazon publishing, pag. 340.



Trama:
Penelope ha ventidue anni ed è una ragazza romantica e coraggiosa con una ciocca di capelli rosa e le unghie decorate con disegni bizzarri. Orfana, vive con la nonna malata nella misera periferia di una città americana, e ha rinunciato al college per starle vicina. Di notte prepara cocktail in un locale e di giorno lavora in biblioteca. Aspetta l’amore da sempre, quello con la A maiuscola. Un giorno Marcus, il nuovo vicino, entra nella vita di Penny come un ciclone. È tutt’altro che l’eroe sognato: ha venticinque anni, è rude, coperto di tatuaggi, ha gli occhi grigio ghiaccio e un piglio minaccioso. È in libertà vigilata e fa il buttafuori in un club. Tra i due nasce subito ostilità e sospetto ma, conoscendosi meglio, scopriranno di avere entrambi un passato doloroso e violento, ricordi da cancellare e segreti da nascondere.

Chi mi conosce lo sa, io non sono una da romance ma potrei diventarlo se tutti i romance fossero come quelli di Amabile Giusti. Di questa autrice avevo letto tempo fa Trent'anni e li dimostro che mi era piaciuto molto ma questo mi è piaciuto di più. Perché non ho mai amato più di tanto i romance? Probabilmente perché ho spesso trovato romance banali, con personaggi poco o per nulla caratterizzati, con storie tutte simili - quasi stereotipate - e con pochi temi importanti. Tutto il contrario di quello che ho invece trovato in questa lettura che mi sono ritrovata a finire di notte, dalle 4 alle 6, singhiozzando senza ritegno, in più e più punti.

venerdì 14 maggio 2021

Letture con Marina #134 - Recensione de Inseguendo l'amore di Nancy Mitford

Buongiorno lettori, come state? Io faccio molta fatica ultimamente a stare dietro al blog, più che altro perchè sto leggendo diversi libri per collaborazioni o rubriche per la fine del mese e sono in ritardo su tutto. Per fortuna Marina è sempre sul pezzo quindi vi lascio con la sua recensione.


Mi ero ripromessa di non leggere le mitiche Mitford. Ma la regina Elisabetta lo ha consigliato, ed anzi se non fosse stato per questo romanzo, lei non avrebbe mai continuato a leggere libri. Tra l’altro l’ha anche conosciuta, una delle terribili. E proprio quella che ha sposato un fascista! D’altro canto, io avrei mai potuto rifiutare il neanche tanto velato invito di Alan Bennett?




Ti
tolo: Inseguendo l'amore
Autore: Nanacy Mitford
Casa editrice: Giunti, 2008
Pagine: 280
Traduzione: L. Corbetta

Trama: Il primo romanzo di Nancy Mitford, in parte autobiografico, nel quale l'autrice ci offre un ritratto irriverente dei vizi e delle virtù della nobiltà inglese nella prima metà del nostro secolo: al centro della narrazione si trova la famiglia dei Radlett, signori di campagna dai gusti un po' eccentrici, presso i quali la nipote Fanny trascorre lunghi periodi della propria infanzia e adolescenza. Nei ricordi di Fanny ormai adulta spicca la cugina Linda, bella, passionale, sventata e coraggiosa: è proprio lei a "inseguire l'amore". La seconda guerra mondiale segna la fine di un'epoca, ma non appanna mai l'umorismo irresistibile e la frizzante ironia con cui le stravaganze dei Radlett meritano di essere raccontate.
 
RECENSIONE:   


Ed eccoci al dunque: raccogliere l’invito di uno scrittore e calpestare i propri principi, in base ai quali non leggere libri di simpatizzanti nazisti e fascisti. Poteva resistere a lungo tale proposito? Appunto! E quindi, se siete qui con me, avete già scoperto che fortunatamente sono passata sopra ai miei principi e mi sono data alla pazza gioia con questo romanzo. 

Leggere la biografia di questa donna è un must, soprattutto se si vogliono poi sperimentare i suoi romanzi, che si leggono voracemente, perché la scrittura è fluida, l’intreccio è coinvolgente, l’ambientazione e l’epoca (guerre a parte) è intrigante. Ed in aggiunta a ciò, per me (e dai, ammettetelo, anche per la maggior parte di voi!), la possibilità di illuminare almeno per un momento il palcoscenico della storia, rischiarando con la luce dei romanzi i molti periodi storici sconosciuti o, quantomeno, dimenticati. 

Nancy Mitford in questo suo primo romanzo con subitanee vendite stratosferiche (in realtà però sarebbe il 4° romanzo, tra i primi due giovanili ed un terzo di scarso valore), mette in scena, nemmeno tanto velatamente, la sua famiglia e l’epoca d’oro in cui ha vissuto. Figlia primogenita di un barone proprietario terriero e di una madre che portava in dote come proprietà familiari anche un’agenzia di stampa, le cui pubblicazioni includevano Vanity Fair e The Lady. Visse un’infanzia, un’adolescenza ed poi una gioventù privilegiate, tra balie, bambinaie, governanti ed alfine, per completare la propria istruzione, un anno a Hatherop Castle, un istituto privato informale per giovani donne di buona famiglia. Non tanto una scuola, ma una sorta di “casto assaggio della vita da debuttante”. E come nella più classica delle tradizioni, al compimento del diciottesimo anno di età, Nancy è introdotta al grande ballo delle debuttanti, con relativa presentazione a corte a Buckingham Palace e la successiva partecipazione ai balli e alle feste che costituivano la Stagione di Londra. A tal proposito, se siete appassionati di tutto questo mondo, Vi consiglio vivamente di guardare il film del 1958, per la regia di Vincent Minnelli: Come sposare una figlia (Reluctant Debutante), con la solare Sandra Dee, gli strepitosi Rex Harrison e Kay Kendall, il belloccio John Saxon e l’intramontabile Angela Lansbury. 

Il romanzo della Mitford ci dà conto, a partire dalla nascita nel 1911 fino agli anni della Seconda Guerra Mondiale, di Linda, della sua famiglia e della cugina Fanny, voce narrante di tutta la vicenda e particolarmente vicina alla stupenda quanto inutile Linda. Parlavamo a ben vedere di autobiografia, perché potremmo pensare ad una Nancy Mitford che veste i panni di Fanny, per raccontare una sé stessa Linda e la relativa famiglia di titolati signorotti terrieri. 

Graffiante nel descrivere la società in cui vive. A partire dal manage familiare, per arrivare anche alla folla di giovanotti universitari e non dell’epoca, dediti alle bella vita, tra balli e feste. Sarà del resto la stessa Fanny, che fino ad un certo punto condivide la vita in simbiosi con Linda, anche se in realtà si vedevano solo nei periodi di vacanza, a dire del periodo del debutto: “non vedevamo mai il giorno, se non all’alba mentre stavamo rientrando dall’ennesimo ballo”. 

 Ma non c’è solo questo nel romanzo. C’è l’infanzia dorata nella campagna inglese, tra cacce, riposini, chiacchiere nell’armadio dei molto Onorevoli, tè pomeridiani e vestizioni per la cena. C’è la caratterizzazione minuziosa dei familiari, soprattutto del patriarca. Ancora, c’è per Fanny, grazie alla madre/zia la possibilità di studiare, a differenza della cugina Linda che crescerà culturalmente ignorante e incapace di affrontare la vita di società e soprattutto la propria vita in modo responsabile. Come la maggior parte delle persone del bel mondo di quel momento storico, sarà la perfetta immagine specchio della stragrande maggioranza delle donne del periodo, impegnata ad “impegnare” la giornata per arrivare a sera. Ci sarà poi l’incontro con tutta una galleria di personaggi uno più incredibile dell’altro, se li vediamo con gli occhi del nostro secolo. E l’interessante incontro tra la proprietà terriera e i banchieri, nobili non più legati al valore della terra, ma al puro Dio denaro. E ci sarà da ultimo l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale, tra Gran Bretagna e Francia/Parigi. 

Commentavo poc’anzi la possibilità di conoscere nuove pagine di storia, che ignoravo completamente. Mi riferisco al capitolo nel quale Linda lascia il primo marito, gretto capitalista, bancario figlio di nobili bancari e si lascia affascinare dal figlio di un professore universitario, acceso ed ascetico capitalista. Con lui si imbarca nell’avventura forse più assurda di tutta la sua vita e come tutti gli essere magari inutili ma affascinanti e che illuminano la vita di chi li circonda, ne esce incredibilmente e strepitosamente bene, incontrando un duca francese che… Ma questa è un’altra storia. “Siamo nel 1939 e la popolazione della Catalogna varca i Pirenei e dilaga in una piccola provincia della Francia, che in pochi giorni si ritrova abitata più da spagnoli che da francesi. Mezzo milione di uomini, donne e bambini intraprende questa migrazione, il più drammatico grande esodo di massa di quest’epoca. Il governo francese li sospinge come un branco di animali verso le paludi della costa, li rinchiude dentro recinti di filo spinato e poi finge di dimenticarsene. Come dire?, la storia dell’umanità manca anche di fantasia, perché a ben guardare è anche una ripetizione continua di orrori. E sempre gli stessi. Ma non dirò di più, perché tra internet e la storia vissuta da Linda e narrataci di Fanny, ce n’è da leggere! 

 Nancy Mitford pubblicò questo romanzo nel 1945, vendendone ben un milione di copie! Segno indubitabile che ora come all’ora, lo “speteguless”, così come l’oroscopo, tirava alla grande.


A presto




 

venerdì 7 maggio 2021

Letture con Marina #133 - Recensione di Nessuna scuola mi consola di Chiara Valerio

Buongiorno lettori, è di nuovo venerdì e torna Marina con la sua recensione.


Come una ragazzina, che non sono più da molto, a Settembre 2019 durante il Festival letterario Pordenonelegge vedo ed ascolto per la prima volta Chiara Valerio. Il tema era la mia omonima Marina, la poetessa Cvetaeva (e la sua Sonecka). E la stupenda Valerio presentava la meravigliosa Serena Vitale. Non c’è altro da dire, se non che ogni tanto riascolto l’incontro e al contempo mi centellino gli scritti della Sig.ra Valerio come fossero un buon vino d’annata. Una passione…



Ti
tolo: Nessuna scuola mi consola
Autore: Chiara Valerio
Casa editrice: Einaudi, 2021
Pagine: 120
Trama: Il caotico mondo della scuola visto attraverso lo sguardo di un'insegnante precaria, una Don Chisciotte che non si fa abbattere da burocrazie arrugginite e colleghi demotivati ma prova a cambiare prospettiva per denunciare e allo stesso tempo difendere un'istituzione bistrattata e abbandonata a sé stessa. Ad Alessandra Faggi, professoressa precaria di Matematica, sezioni B e L, non piace affatto la fredda burocrazia scolastica. E per questo, dopo aver scritto dettagliatamente l'incipit dei verbali dei suoi consigli di classe, passa a raccontare di sé, la storia della sua prima macchina, la sua prima sigaretta sulla spiaggia, o «come far fuori questo o quel singolo studente». Lo fa per divertirsi, ma anche per rendere più umane e migliori le ore in classe. E alcuni professori, inaspettatamente, parteggiano per lei e per la scuola che vorrebbe. Cinque di loro, smarriti e spavaldi, si fanno addirittura coinvolgere in un gruppo di ascolto notturno, con tanto di candele a dare un tocco satanico. Per discutere, sfogarsi, sopravvivere, ingaggiando una lotta, silenziosa ma non troppo, alle montagne di scartoffie, alle supplenze indesiderate, ai genitori aggressivi, ai collegi dei docenti interminabili, alle comunicazioni del preside. Con una scrittura divertita e divertente, Chiara Valerio ha scritto un romanzo sovversivo e spietato, che ci consegna un ordine ideale raggiungibile solo con un patto: «Mai più dare del professore a chicchessia. Professore è chi ci riesce».
 
RECENSIONE:   


E’ pressochè impossibile parlare della scuola e non infervorarsi, stando da una parte o dall’altra della barricata. Perché purtroppo con la scuola è così. La vivi inizialmente come studente. Poi diventi genitore. Oppure da studente diventi insegnante. Da un lato la consapevolezza di una missione, quasi, della responsabilità di menti giovani da plasmare con il sapere. Dall’altra il dubbio che pagare molto di più un insegnante, che mediamente è occupato la metà dell’orario lavorativo medio settimanale di un impiegato ad esempio, è un’offesa al lavoro pesante di certe categorie di lavoratori. Considerato come si percepisce il “rendimento” di alcuni, parecchi insegnanti, poi… Ma allora non sarebbe meglio importare il modello americano? Un professionista che per qualche anno insegna, e poi passa nuovamente alla propria professione, lasciando il posto di insegnante ad un altro professionista, tra le altre cose anche ancorato alla realtà, che insegna per un altro paio d’anni e via di seguito. Anche per fare in modo che la ripetitività non nuocia all’entusiasmo dell’insegnante e non lo trasformi in bradipo lobotomizzato. Senza offesa. Approposito: ma anche qui in Italia ci sono ingegneri che ad esempio insegnano matematica e fisica, ed al contempo fatturano come liberi professionisti. Alt!, ferma tutto. Qui ci inoltriamo in un dibattito senza fine. Un campo minato.

E allora ritorniamo al breve romanzo di Chiara Valerio, che si fa leggere perché divertente, intelligente, ironico e dissacrante, ma non incattivito, anzi quasi affettuoso, in quel suo portare a galla i tanti problemi e l’esperienza della professoressa Faggi, trentenne precaria, che confessa candidamente che il primo collegio docenti è come il primo bacio, che devi aver vissuto per poterne parlare.

E’ una professoressa un po’ sui generis, questa Alessandra Faggi, precaria ma non mercenaria. Una professoressa come avremmo voluto avere durante la ns vita studentesca. Una professoressa giovane e che nel suo voler cambiare dal di dentro almeno l’istituto scolastico presso il quale presta servizio, è disposta ad organizzare riunioni notturne segrete, un po’ come fosse un incontro di carbonari. Nelle intenzioni, un gruppo clandestino ed irriducibile, che si troverà a scuola di notte e a lume di candela per discutere, non soccombere alla torpidezza e microcefalia di certi colleghi e del Preside, e perché no, per gestire le scartoffie, come ad esempio i verbali, e trattarli come fossero dei racconti con traccia a piacere, nei quali magari ipotizzare l’omicidio di questo o quello studente, o rimembrare qualche episodio particolarmente importante della propria vita. . E visto che all’inizio nessuno dei suoi stimati colleghi si fa irretire dal fascino di questa proposta, la Faggi ad un certo punto maschera l’invito e lo trasforma in un’allettante proposta di incontro per un rave party. E per il nuovo ed intrigante invito, in quella serata si fanno avanti un manipolo di altri quattro professori, ciascuno con le proprie fisse ed idiosincrasie: la Cinzia, la Speranza, il Poletti e la Grignaffini.

L’avventura dura l’arco di un anno scolastico ed è veramente esilarante, a tratti a voler leggere tra le righe anche spietata e demotivante per il mondo che racconta. Ma poi ci sono risalite di buona volontà personale e di positività che ci fan ben sperare. Nonostante la burocrazia e la procedura de-responsabilizzante di questo enorme organismo statale.

Questo libro, riedito recentemente da Einaudi – chissà?, mi chiedo, forse per il periodo Covid che stiamo vivendo, con enormi e pubblicizzati problemi nel mondo scuola e quindi proprio per questo “di moda”? - ha una postfazione dell’ autrice molto interessante in alcuni spunti che la stessa mette in evidenza. E noi non possiamo che riflettere anche sul fatto che questo libro è stato pubblicato nel 2009, ben 12 anni fa, e che da allora non è cambiato assolutamente nulla!

Chiudo con una delle tante frasi di Chiara Valerio, di cui mi sono innamorata, e che racchiude tutto un mondo: “Nessuna scuola mi consola, procede come un ossimoro, racconta un mondo di bellezza, possibilità, conoscenza incastrato e frenato dalla ripetitività, dalla presenza invadente dei genitori, dalle inadeguate competenze umane o culturali di chi insegna, dalla costrizione, percepita o reale, di chi impara”.

Non resta che leggere e lasciarsi irretire, tra un sorriso a denti stretti, una risatina ed un corrugarsi di sopracciglia, dai mille interrogativi che vengono stimolati. Per non ritrovarci anche noi ad essere considerati dei “teneri cani di Pavlov”.


A presto




 

sabato 1 maggio 2021

Super lettori all'arrembaggio - Quinta tappa: Maggio



Ciurme a rapporto! Siamo arrivati alla quarta tappa di questa challenge, abbiamo affrontato mostri, isole deserte e siamo pronti a ripartire per un nuovo mese di navigazione. Se non sapete di cosa stiamo parlando qui potrete trovare il post dove viene spiegata a grosso modo la sfida, nel caso abbiate qualche dubbio o non ricordiate più le regole potete invece andare QUI

COME SI GIOCA?

Le tappe sono mensili, quindi dodici tappe in un anno.


Ogni mese vi daremo 6 obiettivi e una mappa. Ogni libro che leggerete vi farà accumulare punti (1 punto ogni 10 pagine) e il vostro punteggio sarà sommato a quello di tutti i componenti del vascello. QUINDI CI SARA' UN PUNTEGGIO UNICO DEL VASCELLO, NON PERSONALE.

Ecco gli obiettivi di questo mese, che potrete usarli tutti, uno, due, tre...insomma senza vincoli. Potrete anche leggere 20 libri in un mese seguendo sempre lo stesso obiettivo.

1- ogni pirata che si rispetti è accompagnato da un uccello o da una scimmia, i primi sono volatili e i secondi mammiferi, per non fare torto a nessuno Leggi un libro che contenga un animale nel titolo.

2- Il Pirata Vincenzo Gambi è stato uno tra i pirati italiani più violenti della sua epoca (1800 circa), leggi un libro scritto da un autore/autrice italiano.

3- Sempre per collegarci a Vincenzo Gambi, che ha trascorso la sua "attività" nel golfo del Messico... In questa parte del mondo è celebrato lo "dia de Los muertos" leggi un libro che contenga la parola "Morte/morto/morti/morta".

4- I pirati solcano i mari battagliando a destra e a manca. Leggi un libro in cui sia presente una battaglia intesa come due schieramenti numerosi che si affrontano. Non vale una scazzottata tra due pretendenti o Hermione, Harry e Ron che combattono contro il Troll. Per intenderci...

5- I pirati per orientarsi utilizzano la stella polare che come risaputo indica il Nord. Leggi un libro della casa editrice "Nord" (non riceviamo percentuali sulle vendite).

6- E adesso viene il bello, perché i pirati incatenavano i loro prigionieri e qui noi ci divertiamo. Leggi una trilogia o almeno tre libri di una stessa serie. Se lo farai il libro più corto ti verrà raddoppiato (in termine di punteggio) però in questo caso varrà sempre la regola di un post unico con i tre libri. Non valgono: libri di Geronimo Stilton o Tea Stilton al di fuori del Regno della Fantasia, Viaggio nel tempo, Il segreto delle fate. Per il resto CHIEDETE PRIMA!

Passiamo alla mappa. Come abbiamo scritto i vostri singoli punteggi saranno sommati e andranno assegnati al vostro vascello di appartenenza. Quando la vostra nave raggiungerà i 1200 punti incontrerete il mostro, ovvero Sonia, che assegnerà alla nave un compito, una punizione, un lavoro, una sfida e voi dovrete fare di tutto per non affondare!

Se non perirete, quando la nave conquisterà 2200 punti attraccherete all'isolotto. Oltre ad abbeverarvi, fare conquiste che dureranno una notte soltanto e sgranchire le vostre ossa...avrete delle opportunità a sorpresa, che varieranno sempre di mese in mese.

Nel frattempo potrete continuare a leggere i vostri libri, questo non ostacolerà le vostre letture.

L'isola e il mostro dovranno essere raggiunti almeno 48 ore prima della fine del mese altrimenti i loro effetti non varranno.  


E cosa facciamo noi TRE? Noi avremo la possibilità di leggere come voi e i nostri punti si accumuleranno alla fine del mese ai vostri punti totali! Bello eh!

Ogni mese il vascello che raggiungerà il punteggio più alto vincerà una fiasca di Rum (gli altri acqua salata...) e il punteggio verrà azzerato a tutti per ripartire da zero il mese successivo. Vincerà la sfida finale il vascello più ubriaco (ovvero chi avrà accumulato più fiasche di Rum in dodici mesi).

Cosa fanno i NOSTROMI? Questa figura l'abbiamo pensata per aiutarci nel lavoro di coordinazione, ci aiuterà a tenere i punti del proprio vascello, ad avvisarci al raggiungimento di un traguardo, insomma coordinerà mozzi e marinai e farà da portavoce. Rappresentanti di classe venite a noi!! Può rimanere sempre lo stesso oppure potrete variare ogni mese, basta che entro un giorno dall'inizio del mese voi lo comunichiate al vostro Capitano.


COME SI INSERISCONO I PUNTI? DOVE SI MANDANO LE RECENSIONI?

Esiste un Gruppo dedicato alla challenge in cui è OBBLIGATORIO ENTRARE (cliccare QUI per richiedere l'accesso) all'interno del quale inserirete la recensione o il link nel caso la vogliate scrivere altrove e dovrete allegare il titolo, numero di pagine, obiettivo, la foto e tassativamente l'# di appartenenza (#laperlanera #olandesevolante #jollyroger). Ci sarà un foglio Drive di riepilogo con il vostro nome e i punti ottenuti che gestiremo noi. ATTENZIONE IL GRUPPO FACEBOOK PER INSERIRE LE RECENSIONI E' QUELLO GENERALE, LE RECENSIONI SI METTONO Lì, VISIBILI A TUTTI I PARTECIPANTI.


COME FACCIO A PARTECIPARE?

- Vi chiediamo di commentare questo post e compilare il format che utilizziamo solo per l'iscrizione QUI. 
Essere iscritti ai nostri quattro blog: Desperate Bookswife, Il salotto del gatto libraioOmbre di Carta, Un libro per amico. 


Per adesso è tutto, ci ritroviamo in alto mare.